Dopo aver passato una delle giornate più difficili della sua vita, John si ritroverà ad affrontare le conseguenze di ciò che è successo, che potrebbero trasformare un banalissimo 'giorno dopo' in un incubo o in qualcosa di più...
[Johnlock][Post-Comic "We're not a couple" by Reapersun/Sexlock]

Mickey sollevò la bottiglia con lentezza e accolse l’orlo del collo fra le labbra. Vi si attaccò con decisione, come se avesse schioccato un bacio, piegò il collo all’indietro e lasciò scorrere tre pigre sorsate lungo la gola. Su e giù faceva il pomo d’Adamo, e poi il ragazzo si ripulì di una goccia scappata sul mento con un gesto sgarbato della mano. Aveva ancora le labbra bagnate di birra e le leccò con diletto soffermandosi poi all’angolo sinistro con la punta.
“Cazzo. Cazzo.” pensò il rosso, letteralmente catturato da quei movimenti che per qualche motivo lo eccitavano. Mickey. Mickey e le sue dannate labbra. Mickey e la sua dannata lingua.
/// GALLAVICH WEEK - Day 6: SEXY TIMES /// aka "quando casa Milkovich è libera"

John fissò Sherlock attentamente per la millesima volta negli ultimi due mesi e mezzo. E tuttavia per la millesima volta non riuscì a capire che cavolo frullava nella testa del Consulente Investigativo.
Soprattutto non riusciva a capire i modi stizziti e le occhiate infastidite che a volte gli lanciava.
Non ci capiva proprio niente, e non poteva farci nulla. Comprendere le sfumature e le mille sfaccettature Holmesiane era un'impresa titanica, ed era fortunato se in alcuni casi ci riusciva. Sempre era pressocché impossibile.

«Che stai facendo?»
«Ti porto a letto.»
«Proposta indecente, dottor Watson» commentò con un sorrisetto malizioso. John roteò gli occhi, ma era arrossito.
«Io mica intendevo... Lascia stare.»

"Oh, Sherlock. Sei impossibile!"
"Casomai impassabile, John. Niente è impossibile."

Dove Sherlock e John parlano un sacco di bridge, ma non esattamente di bridge.
(Text!fic)

- Questo gioco è stupido, John.
- Dici così solo perché non riesci a vincere, Sherlock.
[Prima oneshot della serie Ovunque tu vada, non rimanere bloccato]

John è un medico. Un medico e un soldato.
È la particella e che cambia il significato della categoria a cui appartiene.
Ha sempre trovato imprecisa la definizione army doctor perché non puoi salvare vite e toglierle nello stesso momento. Non si può essere tutto e niente insieme, bisogna essere qualcosa di preciso.
In Afghanistan, John ha salvato decine di persone come medico, ma ne ha tolte tante come soldato.
Per cui, John, è medico e soldato. Ma non nello stesso momento.
E John, quella particolare sera, si sente decisamente un soldato.
Un soldato particolarmente nervoso.

Dal testo:
“Sei geloso?” chiese Sherlock con il suo solito sorrisetto furbo.
“Nooo! Cosa te lo fa pensare? Il fatto che il mio ragazzo si metta a flirtare con un’altra o il fatto che sembrava avessi il cuore spezzato quando lei ha finto la sua morte?” rispose John alzando la voce di almeno un’ottava.
[Johnlock]

John Watson è pazzo.
E Sherlock Holmes non lo aiuta affatto.
[Teen!Johnlock]

La terapista di John dice che questo è normale; ma John sa che non lo è. (SPOILER per “La Caduta di Reinchenbach”.)
Traduzione di "Light in the Darkness" by emmagrant01

"Sei bellissimo."
Lui ride.
"Pensavo non ti piacessero gli uomini."
Lo baci piano, questa volta con lentezza e Sherlock ti asseconda.
"Infatti. Mi piaci solo tu."

«Vedi» disse John qualche attimo dopo, quando fu sicuro che l' altro fosse abbastanza lucido per sentirlo «questo non l' avrei permesso a nessun altro».
Sherlock sorrise, ancora ansante. Era senza parole, per la prima volta in vita sua. John, mr la-gente-parlerá, gli aveva fatto un pompino in un taxi. In corsa. Con il tassista che probabilente aveva sentito tutto. E ora stava...sfilandosi i pantaloni?

C'è un messaggio di lato, nella colonna della chat.
Sherlock H. ha scritto: Spero che tu abbia gradito lo spettacolo. La prossima volta ti consiglio di verificare che l'audio sia staccato.
Fissi attonito lo schermo accesso sulla stanza buia di Sherlock. Fissi le parole inviate alle ore 3:42. Fissi il cursore che lampeggia indifferente sul bianco, come se avesse tutte le risposte, come se potesse aiutarti.

Guardò giù, verso il baratro che lo chiamava, e desiderò ardentemente che il salto che stava per compiere non avesse come epilogo l'inevitabile separazione delle loro strade, delle loro vite. L'informazione che tempo prima aveva registrato e catalogato da qualche parte nel suo cervello venne estratta e presentata davanti ai suoi occhi. Per la seconda volta nella vita, dovette lottare contro l'impulso di stringere John Watson al suo petto