[Storia scritta a quattro mani da blu992 e pampu] [text!fic]
(03:22) So che starai dormendo, solo… non respiro! SS
(03:22) Cosa succede? XX
(03:25) Io… non lo so, non ricordo niente solo… mi manca l’aria e non riesco ad alzarmi dal letto. SS
(03:26) Prendi respiri profondi e non sforzarti di ricordare, cerca solo di calmarti, okay? Va tutto bene, stai bene e non è successo nulla. XX
(03:32) Okay, credo di stare bene. Grazie. SS
(03:34) Vuoi parlarne? XX
(03:41) Non so davvero cosa dirti, il che è strano considerato che la cosa che so fare meglio è proprio parlare. Ultimamente non so bene cosa succede. Sono sempre stato iperattivo, ansioso e totalmente dipendente dalle persone, ma in questo ultimo periodo mi sembra di essere troppo. Non so bene come spiegarlo. SS
(03:43) Con i tuoi amici come va? Non ne parli con loro? XX
(03:45) Non ho molti amici, in realtà solo due. Ma Lydia è partita il mese scorso e Scott… si preoccupa già troppo per me. SS
(03:46) Ecco come sei arrivato a me. XX

Derek si era trasferito a Beacon Hills da nemmeno un mese per motivi di lavoro, ma non aveva creduto di riuscire a trovare qualcosa di interessante in così poco tempo. O forse sarebbe meglio dire qualcuno. Era arrivato nel suo nuovo loft già arredato da solo una settimana quando la sua lavatrice, che il venditore della casa gli aveva assicurato essere nuova, gli era esplosa. Si era rivolto immediatamente ad un idraulico che, appena visto l’elettrodomestico, gli aveva dato una pacca sulla spalla dicendo che non c’era più nulla da fare. Derek per poco non gli aveva staccato la mano a morsi. Aveva resistito altri cinque giorni prima di rendersi conto che non aveva più niente da mettersi. Era passato per caso davanti a quella lavanderia a gettoni e, sorpreso da quella piacevole scoperta, aveva caricato la roba sporca in due grosse borse e aveva deciso di passarci prima di andare a lavoro. Era entrato poco dopo le otto e aveva trovato dietro ad una specie di bancone un ragazzino che sembrava tutto pelle e ossa ma con un grande sorriso che sembrava illuminare il locale.

Stiles ne ha combinata un'altra delle sue... è Derek gliela deve far pagare.

[Storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles entra nella palestra del campus sentendo la voce di Scott che quella mattina al telefono gli ha detto: «Mantieniti allenato anche se siamo lontani, mi raccomando!»
[…]
«Oh» sorride lei, «puoi comunque andare da uno dei nostri istruttori e fare la tua scheda di ingresso.»
Stiles si dirige verso la porta con su scritto Staff. Una voce gli dice di entrare e «Ciao, sono qui per la scheda di ingresso.»
Il ragazzo si presenta. Si chiama Thomas, lo fa accomodare assicurandogli che non ci metterà tanto. È in quel momento che nota un'altra persona di spalle, perché parla. «Tom, va pure, ci penso io.»
«Grazie, devo davvero scappare. Ci vediamo in sala!» saluta.
In quel momento l'altro ragazzo si gira.
«Porca puttana! Derek!»
Stiles quasi cade dalla sedia per lo shock. Non vede Derek da quattro anni e mezzo e ora se lo ritrova in palestra come…
«Tu lavori qui? Sei un personal trainer? Seriamente?»
«Ciao, Stiles. Sì, è il mio lavoro.»

"Derek mio padre non ha il turno di notte stasera"
"Lo so, ragazzino. Cerca di non urlare"

[storia scritta a quattro mani da blu992 e pampu]
Derek arriva alla spiaggia in anticipo, e trova l’allenatore, Chris, già lì.
Dopo dieci minuti, un ragazzino si avvicina a loro correndo. “Temevo di arrivare in ritardo”
“Sei in perfetto orario” dice Chris. “Stiles, lui è Derek. Derek, Stiles”
“Stiles? Che razza di nome è?” domanda Derek.
“Ehi ragazzone, non mi conosci e già mi insulti?”
“Dai, devi ammettere che hai un nome... strano”
“Vero, anche se, in realtà, Stiles è solo un soprannome perché il mio vero nome lo è ancora di più. Sai com'è, avere origini straniere, una mamma che ci teneva a darmi il nome del nonno. Cose così”
“Anche la tua parlantina è fuori dal comune”
“Ho anche qualcos’altro fuori dal comune, vuoi provare?” chiede ammiccando.
Derek non è sicuro di ciò che sta insinuando, ma non è neppure certo di voler sapere se ha ragione. Così decide di limitarsi a lanciargli un’occhiataccia.
“Ma parla solo con le sopracciglia?” chiede all'allenatore per poi voltarsi verso Derek e aggiungere: “però ammetto che sei molto bello”
Derek non sa cosa rispondergli, ma ci pensa Chris a toglierlo dall’imbarazzo.
“Bene ragazzi, io vi lascio da soli per conoscervi un po'. Divertitevi” ghigna.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
“QUESTA GARA È VINTA DA SEBASTIAN BASS!”
Stiles si dirige galoppando verso il limite della pista e scende, arrabbiato.
È la seconda gara che perde ed è al limite dell’esasperazione.
“Cosa diavolo ti è preso?” Vincent irrompe furioso. “Sei arrivato quarto, non ultimo!”
“Fino ad un anno fa non sono mai sceso dal podio! Ora che manca poco per passare ai Seniores, mi parli così? Voglio eccellere, non accontentarmi! Come ci arrivo alle olimpiadi se il mio allenatore si accontenta della mediocrità?”
“Stai dicendo che vuoi sostituirmi?”
“Sto dicendo che voglio dare e ricevere il massimo”
“Perfetto, prendi questa. È la mail di uno dei più grandi campioni di salto all’ostacolo.”
Stiles prende il foglio e legge il nome. La risata viene fuori spontanea.
“Sei serio? Non accetterà mai. Si è ritirato dopo l'infortunio. Come pensi possa allenarmi nelle sue condizioni?”
“Sarà difficile, ma tu saprai convincerlo, sempre se lo vuoi”
Stiles abbassa di nuovo lo sguardo su quel foglio. Certo che lo vuole, è il suo idolo, ma ha letto troppe cose sui giornali per pensare di riuscire a convincerlo. Solo che Vincent ha ragione, ci proverà fino alla fine.

Stiles si era sempre sentito a suo agio tra tutti gli esseri sovrannaturali presenti a Beacon Hills perché, grazie alla sua intelligenza, era riuscito a farsi trattare come un loro pari. Ma poi era stato posseduto dal Nogitsune e tutto era cambiato. Nonostante i suoi amici fossero riusciti a salvarlo e ad ucciderlo, Stiles sentiva che una piccola parte di lui risiedeva ancora dentro di sé, e la vicinanza del Nemeton non l’aiutava. Per questo aveva deciso di allontanarsi da lì e dedicarsi a ciò che, inaspettatamente, gli aveva dato maggior conforto in quell’ultimo periodo: la scrittura.
Aveva scelto quella facoltà di giornalismo con attenzione, o meglio, si era attaccato ad internet e aveva fatto una mappa con i migliori college e tutti gli articoli con avvenimenti surreali accaduti nelle vicinanze perché ok allontanarsi dal Nemeton, ma non voleva assolutamente rinunciare completamente al sovrannaturale.
La scelta era così ricaduta sulla scuola di giornalismo di Metropolis, principalmente per i molteplici avvistamenti di un eroe con una tutina blu e un mantello rosso, che i locali chiamavano Superman, e che, nonostante nessuno fosse riuscito a fotografarlo di faccia, ma sempre e solo di schiena, aveva risvegliato particolari fantasie in Stiles,

[Omegaverse]
La sveglia suona imperterrita da almeno dieci minuti e Stiles sta seriamente prendendo in considerazione l’idea di distruggerla, nascondere i resti sotto al letto e far finta di non esistere.
«Figliolo? Oggi è il gran giorno. Muoviti a scendere» urla suo padre.
Entusiasmo che Stiles non condivide, proprio per niente. Rotola giù dal letto e scende in cucina. Suo padre lo sta aspettando con un sorriso sulle labbra e un cornetto, con sopra una candelina, poggiato sul tavolo. «Auguri figliolo» dice commosso «da oggi sarai a tutti gli effetti un adulto.»
Stiles dovrebbe esultare a quelle parole, ma non ci riesce. Non ci riesce perché è un Omega e, in quanto tale, la data del suo diciottesimo compleanno coincide con il giorno in cui entrerà ufficialmente nel sistema che gli assegnerà un Alpha con cui potrà scegliere di legarsi. «Grazie pà. Ma preferirei che tu non me lo ricordassi.»
«Stiles… ne abbiamo già parlato.»
«Lo so, però io non riesco ad accettarlo, ok? Non voglio dover dipendere da qualcuno, tantomeno da un Alpha che non conosco.»
«Ma la Matrice…»
«La Matrice è solo una stupida macchina che gioca con le nostre vite» urla uscendo di casa e sbattendo la porta.

[storia scritta a quattro mani da blu992 e pampu]
Quando Stiles arriva in cucina si guarda intorno stupito. Tyler ha preparato toast alla marmellata per sé e per lui.
“Cosa mi devi chiedere?”
Il ragazzo sfodera il suo sorriso, allungandogli anche una tazza di caffè. Male. Malissimo.
“Papà, tra poco è il mio compleanno e vorrei dirti cosa potresti regalarmi. Sai, per evitarti di pensarci un sacco.”
“E dimmi, cosa vorresti di così assurdo che richiede una colazione e la mancata presenza di gel nei tuoi capelli?”
“Pensavo, dato che saranno sedici, e avrò anche la patente… che ne dici di una bella moto?”
Stiles si alza di scatto, prendendo poi le chiavi dell'auto. “Si, avrai la patente, ma guiderai un’auto. Ora alzati, ti accompagno a scuola.”
Per Stiles la conversazione è finita lì, ma non per Tyler. “Ma pà, tu ci lavori con le moto, papà ci lav-“
“Quello che faccio io non deve essere quello che farai tu e soprattutto non farai quello che fa tuo padre. Questa conversazione finisce qui, Tyler, non insistere perché perderai solo tempo” dice entrando in macchina.
Tyler gli si siede di fianco, imbronciato e silenzioso. Meglio un figlio incazzato che uno morto.

[Storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Derek è nervoso. Picchietta in continuazione il dito sul bracciolo della poltrona su cui è seduto e continua a guardarsi attorno, cercando di distogliere la mente dai suoi pensieri. Ancora non capisce come sia riuscito a convincersi a fare quella “cosa”. Allison, sua moglie, non era ancora arrivata. Sono sposati da cinque anni e, contando gli anni di fidanzamento, sono insieme da nove. Si erano piaciuti fin da subito e avevano cominciato a frequentarsi. Il fatto che entrambi frequentassero la stessa università li aveva uniti molto, ma, ora che sono diventati medici affermati, le cose hanno cominciato a precipitare. Si sono sposati appena laureati e i primi tempi le cose andavano a gonfie vele. Ma da un anno a questa parte non è più la stessa cosa. Vuole davvero bene ad Allison, ma non è più certo di amarla. Un giorno, Allison ha chiesto a Derek di dare un’ultima possibilità al loro matrimonio. Derek non era molto convinto, ma sentiva di doverglielo.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles è al terzo anno di superiori ed è stufo dal primo. La scuola è iniziata solo da quattro giorni e già sta entrando in casa cercando di passare inosservato e correre in camera prima che suo padre si accorga che qualcosa non v-
“Stiles?”
Come non detto. Stiles è al terzo anno di superiori, ma la sfiga lo perseguita dalla nascita. Entra in salotto, suo padre sta leggendo un fascicolo della polizia, magari è fortunato e non alza gli occhi dai fogli.
“Cosa cavolo ti è successo?”
Forse deve smetterla di sperare che le cose vadano come desidera. Non sa in che condizioni è la sua faccia e come appare all'esterno, ma è quasi sicuro di avere il labbro spaccato e un inizio di livido sull'occhio sinistro. Si siede sul divano scompostamente e chiude gli occhi prima di rispondere.
“Niente, pà”
Lo sceriffo, invece si alza e gli si para davanti afferrandogli il mento e costringendolo ad alzare il viso.
“Dimmi i nomi, Stiles” gli dice, “dimmi chi ti picchia ogni volta. Se non lo fai, prenderò provvedimenti”.
Stiles sbuffa. Sa che dovrebbe farlo, in fondo è figlio dello sceriffo, ma è terrorizzato.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles ha sempre odiato il calcetto con i colleghi. Non ha mai voluto partecipare a quelle partitelle aziendali in cui nessuno andava contro il capo anche se si trovava nella squadra avversaria, ma quella volta è stato incastrato. La partita di quel pomeriggio è Scapoli contro Ammogliati e un membro della seconda squadra ha dato forfait all'ultima ora e Stiles non è riuscito a dire no quando Scott, il suo migliore amico, l'ha chiamato per supplicarlo perché “altrimenti non si gioca più, tu sei l'unico ammogliato che ci rimane e Allison porta anche Kelly a vedermi. Vuoi togliere a mia figlia la gioia di guardare il suo pap-“, a quel punto Stiles l'aveva interrotto sbuffando e accettando.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
È giovedì pomeriggio e Stiles sta uscendo dal parcheggio della palestra quando il cellulare suona. Lo prende e risponde a Scott.
"Sì, amico, ho finito. Un quarto d'ora e sono da te"
Un forte TUMPF lo fa sobbalzare e inchioda all'istante.
"Merda, merda, merda"
"Stiles, tutto bene?" chiede Scott preoccupato.
"Ho urtato qualcosa. Vado a vedere"
Stiles scende dalla Jeep e raggiunge il retro. Merda! Lydia è a terra e si sta tenendo una gamba.
"Ma sei scemo? Si può sapere dove avevi la testa?"
"Non sai che non si passa dietro le macchine con la retromarcia inserita?"
"Certo, ora dammi una mano. Aiutami ad alzarmi"
Stiles la prende da sotto le ascelle e la solleva, ma Lydia urla di dolore.
"Credo sia meglio che ti porti al pronto soccorso" dice Stiles.
"Derek mi ucciderà"
"Mi dispiace, se vuoi ci parlo io con questo Derek e gli spiego la situazione"
"Non credo sia una buona idea. Potrebbe azzannarti il collo"
"È così pericoloso?"
"Diciamo che ci tiene a quello che fa. E tra sei mesi abbiamo la prossima gara ed è la nostra ultima possibilità di accedere alle Olimpiadi dell'anno prossimo"

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu]
Derek incontra Stiles nell'estate del 2011 mentre allena la squadra di basket di Beacon Hills. Questo è solo l'inizio di una storia tormentata, che distrugge e ricompone entrambi più di una volta.