Recensioni per
Cortesie per l'ospite
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 233 recensioni.
Positive : 233
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/12/23, ore 16:06
Cap. 17:

Bene, eccomi alla fine, gli ultimi capitoli sono stati piuttosto movimentati. Come si dice, l'ospite, come il pesce, dopo tre giorni puzza, il furbo Dorian non è arrivato a cogliere l'esatto momento in cui levare le tende, dopo la delusione con Oscar aveva adocchiato André, si era proprio fissato con questi due. Fortunatamente tutto si è concluso per il meglio. Per il ritratto ci sarà tempo ^^ Sottoscrivo quanto già scritto in precedenza e senza ripetermi, applausi.

Recensore Junior
26/12/23, ore 10:57

Seconda sosta, per recensire fin qui :)
Bene, prima il commento sulla forma: il linguaggio ricercato rende in ogni capitolo perfettamente lo stile e la cura dei dettagli storici e nei particolari dell'epoca, e questo consente di visualizzare scena per scena a chi legge ed è una grande dote di chi scrive. Come avevo già scritto, molto brava.
Riguardo la storia, al di là dell'opera di Wilde, come è piccolo questo mondo, Dorian si ritrova testimoni della sua lunga vita nei luoghi più imprevisti, dove lui stesso conduce gli altri spavaldamente, come il caso della taverna.
E abbiamo André che indaga per conto suo, chissà perché il generale non ha messo al corrente della sua storia passata anche la figlia.
Non mancherò di leggere il finale quanto prima.

Recensore Junior
22/12/23, ore 16:51
Cap. 17:

Tutto è bene quel che finisce bene! Il demonio villanzone viene rispedito all’inferno in perfetto stile wildiano e la normalità si ristabilisce gradatamente a palazzo Jarjayes anche se Oscar ed André sono rimasti segnati ed i giornalisti pennivendoli non fanno altro che spettegolare. Io li avrei mandati ad oliare le rotative!
Complimenti per la storia ed auguri di buone feste!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
21/12/23, ore 21:51
Cap. 17:

Riemergo dal mio silenzio dopo alcuni giorni di oblio.
Il finale divertente stempera un poco una storia dark ai limiti dell'horror e, se il capitolo precedente si era svolto all'insegna dell'azione e del mistero, questo riporta le cose alla normalità.
Il giornale letto da Oscar e André doveva essere antimonarchico, ma anche di basso profilo. Oltre alle insinuazioni, contiene anche delle imprecisioni e delle tendenziosità. Perché mai, infatti, la scomparsa di un inglese, sicuramente ricco, ma, pur sempre, privato cittadino, avrebbe dovuto compromettere i rapporti fra i due Stati?
Devo dire che la seconda versione mi ha fatto pensare molto a "Il vecchio frac" di Domenico Modugno.
Complimenti per questa storia così particolare!

Recensore Junior
17/12/23, ore 21:46
Cap. 17:

Cara Dorabella, questo epilogo è degno dell'eccellente racconto con cui negli ultimi mesi mi hai tenuto compagnia, incalzandomi, capitolo dopo capitolo, con un mistero che, benché noto in quanto ispirato alla celebre opera di Wilde, hai trasformato in nuovo e sorprendente alla luce delle esperienze dei nostri amati Oscar e André, con le cui vite hai avuto la genialità di intrecciare le vicende di Dorian Grey.
Ancora una volta ho occasione con queste ultime righe di gustare la tua bella prosa e la tua abilità narrativa: reale e concreta la scena di Oscar e André impegnati nella lettura del "foglio imbrattato d'inchiostro", spassosa la risposta all'unisono dei due giovani alla proposta di un bel ritratto per Oscar e pieno di tenerezza il ricordo di un piccolo André del cipiglio severo ma anche paterno e in definitiva accogliente del generale al suo arrivo a Palazzo Jarjayes.
Una fra tutte tuttavia è la delicatezza che ancora una volta ti incorona ai miei occhi regina del dettaglio significativo: nella descrizione del supposto suicidio di Lord Sholto descrivi con accurata attenzione gli effetti personali che il giovane potrebbe aver lasciato sull'argine del fiume, cercando soluzione al proprio male di vivere nei freddi flutti della Senna. La descrizione di questi effetti (che i briganti o gli approfittatori di Parigi potrebbero velocemente aver fatto sparire) mi ricorda incredibilmente i versi de "Vecchio Frac":
"... Sul fiume silenzioso
E nella luce bianca
Galleggiando se ne van
Un cilindro
Un fiore e un frack".
È dunque con la mente piena delle note di questo celebre pezzo di Modugno che ho proseguito nella lettura, immaginando l' "incedere elegante" che non può essere esistito di un immaginario Lord Sholto aspirante suicida.
Non so dire se questa tua nuova finezza sia stata voluta o cercata o se si tratti solo di una casualità, ma per me ha conferito a questo epilogo un'eleganza straordinaria.
Complimenti Dorabella cara. Ancora una volta leggerti ha reso il mio tempo più prezioso.

Recensore Junior
14/12/23, ore 14:17

Finalmente ho potuto iniziare a leggere questa tua storia, Dorabella, per ora sono solo alla fine del terzo capitolo ma, applausi! Innanzitutto per lo stile della scrittura, eccellente, e poi per la cura nel linguaggio consono per l'epoca. I racconti fantasy e mistery assieme sono tra i miei preferiti, con il dovuto tempo da dedicargli, arriverò fino alla fine. Molto, molto brava.

Recensore Master
14/12/23, ore 10:06
Cap. 17:

Ciao Dorabella. Eccomi per l'ultimo capitolo. Mi é dispiaciuto leggere di quelle voci riguardo Oscar ma é normale che il caso di Lord Sholto, della sua sparizione abbia destato curiosità. Per fortuna Oscar non ci fa caso più di tanto. Come poteva finire questo tuo scritto? Con un ritratto a chiudere il tutto con un pizzico di ironia dove il Generale é lieto di farsi ritrarre a differenza di Oscar. Ho ben immaginato Oscar e André rispondere "no" nel finale. Cosa ne possono sapere gli altri di quello che hanno passato ... ma per fortuna tutto é finito bene. Una storia che ho letto davvero con piacere, grazie per queste emozioni. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 14/12/2023 - 10:10 am)

Recensore Master
11/12/23, ore 09:48
Cap. 17:

Ciao,
un finale molto molto carino. Il "no" in coro poi è davvero incredibile, sei brava, non c'è molto altro da aggiungere se non ...... torna presto a pubblicare!!
Ciao!!

Recensore Veterano
11/12/23, ore 00:26
Cap. 17:

Ciao carissima
Che dire di questo magnifico epilogo, il diavolo finalmente si e volatilizzato...Mi e piaciuto molto la tua superba descrizione di questi personaggi misteriosi dalle tinte fosche e noir che s insinuano nella vita di Oscar..e in particolare uno Dorian Gray, la cui assonanza nel nome mi rimanda e mi ricorda qualcun altro, il cui 'altro io' e quella strana miscela esplosiva appare in maniera decisa in alcuni delineati aspetti del suo carattere..Oscar e Andre ne escono a testa alta da questa situazione.
Ti rinnovo i miei più sinceri complimenti per la dialettica fornita, e per la fluidità dei discorsi CHAPEAU
V

Recensore Veterano
10/12/23, ore 21:31
Cap. 17:

La curiosità intorno ad un enigma irrisolto è una cosa comprensibile. A maggior ragione quando in una vicenda tanto inspiegabile potrebbe essere implicata una persona interessante - e riservata!- come il Colonnello Oscar François de Jarjayes.
Ci sono tuttavia misteri che è bene rimangano tali...con buona pace dei curiosi!
A presto.
Octave

Recensore Master
10/12/23, ore 20:48
Cap. 17:

Ahahahah!!! Quel no all' unisono mi ha fatto davvero sorridere teneramente, come del resto la reazione di Oscar alle bieche insinuazioni.
È proprio lei, così come è lui l'Andre che legge ad alta voce per lei e che ha i gesti lenti e misurati.
Sai proprio fare i ritratti tu, meglio di Maitre Armand...
A presto con nuove avventure!

Recensore Veterano
10/12/23, ore 18:35
Cap. 17:

Ecco, i soliti GIORNALAI che insinuano, sottintendono, calunniano.
Per fortuna che Cesar ed Alexander non hanno il GPS, che le videocamere non le hanno ancora installate, che l'Eco di Parigi stava dormendo e non li ha visti mentre lasciavano le vesti di Dorian sul parapetto del Ponte Nuovo. Ma poi, se anche li avesse visti, chi gli avrebbe creduto?
Il Diavolo, puff, è sparito, e speriamo che averlo ridotto in polvere e cenere sia stato sufficiente.
Chapeau all'autrice!
 

Recensore Veterano
10/12/23, ore 18:05

Quell’esacribilissimo di Dorian, ben gli sta!
Ha ucciso Lord Wotton (a tacere dei precedenti crimini), ha aggredito André, ha sparato ad Oscar.
E poi, l’imperdonabile! Orrore:
1) dà dello “sporco villano puzzolente di sterco di cavallo” ad André. Ma dico io, come osa, che André (lo sappiamo tutte eh!) profuma di buono anche dopo avere strigliato Cèsar, ramazzato le stalle, tagliato la legna e bollito i cavoli su ordine della nonna!
2) dà della “donnetta debole e bugiarda” ad Oscar, che sono certa lo spiezzerebbe in due solo facendogli buh.
Però… Oscar bugiarda potrebbe esserlo un poco… che alla domanda di André di cosa avesse udito della conversazione fra lui e Dorian risponde evasiva “poco, André, solo le ultime battute”, ma essendo il concetto di ultimo assai relativo, non sono affatto convinta che si tratti della verità vera verissima. Uhm….

Brava, ma vedo che c’è pure un epilogo! Corro a leggere!

Recensore Master
10/12/23, ore 17:18
Cap. 17:

Che reazione! Ma il povero Maestro Armand è solo un pittore! Ma si può capire la paura, dopo l'esperienza vissuta.

Recensore Junior
10/12/23, ore 16:57
Cap. 17:

Carissima Dorabella,
E finalmente arriva l’epilogo di questa bella storia che ci ha fatto compagnia ormai da diversi mesi.
Ora potrò metterla tra quelle della mia personale collezione.
Certo che, come diceva mia nonna, “mondo è stato e mondo sempre sarà”, sicché vediamo come gazzetta parigina dedica veramente tanta cura allo “storytelling” della cronaca (come di dice oggi con abuso di anglismi, manco fossero realmente delle figate), facendo uso di alcuni deplorevoli stratagemmi retorici che ritroviamo anche oggi. Tuttavia qui la narrazione pare filologicamente uscire fuori proprio da una penna settecentesca, perché il cronista prima sembra tessere le lodi di Madamigella Oscar, Colonnello della Guardia Reale dallo specchiato ed immacolato stato di servizio, non senza un riferimento alla sua innegabile bellezza e grazia, poi, a sorpresa, lancia una botta micidiale nell’insinuare il dubbio che ella sappia più di quanto non voglia dire. Nell’incertezza che ovviamente non poteva che restare tale, si invoca addirittura una commissione d’inchiesta (tale sarebbe di fatto) nella quale Oscar, venendo interrogata serratamente (e lo si dice a chiare lettere) in presenza dell’ambasciatore inglese, si troverebbe costretta ad un redde rationem tra i più difficili ed imbarazzanti della sua vita e della sua carriera. E sì, perché di certo non potrebbe che farsi prendere per matta, se davvero dovesse riferire di patti col diavolo e di mirabolanti e satanici dipinti tratteggiati addirittura dal pennello del diavolo in persona, i quali invecchiano al posto dei rispettivi effigiati e finiscono pure per esserne il tallone d’Achille. Felicissima, a tal uopo, l’intuizione di André che ha realizzato, a fronte della capacità rigenerativa sovrumana del protervo e dannato lord inglese, come l’unica vulnerabilità definitiva non potesse che esser insita proprio nel ritratto che, non a caso, attirava su di sé tutti gli insulti del tempo, delle ferite e delle malattie finendo per rappresentare una orribile mummia umana martoriata da ogni genere di sinistri e mutilazioni oltre che dal tempo e dal cumulo di tutti i suoi sordidi vizi. Ma, di certo, tutto questo non lo si poteva andare a raccontare ad un ambasciatore. L’incidente diplomatico ventilato ci sarebbe stato in quel caso, quando, a sentirsi raccontare una cosa del genere, un suddito di alto rango di Sua Maestà, Re Giorgio, avrebbe sentenziato di doversi sentire offeso in quanto “preso dai turchi” (colto alla sprovvista, per i non siculi, magari per via di racconti di incredibilmente fantasiosa connotazione).
Umanissima la reazione di André allo scritto dal tono falsamente untuoso e retorico della gazzetta che ben si adagia e si smorza nella serafica reazione di Oscar che sicura di sé stessa non sembra mai scomporsi di fronte alle gratuite cattiverie. Del resto, lei aveva bene in mente quella della nobiltà che non era da meno. Bel tratto di verosimiglianza questa cronaca che si rifà al modus del tempo che riusciva a fare insinuazioni e lasciare strali su chiunque perfino quando faceva mostra di parlarne bene. Un po’ come fare una premessa sui meriti di una persona e poi si iniziano a lanciare strali e seminare dubbi, dopo essersi lanciati in attestati di stima che improvvisamente virano. Diciamo che ne settecento questa caratteristica modalità di condurre un discorso era assurta al ruolo di arte. Un’arte di sopraffina perfidia. Ammetto di non aver mai letto l’arte di insultare di Arthur Schopenhauer e mi cospargo il capo di cenere dicendo che non mi solletica l'intenzione della lettura, essendomi per lo più questo grand’uomo cordialmente antipatico, ma credo che se l’oggetto di quel testo è conforme al titolo, il settecento sarebbe stato un secolo assai ricco di esempi in quell’arte.
Infine, il colpo di genio narrativo: Quel NO! Finale esclamato dai due all’unisono. Che nel sorriso che strappa ben rappresenta sotto il velame dell’ironia un profondo legame, come di rari ne sono mai stati descritti.
Bene, bene… adesso non ci resta che attendere la prossima storia per altre deliziose sorprese.
Alla prossima.

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