Nel futuro, il MI6 da inizio a un progetto sperimentale che prevede la creazione di androidi senzienti e dalle fattezze umane. Il loro scopo: prendere il posto della fallibilità dell’uomo nel guidare gli agenti double-oh nel campo. Ognuno di essi riceve il suo personale androide, e all’agente 007 James Bond viene assegnato il migliore, quello che guiderà l’intera Q-Branch: Q10.
Note: 00Q; android!Q.

ovvero, Q e Bond di solito se ne infischiano altamente.
(Attenzione: linguaggio esplicito e sfacciato)

Quindi eccolo qui, che prende dalle labbra di uomo mentre gli parla di cose che non potrebbero interessargli di meno ma che, al momento, gli sembrano la più bella delle melodie.
La gioia con cui il professore illustra ai suoi studenti il poema di Milton traspare chiaramente dalla sua voce, bassa e coinvolgente, e Q non può fare altro che ascoltare, pregando che questa lezione non abbia mai fine. Lui, che a mala pena sa chi sia John Milton.
Q è uno studente di matematica, James Bond un professore di letteratura: due mondi diametralmente opposti che si incontrano per caso, e sono destinati a cambiarsi la vita a vicenda.

007, di ritorno da una missione, si presenta a casa di Q. È completamente ubriaco ed inizia a parlare...

Q è sicuro che James non l'abbia visto, a quella prima conferenza su Thomas Yates [4] di qualche anno fa, com'è sicuro non l'abbia notato alle successive. È capitato più per caso, che per reale interesse, e alla fine non ha potuto fare a meno di seguirlo in ogni tappa di quello strano e macabro tour. Non sa bene cosa l'abbia attirato, se quel suo sorriso un po' freddo mentre parlava di efferati omicidi o quegli occhi chiari che scrutavano la folla alla ricerca di qualcuno che non c'era.
Q ne è rimasto folgorato, ma non si è mai avvicinato. È come quando guardi una tigre chiusa in gabbia, e la osservi da fuori senza mai avvicinarti troppo perché hai paura che allunghi una zampa e ti sbrani. E Q è stato sbranato troppe volte, per rischiare ancora.
AU - 00Q

Le promesse vanno mantenute.
Nonostante la bocca si serri per soffocare i singulti.
Nonostante le ginocchia cedano e il battente della porta scorra lungo la schiena mentre Q scivola per terra, anche se non vuole.

E improvvisamente a James piace quel minuscolo soppalco, quella polverosa, trasandata tana. Perché con le labbra di Q sulle sue è facile ricordarsi che non è mai stato così felice come lo è lassù.
È stato così da subito, fin dalla prima volta che James ha calcato le assi malferme del pavimento.

James lo sa che ogni immagine delle passate tre settimane sta vagando nella mia mente con la velocità di una pallina da flipper impazzita, ed è per questo, forse, che si aspetta che io scoppi da un momento all’altro, crollando in pezzi sotto il peso dello stress.
Ma non ho la benché minima intenzione di farlo: sono così esausto che anche parlare di ciò che è successo mi costa troppa fatica.
James torna da una missione lunga e pericolosa, Q riflette sul loro rapporto.
NOTE: 00Q, forti accenni di crossover con Sherlock BBC.

Il blu che domina negli sguardi di Bond, di M.
Follie, sofferenze e il fascino di un uomo che deve saper uscire da ogni situazione, sino alla fine.
"Io sono l'ultimo topo rimasto".
E poi c'è solo l'abisso.

Le luci sono abbassate, e i computer quasi tutti spenti. Quentin si muove come una gazzella, saltando da uno schermo all'altro, scribacchiando su un taccuino che tiene in una mano, e digitando parole e numeri con l'altra.
James si prende il suo tempo, per ammirare la schiena del suo ragazzo e sospira di piacere per la bellezza non comune che porta con sé.
Il suo ragazzo.
James quasi non può credere di poterlo davvero chiamare così né al fatto che possa pensarlo come tale senza apparire un idiota.
Pairing: 00Q

" A volte la spavalderia di Q lo irrita, anche quando Q ha ragione di essere spavaldo.
Che vantaggio apporterebbe a tutti loro, se ora fosse ridotto a una massa piagnucolante sulla sua spalla?
No, il suo ragazzo è bellissimo e spavaldo.
E lui lo ama disperatamente, e spera davvero che nessuno irrompa da quella porta... spera di non dovergli piantare una pallottola in mezzo agli occhi, prima di rivolgere l’arma contro di sé.
Guarda quegli occhi allungati come quelli di un cerbiatto, e presuntuosi come quelli di un’aquila, e ricorda.
Ricorda come è successo.
Non ricorda perché sia successo, ma suppone che la spiegazione stia in uno di quei proverbi da carta di cioccolatino che finiscono accartocciati sul marciapiedi senza essere letti.
L’amore non ha un perché.
E’ una frase stupidissima, ma vera."
- James Bond, Sherlock Holmes e John Watson devono riportare a casa Q. A qualunque costo. -

Ha sempre odiato volare ma non sa neanche lui perché: semplicemente, preferisce restare ancorato al suolo e non affidare la sua vita a qualcosa di artificiale che potrebbe rompersi da un momento all’altro. Una sola volta, da quando è entrato ufficialmente in forza al MI6, ha provato a superare la sua paura, ma l’aereo su cui volava si è trovato in mezzo ad una brutta turbolenza e ciò non ha fatto altro che destabilizzarlo ancora di più.
Q ha paura di volare, ma la vicinanza di James lo aiuterà a superare la cosa.

Ti strofini gli occhi con due dita. Bevi un'altra sorsata e posi la fronte bollente sul bancone gelido.
– Dove sei? – soffi contro la superficie lucida.
Il bancone si appanna sotto il tuo fiato e tu ci passi un dito sopra, disegni ghirigori senza senso fino a che la condensa non svanisce.

Ha una maniacale precisione anche nel perdere il controllo...
[Scritta per il P0rnfest#6] [James Bond/Q]

Per Q non è un concetto nuovo, la paura. Ma forse, pensa, non l'ha mai compresa del tutto, così come non comprende Bond.
[00Q]
Attenzione: Spoiler su Skyfall e alcuni riferimenti a Casino Royal e Quantum of Solace