Dedicata alle mie colleghe. Il pairing è Axl/Izzy, prima che entrassero nel gruppo che li ha resi famosi. Fatemi contenta, lasciatemi un commento!
"La voce di Bill si lasciò andare ad un'esclamazione un po' blasfema, piena di stupore.
Colma d'urgenza, d'agitazione.
Mio Dio, uccidimi ora; pensai senza fiato.
Eppure la sua paura mosse qualcosa dentro di me, dove si risvegliò l'impellente bisogno di tornare in vita per dirgli che era tutto ok.
Per consolare quel viso d'angelo, per amare quegli occhi d'Inferno."

Mentre le sue labbra bollenti si muovevano sulle mie e la sua lingua percorreva il mio palato, avevo sentito un fuoco accendersi dentro; stavo sudando e avevo caldo, ma non c’era posto in quel momento dove avrei voluto stare, se non seduta a cavalcioni su quella meraviglia di Axl Rose.

Axl aprì la porta come se fosse camera sua, sbuffò in direzione di Slash.
-Aiutami- mormorò –ho bisogno di qualcuno che mia dia il paradiso baby-
Slash alzò appena lo sguardo, fissandolo interrogativo.

No, non ditemi che sembro una fan girl assatanata,
insomma guardatemi sono molto ma molto meglio.
[Axl/Slash]

A quattordici anni ho iniziato a fumare. Niente Marlboro o schifezzuole del genere, io, da alternativo partito per la chitarra, fumavo Camel Light.

"Quella droga non ti ha fatto un cazzo" constato brutale, "Lo sai che cos’è successo, lo sai."
E non negare che ti è piaciuto, perché non sei l’unico in questa stanza ad avere la schiena sfregiata.
Continua ad osservarmi senza dar segno di avermi sentito, poi abbassa appena la testa, un sorriso triste – ma forse è solo una mia impressione, Dio fa che sia così - che gli danza sulle labbra gonfie.
"Sì, io lo so.".
Sobbalzo, non mi aspettavo di avvertire le note della sua voce ferma vibrare nell’aria così presto.
"E tu, Billy? Tu lo sai?", chiede sprezzante e questa volta si alza e mi si avvicina svelto, le gambe lunghe che rapide fendono l’aria, il corpo nudo se non per i boxer che s’infila senza farci caso.

[Axl/Izzy] La mano sferza involontariamente contro le lenzuola tiepide, al suo fianco, umide di pioggia e sperma.
Ha il respiro irregolare, gli occhi lucidi, le labbra aperte.
(E’ solo un’illusione, Axl. Nulla, nulla più.)

Mi infilo stizzita il giubbotto di pelle nera e sputo per terra il mozzicone di sigaretta bruciata. Devi farli divertire, mi hanno detto. Sono i Guns N'Roses, per diamine.

Molta acqua è passata sotto i ponti da quel luglio della mia partenza era caldo e Los Angeles era piena di turisti, calda amabile una donna tutta mia. Ora non è rimasto niente ora di noi singoli c’è solo il vago ricordo. Ma di noi grande gruppo l’immortalità delle gesta è tutt’ oggi la più famosa. Non avevamo paura di dire le cose in faccia e dietro, perché la paura è per i deboli, molta gente ha paura di vivere così noi non l’avemmo, fu per questo che diventammo grandi fu per questo che la sete di gloria e immortalità ci condusse all’assoluta perdizione.

Raccolta di flavours, con pairing Axl/Izzy, dai toni malinconici e nostalgici.

Ciao a tutti, questa ff mi è venuta in mente dopo un pomeriggio di noia. I Guns 'N' Roses saranno in vacanza dopo un tour, alloggeranno all' Hotel Paradiso. Qui ci saranno due vecchie streghe, i nostri eroi si salveranno? Leggete e commentate!

Slash si è sempre un po' trovato in balia di eventi alquanto imbarazzanti. Ma mai in una situazione come quella. Cosa succede quando la pazzia di un Axl Rose attizzato come un fuoco raggiunge limiti inaspettati e va a cozzare con l’invadenza di una cameriera?

~Aveva sempre creduto che non si potesse uccidere qualcuno solo parlandogli. Aveva riso quando, una sera, Slash gli aveva detto di sentirsi morire ogni volta che Perla si arrabbiava con lui. Come è possibile, gli aveva detto, che tu ti senta morire? Non ti ha mica pugnalato, ti ha solo parlato in fondo. Affondò il viso tra le mani, accucciandosi sul pavimento. Tutto d’un tratto gli mancava l’aria, ogni respiro gli sembrava andasse a vuoto, o portasse con se qualcosa di altamente infiammabile che esplodeva puntualmente nei suoi polmoni. Si sentiva come se stesse affogando, come se una mano invisibile lo stesse trascinando in un baratro di cui non vedeva la fine.

Mi lancia uno sguardo, il migliore. L’unico. Quegli occhi grevi di malizia che ostenta dinanzi a migliaia di persone, cantando un nostro pezzo. Iridi attraenti, foggiate di sottili filamenti dorati e verdi fusi, liquefatti in una cosa sola. In quel cipiglio arguto e assottigliato si cela l’intrigo di una giungla.

A 19 anni tutti hanno dei bisogni speciali. E Bill Bailey lo sa bene.