E finalmente sei tornataaaaaaa. Hai aggiornatooo! Che bello cavolo. Solo che mi scuso per il mio ritardo inscusabile. Sono una terribile piantagrane , però alla fine ci sono sempre. In ritardo, ma non manco mai. :)
Questa fanfiction è una delle più belle che abbia mai letto e non temo di dire che è meglio di quelle stronzate sopravvalutate per bambine arrapate che sappiamo bene quali sono e non c'è neanche bisogno di citarle.
Comunque splendido capitolo. Per la prima volta è raccontato dal punto di vista di Jade e devo dire che suona anche molto interessante.
Niall non crede al soprannaturale? Beh se ha qualche dubbio credo che tra non molto non ne avrà più. ;)
Per Jade invece....Cavolo, cavolo, con il nuovo arrivato si è messa in un bel grande casino? Lo stesso di Juliet?
Galanteria a parte, devo ancora capire se Harry è buono o cattivo e cosa ha intenzione di fare e gli ha fatto.
Ma l'ha per caso morsa o iniettato qualcosa nel corpo? Non ho capito bene. Gli ha succhiato l'energia? Sicuramente comunque qualcosa gli ha fatto perché lei era troppo "obbediente" a lui.
Sono preoccupatissima per la sua sorte sinceramente e la voglia di sapere che cosa gli accadrà mi morde di curiosità.
Bella entrata in scena comunque per il signorino Styles.
Rileggere Poison per me è stato un piacere assoluto. Sei davvero dotata ragazza mia, dotata come poche e screditata come tante. Mah vabbeh!
Attendo il prossimo capitolo e queste sono le mie parti preferite:
[“Divertente, sai, Niall? Juliet si è confidata proprio con te, ti ha detto questa cosa che probabilmente le è costata sofferenza per ripeterla e ricordarla ancora una volta, e tu non le credi. Mi hai appena detto che non credi a una sua sola parola, a questa storia. Il sovrannaturale, i fantasmi, i vampiri, tutte queste… queste favole, non esistono fin quando non ci inciampi sopra anche tu!- stavo quasi urlando, ma non potevo credere che Niall, il mio Niall, il nostro migliore amico potesse essere così diffidente su un tema così delicato - Io me ne vado.” raggiunsi il corridoio, afferrai giacca e borsa e aprii la porta di casa, decisa a non rientrare fino a sera tardi, oppure…
“Ma dove vai, Jade?” Niall aveva fatto capolino dalla cucina.
“Al pub. Ho bisogno di stare lontana da tutti… da tutto questo casino. E tu, Niall, faresti bene a capire una cosa: la realtà è diversa da quella che ti raccontava la mamma da bambino, prima di metterti a letto. Nella vita reale ci sono degli avvenimenti sensazionali, meravigliosi, che siano belli o brutti, e tu devi affrontarli, non puoi pensare che passeranno e basta. Chiedi a Juliet, magari, come si sente dopo che quel cazzo di maniaco del suo ex l’ha cercata di nuovo e ha scoperto che la persona con cui convive ha ucciso sua sorella. CHIEDIGLIELO!” e chiusi la porta lasciandolo lì, confuso, facendo ben attenzione a sbatterla abbastanza forte.]
[Un tavolo servito, due, tre… senza accorgermene arrivai in fondo alla sala, dov’era seduto il ragazzo che avevo notato poco prima. Stranamente il suo tavolino era vuoto.
Era perso nei suoi pensieri, mentre mi avvicinavo e osservavo i suoi occhi puntarsi nei miei.
“Ciao, ti porto qualcosa?” la penna scattò veloce fra le mie mani, mentre il suo sguardo percorreva il mio corpo. Mi trasmetteva qualcosa, ma non era fastidio, era più una sorta di tremore, un brivido involontario]
[Luke e Jonathan mischiavano liquori dietro al bancone, ed io non avevo alcuna voglia di tornare a casa. Non volevo rivedere né Niall né Juliet ancora per un po’. Sapevo che non dovevo comportarmi così, specialmente con lei, ma era più forte di me, non me la sentivo. Dovevo chiarirmi meglio le idee, e qualcosa mi diceva di restare al pub.]
[Ricominciai il mio giro fra i tavoli, scoprendo che quel ragazzo era ancora seduto sullo stesso divano. Non sembrava essersi mosso. Qualche volta armeggiava distrattamente col cellulare, e per il resto del tempo non faceva nulla. N u l l a. Aveva giusto ordinato un caffè mezz’ora prima, e nessuno sembrava accorgersi delle ormai sette ore che aveva passato seduto su quella sedia. Senza sembrare troppo invasiva, mi avvicinai.
“Posso portarti qualcos’altro? Se stai aspettando qualcuno e hai bisogno di una chiamata, abbiamo un telefono in magazzino.” era un’osservazione abbastanza stupida, lì con il suo smartphone appoggiato sul tavolo, ma non trovavo di meglio.
“No, grazie.” e il modo in cui mi guardò, risvegliò in me mille ricordi. Mille pensieri. Mi sembrava che la stessa, identica situazione, si fosse ripetuta per giorni e giorni, che io lo avessi sempre servito, pomeriggio dopo pomeriggio, sostituendo Samantha o qualche altro cameriere.
Ed era questo il problema, ora ne ero pienamente cosciente: io l’avevo veramente servito per tutti quei giorni, e me ne ero completamente dimenticata. Ma cosa stava succedend-
“Anzi, penso proprio che mi servirebbe un telefono. Dove hai detto che si trova?” scattò improvvisamente in piedi, e il verde delle sue iridi si fece più scuro.
“Nel magazzino, sul retro…”
“Ti dispiacerebbe accompagnarmi?” domandò, e solo allora osservai che mi superava notevolmente in altezza.
Sì, non credo che sia una buona id-
“No, vieni.” mi girai, accennando un sorriso, senza riconoscere né le parole che avevo appena pronunciato né i miei piedi che si muovevano sicuri.]
[“Sembra che non risponda nessuno.” mise giù la cornetta.
“Già. Torniamo di là, puoi provare con il mio cellulare.” sorrisi, cercando di restare calma. Però, quando feci un passo verso la porta, mi scontrai contro il suo petto. Era stato veloce, parecchio veloce.
“Cosa c’è?” alzai lo sguardo su di lui. Il suo viso era dolce, incorniciato da tanti capelli castani, ma i suoi occhi sembravano crudeli.
“Vuoi già andare via? C’è troppo casino, di là, non trovi?” sussurrò.
No. Andiamo.
“S-sì, in effetti…” ammisi.
Che cosa avevo detto?!
“Brava. Ero sicuro che avresti risposto così.” scoppiò a ridere, e quando fece un passo in avanti, verso di me, la mia mano destra scattò e il martello lo colpì a ridosso della schiena, mentre gli assestavo una ginocchiata dritta nello stomaco.
Rimase dannatamente immobile.
“Interessante. E, dimmi, cosa speravi di fare?” la sua pelle era perfettamente liscia e pallida come la luna, non un accenno di dolore, non uno spasmo. Deglutii, indietreggiando di qualche passo.]
[“Ma che problemi hai?! Lasciami andare, cazzo!” sputai. Non era una me stessa che riconoscevo: così tante persone a cui urlare addosso in una sola giornata e troppi motivi per farlo.
“Non mi sono ancora presentato, sarei un maleducato ad andarmene così.” inclinò leggermente la testa e uno scintillio illuminò i suoi occhi, mentre mi accorgevo che il polso cominciava a dolermi.
“Lasciami andare. Mi fai male.” sussurrai a denti stretti. Un bravo psichiatra, o un buon manicomio, a questo, non li toglieva nessuno.
“Tranquilla dolcezza, tra un po’ non sarà l’unica cosa che ti farà male.” avvertii un improvviso senso di stordimento e qualcosa pungere e pizzicare sempre di più lungo tutto il corpo. Improvvisamente, inconsciamente, mi sentii incredibilmente vicina a Juliet. Le ultime parole del ragazzo si persero nel buio, mentre chiudevo gli occhi contro la mia volontà.
“Uh, a proposito, piacere, Harry. Harry Styles.” ]
praticamente quasi tutto il capitolo, ma okay. Dettagli.
Vabbeh dai. Alla prossima. Ciao. CIao. |