Per Louis Tomlinson le giornate sono una uguale all’altra, finché non arriva in città un ragazzo dai capelli ricci avvolto in un’aurea di mistero e fascino.
Che segreti nascondi Harry?
Quella domanda mi spinse a prendere una decisione definitiva e irrevocabile: io avrei sciolto quel gomitolo, avrei liberato il filo verde e avrei scoperto cosa nascondesse quel ragazzo dietro quel suo sorriso beffardo e malinconico ad un tempo. Avrei lavorato giorno e notte, instancabile per tutto il tempo necessario, perché qualcuno disse che la pazienza è amara, ma il frutto è dolce.

Nel primo pomeriggio ci ritrovammo all'arena del concerto per un'ora scarsa di prove.
Sentii la voce acuta di Louis fare una battuta a cui tutti risero di gusto.
Harry mi venne subito incontro per raccontarmi della battuta di Louis.
Zayn mi salutò alzando le sopracciglia, Louis fece il verso ad Harry, Liam mi dedicò un impercettibile movimento della testa mentre Niall quasi non mi salutò, limitandosi ad un velocissimo cenno con la mano.

[...] “no, scusa ma io proprio non ce la faccio” Dev stava fissando Harry sdraiato accanto a lei, gli teneva la mano sul fianco e lui aveva la sua ancora dietro la nuca di lei, pochi millimetri separavano le loro bocche che si erano appena separate bruscamente, appena la lingua di Harry aveva sfiorato quella di Devin lei si era tirata indietro. Louis li fissava ridacchiando, stampò un bacio al ricciolino e si buttò dall'altro lato del letto lasciando Dev nel mezzo [...]“non mi fissare così, è più forte di me” aveva girato appena la testa e si era trovata gli occhioni verdi puntati addosso, lui aveva mugugnato qualcosa di incomprensibile, le aveva stampato un bacio sulle labbra e si era girato dall'altra parte. [...]

[Niall!rugby; +10k parole]
"Si voltò e vide Niall alle sue spalle.
Riprese a camminare, fino a quando una voce non urlò “allora? come ci si sente ad essere pedinati?”
Devin l’aveva considerato inquietante ma questo andava ben oltre ogni logica.
Probabilmente era lui ad essere un serial killer."

Scendendo le scale incrociò due ragazzi; il primo si fermò per farla passare porgendole un sorriso, l’altro decise d’imitarlo più per emulazione che per educazione. Allontanandosi dai due li aveva sentiti parlottare, quello che l’aveva fatta passare doveva chiamarsi Harry.

Raccolta di Flashfic ispirate alle canzoni di Midnight Memories, ognuna delle quali sarà raccontata dal punto di vista di uno dei ragazzi.
"Lo so, sono un inguaribile sciupa femmine, un latin lover; ma cosa ci posso fare, amo le donne! Ma anche lei non è da meno: mi afferra la mano quasi con aggressività e mi trascina tra la folla. Le sue labbra si attaccano alla pelle del mio collo, mentre con le mani si aggrappa al lembo inferiore della mia camicia."
"Passo inosservato, incapace di lasciare un ricordo indelebile di me agli altri. Quando morirò farò scrivere sulla mia tomba “Here lies one whose name was writ in water” come fece John Keats, perché nessuno si ricorderà mai di me."
"-Cosa mi piace? Mi piaci tu!- sussurra prima di premere la sua bocca morbida contro la mia."
"Nessuno all’infuori di me ha il diritto di toccare i suoi capelli, né tanto meno di posare le labbra sulle sue. Per non parlare di quella risata che mi fa diventare pazzo, vorrei essere sempre e solo io quello che lo fa sorridere."
Attenzione: questo è un esperimento!

«Non ce la farai mai da sola» Disse il ragazzo afferrandola per le braccia, tentando di scuoterla, di farla ragionare. «Non puoi fare l’eroina della situazione, Talia. Per una volta, sii razionale.» La supplicò guardandola negli occhi, celesti come i suoi.
Talia, Luke, Annabeth e Grover in fuga dai mostri per arrivare al Campo Mezzosangue. Il breve racconto di quello che successe quella sera mai raccontata, come l'ho immaginata io.

« Almeno è servito è servito per liberarci di quella cosa » disse. « Meglio qualche stupida ciocca di capelli che la mia vita. Non sono ancora pronta a lasciare questo mondo! »
Luke rise con fare curioso. « Ah no? »
Una Talia di dodici anni, un Luke di quattordici. Un discorso tra ragazzini e un gesto innocente che nasconde tante parole.

"Oggi, dicevo, è il diciassettesimo anniversario della tua morte e, come ogni anno, sono qui seduta sotto il mio pino a scriverti una lettera che non riceverai mai."
Come ogni anno, Talia cerca almeno per un giorno di far finta che Luke sia ancora con lei. Ma questa volta qualcosa è cambiato. Solo che lei ancora non lo sa.

"...Eppure so che non vuoi ascoltarmi, te ne vai con un grande peso sulle spalle, te ne vai lontano da me e da quello che sono.
Lo fai per non vedermi morire, vigliacco."