EFP Fanfiction, storie preferite di LaGattaImbronciata

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LaGattaImbronciata

Membro dal: 05/12/13
Nuovo recensore (20 recensioni)

[ LaGatta | LaPavonessah | Not a Crystal Unicorn ]

LaGattaImbronciata è tante cose, primo fra tutte è una persona magnifica. E lo dico con l'oggettività di chi comprende di aver avuto la possibilità di conoscere una autrice talentuosa, un'amica sincera e profonda. A me piace chiamare LaGatta: la Poetessah. Perché lei è questo. Lei scrive poesia. Riesce a far immergere il lettore tra le proprie righe con abilità, riesce a far immaginare tutto ciò che descrive e le sue metafore sono semplicemente disarmanti. E nel momento in cui comincerete a leggere le sue storie, vi innamorerete tanto del suo stile e del suo lessico che ne vorrete ancora. Perché è così, lei. Ti immerge completamente nella trama da lei immaginata, spingendoti ad immaginare come potrebbe continuare. Cosa potrebbe succedere. E sei lì con la tua voglia di urlare di scrivere, prendere un righetto e picchiarla se non lo fa, perché ti cattura. Ti intrappola. Perché è semplicemente una poetessah e non ci sono parole per poterla descrivere. L'unica cosa che posso sinceramente dire è che amo il suo modo di scrivere, nonché le sue trame e la sua profondità. Amo tutto ciò che riesce a fissare nelle pagine word: pensieri, parole, trame, storie. Non c'è stata una volta che non mi abbia stupito con le sue parole e spero che anche voi, utenti di EFP, sappiate apprezzare la sua bravura.

Questa era la mia Pavonessah, nonché mogliah unicornah di cristalloh Deb♥

Le ho chiesto di parlare di meh, perché io non sono tanto brava a farlo. E lei è troppo buona con meh, come sempreh ♥ Lov iuh, bebih ♥

[ Arianna | Wannabe-Psicologa | Scribah ]

Dimmi che non sto sognando

- Ultimo capitolo

«Rilassati, Katniss, e dormi ancora un po'». Mi stringe un polso e mi spinge verso di lui. Ho la testa nuovamente appoggiata al suo petto e con un braccio gli cingo un fianco, mentre il suo passa dietro la mia schiena e, in movimento che credo sia automatico, mi accarezza lentamente i capelli. Il suo respiro mi riscalda la testa e la sua mano libera si sta muovendo sotto le coperte. Sono in una posizione strana e la sua mano incontra la coppa del mio seno. Peeta non mi guarda, osserva un punto imprecisato della stanza, ma continua ad accarezzarmi la curva del seno e, stranamente, non voglio allontanarlo. Chiudo gli occhi e faccio finta di nulla finché non si sposta, girandosi su un fianco. La sua bocca incontra la mia quasi prepotentemente e l'altra mano trova la mia natica che comincia a massaggiare.

Uno si mette a scrivere perché pensa di avere qualcosa da dire.

- Ultimo capitolo

«Il bello è che scrivere non serve a nulla di ciò che uno vuole. Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più. Il bello è che dopo averlo fatto stai malissimo. Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto (tranne i tuoi capelli).»
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Il diario di un tossicomane in riabilitazione: una raccolta di pensieri, parole, lettere, lacrime e veleno.
La pattumiera dei giorni andati, l’armadio degli orrori.
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!!!ATTENZIONE: questa storia contiene linguaggio volgare e tematiche delicate.!!!

LAST FRIDAY NIGHT.

- Ultimo capitolo

E così, eccoti qua, Jennifer Lawrence: la ragazza del Kentucky.
Sola, con un occhio pesto del quale non conosci la Genesi, con lo sgradevole sapore dei troppi Cosmopolitan ingurgitati invischiato tra i denti come ceralacca a un francobollo e - se proprio vogliamo essere esaustivi-, una vasta gamma di dolori muscolari disseminati per il corpo grazie ai quali risulta particolarmente facile intuire che, nel corso della serata precedente, tu te la debba essere proprio “spassata di brutto”, vecchia volpe.

Prendete una Jennifer Lawrence reduce dal party d'addio di Gary Ross con un occhio nero di provenienza ignota, in pieno hangover post sbornia e che non ricorda un beneamato di che cosa sia successo, effettivamente, la sera prima, e che si domanda (SUL SERIO), che diavolo ci faccia una MARACAS sul comodino della stanza in cui ha passato la notte e....
un Josh Hutcherson che, per sua disgrazia......che cosa sia accaduto sembra ricordarselo, viceversa, anche fin troppo bene...

Giurami che mi amerai comunque.

- Ultimo capitolo

Mise però una premessa in tutto questo, una piccola clausola: «Schwöre dass du mich noch liebst», "Giurami che mi amerai comunque" - quello era stato il suo unico sussurro prima dell'inizio del racconto. ― DAL PROLOGO.
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Sei vite che si intrecciano e annodano, sei esistenze; tre coppie.
Questo è uno dei tanti racconti che il Tamigi sussurra, narra ai passanti come una vecchia e dolce melodia. Sono tre amori: forse sbagliati, destinati a bruciare e morire, oppure a durare - solo il tempo potrà dirlo.
Perché «ci sono storie che quando le racconti si consumano. Altre storie invece, consumano te».
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→ TEMATICHE TRATTATE (aggiornate mano a mano che si presentano nella fan fiction): Droga; Schizofrenia paranoide.
→ PAIRINGS: Friedrich/Dikill (slash); Matthew/Ian (slash); Hollie/Alyssha (fem!slash).
→ ATTENZIONE!: La seguente fan fiction contiene un linguaggio offensivo e per i suoi contenuti non dovrebbe essere letta da nessuno.

Red.

- Ultimo capitolo

«Resta con me». Me l'ha detto in passato, me lo dice ora. Con mano tremante mi accarezza una guancia e sgrano gli occhi.
Dolce, sembra dolce, ma non lo è.
Sta cercando di sembrarlo, vuole far finta di aiutarmi per poi attaccare.
Ghigno, divertito. «Sempre». Le sussurro a fior di labbra. «Sono qui, non vedi, Katniss? Sono qui. Con te. Sempre. E tu? Tu resti con me?»
{Fa parte della serie Colors. || Lettura consigliata ad un pubblico adulto. Fanfiction psicologica che tratta in modo esplicito di tematiche delicate}

La mia più grande gioia

Non ho mai pensato che sarei diventata una madre, né tanto meno una moglie. Ho sempre creduto che non mi sarei mai sposata e sicuramente che mai sarei rimasta incinta. [...]
Osservo Peeta dall'uscio della porta, sta tinteggiando la stanza. Ha detto che, visto che non sappiamo ancora il sesso del bambino, farà un prato. Un campo al tramonto. Il verde e l'arancione che collidono e coloreranno la camera del nostro bambino. [...]
Peeta mi stringe la mano, il sorriso sulle sue labbra è così solare, così perfetto. Io sono distrutta. Non riesco a sorridere e non voglio vederla. Voglio che la portino lontano da me.
{Everlark || A gabryweasley}

Ricominciare a vivere

Dormire tra le sue braccia, con la testa appoggiata al suo petto, non mi bastava più. Il calore che avevo provato durante i settantacinquesimi Hunger Games era diventato ormai parte di me. Ogni suo tocco, ogni sua piccola carezza o bacio mi riempiva il corpo di brividi, il cuore cominciava a palpitare più velocemente nel mio petto ed il calore si irradiava attraverso le mie vene, fino agli arti.
{Post-Mockingjay | A LaGattaImbronciata ♥}

Never let me go

- Ultimo capitolo

Dopo aver finito di leggere Mockingjay, mi sono resa conto di essermi sentita insoddisfatta. Avrei voluto sapere come la storia tra Katniss e Peeta si sia evoluta, come hanno fatto a superare i propri limiti. Quindi ho deciso di scrivere un continuo cercando di rimanere il più possibile fedele ai libri della Collins e soprattutto ai caratteri dei personaggi stessi. Ho cercato di colmare il mio vuoto facendoli rivivere e cercando di farli conoscere per come sono apparsi a me.
Cercherò di analizzare i problemi che si sono portati dietro dalla guerra e dagli Hunger Games. Cercherò di fare capire come li hanno superati. Cercherò soprattutto di immaginare cosa sia successo nelle loro vite in quei 10/15 anni prima di avere i loro figli. Ma cercherò soprattutto di far rivivere Kat e Peeta per tutti coloro che in questi anni li hanno amati. Non ho molte pretese perchè io non sono la Collins, ma spero che vi piacerà e che colmerà il vuoto che a qualcuno di voi ha lasciato questa serie.
Buona lettura e grazie in anticipo!

L'inferno di un pazzo

C’erano troppe cose da guardare, troppe altre ferite da suturare.

Colpa

"Tutti quei luccichii e quei frammenti di terrore avevano lasciato spazio ad un vuoto, dentro di lui, che in un attimo si era riempito di senso di colpa."
[Everlack - un po' angst]

Contribuire alla causa

Davanti a me c'è Caesar Flickerman e credo che al mio cuore sia mancato un battito, per poi accelerare. Lo sento pompare veloce il sangue, fino alla testa. Pulsa anche quella e fa male. Improvvisamente.
Non capisco il motivo per il quale sia qui, nel Distretto 12, a bussare alla mia porta per ricordarmi i momenti più brutti della mia vita. Non che siano stati quelli con lui, ma ha la capacità di farmeli ripresentare tutti: la Mietitura, il viaggio, l'intervista, l'Arena, e ancora per una seconda volta. La rivoluzione, Peeta intervistato da lui quando era tenuto prigioniero. Io che non potevo salvarlo. Primrose che mi diceva di non darlo per spacciato. Capitol City. Peeta. Finnick. Prim.
Credo di aver smesso di respirare per un attimo perché comincia a girarmi la testa e ho solo voglia di sedermi e cercare di dimenticare il suo arrivo.
{Post-Mockingjay}

I'm frozen to the bones.

- Ultimo capitolo

CAP. 7 «Allora in bocca al lupo, Roel Flos. C’è qualcosa che avresti voluto dire a Liv prima di andare?» gli chiese il presentatore, come a volergli dare un ultima chance, l’ennesima frase che avrebbe fatto andare in delirio il pubblico – che avrebbe permesso alla sua Mentore di trovare altri Sponsor.
Roel chinò il capo per qualche secondo.
Se Liv fosse stata ancora viva le avrebbe detto qualcosa come “Mi dispiace, piccola. Perdonami”, ma lei era morta, e con l’ennesima bugia mormorata avrebbe ferito solo se stesso. Avrebbe voluto dirle di aspettarlo a casa, che appena sarebbe tornato l’avrebbe sposata, e invece alzò gli occhi verso le telecamere con un sorriso.
«Ti amo, tigre… » sussurrò, «solo questo».
CAP. 8 Rimase lì, gli occhi spalancati ma stanchi, delusi e stufi di quella situazione, nauseati dal sangue che gli macchiava il cappotto e i guanti, dalle grida dei Tributi che aveva ucciso.
Era in momenti come quelli che avrebbe voluto morire, che il pensiero di tornare da lei lo consolava e cullava, facendogli implorare la fine.
▪ 73rd Hunger Games | ◊ Roel Flos ◊ DISTRETTO 2 |
▪ EDIT: revisionata in data 22/01/15

Non preoccuparti. Andrà tutto bene. Ti amo.

L’osservo allontanarsi con Johanna. I miei sensi sono in allerta, ma continuo a guardarla finché la sua persona non scompare tra la vegetazione di questa nuova arena. Vorrei andare con lei, vorrei essere con lei. [...]
Non so cosa sia successo, poi, è stato tutto un via vai di avvenimenti strani, l’adrenalina che ha cominciato ad aumentare, le scene che si susseguono nella mia mente sono confuse, sospinte dalle mie azione mosse senza pensarci. [...]
«Peeta!» Alzo lo sguardo, distogliendolo dal corpo di Brutus.
«Katniss!» Urlo di rimando, cominciando a correre da dove sono venuto.
{Peeta Centric! Everlark ♥ | Ambientato in Catching Fire | A Sunflowerbud}

Panic sensation

«Lei c'è ed è proprio qui, accoccolata contro il tuo petto solido, il suo caldo respiro a scandire i battiti del tuo cuore tuttora agitato.»

Il mio ultimo pensiero sarà per ... il tuo sorriso

- Così andrà bene per ora. Io so chi sei. Finnick Odair. Sei sopravvissuto cinque anni fa. –
- E io so chi sei tu. Annie Cresta, la vincitrice di quest’anno. –
ATTENZIONE: ambientata in Mockingjay quindi possibile spoiler :)

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