Dal testo
"Lei trema un attimo, poi prende il pennello e lo poggia sulle strisce di colore che avevo già fatto. Con una mano le cingo il fianco e l’altra la chiudo nella sua mentre guido i suoi movimenti sulla tela. Continuiamo per diversi minuti, e il suo profumo invade le mie narici facendomi sussultare. Dei brividi mi percorrono, quando sento il suo corpo avvicinarsi sempre di più al mio. Ma penso davvero di perdere il controllo quando poggia l’altra su mano sulla mia che le cinge il fianco, mentre continuiamo a dipingere il cielo stellato della notte sulla spiaggia. Ti voglio, Katniss. Ti voglio così tanto che vorrei poterlo fare qui, adesso. Il tuo profumo è come droga per me e il mio corpo non risponde più ai miei comandi. Ti amo, Katniss. Ti voglio baciare, Katniss. Smettila di guardarmi in quel modo, perché le nostre labbra sono troppo vicine, troppo. Invece lei alza il pennello e lo passa sul mio naso, riempiendolo di tempera. E ride. Katniss ride. E inizio a ridere anche io e senza farmi vedere, con le mani prendo del colore e le sporco tutta la guancia sinistra mentre lei continua a ridere"

Peeta appoggia la sua fronte sulla mia e lo vedo sorridermi, intrecciando la sua mano con la mia, baciandomi la punta del naso come ha fatto prima. Il suo viso è accaldato ed i miei occhi si muovono per osservarlo negli occhi, e sulle labbra, come se fossi attratta da lui, anche se non dovrei esserlo. Non ora, né mai. Ma alla fine, la prima a muoversi sono io, ricongiungendo la mia bocca alla sua, bramando altri baci, altre carezze, stringendomi a lui come se non ne potessi fare a meno. E forse è esattamente così, forse, in questo momento, Peeta è il pane di cui ho bisogno per sopravvivere.
Until the day I die non è solo una storia d’amore, è la storia di come una singola scelta può cambiare il corso della vita e delle vite di molti, influendo sulla storia stessa.
{A LaGattaImbronciata ♥ Non sarebbe nata senza di te}

Dal primo capitolo:
- Cosa mi succede? - Rey chiese, sentendo la necessità di ulteriori spiegazioni.
- Basandomi su quello che mi hai raccontato, è probabile che siate legati dalla Forza. -
- Cosa? - A Rey morirono le parole in bocca mentre Luke proseguiva nella sua spiegazione.
- È una connessione tra due persone sensibili alla Forza. Una volta instaurato, il legame permette ad entrambi di trasmettere le proprie sensazioni, sentimenti, pensieri, persino immagini di ciò che si sta vedendo e vivendo, anche attraverso distanze incalcolabili. -
Chiese l’unica cosa a cui riusciva a pensare. - Questo legame si può rompere? -
[Reylo, post-TFA]

Kylo Ren, alias Ben Solo: retaggio familiare pesante, solo, giovane, rabbioso, deluso, poco paziente, diviso, nerovestito, Lato Oscuro della Forza con sprazzi improvvisi di Luce.
Rey di Kakku, alias la mercante di rottami: retaggio familiare inesistente, sola, dinamica, entusiasta, alla ricerca di una figura a cui far riferimento, giovane, vestita di colori chiari, Lato Chiaro della Forza con sprazzi di Oscurità.
Kylo Ren e Rey di Jakku sono due facce della stessa medaglia, attratti inevitabilmente l'uno dall'altra, complementari: impareranno a vedere o si limiteranno a guardare?
Assolutamente Reylo, da raccolta di OS si è trasformata in una long che, pian piano, sto portando avanti.
"Nella guerra degli sguardi, vince chi riesce ad andare oltre ciò che vede." cristinik, twitter.

Reylo.
Due idioti, sentimenti irrisolti, alcuni libri intraducibili e la voglia di saltarsi addosso.

Costruire qualcosa oltre la Forza è un compito difficile, a tratti assurdo. E prima di tutto Kylo deve uscire dal suo loop, o tutta la luce portata da Rey sarà solo sprecata.
(Reylo, post The Last Jedi)

Ben Solo non riesce a lasciare andare Kylo Ren, è parte di lui, è un potere di cui non può fare a meno. Ben è ferito, dilaniato, e soffre di un dolore immenso: il dolore provocato dal divario tra luce e buio. Rey potrebbe aiutarlo, ma non appena si sfiorano si allontanano, scappano l'uno dall'altro. Magari è paura, ma nel profondo sanno che è qualcos'altro, qualcosa di troppo difficile da ammettere.
[Disclaimer: I personaggi dell'universo Star Wars non mi appartengono e faccio dei riferimenti alla storia reale e alle scene del film. POSSIBILI SPOILER! ]

[REYLO] [POST #TLJ]
Kylo Ren contemplava la distesa infinita di stelle sul ponte di comando, ostentando una calma che non provava affatto. Gli uomini intorno a lui erano ammutoliti soltanto per qualche minuto, quando lo avevano visto e sentito arrivare, mettendosi sull’attenti in attesa di un suo ordine; poi, quando il Leader Supremo aveva voltato a tutti le spalle, i membri dell’equipaggio erano tornati al loro lavoro. Lui sapeva, però, o meglio: percepiva, che il clima si era fatto più teso e che non avrebbe allentato la propria morsa, fintanto che lui era nelle vicinanze. Non provavano, tuttavia, ne era consapevole, quel tipo di paura reverenziale che aveva fatto grande Darth Vader.
“Mi vedono come un ragazzino che non sa tenere a bada la rabbia” non faceva altro che ripetersi, trattenendosi a stento dall’estrarre la spada laser per distruggere tutto ciò che lo circondava. “Mi temono, questo sì… ma non lo farebbero, se non fosse per i miei poteri”.
Kylo Ren era qualcuno ― no, poteva essere qualcuno.
Ben Solo, il suo equivalente del Lato Chiaro… lui non era niente.
Non esisteva più.
«Ben…».

Cercò di ricollegarsi con Rey, di percepire il suo stato d’animo, facendo pressione sulla Forza, assoggettandola con fatica. "Questa è l’ultima volta che cerco di parlarle". Tentò di imporsi, fingendosi risoluto. Ne era sempre spaventato, ma anche irrimediabilmente attratto. Come lo era stato all’inizio con il Lato Oscuro. Parlare con Rey gli ricordava proprio quel periodo, quando ogni tanto cedeva a infrangere la piccola proibizione di Luke e sbirciava nel Lato Oscuro, come un ragazzino curioso, senza osare addentrarcisi.
-Rey x Kylo-.

Dal testo: Questo arduo compito è finalmente terminato, perciò raccolgo la coperta da terra e gliela metto di nuovo sulle spalle. La copro bene e le accarezzo i capelli per guardarla negli occhi un ultima volta.
Non sono più persi come prima, ma mi guardano attentamente.
Non resisto alla tentazione e mi abbasso per darle un bacio a fior di labbra.
- Ben tornata – mormoro ad un centimetro dalla sua bocca.
Scritta in una sola notte dopo essere stata ispirata dalla fic "se non fosse per il bambino" , morivo dalla voglia di pubblicarla e quindi vi troverete parecchi errori all'interno, mi dispiace. Spero comunque vi piaccia!

[In revisione]
{Everlark}
Cronache è la storia di Katniss e di Peeta. Inizia con il ritorno di lei al distretto dodici e termina con una prospettiva di vita migliore.
Cronache è crescita, è dolcezza, è amore, è dolore, è passione, è tormento, è condanna.
Cronache è un mondo tutto da scoprire.
Dal XIII capitolo: "Quanto avrebbe voluto avere la forza di prenderla per le spalle, staccarsi da lei, guardarla negli occhi e dirle che non doveva andare così, che l’oblio della passione non scacciava via il dolore con uno schiocco delle dita… ma non ci riuscì. Gli sembrava tutto dannatamente giusto in quel momento, che nel giro di pochi minuti dimostrò di avere la stessa e identica foga disperata di Katniss. Si ritrovarono nudi e avvinghiati sul tappeto del salotto senza nemmeno rendersi conto del come fossero riusciti a spogliarsi senza staccarsi dalle labbra dell’altro. Non c'era la lenta esplorazione dell’altro a fare da padrone, così com'era accaduto nelle notti precedenti, soltanto una necessità primordiale.
L'unione di due anime, prima dei rispettivi corpi."

Dodici storie, una per ogni mese dell'anno. Dodici (o forse più) personaggi, per ognuno un momento da descrivere. Una sola ambientazione, il distretto di Katniss, di Gale, di Peeta e di tanti altri, ma in ogni sua stagione.
In questa storia darò vita a dodici momenti, belli o brutti, di vita quotidiana, in cui proverò ad approfondire la vita nel distretto, lasciando che siano i protagonisti a parlare. Personaggi principali o secondari, amati o odiati. Tramite le loro vite, le loro storie, conoscerete un po' meglio il distretto più remoto di Panem!
#Gennaio - Romulus Thread
#Febbraio - Hazelle e Posy Hawthorne
#Marzo- Rory Hawthorne
#Aprile- Primrose Everdeen
#Maggio- Madge Undersee
#Giugno- Il violinista
#Luglio- Katniss Everdeen
#Agosto- Gale Hawthorne
#Settembre- Delly Cartwright
#Ottobre- Peeta Mellark
#Novembre- Sae la Zozza
#Dicembre- Haymitch

[Everlak] Questa è una piccola What if? Cosa sarebbe successo se Haymitch avesse mantenuto la promessa salvando Peeta e non Katniss? Lei sarebbe stata fatta prigioniera da Snow. L'avrebbe uccisa? O avrebbe provato a usarla a suo favore, magari depistandola?
DAL TESTO
"Usarla a nostro piacimento, farla diventare una di noi e mandarla a uccidere la Coin. E il ragazzo se avrà tempo. E Plutarch. Rido pensando che questa stupida ragazza, quella che tutti hanno preso come simbolo della rivoluzione credendola forte, dandole il nome di "Ghiandaia Imitatrice", che mi odia così tanto, diventerà la nostra arma migliore, sarà il simbolo della nostra vendetta."
So che non è l'unica fanfic con questo tema, ma la dovevo assolutamente scrivere. Spero vi piaccia!:)

E se Katniss e Peeta si ritrovassero nella realtà, negli Stati Uniti del passato? Più precisamente a New York, l' 11 settembre 2001. Peeta il ragazzo delle consegne, Katniss una stagista estiva che tenta di ricostruirsi una nuova vita. Vi ho un incuriosito;) Passate pure.
dalla storia
"Entro senza fiato nell’ascensore e vedo il ragazzo del pane che mi sorride. Cioè, mi devo spiegar meglio lo so. Il ragazzo del pane, come lo chiamiamo noi in ufficio, è il biondino che consegna i sandwich e i muffin nel nostro ufficio. E ogni volta che lo ritrovo a fissarmi, forse un po’ più del dovuto, entrambi distogliamo lo sguardo e io avvampo come un’ idiota: imbarazzante trovarsi in ascensore con lui e mi sembra che si chiami Peeta, se non sbaglio. Le uniche parole che ci siamo mai scambiati sono state “ 8 dollari, grazie. Buona giornata!”.

Il finale di Mockingjay mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Come hanno fatto Peeta e Katniss a ritrovarsi? Che ne è stato di Gale? E degli altri?
L'ho immaginato così.
[Dal primo capitolo]
Vorrei dirgli che se se andasse per me sarebbe la fine: smetterei di alzarmi dal letto, di lavarmi, di mangiare, di vivere. Sopravvivrei, certo, perché incapace di uccidermi per via del debito che sento nei confronti di tutte le persone che hanno perso la propria vita per salvare la mia, ma questa non sarebbe una vita degna di essere vissuta. Vorrei dirgli che quando ha piantato le primule avevo creduto che fosse tornato da me, che avevo pensato che forse le cose sarebbero potute andare, se non bene, almeno meglio di come andavano prima. Ma non so farlo. Io non so parlare, non so esprimere i miei sentimenti, era lui che smuoveva le folle con le sue parole. Così rimango lì, a fissarlo, mentre lo vedo scrutarmi l’anima attraverso gli occhi.
“Ho capito”, dice. Ed io non ho idea di cosa abbia capito, ma dopo averlo detto mi stringe a sé e a me basta questo: è una promessa, significa “resterò, nonostante tutto”.