[Eren/Levi] [Supernatural!AU] [Vampire!Levi] [Servant!Eren]
“Lord Ackerman, i vostri ospiti sono arrivati.”
In piedi, contro la finestra, c’è una figura: è intenta ad osservare la notte e le stelle che illuminano la volta celeste oltre il vetro. Deglutisco nel momento in cui mi rendo conto che si tratta davvero di lui, della ragione di questa nostra visita così lontano dal posto in cui sono cresciuto. Il motivo per cui stasera io non tornerò a casa con mio padre.
L’uomo è di bassa statura e indossa un completo blu di quella che sembra una stoffa incredibilmente pregiata accompagnato da un fazzoletto bianco al collo. Ha capelli neri brillanti che assomigliano alle piume di un corvo, i lineamenti duri e spigolosi e due occhi chiari e penetranti.
Sembra un uomo normale, uno come tanti: un commerciante, un banchiere, qualcuno come me. Compio l’errore di incrociare quelle iridi glaciali e mi rendo conto all’istante dell’immensa autorità celata dietro quel volto. Abbasso lo sguardo con mortificazione, scacciando via quelle stupide illusioni e riportando a galla tutto l’odio e la rabbia che custodisco nel petto da sempre.
“Ben arrivati,” mormora il Lord. "Vi stavo aspettando."

"Ti tira a sé e questa volta i vostri corpi si scontrano, come le vostre labbra. Ma non è un bacio. Non ancora. È un infrangersi di respiri, un susseguirsi erratico di parole non pronunciate e di altre che attendono di trovare una forma diversa da quella brutale e schietta del desiderio.
E i confini di questo desiderio sono ancora sfumati. Carne. Sangue. Violenza.
Che cosa brami davvero? Il sesso non ha più una connotazione che riconosci, e non sai nemmeno se è quello che vuoi così tanto, quello che farete. Sai solo di volere lui, tutto ciò che è, tutto ciò che potete essere insieme.
Il tuo corpo ti tradisce comunque, mentre Hannibal non smette di guardarti, la bocca a sfiorare la tua nella stessa preghiera silenziosa. Stai pregando, Will? Per avere qualcosa che ancora non ti ha concesso. Per sentire implorare anche lui, perché ancora non ti basta l’ossessiva devozione con cui ti venera."
Solo Will e Hannibal, mesi dopo la loro caduta nell'oceano. Uno sguardo nel loro intimo inferno, mentre sono bloccati in un momento di euforico e passionale tormento.

[Mini-long in due capitoli]
Dal testo del capitolo I: "Il demone si voltò verso gli altri perditempo della taverna per fare un gesto teatrale, come a sottolineare la gravità del fatto: qualcuno aveva osato definirlo un baro! Tsk!
Fu allora che, gettando lo sguardo tra la folla, notò una capigliatura bionda fin troppo familiare. Automaticamente sorrise.
«Signori, è stato un piacere» comunicò ai compagni di gioco dopo aver spazzolato via la vincita. Nessuno di loro si sentì in vena di condividere lo stesso spirito e tutti tacquero.
Crowley ancheggiò con stile fino al tavolo di suo interesse, scostò l'unica sedia libera e vi si accomodò gioviale.
«Ma guarda chi c'è in questa bettola di Firenze» esclamò.
«Hai barato» ribatté Aziraphale asciutto, guardandolo con occhi torvi.
«Mm» fornì Crowley, il ghigno ancora stampato in faccia. «Certo, sono un demone: che altro ti aspettavi?»
L'angelo si mostrò piccato, le labbra corrucciate e le sopracciglia supponenti inarcate. «Niente di diverso, ne convengo»"

“Sai angelo, il sesso mi piace. Mi piace l’ adrenalina, sentire il cuore che batte a mille, il calore sulla pelle, la passione che ti travolge, che ti consuma... Due corpi nudi che si scontrano l’ uno con l’ altro, che si cercano, in una foga quasi animalesca, violenta e primordiale.”
Il viso di Azraphel era sempre più caldo, mentre immaginava ogni parola nella sua mente.
Si scoprì a pensare al corpo nudo di Crowley, sopra il suo.
Ai suoi capelli rossi tra le mani, alle sue labbra che gli mordevano la pelle chiara.
Al suo bacino che spingeva contro il proprio, mentre il respiro diveniva urlo.
“Ma… Il bacio… Ecco Azraphel, quello non sono mai riuscito a comprenderlo. Non ti provoca un’ orgasmo un bacio. E’ solo… Fine a sé stesso. Una cosa che fai, senza nessuno motivo in particolare. In un giorno qualsiasi, in mezzo alla gente, durante una passeggiata. Non porta a niente, se non all’ atto stesso di appoggiare le labbra su quelle di un’ altra persona, solo per riconoscerne il sapore.
E’ intimo, profondo… Non lo so, forse non ho mai voluto quel grado di intimità con nessuno.”
“Io ti bacerei, Crowley...”

Levi e Eren i miei tesori, nella vita di tutti i giorni.... un avvocato, un dottore e tanto pepe!!!

Se c’è una cosa che si potesse dire del capitano Ackerman è che quello era ed è buon osservatore. Nella sua testa la parola “bellezza” era stata respinta con tale violenza dai suoi pensieri, che se anche fosse tornata, Il capitano non sarebbe stato sicuro del suo significato.

Eren Jeager è uno studente del famoso istituto superiore Wall Maria, frequenta il secondo anno insieme al suo migliore amico Armin, al suo miglior nemico Jean, Mikasa, la sua sorellastra e a tutta la sua combriccola di compagni di classe scatenati.
È un vero peccato che non abbia in classe anche il suo miglior amico, ormai diventato come un fratello, Levi, egli è infatti al quarto anno.
Cosa ne penserà quest'ultimo di lui?
/Ereri/Jearmin/JeanMarco

[Eren/Levi] [Modern!AU]
“Sai, credo sia il caso di festeggiare,” mormorò Eren sensualmente. “Sono così fiero del mio avvocato che è un pezzo grosso, vince un sacco di cause e non si fa intimidire da nessuno…”
Levi si lasciò andare contro il suo petto, voltando la testa di poco per incontrare i suoi occhi.
“Sai qual è la cosa che mi piace di più, però?”
Levi fece un piccolo verso di assenso e lasciò andare il capo sulla spalla di Eren, piegando il capo di lato per concedergli più pelle possibile da sfiorare.
“Trasudi sicurezza e potere nei tuoi bei vestiti e con quel tuo sguardo glaciale, ma solo io so quanto ti piace farti mettere a novanta dal tuo giovanissimo fidanzato.”
“Eren…”
“Lo sanno quanto gli piace quello che ti fa il tuo toy boy, Lee?” Eren abbassò la voce ancora di più e gli lasciò un piccolo morso sul collo. “Dimmi, lo sanno?”

[Eren x Levi][NoName]
Cosa non si fa per una amica in difficoltà? Eren lo sa bene quando rinuncia a un pomeriggio di relax per vestire gli inusuali panni di una idol.
Dal testo:
«Levi, non ti ricordavo così loquace, se vuoi vi organizzo un appuntamento» li interruppe acida la sorella.
Lui ghignò. «Potrebbe anche piacergli alla tua amica»
«Ma come ti permetti!?» Eren era furente.
«Hey moccioso, se io sono troppo basso, tu forse hai qualcosa di troppo in mezzo alle gambe per quegli abiti»
Sentenziò marcando bene quel forse.
«Vieni con me nei camerini e ti faccio vedere il forse!» Il moro alzò un po' troppo la voce facendo voltare tutti.

Si narra una leggenda in quelle terre macchiate dall'uomo più spietato; l'oceano che li circonda su ogni dove è popolato da creature marine, pronte a punire chi ha osato contaminare la pace del pianeta. Nessuno di quegli uomini ci crede, la loro vita continua senza interruzioni, ma di certo non possono sapere che la tranquillità che ha abitato quel pianeta per anni e anni sta per trasformarsi in terrore. Loro hanno dimenticato, messo da parte le creature che una volta abitavano con loro, ponendo il dominio su di esse, obbligandole a nascondersi nel più profondo dei mari a portare un rancore tramandato di figlio in figlio. Non c'è soluzione a tutto ciò, la guerra è in agguato, pronta ad esplodere in qualsiasi momento.

[Eren/Levi] [Canon!Verse] [Post Epilogo] [NO SPOILER DEL MANGA]
“Chi parteciperà alla spedizione?”
Quella sera, però, sembra che Levi abbia deciso di cambiare le regole fino a quel momento rispettate.
Eren si allaccia i pantaloni e si siede sul bordo del letto per potersi infilare gli stivali. “Tutti quanti, suppongo.”
“Anche tu?”
Eren si alza e si volta per squadrarlo, afferrando la camicia. Levi è sdraiato sul letto con le braccia tese dietro la testa, ma non lo sta degnando di un solo sguardo: la sua attenzione è completamente catturata dalla libreria contro il muro. Eren non sa nemmeno il motivo, ma quella domanda lo indispone.
“Certo, sono stato io a proporre questa spedizione,” risponde arrabbiato, abbottonandosi malamente la casacca. “Perchè ti interessa?”
“Non mi interessa,” replica secco Levi, gli occhi fissi sulle coste dei tomi ordinati in maniera perfetta. “Pensavo solo che l’ultima volta che sei stato fuori dalle mura è stato quando-“
“Stai zitto,” Eren lo interrompe con tono distaccato senza neanche guardarlo in faccia. “Stai zitto, Levi.”

Un freddo pomeriggio invernale, un'innocente bevanda calda e un moccioso impertinente possono essere una combinata letale.
Dal testo:
«Eren davvero, non è assolutamente possibile che possa piacermi»
Ecco la frase che Eren sembrava aspettare impaziente, era di spalle e quindi non poté vedere il lampo di malizia che illuminò i brillanti occhi verdi.
«Te la farò piacere. Scommettiamo?»

Da quando suo padre era stato arrestato, tutti avevano evitato lui e sua madre come se fossero portatori della stessa malattia che aveva condotto il genitore ad imboccare il sentiero dell’illegalità fino a condurlo in gattabuia. Come se fossero degli appestati, delle persone di cui non fidarsi, da tenere lontani e da trattare con sufficienza. Da guardare dall’alto in basso. Era stato, dunque, isolato a scuola, additato da tutti come "il figlio del carcerato" quando ne percorreva i corridoi a testa bassa ed aveva stupidamente cominciato a pensare che quello sarebbe stato il suo destino, come se non potesse discostarsi dallo stesso fato, ora che era tracciato in ogni vaso sanguigno. L’atteggiamento aggressivo, scostante nei confronti del mondo che lo circondava, era arrivato subito dopo e la rabbia gli aveva permesso di forgiare uno scudo attorno a sé per schermarsi dai commenti mortificanti, dalle risatine, dalle accuse, da quella sensazione di essere così fuori posto in mezzo a dei ragazzi apparentemente perfetti. La pecora nera in un universo che non concedeva sfumature diverse dal bianco.

Percival Graves è un uomo affascinante e astuto che sa come ottenere quello che vuole.
Credence, l’introverso ragazzo al quale è stata affidata un’importante missione, ha bisogno di essere costantemente incoraggiato e motivato.
L’uomo sa perfettamente quali tasti andare a toccare per sfruttare la situazione a proprio vantaggio. In fondo il giovane è solo in cerca di un briciolo di considerazione e d’affetto, e allora perché non accontentarlo? Non c’è niente di male, dopo tutto si tratta di un semplice scambio alla pari.
< Ma tu stai tremando.. > disse con una nota di stupore nella voce, allontanando garbatamente il ragazzo da sé in modo da poterlo guardare in viso < Non devi avere paura di me, io sono tuo amico > sussurrò con tono rassicurante, posandogli nuovamente le mani sulle spalle.
< Non ho paura signore >
Farfugliò in fretta il ragazzo, cedendo ancora una volta all’impulso di abbassare lo sguardo. Ciò che stava provando in quel momento era molto diverso dalla paura, e tuttavia lo sconvolgeva e lo spaventava come il più temibile dei pericoli. Il mago fece scivolare due dita sotto il suo mento, sollevandogli il viso con garbo.
< E allora perché stai tremando? >

Ritornano le avventure di Brian, Justin & Co.