[Skam France ǀ Eliott/Lucas]
Con Lucas, aveva cessato di esistere Eliott stesso.
[…]
«Lui… Lucas, evidentemente sapeva dove andare, dove trovarti» era un’informazione di cui Lucille non avrebbe mai beneficiato. «Era andato a cercarti, a prenderti».
«No» se fosse stato vero, se fosse stato reale e non un’allucinazione partorita dalla sua mente, Eliott ne sarebbe stato consapevole, l’avrebbe visto, testimoniato, avrebbe beneficiato della presenza del suo riccio anche nel periodo più critico e distruttivo del suo stato depressivo. Avrebbe fatto la differenza, in qualche modo. «Non è arrivato nessuno» sapeva, sapeva che se Lucas si fosse realmente mosso nella sua direzione, sarebbe spuntato all’orizzonte.
«No» confermò Lucille, la morte definitiva nell’organo involontario. «Non è riuscito ad arrivare».
[…]
«Quanti Eliott e Lucas pensi siano sposati nei tuoi universi paralleli?».
«Molti».
La verità era più amara di quanto Eliott si fosse permesso di assaporare, di far vagare una fantasia che in qualche modo si era ridotta enormemente, incontrando qualcuno che riusciva a vedere più lontano di lui – era quella una delle ragioni che l’avevano abbagliato?
La vera risposta, quella autentica, ad una domanda gettata per caso dalla frenesia di un suo episodio maniacale era: nessuno.

Derek con una mano teneva i manici del borsone e con l’altra si accingeva a chiudere il lungo portellone di metallo, pronto per dare un definitivo addio a quella vita che l’aveva privato di tutto quello che aveva amato e che aveva provato con tutto se stesso a ricreare e difendere.
[…]
«Lo so che ogni cosa qui ti ricorda i tuoi fallimenti ed errori. La famiglia e il branco che hai perso, i continui tradimenti che hai subito ed i sacrifici che hai fatto» articolò con precisione ed attenzione il figlio dello sceriffo con lo stesso dolore e afflizione che Derek aveva provato. «Sarebbe facile e meraviglioso andare in un altro posto e ricominciare. Ma io non sono abbastanza?» per rinunciare e restare. Per provarci.
[…]
Derek si sentì tirare un lembo dei suoi jeans della gamba sinistra, da una forza leggera e delicata, e si voltò confuso nell’immediato, incontrando degli occhi giganti dell’ambra più pura e spensierata; innocente. «Signore, sai dov’è la mia mamma?» domandò la piccola creatura con voce minuta ma squillante, educata e pulita.
«Stiles?» se Scott avesse sofferto ancora di attacchi d’asma, in quell’occasione un inalatore non sarebbe bastato.

-Malfoy, sei il solito lurido furetto.-
-Dimmi qualcosa che non so.-
Hermione lo guardò dentro quegli occhi penetranti.
-Sei bellissimo.-

Hermione sbatté un tacco per terra, arrabbiata.
“Bene. Benissimo. – disse raccogliendo da terra la propria borsa. – Me ne andrò io, brutto… brutto maleducato! – la aprì frettolosamente e cercò d’infilare dentro il foglio. La richiuse con uno scatto, senza accorgersi che il foglio aveva fluttuato per un paio di secondi nell’aria prima di atterrare sul pavimento. – Goditi la stanza, maleducato!” urlò prima di andarsene in tutta fretta.
Draco alzò un’altra volta le spalle. Si avvicinò al foglio e lo raccolse; era una lettera.

"Ero nel buio, perduto tra le mie stesse lacrime, immerso nei miei singhiozzi.
Ero nel buio, lacerato dalla mia ira, trafitto dalle mie stesse aspirazioni.
Ero nel buio, consapevole che ci sarei stato per sempre, finito da colpe di cui non ero neppure l'artefice.
Ero nel buio, per una guerra voluta da altri, per il rumore dei miei sussurri.
Ero nel buio, dove nessuna luce sarebbe mai arrivata a portarmi ristoro.
Eppure quel giorno vidi un angelo..."
Spero vi piaccia è una Dramione al 100%.
Buona lettura e recensite!

Da grande divoratore di libri insieme alla mia socia di avventure, giocando con le trame di un ottimo scrittore come Dan Brown, abbiamo deciso di miscelare e dramionizzare le sue " fatiche ".. Non faremo un copia ed incolla dei suoi racconti ma li sfrutteremo da semplice ispirazione, per quanto possibile, per narrarvi la storia di una élite di Auror che vive a cavallo di due mondi.
Dal prologo:
..alzando lo sguardo la sua attenzione fu attirata da due stivali lucidi dritti davanti a lei. Lentamente alzò la testa prendendo atto di una tutta mimetica babbana, un porta bacchetta allacciato allo stivale, una pistola alla vita,una semiautomatica HK 45, sul lato sinistro del petto uno stemma raffigurante una bacchetta incrociata con un aereo da caccia su campo nero, sul destro i gradi di colonnello. Ma fu il viso dell’uomo a farla indisporre immediatamente, il suo odiato nemico di sempre Draco Malfoy.