Edoardo è partito per il Circeo con i suoi amici, dopo aver lasciato Eleonora al vivaio, senza alcuna possibilità di spiegarsi.
Non è riuscito a sopportare il presunto tradimento della sua ragazza con suo fratello Andrea.
E quella sua foto poi, sul suo letto...
Non riesce più a guardarla in faccia.
Di chi è la colpa? Sua? Di Ele? Di Andrea?
Ma Edoardo non è a conoscenza di molte cose successe a casa Incanti quella sera...
Lui vuole solo fuggire, insieme alla rabbia e alla voglia di spaccare tutto.
Cosa succederà dopo?

Il titolo di questa storia non è un errore, ma riprende ironicamente i più noti triangoli amorosi. In una calda estate del 1505, Ezio e Leonardo vivono tranquillamente la loro esistenza, quando alla loro porta bussa qualcuno che sconvolgerà la loro serenità con una nuova missione per il nostro Assassino. Si tratta di Caterina Sforza che desidera recuperare un antico artefatto appartenuto alla sua famiglia, oltre a cercare di rientrare nelle grazie di Ezio. Come se la caveranno i nostri eroi?

“Venite con me” aveva sussurrato nel suo padiglione la regina alla fine del ballo e senza darle tempo di replicare era scivolata verso i propri appartamenti con quella tipica camminata che a Versaille era d'obbligo per qualsiasi dama.Perplessa da quel velato ordine, esitò un poco a seguire la donna poi, forte del suo senso d'onore e obbedienza, ricalcò i suoi passi. La dama la stava attendendo dinnanzi la sua porta che, non appena vide la sua flavia chioma, non esitò ad aprire per darle accesso alla stanza.
“Entra” e fu lei stessa a tenere aperto il legno per il colonnello, non come si addiceva ad una regina, e sempre più turbata e disorientata il soldato obbedì. La stanza sontuosa e sofficemente decorata era abbastanza calda da renderla insofferente alla giacca della divisa e al feltro del cappello che teneva in mano ma nemmeno per un istante pensò di poggiarli da qualche parte e sciogliersi i polsini per darsi sollievo; camminò fino al centro della stanza poi si volse a guardare interrogativa la sua signora, impettita di lato della porta chiusa.

Basta così poco a sconvolgere un'esistenza, a cambiare la sorte di un individuo. La scomparsa di Marco Bodt dalla battaglia di Trost segna profondamente la vita di Jean Kirschtein. Marco non è da nessuna parte, niente indica che sia quasi mai esistito. Jean può solo presumere che sia morto, e onorare la sua memoria unendosi alla Legione Esplorativa, la divisione di soldati che affronta i Titani nel loro campo.
Sono passati vent'anni dalla morte di Marco, quando il suo fantasma torna a tormentarlo.
- Se mi fate Comandante, morirete tutti. -
Rivaille si alzò dal divano, frugò nella tasca della propria giacca scura – la giacca del Comandante, realizzò Jean – e vi tirò fuori un oggetto, che lanciò al ragazzo biondo.
Jean lo afferrò curioso. Era il ciondolo di Erwin, il segno che il Consiglio Centrale rilasciava ai Comandanti delle tre divisioni. Viola ametista per Dot Pixis, rosso rubino per Nile Dawk, verde smeraldo per Erwin. Il verde dei prati infiniti fuori dalle mura, il verde delle cappe sulle loro schiene. Il verde della speranza.
- Sopravvivere non è mai stata un'opzione, in ogni caso. - dichiarò Rivaille, fissandolo.

"Quando le parlano di buone maniere e galateo, Lyanna storce il naso.
Il principe Rhaegar suonava sempre un’arpa dalle corde d’argento. Un’arpa decorata con due draghi scolpiti, intrecciati tra loro come se si sussurrassero qualcosa all’orecchio a vicenda, stretti indissolubilmente.
Ogni tanto Jon pensa a sua madre, cercando di immaginarla."
[Serie di one-shot/flashfic R+L=J, solo teorie, nessuno spoiler]

“Vedi Luke, questa storia parte da molto lontano. Però devi sapere una cosa. La melodia che hai sentito non è stata scritta a caso, né per scopi economici. Louis scrisse quello spartito per una e una sola persona a questo mondo: il suo amato Harry.”
[Harry/Louis][27.3k][Cris]

"Mi ero accorto di come si guardavano, di come si cercavano sempre, di come erano indispensabili l'uno all'altro. [...] Il motivo era solo uno, quello di vedere Itachi. [...]"
Storia dedicata a narutina90, è una treesome ItaNaruSasu. Spero che piaccia.

[Black Mirror]
Vomita e non riesce a smettere. Il pensiero di sua moglie, dei suoi colleghi, dei suoi amici e parenti lo fa stare ancora peggio, gli stringe lo stomaco e gli arriva fino all’anima, fino a lì dove fa più male – fin dove non può più arrivare. Vomita, sputa, piange, vuole morire. Ma non muore.
Non muore, perché nonostante tutto non ha finito.
[Scritta per i Prompt Days di Pseudopolis Yard!]

[ One-shot | Ezio x Leonardo | NC17 ]
-Leonardo...- continuò, avanzando verso di me ed uscendo dalla penombra, mostrandosi a me.
Alla sua vista impallidii: una riga di sangue scuro scorreva dai suoi capelli fin giù sul collo, passando per il naso e la bocca.
[...]
-Ho visto la morte in faccia, Leonardo. L'ho vista e...- si fermò, come se si vergognasse nel dirmi quello che stava per dire. -...e ho avuto paura. Paura.-
Marcò quella parola con una pesantezza che mi fece stare male.
-Paura di morire.- continuò.

Dalla storia
“Io non mi offendo mica se mi chiami James, poi dopo sette anni insieme pensavo che l'uso del cognome potesse essere abolito.”
“Sette anni di torture da parte tua, Potter!” rispose acida lei, sottolineando il cognome.
“Non mi dirai mai un sì?”
“No, è già tanto che ho accettato di uscire con te domani. Ora posso continuare a negarti tutto ciò che mi pare.”

Ecco a voi una tenera (spero) James/Lily!
Dalla storia:
“Dai Evans! Dammi una sola buona ragione per la quale non dovresti uscire con me”
“Solo una? Vediamo … Forse perché TI ODIO?”
“Se mi odi per me va bene”