Sa tutto di lui, ormai. Sa dell'Afghanistan, delle persone a lui care, di quelle che lo hanno tradito. Conosce le sue paure più intime, gli incubi che lo fanno urlare la notte come un bambino prigioniero dei mostri, e conosce la via per distruggerlo in modo così totale che non ci sarebbe più alcuna armatura in grado di rimetterne assieme i pezzi.
È vendetta ciò che spinge Loki a sopravvivere e a fuggire dalle segrete di Asgard. Ed è la brama di distruzione a portarlo su Midgard, alla ricerca di un vecchio nemico.

Se vi era una cosa che Stark ricordava vividamente, quella era il suo primo sogno erotico, la prima volta che si era svegliato nel cuore della notte accaldato ed eccitato, con la fronte imperlata di sudore ed il pigiama appiccicato alla pelle.

"Le hai spiegato dov’è il cuore, se lo ricorda, vero?
Certo che se lo ricorda, per i sette Inferi.
Il fatto è che non ha alcuna intenzione di fare quel che le viene chiesto."

Tony si è messo in testa di conquistare Thor. Il suo gioco gli riuscirà?
Partecip alla fanfiction challenge II.

Tony non riesce a capire perché il suo comportamento, a parere delle persone che lo circondano, sia improvvisamente diventato sbagliato.
Sì, i vestiti gli stanno più larghi, magari ultimamente ha saltato qualche pasto; forse ha cominciato a dedicare troppo tempo all'esercizio fisico e ha dovuto fare un paio di buchi extra nella cintura, ma da qui a dire che ha un problema... Questo è davvero troppo.
Tony si guarda allo specchio tutti i giorni, si confronta con quello che era il giorno prima, ed è perfettamente sicuro che le preoccupazioni degli altri non abbiano alcun fondamento.
Stony TeenFic
Warning: Disturbi alimentari, Anoressia.

La mattina era iniziata in maniera normale. Un caffè. Un bicchierino di vodka. Un altro caffè. 478 messaggi non sentiti in segreteria. Anche il rumore di qualcosa che si schiantava nella sua torre non era stato un avvenimento particolarmente insolito.
Questo, finché JARVIS non l’aveva informato che avevano un visitatore inaspettato…
Gli sarebbe piaciuto poter dire di non averlo riconosciuto subito, privo com’era di ridicoli ammennicoli dorati e cornuti; o anche – con la sdegnosa arroganza di chi affronta minacce interplanetarie tutti i giorni – poter affermare di essersi quasi dimenticato come fosse fatto… ma purtroppo non era così.
- E tu che cosa ci fai qui…?
Forse avrebbe dovuto mostrare maggiore preoccupazione nel ritrovarsi un supercattivo spalmato sulle costose piastrelle del suo balcone, ma era dura reagire razionalmente con la mancanza di sonno e un bel po’ d’alcool a ottenebrargli le meningi.
La reazione di Loki fu sia attesa che inaspettata. Inaspettata perché si trattava di Loki, attesa perché era una reazione che diversi avevano nel vedere Tony Stark: il dio dell’inganno roteò gli occhi, incrociò quelli del miliardario/playboy/filantropo/supereroe-salvatore-del-mondo-e-dell'universo-tutto, e si passò una mano sulla fronte.

Era naturale che la prima persona che l’ispettore Javert, l’uomo dal cuore di legno, avesse amato in tanti anni, fosse proprio Jean Valjean, colui che gli aveva salvato la vita- due volte, dalla barricata e dalla Senna- e l’anima.
(scritta per la settima edizione del p0rnfest di fanfic_italia)

"Cresce. Assomiglia a te."
C'è ancora una storia che Odino non ha raccontato.
"A chi? Al principe delle illusioni o al re dei mostri?"
Riguarda il suo primogenito. Riguarda il figlio che ha adottato.
"Al giovane con gli occhi verdi e i capelli corvini che una volta conoscevo"
Riguarda i due principi che sono venuti prima di loro.
"Non è mai esistita quella persona, Odino."
Riguarda leggende che non sono mai state scritte.
"Non puoi dirmi questo! Non mentre mi guardi con gli stessi occhi di mio figlio"
E verità che sono sempre state taciute.
"Non è tuo figlio! Non lo è mai stato. È nato nell'inganno, vive nell'inganno, le bugie sono l'unica cosa che possiede..."
Thor e Loki hanno sempre saputo di essere nati sul finire di una guerra.
"... E un giorno, forse, ne diverrà il principe."
Ma nessuno ha mia raccontato loro l'inizio di quella storia.

«Ho novantacinque anni.»
«E’ per questo che hai dato spettacolo? Crisi di mezza età?»
Questa volta, il Capitano riesce a raggranellare abbastanza forze per convincere i muscoli del collo a girarsi: solleva quindi le sopracciglia in quella che dovrebbe essere un’espressione ammonitrice, un Porta rispetto ad un tuo superiore, soldato, ma che è sicuro gli sia uscita più o meno come una blandula smorfia cadente, dondolante sulla bocca impastata.

[SPOILER: CAPTAIN AMERICA - THE WINTER SOLDIER] [Implied!Steve/Tony] [Ad Alley]

Bruce Banner era paziente. Aveva fatto della virtù dei forti il suo stile di vita, facendo in modo che niente del mondo reale lo potesse turbare o, peggio, farlo trasformare. Era vero che oltre ad essere calmo era sempre arrabbiato, ma riusciva a controllare l'ira interiore, e a tenere il suo corpo all'erta nel caso Hulk gli avesse voluto fare una visita.
Il dottor Banner reagiva agli eventi della vita cautamente, con sarcasmo e senza mai sgarrare, senza farsi troppo coinvolgere. Ma c'era una cosa, una misera cosuccia, che poteva mandare all'aria i suoi piani.
...
Banner divenne rigido e il suo respiro si bloccò per un attimo. La mano di Tony era lievemente fredda, in perfetto contrasto con l'improvviso bollore della sua pelle. Gli occhi castani dell'altro erano fissi nei suoi, nel tentativo di cercare chissà quale indizio di stanchezza o dell'arrivo dell'Altro. Profondi e liquidi com'erano, fecero venir voglia al dottore di immergervisi per un lungo periodo, persino per l'eternità.
Avrebbe voluto allungare la mano, tenere stretta la testa dell'altro e spingerla verso la sua, per protendere le sue labbra verso le gemelle.

“Dov’è il bus? Dietro l’aereo?”
“È un jet” risponde Coulson – oh, giusto, i jet. Ecco cosa mancava all’elenco.
“Capisco. Non me ne intendo di roba che vola, so distinguere a stento un colombo da un piccione” si giustifica e poi riformula la domanda “Il bus è dietro il jet?”
“Il bus è il jet, signorina Lewis.”

E se Ororo alias Tempesta fosse la migliore amica di Wolverine?
[Scene anche del Post-Xmen III].

La mente, lo si sa, gioca dei brutti scherzi.
Dalla propria di mente, però, Anthony Edward Stark si aspettava qualcosina di meglio, un umorismo più sottile, un po’ più british, quell’umorismo, insomma, da sorrisetto a fior di labbra e non da roboante risatona gastroenterica.
L’accorgersi del contrario è un brutto colpo, per il povero Tony, che si vede costretto ad elaborare il più in fretta possibile una punizione neuronale degna di questo nome. Sidecar? Sidecar.
È un uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

Steve sa di non essere normale, di avere una grave malattia mentale da cui è impossibile guarire, ma si sente meno solo da quando ha incontrato Tony, il suo migliore amico, il suo confidente.
Solo che il suo medico è molto contrario a questa amicizia, che vede come un sintomo di regressione.
Steve capisce, ma non è d'accordo: nessuno sa cosa significhi per lui avere Tony, semplicemente perché nessuno può incontrarlo di persona, malgrado Tony sia sempre con Steve, e non lo lasci mai.
Warning: Mental health issues.