- Resta...-
Bofonchiò, la guancia sinistra ancora premuta contro il cuscino e la mano appena sollevata dalle coperte, quasi a voler accarezzare il corpo nudo di donna seduto dritto sulla sponda del letto più vicina alla finestra.
- Perché dovrei? Non fai che tenermi nascosta. Certe volte ho l'impressione che tu ti vergogni di me.-
Aveva ragione, ma non per i motivi che inumidivano i suoi occhi.

Sottili spifferi di gelido vento del Nord rompevano le barriere della finestra e andavano a rannicchiarsi sotto la pelle di Bella sotto forma di violenti brividi che di tanto in tanto la scuotevano, ma senza infastidirla più di tanto: le ricordavano che c'era un mondo, là fuori, e che presto lei ne sarebbe stata di nuovo parte.
Posò gli occhi castani sul marchio che portava con orgoglio sulla parte interna del braccio appena sopra il polso, nella parte più importante e preziosa di lei. Lentamente vi pose la lingua e ne definì i contorni, prima di passarla sopra esso nella sua interezza.
- Mio Signore...mio Signore...-
{Voldemort/Bellatrix}

Non sempre tutto ciò che si rompe può essere riparato.
Può capitare che una mano disattenta urti un vaso e che questo vada a infrangersi in un pianto di cocci sul pavimento. Una miriade di gocce taglienti che mai nessuno riuscirà a rimettere insieme.
La parvenza di vaso che potrebbe risorgere dal meticoloso lavoro di mani esperte potrebbe ridargli una parvenza del suo aspetto originale, ma la sua essenza sarebbe smarrita per sempre, perduta nella scrosciante pioggia al sapore di vetro e disastro.
Il cuore funziona allo stesso modo:
Cos'è, alla fine, se non un vaso che cade?
{Fan fiction a quattro mani con Ayakochan}

Quella notte Dudley sognò di abbandonare la baracca dispersa tra i flutti, lontana dal mondo.
[...]
Dudley, quando tornava da scuola, si recava dritto nella sua stanza e chiudeva la porta.
La porta chiusa impediva agli sguardi nemici di sbirciargli dentro e di scovare le sue debolezze, ma non sarebbe rimasta chiusa per sempre.
[...]
Emise una bassa risata soddisfatta e intimò a uno dei suoi compari di dargli un po’ di roba da fumare, di quella forte, capace di annebbiargli il cervello e farlo sghignazzare senza motivo per ore.
[...]
Il suo corpo era ancora aggrappato alla vita, ma questo non lo faceva sentire meglio.
Il ragazzo grasso e goffo che gli stava di fronte stava ancora ridendo.
[...]
Dudley non voleva più essere l’incubo che giorno e notte gravava sulle sue spalle.
Alzò la testa e fissò Harry dritto negli occhi.
- Io non penso che tu sia inutile.-
[...]
Dudley, quella sera stessa, si posizionò davanti al computer. Voleva documentarsi su questa Cho, prima di incontrarla, perché certamente era una poco raccomandabile.
[...]
{Seconda classificata al contest "Di Drabble e Raccolte" di .rie}

- Ci sono tante persone che ti vogliono bene!-
Il tono dell’infermiera era estasiato, come se stesse rievocando il ricordo più bello della sua vita e non consolando un paziente incredibilmente solo, che non aveva mai ricevuto una visita in vita sua.
- Non lo metto in dubbio!- Confermò Allock, ravviandosi i capelli in un gesto che magari, anni prima, avrebbe fatto impazzire milioni di ragazze, ma che adesso ricordava vagamente lo scuotersi della criniera di un vecchio mulo da lavoro.
{Seconda classificata al contest "Flash Song!" di Bethpotter}

Una sera accaldata di un Luglio particolarmente secco e arido, Gilderoy Allock sedette come di consueto alla scrivania del suo studio. Aveva un libro da terminare, ma era conscio che l’opprimente calore di cui era gravida l’aria non gli avrebbe mai permesso di buttare giù qualcosa di decente. Rispondere agli ammiratori gli era sembrata, in quel momento, una delle poche cose che sarebbe stato in grado di fare.
{Terza classificata al contest "Dolci Momenti" di Saruccia97_LTD}

Il suo lavoro itinerante faceva sì che Scabior vedesse l’alba ogni giorno. Il Ghermidore le gettava un’occhiata distratta, chiedendosi se fosse mai possibile che ovunque si trovasse dovesse sempre assistere alla morte della notte.
{Storia partecipante al contest "One hundred words for an emotion" di Alyssia Black}

{Raccolta partecipante al "Triple Drabble Contest" di ArmoniaDiVento}
{TomCecilia}
- Scattiamoci una foto, Tom!-
Cecilia. Bella, affascinante Cecilia. Tom l’aveva amata da subito, dal primo momento in cui l’aveva vista.
{TomMerope}
Proprio a causa della favola, l’incantesimo fu spezzato. La principessa fu spazzata via da una donna di sgradevole aspetto.
A Tom fece improvvisamente ribrezzo.
{TomOrfin}
Era stato lui a farlo cadere da cavallo, spezzandogli certamente diverse costole. L’aveva colpito con un sasso, dritto in testa.
- Sei il figlio del vagabondo ...-
Biasciò Riddle, confuso e dolorante.

- Mio Signore…ve lo giuro, vi giuro che dico il vero! E’ stata tutta colpa del dannato elfo, io non…-
Il Mago Oscuro più grande di tutti i tempi non dovette fare altro che sibilare un ordine tanto sadico quanto preciso alla sua bacchetta. La strega accucciata ai suoi piedi emise un grido straordinariamente simile a un latrato. Le sue dita si conficcarono sul pavimento e le unghie si spezzarono, liberando calde gocce di sangue sulla pietra umida di tante, troppe lacrime di richiesta di una misericordia che non sarebbe mai stata concessa.
{Decima classificata al contest "La guerra degli OTP" di MmeBovary"}

Gilderoy Allock si era estinto nel mistero di un incantesimo.
Un involucro vuoto leggeva lettere inviategli da perfetti sconosciuti.
Non aveva idea di chi fossero o del perché lo amassero così tanto, ma sapeva che non lo avrebbero mai abbandonato
{Drabble partecipante al contest "Crying with the drabbles - Seconda Edizione" indetto da Alyssia Black}

Ho radici fragilissime che mi tengono ancorata alla terra. Un soffio di vento mi fa urtare lo stelo sottile contro le innocue vette dei ciuffi d'erba verdeggianti; la mano di un bimbo è capace di uccidermi. Rintanata nel mistero della mia corolla, sogno di essere un misero fiore e lascio che i miei ridenti petali mi proteggano.
Non ho nemmeno una spina per difendermi.
{AlexyViolet}

LiNeerlay , tuttavia, poteva dirsi fortunata. Messasi al servizio di uno spettro, accettava con ringhi soffocati di essere da costui punzecchiata e derisa, ma aveva un pasto caldo a notte e protezione assoluta dagli elfi e dalle altre creature che avevano in odio il suo popolo.
Una chioma infuocata volteggiava in silenzio verso di lei. Gli stivali nerissimi calpestavano la terra senza far rumore. Era un incontro, o meglio, uno scontro tra rosso e bianco.
{Un piccolo estratto immaginario della vita di Durza}