"È così straordinariamente bello e perfetto mentre sembra volare su quei pattini. Lui è fuoco danzante sul ghiaccio, è aria fresca che si muove intorno a Victor, è neve silenziosa che si posa sui suoi pensieri."

...Brancolo nell'oscurità che mi inghiotte. Mi sento confuso, stordito. Non so dove sono. Mi sembra di impazzire... Poi, d'un tratto, le luci si accendono. Mi trovo al centro della pista di pattinaggio. Il pubblico applaude e grida il mio nome. Mi acclamano entusiasti. Ma tra tanti volti, non vedo il tuo. Tra tanti occhi che mi osservano, i tuoi non ci sono. Dove sei? Dove sei?!...

Ricorda di esserseli sempre tagliati da solo, da lì in poi; di averli sempre tenuti corti, così corti, perché non fossero più un appiglio, un guinzaglio per tirarlo in ginocchio un’altra volta.
Quindi sì, è solo un centimetro, ma è abbastanza perché suo padre lo afferri di nuovo.
___
Da un flashback inaspettato di un brutto ricordo, Viktor inizia a pensare a cosa possa succedere tra lui e Yuuri ora che la loro relazione ha preso una piega così definita, ma il Grand Prix che si avvicina, lo stress di essere di nuovo in Russia per la Rostelecom Cup e poi anche Makkachin gli pesano addosso fino a schiacciarlo.
Non vuole tornare indietro.
***
[Temporalmente tra la fine dell'episodio 8 e la fine del 9 - Viktor's POV - Menzione di Omofobia e Abusi su minore]

[Buon compleanno, Yuuri]
[VikYuuri, obv | Molto fluff per i canoni soliti della Maki | OOC come al solito per paranoie della Maki]
A dire la verità non lo sta davvero ascoltando [..] Perché, certo: la Piazza Rossa è bella e Yuuri non lo mette in dubbio, ma Viktor è decisamente più bello con gli occhi che brillano mentre gli indica un particolare angolo oltre un gruppo di turisti o gli stringe di più la mano e lo costringe a seguirlo chissà dove.

"Victor sedeva accanto a lui, mentre l'auto sfrecciava tra il traffico notturno, ma non aveva il coraggio di guardarlo. Al solo pensiero di voltarsi, il cuore iniziava a battere forte, incontrollabile, emozionato. Era così felice! Ma... Quell'azzardo cosa gli sarebbe costato? Aveva involontariamente sancito il patto per un nuovo Yuri con quel quadruplo flip..." [PARTE DALLA FINE DELL'EP 7 :D]

Questa è la mia versione dell'episodio nove.
Yuri torna a casa per prendersi cura di Victor ed è tutto un fluff, nient'altro che fluff puro e semplice, di quelli che ti cariano i denti.
Dovevo farlo, per i miei bimbi e per Makkachin.

Ancora non ci credeva.
Lui, Yūri Katsuki, e il suo coach -nonchè idolo- Viktor Nikiforov, si erano baciati.
Sulla pista.
Davanti a tutti.
Non riusciva a concepire che una persona come Viktor potesse provare dell'interesse in lui.
All'inizio pensava che quel bacio fosse stato solo un incoraggiamento, un "premio"; ma dopo la dichiarazione, da parte di Viktor, che ne seguiva non aveva dubbi.
"Ti amo, Yūri".
Sarebbe potuto morire in quell'istante, ma non poteva permetterselo. Anche perchè, la sera stessa, avrebbero condiviso la camera di hotel.
Non piú come "Coach" e "Allievo".
Come amanti.

Yuri continua a chiedersi cosa prova realmente per Viktor (se Eros o Agape) e quest'ultimo gli farà una proposta molto particolare

E se Victor decidesse di premiare Yuri per la sua bravura nell'esibizione al torneo cinese?
La One-shot è ambientata subito dopo gli avvenimenti dell'episodio 6

"Da quella volta in cui, sulla spiaggia, mi hai domandato cosa volevo che tu fossi per me, non ho mai pensato ad altri che a te, sai Victor?
Ti sono bastate quelle poche parole per prendere interamente il dominio su di me, sulla mia mente, ogni singolo secondo di ogni singolo giorno."
Perchè tutte noi avremmo saputo benissimo quale risposta dare a Victor, no?

3 (storie) x10 (capitoli) =30 (anni di Zelda!) ---Storia numero 2!---
Dal testo:
La mia vita è come quella di tutti gli altri ragazzini orfani della città di Hyrule. Alcuni di noi vivono perennemente in una casa famiglia, altri, come me, si sono costruiti una casetta sull'albero con tutte le loro cose dentro. Penserete che la mia vita sia scomoda, ma a me piace. [...] Ho un fisico alto e slanciato e, modestia a parte, quando mi specchio nel Lago, durante le mie passeggiate in groppa ad Epona, la mia puledra, mi reputo piuttosto carino. [...] Ora sono libero, e, finché posso, voglio restare tale.
Il mio nome è Link.

"Lavi sapeva essere molto persuasivo a volte, e aveva convinto lui e Yu a passare la serata nel locale più alla moda e famoso della città in cui avevano appena finito di svolgere, con pieno successo, una delle loro missioni."
[...]
-< Non trattenerti, piccolo> sussurrò quasi sulle labbra di Allen, come se avesse colto il conflitto interiore del più piccolo.
Il cuore del baro ormai batteva fortissimo, e sentiva il corpo andare letteralmente in fiamme. Lo sguardo di Tyki scottava , e sostenerlo ormai era quasi impossibile per lui.-

STORIA RIPRESA! Ho finito di mettere l'html :D
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E se Link avesse un'allieva? Come la prenderebbe? E se poi non fosse più lui il portatore della Triforza del Coraggio? E se Zelda passasse dalla parte di Ganondorf? Hyrule si salverebbe comunque? Certo che sì: il bene trionfa sempre... ma come, stavolta? La risposta a tutte queste domande in questa fanfiction un po' comica, ma che non manca di avventura e di sentimenti.

"Ove risiede lo splendore, risiede l’oscurità. Ove dimora la pace, dimora una guerra invisibile. Ove alberga il successo, alberga anche la miseria. Ogni cosa ha un contrasto; ed è perché si tende a guardare la luce, che si oblia l’esistenza delle tenebre.
Londra. Anno 1879.
La stagione mondana era incominciata; ovunque si potevano intravedere dame con sfarzosi vestiti in puro stile vittoriano recarsi ai balli più prestigiosi, accompagnate dai loro mariti, grand’uomini d’alta società. Londra era animata, una città che con la Regina aveva raggiunto il massimo splendore.
Vi era molto benessere, in particolare nei ceti più alti; duca e contesse non avevano da invidiare nulla, artigiani e commercianti – seppur tirando avanti – conducevano una vita pacata. Eppure, lontana da quell’opulenza, esisteva la povertà. Nei bassifondi di Londra vivevano molti bambini, spesso orfani, e prostitute, colte alla sprovvista dalla miseria che molto probabilmente gli avidi signori ricchi avevano causato.
E fra le prostitute vi era un ragazzo all’incirca sedicenne."
[Tyki x Allen]