Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_
Ciao Agrifoglio, |
Paradossalmente, il dottore che vide morire Oscar e André fu un medico conosciuto per strada tra le rovine di Parigi e i rivoltosi di Bernard e Robespierre. |
Il dottor Lasonne! Quello che porta sempre le buone notizie ;P |
Ciao!Questo capitolo ha un'intensa carica emotiva. Il personaggio del dr. Lasonne è positivo, appare come una figura amabile, testimone della vita straordinaria di quei due giovani e del loro immenso amore. |
La figura del dottore, seppure defilata, è sempre stata commovente ed incisiva. |
Ciao Agrifoglio. |
Stavolta sarò breve, perché penso che poco ci sia da aggiungere a questo ritratto che fonde perfettamente la biografia del personaggio con l'anime. Maria Antonietta ripercorre con distacco, velato di rimpianto e amarezza (e perché no, talvolta anche con una punta di astio, specie nei confronti del popolo francese) i fatti salienti della sua vita. In tutto ciò spiccano l'affetto tiepido per Luigi, l'amore per Fersen (sei riuscita anche a evocare i luccichini con cui apparivas nel cartone, sappilo XD ) e soprattutto il senso di tenera completezza e di sollievo raggiunto con la maternità.Quanto al tradimento di Oscar, la tua visione del suo sentire è quella più logica, però stride un po' con il finale dell'anime e in fondo con lo stesso manga (lì addirittura, sapendo che Oscar si è affiancata ai rivoluzionari, il primo pensiero di Maria Antonietta è mandare qualcuno a salvarla). Mi spiego: il tradimento di Oscar per lei non avviene a ciel sereno, e non solo per qualche alzata d'ingegno come l'insubordinazione davanti alle porte dell'Assemblea Nazionale. Nel momento in cui Oscar la supplica di far ritirare le truppe del Royal Allemand e non le promette di restarle accanto, infatti, lei comprende chiaramente che le loro strade si sono inesorabilmente divise e che saranno su fronti opposti, cosa che la rattrista ma che non la sconvolge più di tanto come se in realtà l'avesse capito da tempo. In più, durante la sua prigionia si rasserena nel sentire parlare di lei e André da Rosalie, fino a intessere quella rosa bianca di stoffa per farla deporre sulla sua tomba... un gesto che non sembra avere solo la valenza di una riconciliazione finale in punto di morte, ma forse la presa di coscienza che Oscar fosse la sola vera amica che avesse mai avuto, anche se alla fine si dimostrò più fedele agli ideali in cui aveva scoperto di credere, che alle persone che contro quegli stessi ideali si opponevano con forza. D'altronde è proprio alla fine che Maria Antonietta si rende conto che avrebbe dovuto ascoltarla... |
Madame Elisabeth non me la ricordavo proprio, sai? Dovrei rivedere il cartone :) |
Nell' anime la regina sembrava ignara di quello che oscar avesse fatto tant' è che nella scena finale in prigione le cuce una rosa e si fa raccontare da Rosalie ciò che lei non sapeva, mostrando quasi gratitudine! In un ipotetica realtà l' avrebbe certamente osteggiata come infatti hai sottolineato! In ogni caso hai descritto davvero tutto in maniera sublime elevando questa figura in parte colpevole ma anche tanto sfortunata! Brava |
Davvero singolare è la descrizione seguente: |
Il conte di Fersen: l'uomo più odiato dopo Girodelle. |
Che bel ritratto! |
Eh sì, la Maria Antonietta di questa tua opera è assai più acuta e lungimirante di quella dell'anime! In effetti, la regina fu vittima di un intero Paese, corte e nobili in primis, senza avere nessuna delle colpe macroscopiche che le furono attribuite. |
È un ritratto malinconico ma allo stesso tempo lucido quello che Luigi XVI fa di se stesso, ripercorrendo le fasi salienti della propria vita e rimproverandosi gli errori del passato, legati a un carattere sin troppo mite e schivo per essere quello di un re, specie in una Francia sull'orlo del collasso come quella che fu messa nelle mani di due ragazzini inesperti (non che il Beneamato avesse fatto meglio, comunque). Mi hanno colpito due aspetti, in particolare, del suo monologo: in primo luogo, la tenera e dolente condiscendenza, con cui parla ancora della moglie, alla quale fu legato da un affetto sincero (a questo proposito, trovo che la tua analisi del loro rapporto coniugale sia perfetta), una condiscendenza che gli impedisce di provare rancore persino nei confronti di Fersen (il quale, in realtà, seppur con discrezione, di rispetto gli mancò decisamente ); in secondo luogo, il fatto che non menzioni mai Oscar e il suo ''tradimento... casualità o atto voluto? In ogni caso, mi è piaciuto molto il ritratto nel ritratto, ossia Maria Antonietta vista attraverso i suoi occhi: nonostante la giustifichi in ogni passo, la sua disamina è profonda, attenta, non priva di realismo. Insomma, ne conosceva bene vizi e virtù, forse più di Fersen stesso, e l'amore lo porta tra queste righe a perdonarle i primi e a dare enfasi alle seconde. Molto bella la frase: ''La mia Regina, con tutti i suoi difetti, |
Ciao Agrifoglio e scusa il ritardo dovuto a impegni vari, non riesco a rispondere sempre in maniera puntuale ma leggo avidamente tutte le recensioni, di questa storia e anche della precedente (di cui in separata sede mi spiegherai una tua considerazione finale ad un commento). |