Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
02/03/18, ore 23:58

Ciao Agrifoglio,
Interessante profilo psicologico questo del dottor Lassonne , per certi versi,soprattutto nell' ultima parte,è quasi al limite dell' OOC.
Si tratta, naturalmente di una licenza letteraria che pero'non stona con la figura di quello vero, quello dell' anime, anzi gli hai conferito un certo spessore e una profondità al suo ruolo di medico di famiglia,mi è sempre sembrato un personaggio molto marginale, poco preparato e deciso riguardo la sua professione.
Io sono convinta che questo medico, a servizio dei Jarjayes non fosse tenuto affatto a sentenziare diagnosi più o meno precise , rispetto i servitori di tale casato, i sottoposti non facevano assolutamente parte della famiglia, quindi il suo silenzio riguardo la situazione di André mi sembra congruo.
Non so se davvero dopo la sua morte egli ebbe davvero bisogno di riflettere sui sentimenti di Oscar e André,e il loro rapporto complicato,nonostante ciò L' effetto "romanzato "di questo medico e le sue elucubrazioni postume , mi sono parse molto convincenti! Grazie e alla prossima:))
(Recensione modificata il 03/03/2018 - 12:04 am)

Recensore Veterano
01/03/18, ore 10:15

Paradossalmente, il dottore che vide morire Oscar e André fu un medico conosciuto per strada tra le rovine di Parigi e i rivoltosi di Bernard e Robespierre.

Il dott. Lassonne fu uno dei primi testimoni della loro crescita, della loro gioventù e della loro salute precaria.

Hai scritto che:
"La chiave di volta di lui era lei, senza cedimenti e senza esitazioni.
Quella di lei era la fiducia in se stessa, ostinata ed incrollabile, fiera e spietata,
terrificante ed indomabile di cui il padre fu l’artefice e lui l’alfiere."

Non è proprio così, nel senso che anche André era la "chiave di volta" di Oscar: quando lui morì, lei si sentì completamente perduta, al punto da tentare il suicidio la mattina dopo, in maniera quasi perfettamente casuale, sotto la Bastiglia.
(Recensione modificata il 01/03/2018 - 04:33 pm)

Recensore Master
01/03/18, ore 06:43

Il dottor Lasonne! Quello che porta sempre le buone notizie ;P
Ti racconto una chicca che avevo scoperto quando mi ero interessata della censura nel settecento: Lasonne era pure Censore per libri di medicina! Non solo curava i nobili, ma decideva perfino quali libri in campo medico avessero il diritto di essere stampati e quali no! Mica pizza e fichi ;p
All'epoca la censura era "preventiva": non è che intanto stampavi e poi qualcuno censurava faceva ritirare le copie, ma per stampare dovevi avere l'autorizzazione dell'organo di censura, gestito per tanti anni da Malesherbes: il testo veniva inviato alla censura, la censura aveva una serie di esperti a seconda dell'argomento, i quali leggevano e dicevano si o no o forse, nel caso del forse parlavano con l'autore decidendo con lui tagli e modifiche perché l'opera avesse l'imprimatur. Solo a quel punto l'editore era autorizzato e faceva partire la stampa.
Quindi Lasonne decideva pure quale informazione medica avrebbe circolato per il paese (e tra i medici), pensa te!
Editori e stamperie erano in numero chiuso, concentrati per lo più a Parigi, facevano parte di una gilda, etce tc il che getta una luce sinistra sulla stampa di pamphlet: come era possibile non sapere chi si fosse comprato un tornio da stampa visto il giro così ristretto?
Se non c'era consenso, doveva esserci molto denaro per far girare qualcuno dall'altra parte, mentre cercavi torni, presse, carta, inchiostro e lavoranti.

Detto ciò è stato bello vedere i nostri due eroi con gli occhi del medico, che li ha incontrati tante volte, in fondo e quasi sempre in circostanze drammatiche.
André gli appare testardo nel condurre uno stile di vita che non gli si confà (e è vero a vari livelli direi).
Oscar testarda pure lei.
Due pazienti terribili, insomma.

Lui non vive senza lei e lei è come è grazie a suo padre, ma anche grazie a lui a cui piaceva proprio in quel ruolo lì, di donna forte.
C'è da cheidersi perché le abbia detto dei lillà e non l'abbia incoraggiata ;P

Bello! Mi è piaciuto proprio :)

Recensore Veterano
01/03/18, ore 01:02

Ciao!Questo capitolo ha un'intensa carica emotiva. Il personaggio del dr. Lasonne è positivo, appare come una figura amabile, testimone della vita straordinaria di quei due giovani e del loro immenso amore.
Come ti ho già detto più volte, non condivido in toto la tua opinione sul personaggio di Oscar,ma è un argomento che abbiamo già affrontato.
Il dottor Lasonne ha descritto in maniera puntuale il rapporto esistente tra Oscar e André e ha messo in luce la natura inestricabile del loro legame.
Mi aspetto molto dai prossimi personaggi, poiché saranno quelli più vicini a Oscar e ad André e,quindi, quelli che ci parleranno della grandezza dei due protagonisti e le loro plurime sfaccettature.
Buon lavoro!

Recensore Master
28/02/18, ore 23:19

La figura del dottore, seppure defilata, è sempre stata commovente ed incisiva.

Recensore Master
28/02/18, ore 20:28

Ciao Agrifoglio.
I miei complimenti....arrivo tardi quando ormai già hai ricevuto i giusti riconoscimenti per questo tuo bellissimo ritratto sulla sfortunata regina.
Sapevo che era nata il giorno in cui si ricordano i defunti ma non sapevo che, disgraziatamente proprio allora il padre si trovò una amante ufficiale, allontanandosi dalla Corte viennese .Deve esser stato un periodo terribile per la povera imperatrice già madre anziana (a 38anni si era considerate donne decrepite allora)dover crescere una neonata da sola, in mezzo a pettegolezzi chiacchiere e malignità di ogni genere. Forse la sua fredda austerità era la anche una maschera che servi ' per celare le sue delusioni di donna;coi figli fu severa e intransigente , le decisioni sulla loro vita erano quelle prestabilite dall' augusta imperatrice madre.
Quanto a Maria Antonietta, io penso che lei troppo presto venne considerata adulta e fu costretta a comportarsi da tale sebbene la mente fanciulla e il temperamento inadatto al governo, fecero a pugni con le imposizioni sofferte e gli affetti negati.
Presto divenne adulta e prestissimo divenne vecchia ,a 37 anni dimostro' la saggezza di una sessantenne, la compostezza, la nobiltà e l' onore di una vera regina.
Da strega a santa a volte il passo è breve, ogni biografo ci presenta la sua verità convalidata dai fatti reali .br />
Come giustamente affermi in risposte già date, noi non potremmo mai sapere quali sarebbero stati i destini della Monarchia se il re e la regina di Francia avessero preso in mano la situazione del regno con avvedutezza e responsabilità, tuttavia ricordando che già sotto LuigiXV si iniziava a parlare a bassa voce, l' eco di una tempesta era imminente.
Spendo ancora due parole sul rapporto fra Oscar e Maria Antonietta;secondo me la regina la perdono' alla fine perché la capi'. Non c'è perdono senza comprensione , senza immedesimazione nell' altro.Va ' detto che comprese che, con Oscar viva, certamente non sarebbe stata lasciata sola a marcire in quella squallida prigione.
Capi i suoi sbagli e si pentì amaramente di non averla ascoltata!
Ti ripeto: il lavoro sul personaggio è ottimo, fra i migliori se non il migliore, ti aggiungerò alla lista dei miei autori preferiti poiché dimostri l' innata dote di puntare all' essenziale con tratti incisivi senza divagazioni, senza inutili rielaborazioni. Sei diretta, analitica e razionale. Grazie, aspetto con curiosita' i prossimi personaggi;)
(Recensione modificata il 28/02/2018 - 09:01 pm)

Recensore Master
25/02/18, ore 22:32

Stavolta sarò breve, perché penso che poco ci sia da aggiungere a questo ritratto che fonde perfettamente la biografia del personaggio con l'anime. Maria Antonietta ripercorre con distacco, velato di rimpianto e amarezza (e perché no, talvolta anche con una punta di astio, specie nei confronti del popolo francese) i fatti salienti della sua vita. In tutto ciò spiccano l'affetto tiepido per Luigi, l'amore per Fersen (sei riuscita anche a evocare i luccichini con cui apparivas nel cartone, sappilo XD ) e soprattutto il senso di tenera completezza e di sollievo raggiunto con la maternità.Quanto al tradimento di Oscar, la tua visione del suo sentire è quella più logica, però stride un po' con il finale dell'anime e in fondo con lo stesso manga (lì addirittura, sapendo che Oscar si è affiancata ai rivoluzionari, il primo pensiero di Maria Antonietta è mandare qualcuno a salvarla). Mi spiego: il tradimento di Oscar per lei non avviene a ciel sereno, e non solo per qualche alzata d'ingegno come l'insubordinazione davanti alle porte dell'Assemblea Nazionale. Nel momento in cui Oscar la supplica di far ritirare le truppe del Royal Allemand e non le promette di restarle accanto, infatti, lei comprende chiaramente che le loro strade si sono inesorabilmente divise e che saranno su fronti opposti, cosa che la rattrista ma che non la sconvolge più di tanto come se in realtà l'avesse capito da tempo. In più, durante la sua prigionia si rasserena nel sentire parlare di lei e André da Rosalie, fino a intessere quella rosa bianca di stoffa per farla deporre sulla sua tomba... un gesto che non sembra avere solo la valenza di una riconciliazione finale in punto di morte, ma forse la presa di coscienza che Oscar fosse la sola vera amica che avesse mai avuto, anche se alla fine si dimostrò più fedele agli ideali in cui aveva scoperto di credere, che alle persone che contro quegli stessi ideali si opponevano con forza. D'altronde è proprio alla fine che Maria Antonietta si rende conto che avrebbe dovuto ascoltarla...
Detto questo, attendo con ansia i testimoni... ovviamente mancano la nonna e i Jarjayes prima di Oscar e André, ma chissà che non ci riservi ancora qualche personaggio a sorpresa! Un abbraccio e a presto

Recensore Master
25/02/18, ore 11:34

Madame Elisabeth non me la ricordavo proprio, sai? Dovrei rivedere il cartone :)

Come figura storica è interessante e spiace per lei, come per la Lamballe - persone tranquille che conducevano una vita tranquilla, senza lussi particolari e cercando di fare del bene secondo le loro idee, le loro possibilità e la mentalità dell'epoca a riguardo. La Rivoluzione le spazza via senza nessun rispetto per ciò che erano ed erano state.
Manca anche il rispetto verso le loro idee - si parla tanto di libertà di espressione ma ciò che si intende è solo una nuova omologazione.

Spiace anche per la morte della Du Barry, lo confesso, anche se meno nobile da tutti i punti di vista.
Non si cerca una responsabilità politica, ma solo odio di classe verso chi al momento non è intoccabile.

Non so se l'idea di non sposarsi nascesse da una forte vocazione religiosa, dall'attaccamento alla famiglia o dal non ritenere altre Corti migliori da tanti punti di vista rispetto a quella in cui stava. Probabile che vedendo i pamphlet sulla cognata e conoscendo la storia di sua nonna, una idea molto precisa sul matrimonio, sulla sue difficoltà e sul peso politico di una Regina straniera se lo fosse fatto.

La fede è una gran cosa, fa piacere che lei sia arrivata alla fine trovando dentro di sé la forza di affrontare la morte in pace.
(Recensione modificata il 25/02/2018 - 11:37 am)

Nuovo recensore
24/02/18, ore 18:17

Nell' anime la regina sembrava ignara di quello che oscar avesse fatto tant' è che nella scena finale in prigione le cuce una rosa e si fa raccontare da Rosalie ciò che lei non sapeva, mostrando quasi gratitudine! In un ipotetica realtà l' avrebbe certamente osteggiata come infatti hai sottolineato! In ogni caso hai descritto davvero tutto in maniera sublime elevando questa figura in parte colpevole ma anche tanto sfortunata! Brava
(Recensione modificata il 24/02/2018 - 06:18 pm)

Recensore Veterano
22/02/18, ore 20:25

Davvero singolare è la descrizione seguente:
"In mezzo a tanti nemici ed avversari politici,
parassiti ed adulatori,
soltanto Madamigella Oscar era nobile e coraggiosa,
sincera e disinteressata, generosa ed incorruttibile,
ma anche taciturna e di scarsa compagnia,
grave come una centenaria
e, nonostante l’affetto che le portavo, a volte, mio malgrado,
mi trovavo a pensare che le dessimo tutti noia."

Una descrizione quasi satirica verso la sua ventennale amica.

Altrettanto amaro è questo finale.
"La salute e la vivacità mi abbandonarono
e divenni, ben presto, una pallida ombra
della splendida e raggiante Arciduchessa
che, quasi venti anni prima, aveva abbandonato la sua patria,
piena di speranze e di curiosità
e determinata a rendere fiera la propria madre."

Non ci sono parole per la tua descrizione, questo capitolo è probabilmente il migliore che hai fatto.
Hai descritto il personaggio della Regina sotto un punto di vista davvero completo a 360 gradi.

Recensore Master
21/02/18, ore 21:18

Il conte di Fersen: l'uomo più odiato dopo Girodelle.
Perché è bello.
Perché fa innamorare Oscar, ma non ricambia.
Perché mentre lei sta sparando con André vicino al fiume, arriva lui ed allora non ce ne è più per nessuno.
Perché non la riconosce vestita da donna e la fa piangere.
Perché non la lascia libera di non perdere la faccia ma si presenta a casa sua a ribadire il concetto.
Perché piange piange per le sue pene d'amore, però poi va nei boschetti e si tromba Maria Antonietta.
Perché sopravvive - si poi muore in Svezia, ma stava sulle palle a tutti e quasi quasi diresti che se l'è cercata.
Perché rispetto ad André lui si è fatto il Grand Tour, è andato a Parigi, è ripartito, è tornato a versailles, se ne andato dalla donna che amava andando a combattere, ha fatto l'eroe, è tornato... mentre André non fa mai nulla di nulla.

E infatti le rose sarebbero sti tre, André a spalare letame, al massimo le può concimare ;P

Il manga inizia in effetti con loro tre e tutti e tre rappresentano qualcosa dell'ancien regime che ci piace: l'eleganza, la grazia, la bellezza, il valore dato al senso dell'onore, il valore dato alla tradizione, la leggerezza, il tormento tra il dovere e la propria libertà.

Recensore Master
21/02/18, ore 21:08

Che bel ritratto!
Non so se mi sarebbe piaciuta come madre, ma di certo fu presente e fin troppo nella vita della figlia. E si che di figli ne ebbe parecchi - stupisce che, sempre incinta, riuscisse ad avere un ruolo politico attivo.
Da quel che ho capito i suoi consigli epistolari erano per lo più di riuscire a sedurre il marito, fare questo benedetto bébé e fare la donna seria. Mentre la figlia si vedeva - probabilmente - come una icona della moda. Del resto se il compito principale non riesce, è naturale cercare qualcosa che compensi e le adolescenti vanno pazze per le cose da adolescenti: andare in discoteca, uscire con gli amici, il trucco, la moda, i pettegolezzi... se non ci sono mentori e soprattutto se non c'è un interesso verso cose più serie, le ragazzine sono così.

Sulla seduzione del marito... io mi immagino l'imbarazzo... il sesso avrebbe dovuto essere naturale, la lussuria è un peccato per cui è il "non farlo" quello su cui si pone l'accento. Cosa avrebbe dovuto fare mai, poveretta?
Però molto pragmatica questa madre che parla anche di questo, anche se forse non nel modo giusto - difetta in dettagli tecnici.

Sulla serietà... mah! della moglie di Luigi XV dicono bene in quanto ad istruzione ed intelligenza... era stata molto amata e poi dimenticata e poco rispettata, di certo mai cercata per consigli politici - il re preferiva la Pompadour. Era perché la Pompadour era più in gamba? O era solo questione di affetto? O solo impressioni, perché alla fine la ascoltava ma non più di tanto?
Non so quindi se questa idea di poter essere un consigliere da adulta forse era sperare troppo.
C'era la preoccupazione di un matrimonio annullato, ma... se il problema era chiaro che era lui, annullare per poi ritrovarsi nella stessa situazione?
Forse Maria Antonietta dava molto per scontato - e in fondo per noi è facile, sappiamo la fine.

Certo l'ultima cosa che vuole un genitore è assistere alla morte di un figlio.
(Recensione modificata il 22/02/2018 - 08:40 am)

Recensore Master
21/02/18, ore 20:16

Eh sì, la Maria Antonietta di questa tua opera è assai più acuta e lungimirante di quella dell'anime! In effetti, la regina fu vittima di un intero Paese, corte e nobili in primis, senza avere nessuna delle colpe macroscopiche che le furono attribuite.

Recensore Master
21/02/18, ore 17:59
Cap. 41:

È un ritratto malinconico ma allo stesso tempo lucido quello che Luigi XVI fa di se stesso, ripercorrendo le fasi salienti della propria vita e rimproverandosi gli errori del passato, legati a un carattere sin troppo mite e schivo per essere quello di un re, specie in una Francia sull'orlo del collasso come quella che fu messa nelle mani di due ragazzini inesperti (non che il Beneamato avesse fatto meglio, comunque). Mi hanno colpito due aspetti, in particolare, del suo monologo: in primo luogo, la tenera e dolente condiscendenza, con cui parla ancora della moglie, alla quale fu legato da un affetto sincero (a questo proposito, trovo che la tua analisi del loro rapporto coniugale sia perfetta), una condiscendenza che gli impedisce di provare rancore persino nei confronti di Fersen (il quale, in realtà, seppur con discrezione, di rispetto gli mancò decisamente ); in secondo luogo, il fatto che non menzioni mai Oscar e il suo ''tradimento... casualità o atto voluto? In ogni caso, mi è piaciuto molto il ritratto nel ritratto, ossia Maria Antonietta vista attraverso i suoi occhi: nonostante la giustifichi in ogni passo, la sua disamina è profonda, attenta, non priva di realismo. Insomma, ne conosceva bene vizi e virtù, forse più di Fersen stesso, e l'amore lo porta tra queste righe a perdonarle i primi e a dare enfasi alle seconde. Molto bella la frase: ''La mia Regina, con tutti i suoi difetti,
fu madre effettiva e non per corrispondenza''. Se c'è una cosa che non potrà mai essere imputata a Maria Antonietta, è proprio il suo amore per i figli, nonostante le infamanti accuse che le furono rivolte. Immagino che la prossima sia lei e che ne avrà per tutti quanto e più del marito.. e forse pure per se stessa. Un abbraccio e a presto.
(Recensione modificata il 21/02/2018 - 06:02 pm)

Recensore Master
19/02/18, ore 18:00
Cap. 41:

Ciao Agrifoglio e scusa il ritardo dovuto a impegni vari, non riesco a rispondere sempre in maniera puntuale ma leggo avidamente tutte le recensioni, di questa storia e anche della precedente (di cui in separata sede mi spiegherai una tua considerazione finale ad un commento).
Luigi 16° se avesse avuto nella realtà tutta questa saggezza, lungimiranza e acutezza mentale che riaffiora da queste righe dove parla la sua anima, certamente il corso della Storia avrebbe preso un' altra direzione ,pure la reputazione della sua diletta sposa che egli amo ' senza saper difendere, ne avrebbe tratto giovamento .
Ovviamente, col senno di poi è quasi impossibile confrontarsi.
Erano entrambi giovanissimi, inesperti, dipendenti da chi mosse i fili, non in grado nemmeno in età adulta di spezzarli questi fili diabolici che portarono all'autodistruzione della loro dinastia reale.
Mi ha fatto sorridere il passo in cui Re Luigi cita la grande Maria Theresa , punto di vista inedito il suo,e giustamente volto a criticare il suo ruolo di madre -padrona / autoritaria , mai amorevole verso la figlia sebbene certamente lucida, pragmatica e realista rispetto le intemperanze della ragazzina.
Alla fine , l' amore che prova per la consorte viene corrisposto; nella disgrazia le asperità e le divergenze caratteriali lasciano il passo ad una benevole e devota accettazione Non potrà mai un evento tragico come il Terrore post rivoluzionario , esser salutato con minima sopportazione, ma consolatorio rispetto alla sovrastante tragedia e il disfacimento di un sogno .
È interessante osservare che nonostante la gravissima situazione, i due ex regnanti offesi, umiliati e imprigionati come dei malfattori della peggior specie non persero mai la fede traditi da un dio che li mise agli allori per poi renderli perseguitati e martiri dalla follia del loro Tempo.
Grazie e buona continuazione!!
(Recensione modificata il 19/02/2018 - 07:24 pm)