Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
18/02/18, ore 18:34
Cap. 41:

Il Nome di una Rosa..
Un motore di ricerca mi ha catapultato direttamente in un tuo scritto.. non immagini la sorpresa ed il piacere nello scoprirvi mischiati con padronanza e naturalezza alcuni dei miei temi preferiti... Oscar ed Andrè, de Andrè, Dante e addirittura la Roma dei Cesari (bello il parallelo Catullo/Lesbia ed Andrè/Oscar).
Sei brava e non perdi la misura, ti prego mantieni queste altezze fino alla fine del racconto di cui aspetto le anime belle.. hai conquistato un lettore.

Non conosco le regole del social, mi sono iscritto solo farti sapere quanto sopra, ma data la tua "preparazione" mi piacerebbe una tua opinione in merito.
Perchè Dezaki ha fatto morire Andrè in quel modo? Della varia umanità che compare nell'anime, Andrè è quello che meglio "vede" il mondo e agisce per amore (Oscar) e per senso di giustizia. Credo che una disgraziata pallottola vagante non renda appieno nè giustizia nè senso alla sua pazzesca scelta di gioventù.. il cerchio si poteva chiudere meglio.

Oscar invece è una dea, vola sopra questa umanità finchè non vi cade inciampando in Amore.. e quando lo capisce diventa così fragile.. come una rosa.
Dopo di lei, per me Oscar può solo essere che un nome femminile.
Stat rosa.. ciao Agrifoglio.

PS Una critica te la devo fare però, non è credibile la tua Oscar in Io, Es.. ti perdono perchè la resa è grande.. eh eh eh
Nati Due.. sempre insieme, eternamente divisi. Due così potevano incontrarsi solo all'infinito.

Recensore Master
18/02/18, ore 18:31

Io ho studiato storia con un prof dichiaratamente marxista materialista - poco spazio ai personaggi, zero al modo in cui si viveva, molta interpretazione degli avvenimenti intesi come movimenti storici di massa: studiammo la Rivoluzione francese come la "Rivoluzione Tradita", dato che l'unica vera rivoluzione sarebbe stata quella russa.
Tradita dalla borghesia, s'intende, perché il percorso di una rivoluzione deve necessariamente concludersi con la dittatura del proletariato - e questo per la generazione del mio prof era un fatto scientifico, non una ipotesi non verificata.

La vera rivoluzione era quella di Babeuf con la sua società degli eguali - stranamente è lui che afferma che bisognerebbe dare a tutti l'istruzione (cosa che ormai diamo per scontata) e la sussistenza minima (che farebbe pensare al reddito di cittadinanza di cui si discute ora).

Ovviamente studiammo Napoleone tracciando un parallelo con Mussolini e la marcia su Roma.

Onestamente, a posteriori, un modo un po' triste di appiattire la storia per un liceo: alle elementari dovresti conoscere i fatti i grandi linee, le personalità di spicco ed un po' di usi e costumi. Tante immagini, secondo me.
Alle medie fatti e date. E romanzi.
Alle superiori dovresti ripercorrere approfondendo e sapendo che si tratta di cose di cui conosci già l'intelaiatura - poi, è ovvio, la giornata è fatta di 24 ore, 8 ore dormi, poi devi lavarti, c'è il tempo speso sui mezzi di trasporto, alla fine un'ora per materia è ciò che resta se poi vuoi coltivare anche qualche altra attività - un po' di palestra, una lingua, non è che c'è tutto questo spazio, insomma per dedicarsi alla storia (e sarebbe legittima la rivendicazione dello studente che dicesse "fatto ciò che devo io preferisco latino /greco / chimica e spendo il mio tempo libero ad approfondire quello").
Con un'ora non è che fai cose mirabolanti. Però dovresti cercare di farle. Tutto dovrebbe essere un po' una scoperta, tenendo conto che viviamo in un'epoca dove ci sono libri e film che possono darti una idea del "profumo che si respirava".

Con gli occhi di oggi direi che il mio prof non amava particolarmente storia (non ci menzionò mai Braudel, per esempio, eppure... ho letto quello sulla civiltà dei consumi ed è spettacolare, estremamente divulgativo, scritto in modo leggero, molto chiaro, diviso in capitoli per cui potresti saltellare su quanto ti incuriosisce di più).
Evidentemente preferiva filosofia come materia - e forse nemmeno filosofia, ma psicologia, parlva spesso di quello - e magari certe cose non lo interessavano affatto. Gli piaceva dare un taglio più "universitario" non tenendo conto che a noi, così, mancavano certe basi... di che volevi parlare mai? Di idee? opinioni? Ma se ti mancavano totalmente i fatti...

Le interrogazioni spesso erano una gogna per lo studente malcapitato che di solito ignorava espressioni come "dirigismo dall'alto" e a cui mancava una fetta di storia, una fetta di storia politica del XX secolo, una serie di letture di quotidiani degli anni '50... tutte cose alla luce delle quali avresti dovuto filtrare i tuoi paragrafini di storia, dati per compito da studiare.

Era un grande affabulatore e di solito la classe rideva - non ho capito mai se per simpatia o perché la massa di solito ride di chi viene ridicolizzato, senza provare empatia. Spesso non avrei risposto diversamente dai miei compagni e credo lo stesso fosse per chi si sbellicava. E molto spesso il giudizio finale era incomprensibile: ricordo che ad un mio compagno, interrogato nel penultimo anno, disse che "aveva una visione fascista della storia" che è una frase molto interessante, ma che, onestamente, risulta incomprensibile per lo studente, che spesso vuole solo sapere se ha capito o meno, o, in modo più becero, se ha preso 5 o 6 o 7 e cosa dovrebbe fare, nel caso, per migliorare. Ancora mi chiedo che volesse dire: che il mio compagno studiava storia dando importanza alle figure di spicco? Come Napoleone, Garibaldi, etc... mentre la storia non è fatta dai Capi e men che meno dalle singole persone? Tieni conto che il penultimo anno parti da riforma e controriforma ed arrivi al Congresso di Vienna. O intendeva dire che era tradizionalista? O reazionario? O addirittura un potenziale negazionista? O che gli piacevano le narrazioni di atti eroici e la retorica della storia?

Più un affabulatore che un allenatore, diciamo. Eravamo il suo pubblico, non quelli a cui spiegare come fare o come fare meglio.

Il risultato è che storia mi è rimasta nel cuore come materia pallosissima, per lo più incomprensibile, dove uno dovrebbe riuscire ad immaginare oscure dietrologie, ignorando i personaggi storici e sapendo poco più di nulla - ricordo che lasciavo questa materia per ultima, ritenendola "infinita": per quanto tu avessi studiato non avresti mai avuto davvero un indizio su ciò che ti sarebbe stato chiesto.

Questo hobby delle fanfiction mi ha obbligato a leggere in giro per la rete, mi ha portato a cercarmi libri, comprarli, fare un salto per qualche mostra... mi ha un pochino fatto innamorare, andando oltre la storia di Oscar ed André. Che mi piace eh! Ma non è la sola cosa che ha finito per piacermi.

Tutto questo per dire che Mercy... e chi lo conosceva? Come del resto molti dei personaggi storici qui citati... ma chi li ha mai studiati? Il primo impatto, spiace dirlo, è stato quello dell'anime e, per moltissimi anni anche l'unico.

Mi chiedo che effetto farebbe al mio prof questa tua raccolta: è importante che Maria Antonietta non fosse riuscita a ritagliarsi un ruolo consono? Probabilmente avrebbe detto di no, perché la sua ora era giunta ed i tempi erano maturi e c'era in atto un processo che nessuno poteva fermare, così come non fermi la marea. Al che verrebbe da dire: e allora che si desse agli eccessi, desse fondo alle casse dello Stato, facesse divertire gli amici, se la spassasse e si concedesse pure Fersen e magari non solo lui... ci sarà pure stato qualche bel ragazzo a Versailles, no? Doveva arrivare proprio uno dalla Svezia per alzare la media?
Insomma se tutto è un movimento di masse ed il singolo nulla può ed il processo è scientificamente provato e prevedibile, allora perché preoccuparsi dell'etichetta a versailles? Che Maria Antonietta la pensasse allo stesso modo? ;P


Per quanto riguarda me, forse la mia visione della storia sarà da Novella 1700 ma mi piace sentir parlare di persone. Anche nei chiaroscuri tra storia, racconti di chi ha conosciuto, romanzi che hanno interpretato a loro uso e consumo, esprimendo idee personali di un autore e/o visiono di un'epoca espressa da un'altra epoca.

Mercy qui, che nella Storia ci viveva ed aveva l'illusione di poterla modificare, nel suo piccolo, si preoccupa: non è colpa della ragazzina, l'Austria non è la Francia e la Corte di Vienna non è quella di Versailles, si tessono relazioni diplomatiche, ma poi parte del lavoro lo si mette nelle mani di due ragazzini. Forse fu un amico. Forse fu un uomo con una missione politica e non una balia. Forse fu sciocca lei a non curare la sua immagine pubblica - mi stupì da ragazzina quando lessi di Evita Peron, che prendeva lezioni, mi sembrò sgradevole e poco spontaneo però adesso mi verrebbe da dire che se il tuo ruolo o una tua scelta ti portano a giocare in certi mari, è meglio se cerchi di imparare a nuotare.

Nuovo recensore
17/02/18, ore 14:18
Cap. 41:

Io non credo che anche dall' al di là il re abbia avuto un minimo di pentimento su come siano andate le cose o che provasse rimorso. I monarchi erano fermamente convinti che il loro ruolo fosse stato scelto da Dio e che la monarchia dovesse continuare fino alla fine dei secoli. Però aprezzo il tuo profilo, coinvolgente come tutti i tuoi racconti!

Recensore Master
15/02/18, ore 07:32
Cap. 38:

Ci si dimentica sempre che era un bambino.
L'infanzia ci commuove sempre, guardiamo le foto dei bambini africani sui poster che ci dicono come stanno le cose in certe regioni del mondo, guardiamo con raccapriccio quelle dei bambini armati, ci indignano i bambini negli "sweat shop" orientali e abbiamo orrore della sorte dei piccoli nei campi di concentramento.

Questo non è tanto diverso.

Si fece una Rivoluzione in nome della libertà, della fraternità e dell'uguaglianza e poi si murò vivo un bambino.

La verità è che quando si decise di ghigliottinare il Re ci si dimenticò che il Re non muore mai: muore Luigi Capeto, ma "il Re è morto, viva il Re!" vale sempre. Non sapevano che farne, era il legittimo Re? Era il simbolo della reazione / restaurazione per una parte del Paese? E quanta parte? Era un nipote di altri Sovrani? Un monito per altri Stati? O era un cittadino comune? Di certo non poteva essere un rivoluzionario, ma era obbligatorio esserlo? Si fa una rivoluzione per consentire l'espressione del dissenso o per sostituirsi ad una classe dirigente e ripremere una ltro tipo di dissenso?
Se ci fosse stato un trono su cui tornare a salire come avrebbe guardato a tutta una schiera di uomini politici?
Soprattutto: ci in teressa il potere od i principi morali?

Gran bel pezzo.

Recensore Master
15/02/18, ore 07:21

Madame de Noailles - solo una mamma o una insegnante può capire :)

Io ricado solo nel primo gruppo, ma capisco il secondo: è dura cercare di insegnare qualcosa che ritieni importante a qualcuno che la pensa molto diversamente e che non è "naturalmente dotato" per quel qualcosa.

La Delfina era una adolescente, per cui mi immagino... inoltre non era certo stata abituata alla disciplina per cui per lei non valeva la regola giapponese dell'allievo che fa senza dicutere ciò che gli dice il maestro cercando di riflettere sul perché e sul senso. Al tempo stesso, era una figlia dell'arciduchessa d'Austria.
La regina precedente era stata in fuga da quando era nella culla, educata dal padre, avida lettrice a quel che dicono, esule, preoccupata del futuro... probabilmente più malleabile, di sicuro più adulta, più conscia di quanto contasse essere dal lato giusto o dal lato sbagliato e di quanto pesassero sia le piccole che le grandi cose. Più disposta, infine, a vedere nell'etichetta anche un modo per fare la cosa giusta e pretenderla - ed anche tenere le distanze.

Maria Antonieta probabilmente dava anche un grande valore a chi era e a chi erano "i par suoi", non era mai stata dal alto sbagliato e coglieva solo la ridicolaggine del rituale e non lo scopo.

Fu colpa anche di Madame de Noailles? Probabilmente era quella che conosceva la materia alla perfezione, ma magari sarebbe stato meglio trovare una donna in grado di farle percepire certe sottigliezze?
Ma è poi giusto pretendere che un tutore sia un ammaestratore, un affabulatore, un fine psicologo, un comico, un artista, un genitore, e che si riveli instancabile nel ripetere il concetto in modo che penetri perfino nella roccia? L'amore si fa in due e l'apprendimento non è tanto diverso: l'allievo non va né ammaliato, né trascinato recalcitrante, dovrebbe cercare di fare anche lui la sua parte.

Di certo è difficile educare una regina: non puoi farne una creatura troppo sottomessa, ma se non ha il senso del dovere e tanto potere tra le mani è un disastro. Il secondo forse sarebbe dovuto venire dalla famiglia, ma è difficile essere buoni genitori ed avere una vita professionale appagante ;P Maria Teresa si realizzò altrove immagino e la figlia, tormentata per via epistolare dalla madre, non era venuta su come le sarebbe piaciuto. Va a sapere se sarebbe poi cambiato il corso della storia. Qualcosa sarebbe cambiato perché i problemi c'erano, ma forse meno pamphlet, l'immagine non rovinata, un certo ascendente... non lo sapremo mai, è solo terreno fertile per chi volesse scrivere ucronie.

Recensore Master
14/02/18, ore 20:23
Cap. 41:

Un personaggio malinconico, che ho sempre visto come una vittima, come la sua consorte.

Recensore Veterano
14/02/18, ore 20:09
Cap. 41:

"Fui grato, in tutta sincerità, al Conte di Fersen
che seppe darle un po’ di felicità e di compagnia,
senza mai mancarmi di rispetto e mostrandosi un buon amico,
uno dei pochi fedelissimi dell’ultim’ora.
Altri, invece, ci abbandonarono o ci si rivoltarono contro,
procurando alla mia sposa un grande dolore,
secondo soltanto alla perdita prematura dei nostri figli."

Anche io credo che il Re dovrebbe essere fortemente grato a Fersen.
Ma più inquietante è la frase che segue, rivolta ad "altri che invece, ci abbandonarono" e chissà a chi si rivolge....

Mi viene da pensare che si tratti di una sfrecciatina che Luigi XVI lancia verso Oscar, la quale, con l'occupazione della Bastiglia, ha palesemente appoggiato la causa del popolo e abbandonato le difese verso la Corona.

Non era ormai la prima volta che Oscar si schierava dalla parte del popolo ma probabilmente, quel giorno, i Reali non se lo sarebbero aspettato.

Come persona mi ha sempre fatto un pò pena: secondo me avrebbe potuto avere molte più soddisfazioni nella sua vita se si fosse interamente dedicato alla sua passione per il ferro battuto e la manifattura come fabbro.

Recensore Master
13/02/18, ore 22:43
Cap. 40:

Cara Agrifoglio, ti ringrazio davvero per questo ritratto, che prende in esame uno dei personaggi che hanno sempre acceso la mia curiosità. Prima dell'avvento di internet e santo Wikipedia, infatti, affascinata e colpita dalla figura di questa sfortunata ragazzina a cui toccò l'apparente fortuna di sopravvivere agli orrori della Rivoluzione e ai suoi cari, uno dei miei hobby preferiti era spulciare tra le varie enciclopedie del parentado alla ricerca di notizie sulla sua biografia (ognuno ha le.sue manie😉). Devo dire che forse proprio per questo ho apprezzato questa tua attenta ricostruzione storica (alcuni fatti mi erano ignoti), senza però rinunciare al pathos e al sentimento, grazie al dolente racconto che la principessa fa della propria vita. Perfettamente incastrato il riferimento all'anime e a Oscar, diventa indistinguibile separare realtà e fantasia e trovo che sia proprio questo uno dei punti di forza di questo ennesimo, bellissimo ritratto. Per il toto personaggio, lancio il dado: Luigi XVI? Oppure prenderai in esame anche i fratelli del re? In attesa di saperlo, ti mando un saluto. A presto

Recensore Master
13/02/18, ore 02:14
Cap. 40:

Ciao Agrifoglio,
prima di recensire sono passata su Wikipedia, lo confesso, per colmare le mie lacune su Maria Teresa Carlotta.
Non ho mai approfondito il personaggio anche perché è una figura poco nota se non per esser la figlia dei regnanti francesi
Certamente da un certo punto di vista il suo destino fu benevolo rispetto a quello dei fratelli, lei ebbe un infanzia felice, quando venne incarcerata aveva già 14 anni e all' epoca, abbiamo visto, si maturava molto in fretta.
Tuttavia quei traumi cosi gravi,subiti in giovanissima età incisero molto e credo pure la prigionia compromise la sua salute fisica.Eredito' dalla madre la dignità ,la regalità, unite ad un' ammirevole forza d'animo che le permisero di affrontare tante dolorose vicissitudini senza soccombere.
Grazie di questo bellissimo ritratto di Madame Royale che mi ha aiutato a voler conoscere meglio la sua storia.
Ti aspetto alla prossima con un nuovo emozionante episodio!
(Recensione modificata il 13/02/2018 - 02:18 am)

Recensore Veterano
08/02/18, ore 00:52
Cap. 40:

Anche questo ritratto femminile è davvero degno di nota.
Non aggiungo altro. Non vedo l'ora di leggere i pensieri del generale, della nonna di André e quelli di André e Oscar.

Recensore Master
07/02/18, ore 20:26
Cap. 40:

Un personaggio davvero molto tragico, è vero; ma le si riconosce l'aver lottato fino all'ultimo per gli ideali in cui ha creduto.

Recensore Master
07/02/18, ore 17:16

Ciao Agrifoglio,
Anche se notevolmente in ritardo, non potevo certo fare a meno di recensire anche questo capitolo , che hai reso così toccante e coinvolgente.
Stai diventando sempre più brava nei delineare i personaggi, ti aggiungo ai miei autori preferiti. Mentre leggevo, soprattutto verso il finale, rivedevo le scene del famoso episodio 33 "gli ultimi splendori di Versailles ".
Trovai sempre poco azzeccata la scelta di titolare così quella puntata pervasa di amarezza , rammarico e inondata da un atmosfera cupa anche dalla musica e dallo scrociare di pioggia incessante e poca illuminazione.
A ben vedere, col senno di poi, quello fu il capitolo anticipatorio di tutta una serie di disgrazie che sarebbero accadute di li' a poco,la malattia di Oscar,i disordini a Parigi ,il tentativo di uccidere la figlia da parte del generale Jarjayes, infine come sappiamo la tragica morte di Andrè racchiusa in due episodi, come quella di Oscar.
Sul piccolo Joseph non c'è molto da aggiungere,hai optato per la scelta migliore, il cartone gli rende giustizia e ce lo fa apparire come un piccolo angelo. La realtà sappiamo, era ben diversa il bimbo non era così bello , la malattia lo aveva consumato, tuttavia sono convinta che il suo modo di ragionare e di sentire le situazioni non fosse tanto distante come da come venne presentato in Lady Oscar. In un paio di film ne ho avuto la conferma.
Dopo esser passato a miglior vita da più di due secoli il " bimbo " rivede la sua vita terrena e prova emorme dispiace e rimorso verso il fratellino a cui è toccata una sorte peggiore, prova pena e afflizione pure per i genitori com cui non ha potuto condividere la dolorosa prigionia .È molto nobile e veritiero questo genere di considerazioni!
Hai concluso degnamente con l' immagine più bella: il ricordo di Oscar che lui non vuole associare all' infedeltà, al tradimento verso la Corona, bensì alla gioia di quei bei momenti passati assieme e ai sogni segreti e innocenti della sua sfortunata infanzia. Brava! continua cosi! Ti aspetto col prossimo ritratto!!
(Recensione modificata il 07/02/2018 - 05:44 pm)

Recensore Master
05/02/18, ore 21:15

Toccante il ritratto di questo sfortunato principino, morto troppo presto e di un male terribile. È vero, per certi versi gli fu risparmiata la tragedia che colpì tutti i suoi congiunti, ma ciò non toglie che con lui la Natura fu davvero matrigna. A proposito di ''matrigna'', conoscendoti direi che la velata citazione alla poetica leopardiana sia voluta e in effetti ben si adatta alla figura del piccolo Luigi Giuseppe, che se non ricordo male fu deturpato fisicamente dalla tubercolosi ossea. Chissà, forse come nel caso del grande poeta, la malattia lo portò davvero a maturare precocemente... in ogni caso, talvolta i bambini possono stupirci e insegnarci qualcosa, pur nella semplice ingenuità dei loro ragionamenti, e il secondogenito di Maria Antonietta e Luigi nell'anime avrebbe avuto davvero molto da insegnare ai suoi genitori. Per certi versi Oscar lo aveva capito, quel bambino assennato e infatuato di lei, sarebbe stato un re migliore...ma a quel punto sarebbe stata un'altra storia. Un abbraccio e a presto... mi manca ancora una cosa!

Recensore Master
03/02/18, ore 09:10

Sulle tre mesdames ero molto curiosa, anche se non sapevo se le avresti inserite: nell'anime non mi ricordo nemmeno se le vediamo mai apparire! Penso di sì, riguarderò, ma se anceh fosse non sono state per me memorabili.

La curiosità è per via di un libro che sto leggiucchiando e che parla di Maria Antonietta e la moda - lì lei viene descritta come molto conscia del suo effetto come trend-setter nei primi anni a Versailles da "delfina eternamente vergine" e risulta anche molto diversa dall'amabile ragazzina dell'anime: decide di imparare ad andare a cavallo ed impara, montando sia all'amazzone che "a cavalcioni" come un uomo ed indossando anche tenute "mascoline".
Le tre invece all'inizio la istigano all'abbandono del "grand corset" cosa che creerà scandalo, riprovazione e lettere materne da farti venire le lacrime. Non solo pare che qeuto "sfida" alla moda ufficiale delal Corte faccia nascere la leggenda che la povera maria antonietta avesse una scapola più prominente di un'altra (proprio non avevanoun cvolo a cui pensare a quei tempi!). Per cui non "amiche" ma tre anzianotte stronzone ;P

Sono d'accordo sul farle parlare all'unisono: se anche ebbero vite diverse e personalità diverse, agirono all'unisono.
Credo sia stato sgradevolo per loro sapere che il padre aveva una amante ufficiale con la madre ancora in vita. La Du Barry era una ex prostituta "di alto bordo" ma mi chiedo se avrebbero apprezzato una nobile di Corte o se comunque la cosa sarebbe risultata umiliante.
Credo sia anche stato sgradevole svanire nell'ombra: da figlie beneamate del Re, a sorelle del futuro Re fino a semplici zie - l'attenzione degli adulatori della Corte sarà anche scemata, immagino.

Quanto all'età: non sono vecchie per i nostri standard, ma mi chiedo come apparissero per i loro - era un mondo in cui si invecchiava presto e male e non so se i ritratti femminili che vediamo di donne oltre i trenta siano da considerarsi attendibili.

Crudeli e sgradevoli.
Oppure donne noermali che alzano gli scudi contro i parenti acquisti.
Oppure donne con la vista lunga: nipote irresoluto e moglie troppo farfallina.
Oppure donne miopi che hanno contribuito alla rovina dell'immagine pubblica dei sovrani.

Bella la frase: "...che di Corte avrebbero potuto frequentare soltanto quella dei miracoli..."

Recensore Veterano
01/02/18, ore 22:54

E' una toccante descrizione, molto sintetica ma abbastanza ricca.

Un bambino coi sensi di colpa di un adulto, e con le responsabilità di una persona matura.

Non sembra neanche un bambino quello di cui si legge la descrizione.
E probabilmente un bambino che avrebbe affrontato le ingiurie del Terrore in maniera molto diversa dal fratellino minore.

Ma restavano pur sempre due piccoli bambini innocenti di fronte a un evento molto più grande di loro.

Molto sincera la considerazione che egli fa di Oscar: viene da ricordare la scena dell'Episodio 33 negli ultimi giorni della sua vita, quando insieme corrono a cavallo.
Quei rari momenti in cui Oscar mostra il suo nascosto istinto materno, lascia quasi ingannare che Joseph sia quasi figlio suo.
(Recensione modificata il 01/02/2018 - 10:56 pm)