Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
04/04/18, ore 23:28

André è un personaggio davvero difficile da definire, non so se per una scelta di sceneggiatura o se per tutta una serie di sviste e azioni buttate lì per movimentare le cose... però resta il fatto che ha la brutta tendenza a comportarsi un po' a casaccio. Nel manga parte come personaggio secondario che non sa di molto (a parte qualche scenetta un po' comica, mi pare) e finisce un po' sbandato, mentre nel cartone parte che sembra il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero per la figlia e poi- con un po' più di coerenza, ne prendo atto- precipita nel dolore esistenziale e, sembra a tratti, nell'alcolismo. Che in parte uno può giustificarlo per via della frustrazione per i propri sentimenti respinti e bistrattati, in parte per il fatto che diventare ciechi non fa piacere a nessuno... ma in effetti sembra che manchino sempre dei pezzi del puzzle. Diventa difficile conciliare il personaggio iniziale con quello dell'ultima parte.

Perché poi non si staccò per andarsi a fare una vita sua... chissà, magari André era una di quelle persone intellettualmente un po' pigre, che faticano a prendere decisioni difficili anche quando sarebbero la strada migliore; quindi, anziché pensare a costruirsi qualcosa solo per sé si era abbarbicato a Oscar come un'edera a un albero. O magari, semplicemente, aveva la mentalità da vittima, nel senso che si ritrovava meglio in un ruolo un po' da punching ball (perché, diciamolo, Oscar non lo trattava particolarmente bene, anche se di sicuro gli voleva bene), in un rapporto codipendente. In particolare, il suo interpretare la vittima spiegherebbe sia l'esplosione di rabbia e voglia di controllo di quando aggredisce Oscar (perché a me la frustrazione sessuale non convince del tutto...) che le sue tendenze autodistruttive verso la fine- prima o poi le vittime tendono ad esplodere, e quando succede è spesso in grande stile. L'aggressività sublimata è una buona definizione, ma per me c'era anche un casino di rancore vero e proprio in quel gesto.

Comunque sia, i suoi lati positivi li ha, decisamente, e la sua vita è stata senza dubbio molto sfortunata. L'espressione "mai una gioia" sembra coniata apposta per lui XD Viene anche da chiedersi che persona sarebbe stato se non avesse mai incontrato Oscar- probabilmente più felice. Dalla prima parte del ritratto che ne fai tu, viene fuori un lato molto domestico e tranquillo, che ci sta davvero bene.

Avevi molti elementi da combinare, ma tutti abbastanza idiosincratici e spiegati a malapena nel canone (non direi che André avesse solo due parole, ma di certo molti dei suoi aspetti restavano fumosi). Sulla sua storia personale si glissa, ma la tua è plausibile e molto carina, un'infanzia felice finita all'improvviso; sul suo rapporto con sua nonna idem, ma a me non sembra ci fosse un affetto profondo. Nemmeno questo tuo André si dilunga su di lei.

La cosa che lo definisce, sia come lo scrivi tu che nella sua versione originale, è Oscar; e non c'è una risposta definitiva alla domanda se lui l'avrebbe voluta sua a costo di condannarla a vivere come una plebea o se alla fine l'altruismo avrebbe vinto. Di sicuro ci sono gli scrupoli, ma è una domanda difficile, e alla fine tutto precipita e non si può più riflettere su questo; così ci si illude per un po' che tutto può finire bene, in modo romantico (e un po' ingenuo), sposati ad Arras e tanto felici.

Che bella la parte finale; spari, corsa, disperazione. Pace.

Si sente davvero che c'è tanto lavoro dietro, e il risultato è un viaggio alla scoperta di un personaggio complicato e interessante. Ci credo, che sia stato difficile, ma il risultato è molto bello e umano.

Tanti complimenti!!

Nuovo recensore
04/04/18, ore 22:52

mi hai lasciato una gran bella sensazione che voglio trattenere.. non mi va di razionalizzare ora.
Ti scrivo nei prossimi giorni.
Chapeau

Eccomi di nuovo, ciao Agrifoglio..

Il distacco dalle cose terrene smorza le passioni dei protagonisti permettendogli di giudicare le loro esistenze.. non ricordo (ma passati più di dieci anni) epigrafi di Spoon River chiudersi con dei punti aperti come fai qui prima col padre ed ora con Andrè.
Non che la cosa in sè conti.. solo per dirti che mi è molto piaciuto "il tuo" Andrè, la prima lettura è stata un fiato, solo alla seconda mi sono accorto di rimanere appeso alla domanda capitale "Ma ne è valsa la pena?" e non ho trovato risposta.
Nei giorni seguenti ho poi letto il tuo scambio con Madame Anna ed ho capito.. certo mi hai fatto scompisciare con Manfredi ed il samurai!

Per me Andrè è stato devozione, fin da piccolo, quando credo abbia percepito Oscar come sua unica simile.. trauma od imprinting non saprei.
Più grande è stato un giuramento di fedeltà e vassallaggio, davanti al Re ma ad Oscar, sua salvatrice.
Infine, coi tempi naturali, è stato amore.. (e che cazzo aggiungerei).
Essere riuscito a tenere insieme il puzzle contro il mondo spietato di allora ne ha fatto una figura "nobile in tutto, fuorché nei natali".
A questo codice ha sempre aderito con tenacia a parte l'eclissi di un momento.. ma di Oscar devi ancora scriverci.
Apro e chiudo parentesi: il risveglio da quel momento deve essere stato il suo più tragico.. l'orrore di scoprire che lei ha paura di lui. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, tant' è amara che poco è più morte.. cosi deve essere stato, da allora e fino al colloquio col mendicante sotto il ponte.. ci si potrebbe scrivere.

Un'ultima osservazione..
"Avrei potuto infliggerle, per appagare il mio cuore,
quelle menomazioni di censo e di rango
che avevano fatto di me un umile servitore?"
Non credo fosse quello il cuore del problema, Andrè ci vedeva benissimo e sentiva il cambio dei tempi. Le sue frequentazioni notturne nella chiesetta a discutere della nuova era, sapeva dunque che censo e rango non sarebbero durati..
Forse da quel caos però ha cominciato ad intravedere una possibilità per il suo amore ed a crederci. Una maturazione lenta ma dal cavaliere nero in poi anche Oscar ha cominciato a percepirlo diversamente.
Andrè è stato solo molte volte, Oscar mai davvero fino alla sua morte.
Lui è stato il terreno da cui la rosa ha tratto sostegno e vita.

"risplendere di pace" è tua? mi richiama il "m'illumino d'immenso".. gran chiusura.
Mi appassiona il tuo stile e ancor più mi piace il rigore e la preparazione.. come vedi mi ripeto.

PS Io credo che si, ne sia valsa la pena.
(Recensione modificata il 08/04/2018 - 07:28 pm)

Recensore Veterano
04/04/18, ore 22:45

"Troppo diverso ero dagli aristocratici e dai plebei.
Soltanto lei con me s’intrecciava, ma non potevo averla, non potevamo stare insieme."

Era questa la prima sintesi della condizione di André.
Un disadattato, uomo del popolo ma non troppo, di educazione nobile ma non troppo, come del resto lo era anche Oscar, in mezzo ad altrettanti nobili corrotti e viziosi che occupavano la Corte di Versailles.

Entrambi vivevano lo stesso limbo, una condizione che non apparteneva a nessuno dei due, e dove stavano sempre più stretti.

Altrettanto impressionante è la sua considerazione di sé, in cui dice che "non sono mai stato l’uomo delle grandi scelte, o delle svolte improvvise: quelle le lasciavo a lei né l’eroe dalle azioni eclatanti, se non quando occorreva salvarla."

André non ha mai preso iniziative per sé stesso, ma viveva sempre in funzione degli altri.
Forse perchè non desiderava mai nulla per sé stesso, se non di poter stare accanto a Oscar.

Ed è quello che fa quando sceglie di arruolarsi, nonostante la già grave cecità agli occhi.

"Se ella avesse ricambiato i miei sentimenti, sarei stato così reprobo e incosciente da sottrarla a una nobile condizione, in cambio della mia miseria? Per la mia bellissima Oscar...i panni di Madame Grandier sarebbero stati stretti e inadeguati…"

La paura di renderla infelice era tale da costringerlo a procrastinare la rivelazione dei suoi sentimenti.

Recensore Master
04/04/18, ore 22:36

Caspita!!!! Mi hai fatto venire la pelle d'oca ❤ Bellissimi i ricordi di infanzia quasi riesco a sentire quei profumi di campagna e di amore familiare per come li racconti 😊 Aspettavo André e devo dire che ne è valsa la pena. Complimenti

Recensore Master
04/04/18, ore 20:40

Bellissimo personaggio, come tutti i personaggi complessi: lo hai reso davvero molto bene.

Recensore Master
02/04/18, ore 23:22

Che bel ritratto! Indubbiamente qui l'anime offre parecchio materiale, ma tu sei stata brava a far emergere da questo accorato sfogo il particolare e intenso legame che c'era tra padre e figlia, molto simili anche caratterialmente. Un legame così forte che neanche il tradimento di Oscar riesce a scalfire, tanto che la rabbia e lo sdegno che Augustin manifestò in vita per alcune scelte della figlia vengono meno, sostituiti da una sorta di dolente condiscendenza. Infatti, pur non comprendendone le motivazioni, pur non giustificandola, il Generale non riesce ad avere parole dure nei confronti di Oscar. Appena un cenno alla Bastiglia, addirittura nulla sulla famosa scena in cui André gli impedì di ucciderla per lavare il disonore con il sangue, anche se s'intuisce l'influenza di questo episodio nel fargli riconoscere che solo André sarebbe stato l'uomo giusto per lei, se solo fosse stato di nobili natali (e da un esponente di spicco dell' Ancient Régime più di questo non si può certo pretendere).
Mi ha colpito molto la citazione della hýbris e la trovo pertinente, perché in effetti questo termine mutuato dalla tragedia greca ben si adatta alla tragedia personale del Generale (e in parte anche a quella di Oscar), che osò sfidare il Destino per essere poi severamente punito per la propria superbia con il peggior castigo possibile per un padre: la morte della sua figlia prediletta, del suo unico erede. Il pentimento con la relativa retromarcia fu infatti tardivo e inefficace: come lui stesso ammette nel finale, dopo aver assaggiato quel tipo di vita, a lei peraltro congeniale, come avrebbe potuto mai, Oscar, rinunciarvi? In effetti Augustin fu una sorta di serpente tentatore, sebbene mosso dalla volontà di soddisfare un desiderio puramente egoistico e personale... un desiderio che, come tutte le cose di questo mondo, una volta realizzato si rivelò poi effimero e vano. In quella fatale notte di dicembre gli sarebbe bastato fermarsi a riflettere, in fondo, per capire che la sua follia avrebbe rimandato l'estinzione del proprio nome soltanto di una generazione. O forse più che un erede egli voleva semplicemente avere un figlio da plasmare a sua immagine e somiglianza?
Con questo interrogativo, ti auguro in ritardo buona Pasqua e... a presto!
(Recensione modificata il 02/04/2018 - 11:27 pm)

Recensore Master
02/04/18, ore 09:37

Il generale grande ed imponente figura, lo hai descritto in maniera veritiera e dettagliata ..ma sono convinta, nel mio piccolo, che forse "avrebbe osato e caldeggiato" l'unione di Oscar con Andrè .. in fondo allevando la figlia come un maschio ha già rivoluzionato tutti gli schemi dell'epoca!!Insomma la figlia ha osato poco rispetto a lui ..ciao

Recensore Master
01/04/18, ore 02:22

Ciao Agrifoglio,
Innanzitutto, buona Pasqua!
Un ritratto molto forte, imperioso , un generalissimo che sembra proprio quello dell'anime! Complimenti per la verosimiglianza, lo stile aulico e la scelta delle parole raffinate.
Inoltre ci rendi spettatrici in misura minore, anche del DOPO Oscar, finalmente veniamo a scoprire che il padre le sopravvisse ancora qualche anno, in tempo utile per veder compiersi il periodo della Restaurazione ed el il ritorno al regno dei Borboni.
Certamente per lui , il tradimento di Oscar e la sua prematura dipartita, sono fatti incancellabili, ascrivibili alla sua condotta scellerata , credo senta che questa sia stata la giusta punizione divina per aver voluto far di Oscar un uomo.
Ma siamo sicuri che, diversamente, lei sarebbe stata più felice?
Io non lo credo proprio.
Il generalissimo ha molte colpe ma fu il destino avverso a prendersi gioco di Oscar e André anticipandone la fine. Oscar aveva la tubercolosi, non lo dimentichiamo, questo il padre non lo seppe mai o non volle sapere. Concordo col commento di Tetide , dobbiamo render giustizia a quest' uomo per aver fatto diventare Oscar l' eroina che abbiamo apprezzato amato, e che continuiamo ad amare.Buona notte!
(Recensione modificata il 01/04/2018 - 02:26 am)

Nuovo recensore
31/03/18, ore 19:30

Accidenti, mi piace questo "generalissimo"..
Ma andiamo con ordine, non ti ho scritto della madre di Oscar perchè non avevo molto da dire sulla figura.. probabilmente quando nell'economia della storia non si è riusciti a dare senso al suo personaggio è stata abbandonata. Mi è piaciuto però il rigore nel ricostruire un dietro le quinte che desse organicità ai frammenti delle sue apparizioni.. .
Del padre ci sarebbe da commentare, è il demiurgo di Oscar ed anche se non ricordo sia per lei stato un riferimento nè come padre nè come soldato, acquisisce un suo spessore nella seconda parte della storia e mi fa anche un pò di tenerezza.. per il tormento che tu hai descritto. La figlia verso cui si era macchiato del peccato originale ne è stata la nemesi.
Sembra che ben pochi dei personaggi abbiano capito il perchè della scelta di Oscar: la Regina, Fersen, il padre..
Il commento è stiracchiato, avrei voluto dedicarvi più tempo ma desideravo anche riuscire a ricambiare gli auguri!

Andrè è il mio personaggio preferito, mi immedesimavo in lui da piccolo e so che lo osserviamo da punti di vista diversi.. per cui sarà bello innazitutto leggere un racconto ben scritto e poi accalorarsi in un.. "ma no, non è proprio proprio proprio cosi Andrè!! Andrè è... che cosa?" eh eh eh.. ciao!!

Recensore Junior
29/03/18, ore 00:29

Oh, che bello questo! Perchè Dio permette che i figli muoiano prima dei genitori? Da questa domanda in poi tutta la poesia prende un tono disperato; tutta quella rabbia verso una figlia morta in un modo incomprensibile al generale, che alla fine diventa rabbia verso sé stesso e rimorso per averle dato un tipo di vita che le ha permesso di fare scelte discutibili... chissà che incasinamento di sentimenti e di rimpianti, nella testa di quest'uomo. Tant'è che, se anche inizialmente riconosce che la vita che le aveva imposto le stesse a pennello, alla fine sembra convinto di essere lui il colpevole di tutto, il "serpente tentatore" che le ha sventolato davanti una libertà che poi non ha potuto toglierle prima che lei la usasse per mandare a monte tutti i valori in cui era stata cresciuta.

Bello anche il verso della corsa verso la follia.

Comunque siamo proprio agli sgoccioli della storia! Sto friggendo di curiosità per gli ultimi!

Buona Pasqua anche a te!

(Tolto il commento sulla ripetizione; è vero, il senso ora cambia un pochino, ma il testo comunque scorre molto meglio! Si sente che scegli le parole con cura, e te lo avevo fatto notare solo perché quella ripetizione suonava un po' così-così... Ciao e buona serata!!)
(Recensione modificata il 29/03/2018 - 08:02 pm)

Recensore Master
28/03/18, ore 21:54

Un personaggio enigmatico quello del generale, ma a cui va il merito di avere regalato ad Oscar una libertà impensabile per le donne del tempo, nonostante la ferrea disciplina.

Nuovo recensore
26/03/18, ore 15:32

Ammetto, mi aspettavo qualcosa di diverso.
Tuttavia “ Tre temperamenti diversi, ma complementari,
tre aneliti all’infinito ed all’impossibile,
tre vite oltre l’ordinario, tre schegge di follia.
Nascemmo per incontrarci, morimmo soli
e travolti dal dolore, dalla violenza e dall’incomprensione. “ riassumono il tutto in modo perfetto e mi hanno decisamente colpita.

Nuovo recensore
26/03/18, ore 15:25

Girodel: scelta obbligatoria per un personaggio ostico su cui scrivere. La descrizione del suo legame con Oscar è commovente, ottima scelta delle parole, che passano dall’ammirazione a un amore, forse anche passionale.

Nuovo recensore
26/03/18, ore 15:16

I versi in cui Mercy descrive Maria Antonietta sono incredibili: “la sacerdotessa pagana” e “ uno spietato palcoscenico”. In effetti, Versailles era esattamente così: uno spietato palcoscenico, dove potevi dare prova del personaggio da indossare ma finire miseramente in un batter di ciglia.

Nuovo recensore
26/03/18, ore 15:11

Personaggio bellissimo, particolare e necessario, che racconta il lato oscuro della Francia o forse, il lato scomodo dell’incapacitá Monarchica.
Un vero cronista del suo tempo e di quel momento storico.