Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
07/10/17, ore 08:11

Povera Nicole, che si sente chiamata in causa...
L'osservazione non è sbagliata: perché nel boschetto di Venere? Una Regina?
Per quella Regina aveva perso credibilità e soprattutto regalità agli occhi di quell'uomo - non credo si illudesse sessualmente o sentimentalmente, la vedeva come una scrocconcella intenta a mettere in imbarazzo suo marito non rendendosi che conto che facendo così copiva il Re, e quindi pure se stessa.
Qualunque fosse il motore, certo il cardinale, per essere così turlupinato, deve aver visto a più riprese ciò che desiderava o ciò che pensava fosse reale.

Recensore Master
05/10/17, ore 15:38

Mi ricordo Carlotta Corday,già alle medie nei libri di scuola mi impressiono' piuttosto favorevolmente nel suo ruolo di assassina di Marat.
Ricordo pure dei famosi quadri che raffiguravano la cruente fine di questo giacobino in particolare uno di David
Lui era uno spietato cospiratore , crudele , me lo figuravo simile al Robespierre della Ikeda, dapprima amico del popolo poi fautore della dittatura rivoluzionaria, perciò ebbi simpatia per questa ragazza temeraria anche se assassina.
A venticinque anni e' già sul patibolo,ma fino all' ultimo respiro rimane coerente con se stessa e non doma, un personaggio controverso e cinico senza dubbio un' emblema di quell'epoca d' Orrore dove,per dirla con una nota citazione " la morte si portava via con sé giusti e malvagi"
(Recensione modificata il 05/10/2017 - 04:00 pm)

Recensore Master
05/10/17, ore 09:16

E' comunque vero che la miseria e la fame fanno la loro parte.. come pure le ideologie esasperate, com'è stato per Carlotta Corday.

Recensore Master
05/10/17, ore 00:27

Ciao a te ^.^
Ammetto di non nutrire simpatia particolare per la RF , per chi l'ha fatta e come si è svolta, e di essermi fatta idee tutte mie in proposito.
La Rivoluzione, come tutte le rivoluzioni, è stata qualcosa di fuori controllo, un mostro incapace di esser domato dopo esser stato un cucciolo gestibile.
Della RF credo ne sia prova il Periodo del Terrore con le uccisioni indiscriminate e immotivate, gli stessi rivoluzionari che calcano troppo la mano e finiscono per travisare i loro stessi ideali usandoli come alibi.
I concetti a base della rivoluzione non erano errati o da non cambiare, non dico questo, ma la faccenda è sfuggita di mano ed è diventata un alibi per tante cose che non c'entravano niente.
Charlotte ha tentato di rimettere ordinein ciò che reputava caos, con buoni ideali, ma finendo alla fine per agire  come gli altri.
Ma forse non ci sarebbe stato altro modo per fermare ciò che reputava un male, certo non la ragione o il dialogo; considerando il trionfo con cui Marat pregusta il futuro ghigliottinamento dei deputati.
La tua Charlotte analizza lucidamente -così come  l'ha programmato- ciò che ha compiuto, non cerca giustificazioni o di farsi passare per ciò che non è, non si nasconde.
Ha fatto ciò che reputava un dovere, ma è comunque un'assassina e accetta la sua colpa, prova addiritutra tenerezza per l'eccessiva misericordia del boia, che sapeva a cosa sarebbe andata incontro quando maturò l'idea dell'omicidio ed anzi lo cercava.
[...]che la mia testa portata attraverso Parigi sia un segno di ripresa per tutti gli amici della legge![cit. lettera di Charlotte, trovata dopo l'omicidio di Marat]
Forse, cresciuta con gli ideali dei libri, aveva maturato una visione utopistica della vita e della giustizia, senza accettare che nella vita reale, specie nelle rivoluzioni senza controllo, ciascuno si fa la su giustizia e la modifica a suo comodo.
Alla fine lei e Marat erano creature e simili, o così le reputo. Due creature vendicative e due assassini, han visto una giustizia a modo loro.
(Recensione modificata il 05/10/2017 - 12:31 am)

Recensore Master
03/10/17, ore 09:18

Ed eccone un altro che è molto Storia e poco storia - Oscar non lo ha mai conosciuto in pratica, del resto era amica di Maria Antonietta e, per la proprietà transitiva delle antipatie, può essere credibile pernsare che non gli abbia mai rivolto la parola.

La Ikeda ce lo mostra cicciottello e ridicolo.
La Storia non saprei: era capace ed intelligente e gli onori che ha ricevuto erano anche frutto delle sue capacità? Era quello su cui puntava la sua famiglia? Era semplicemente un uomo che doveva essere grato al nepotismo ed alla sua famiglia?
La massoneria era un normale rito di passaggio tra i tanti tra chi era potente e desiderava avere una sue rete di relazioni personali estesa e variegata? O ci credeva? O era la moda?

Dicono che aspirasse al ruolo di Primo Ministro - un pazzo che non aveva coscienza dei propri limiti o uno che sapeva di valere (o di valere rispetto ai suoi contemporanei pari grado) e si sentiva frustrato? Alla fine tutti se sappiamo correre, vogliamo correre.

Era un bell'uomo o era bruttarello e ridicolo?

Di certo lo Scandalo della Collana non gli fa fare una gran figura, anche se potresti leggere il suo comportamento in due modi.
Il primo è: uomo anziano e credulone che si lascia raggirare da donna giovane bella e scaltra.
Il secondo è: uomo che pensa che la Regina sia una povera cretina e quindi ritiene credibile che si circondi di donne giovani belle e scaltre disposte ad intrigare per e contro di lei ricavandoci qualcosina per conto loro, e che voglia comprare collane costosissime di nascosto del marito, prendere denaro in prestito, scroccare, impicciarsi di politica (che non era affar suo), elargire favori a suo capriccio, valutare gli uomini in base a criteri discutibili, incontrarsi al buio nei boschetti con altri uomini, etc etc...

Io non lo so :)

Certo che se da un lato perse tutto, dall'altro sopravvisse alla Regina, al Re ed a Jeanne.

Ero curiosa sul ritratto che ne avresti fatto.
L'idea che traspare è che non sia molto incline all'autocritica: la colpa degli altri. Un classico.

Bella la chiusa con il "senza alcuna religione", che fa da specchio a quanto dice lui all'inizio: non ha visto Dio intorno a sé, ma solo volti imbellettati, fiumi di vino e corruzione - probabilmente lo stesso che hanno visto in lui le due prostitute ed i tre avventurieri e probabilmente quello che ha visto in lui la Regina.

Recensore Master
03/10/17, ore 02:16

Complimenti Agrifoglio,ci hai illustrato con dovizia di particolari, un personaggio storico segnato da una sorte particolarmente infausta e non comprendo come mai nei libri di storia non se ne parli mai,nemmeno nei film dedicati a Maria Antonietta o nelle sue biografie ho mai letto tutta la storia della Lamballe.
Una vera martire,anzi ,un' eroina della Rivoluzione francese ...lei avrebbe potuto fuggire,rinnegare la corona,abbandonare la Regina in tempi non sospetti,invece fu proprio il contrario: quando tutti voltarono le spalle ad Antonietta e scomparivano dalle scene,lei tornava, dimostrando tutta la sua fedeltà,lealtà,amicizia e io credo pure amore per la sovrana.....
Avevo letto qualcosa a suo riguardo da Queen Jane però,da come l'hai reso tu, il ritratto che ne esce è completo,doloroso e realistico.
Secondo me nell'anime e nel manga non si parla volutamente di lei ,è un eroina,sembra l'alter ego di Oscar.
Ammirevole non solo la sua fedeltà e amicizia ma anche la sua saggezza, la sua audacia e la sua determinazione......é come se la Ikeda si fosse servita di lei per aver regalare ad Oscar il ruolo dell' eroina senza macchia e senza paura.
Grazie quindi x quest'ennesima prova letteraria,riuscita molto bene.
P.S. io preferisco che i personaggi della Ikeda vengano trattati come tali comunque in assenza della loro presenza in chiave rivisitata,anche la versione storica risulta una mossa vincente....tu poi sai scrivere molto bene!
Grazie e alla prossima!
(Recensione modificata il 04/10/2017 - 01:29 am)

Recensore Master
02/10/17, ore 12:06

Bella e originale l'idea di inserire nella raccolta personaggi reali che non compaiono però nell'opera originale della Ikeda... in effetti, di questa esclusione della Lamballe io mi sono sempre un po' stupita, vista l'amicizia che la legò a Maria Antonietta, dopo soppiantata dalla contessa di Polignac (anche quest'ultima pare fosse un poco diversa dall'intrigante che traccia la Ikeda, e sono curiosa di vedere a quale sarai fedele.).
La spiegazione che mi sono data per l'esclusione di questo personaggio è che forse la principessa italiana ha ceduto il campo a madamigella Oscar.
La vicenda della Lamballe fu davvero tragica e inutile, oltre che penosa; massacrata in maniera brutale, dopo la morte infierirono sul suo corpo in un modo indegno; fu una delle numerose vittime innocenti della rivoluzione che perse di vista gli ideali da cui era partita, cosa normale e quasi inevitabile, se pensiamo che l'odio alimentato da miseria, fame e disperazione, non tira fuori certo il meglio degli uomini, ma li trasforma in bestie... e di questo, qualcuno ne approfitta, e questo accade in tutte le epoche.
Dovremmo tenerlo presente anche oggi.

Recensore Master
01/10/17, ore 22:03

Purtroppo, la fame e la miseria incattiviscono le persone come tutte le sofferenze, a meno che non si sia Santi: ecco il perché di orrori come questo durante la pur doverosa rivoluzione.

Recensore Master
01/10/17, ore 21:59

Ciao, la raccolta è coesa e ben strutturata, tratti con perizia sia i personaggi minori che gli altri, mescoli quelli di fantasia a quelli esistenti, ripercorrendo la loro vita e i loro agiti. Io ho una certa predilezione per la Lamballe, un tempo così timida che (Vox populi) svenne per avere visto delle violette, o era molto sensibile. La sua vita matrimoniale fu un tormento, i lmarito morì giovane, era un vero dissoluto come il principe d'Orleans, reggente per Luigi XV, tanto per intenderci. E nell'ora del bisogno fu fedele.. Maria Teresa, figlia di MA, ricorda nelle sue memorie che quando sua madre seppe della morte della Lamballe perse la sua compostezza, per la prima ed ultima volta nella prigionia. A bienot Jane Queen Inperatrix

Recensore Master
01/10/17, ore 13:27

Ed eccoci di nuovo nell'universo della storia sfiorata dalla Storia.
Se la Ikeda avesse voluto narrare la Storia avrebbe reso la mamma di Jeanne di basso lignaggio, ma comunque sposata legittimamente con un nobile di campagna impoverito, anche se discendente di Re. Un barone che invece di cercare una sposa altoborghese, barattando titolo con denaro, sposa la figlia del portinaio del castello - un gran bel tipo insomma, o un sempliciotto o un vero incosciente.

Di figlio ce ne era uno - Jacques - di figlie tre (se non sbaglio): Jeanne, Marguerite e Marie Anne. Non una scappatella di una notte, ma un matrimonio continuato con sicuramente i suoi alti e bassi.
La più piccola viene lasciata al paese mentre tutti si trasferiscono a Parigi in cerca di fortuna - ovvero dell'aiuto del Re, perché che altro potessero cercare non è dato da sapere, dato che un nobile non poteva lavorare se non in lavori "in grande" altrimenti avrebbe perso il diritto al titolo e questo titolo era l'unica cosa che era rimasta a questa disgraziata famiglia.
Alla morte del marito la donna si trova l'amante abusivo che picchia i bambini e manda le figlie a mendicare - un classico.

Una bella storia e una delel sorelle, Marguerite ha il buon gusto di morire a 16 anni, liberando Jeanne di un fardello dal punto di vista "narrativo".

Però poi che fare del fratello maschio? Sappiamo che entra in marina come ufficiale, che si sposa e che forse muore molto giovane nell'isola di Bourbon, prima dell'esplosione dello scandalo della collana - una persona normale che si adatta a costruirsi un futuro come può? O uno stronzone che si fa i fatti suoi e abbandona le sorelle? Va a sapere...

Vuoi mettere questa banalità con il gusto di un cerchio intricato che si chiude con una Rosalie che cerca vendetta per la morte di sua madre solo per scoprire che quella non era la vera mamma e che l'assassina è la sua madre biologica?
Ed il piacere di introdurre il personaggio di Rosalie Lamorlière che è storico, fornendole tutto un background che da un senso speciale al suo assistere Maria Antonietta - anche se poi non si capisce il ruolo di questo marito giornalista che la Ikeda le affibbia e che, se amico di Robespierre, sarebbe stato in un gran bell'imbarazzo ad avere la moglie che si occupava della Regina con tanta dedizione? Quelli erano tempi in cui finivi nei guai se salutavi un prete refrattario...

Per cui la Ikeda si è presa le sue belle libertà, ha sfrondato al storia dei personaggi inutili, e si è inventata questo strano persoanggio delle mamma di Jeanne, che si ritrova a crescere non una ma due figlie illegittime, tutte e due figlie dello stesso padre, uomo che a questo punto risulta davvero singolare: è impoverito? non lo è? è discendente di Re e non sposa nessuna? è sposato e ha figli legittimi? E se non è sposato come mai seduce una giovane nobile non sposata? Che gli dice la testa? Un uomo insomma o cattivissimo, o un mezzo pazzo ;P
O è òei che non lo vuole?

E se la Polignac le affida Rosalie come mai non si fa mai viva per occuparsi della bambina? E come mai non si fa viva lei per chiedere aiuto?

La Ikeda glissa sui dettagli e noi restiamo sempre un po' stupiti, anche poi ci abbagliano queste due sorelle così diverse e che in fondo si vogliono bene, che fanno scelte diverse e finiscono per frequentare gli stessi circoli senza farne davvero parte.

Il tuo ritratto racconta di una donna che ottiene un buon posto di lavoro e con quello la stabilità economica.
Potrebbe finire lì e sposare il cocchiere e mettere insieme a lui una società di noleggio carrozze chiamandola Ubert, ma no, soccombe alle grazie di questo nobile e si fa mettere incinta per poi finire senza niente. Una storia probabilmente che capitava - basta pensare alla Pamela, che invece non concede assaggi ed alla fine ottiene il suo bell'anello al dito. La Pamela è romanzo, finzione, "fiction" dicono gli Inglese, la realtà era fatta probabilmente di tante giovani servette che si pensava di poter portare a letto impunemente, alcune tragiche vittime di molestie sessuali, altre che magari che "ci provavano" sperando in qualcosa di più. Fare l'amante ufficiale non doveva essere male, sempre meglio che passare la giornata a scrostare pentole e pitali in un mondo senza acqua corrente in casa, candeggina, sgrassanti e brillantanti e lavapiatti. E a volte questa botta di fortuna capitava e a volte pure il matrimonio, magari in età più avanzata, quando non ci sarebbero stati figli...

Le affibbiano una seconda bambina da crescere e accetta senza fare una obiezione.

Di bella l'idea che fosse difficile per lei imporre a sua figlia delle regole che lei stessa non era stata in grado di imporre a se stessa, dato che sua figlia condivideva con lei l'irrequietezza, lo stupore verso l'autonomia dei figli, che è tipico dell'essere genitori (i figli vengono su un po' come tu li educhi m aun pochino a modo loro, ti sorprendono) e l'idea di una Jeanne che ha visto tempi felici e li rimpiange e che su questo rimpianto costruisce la sua dannazione.

Di molto bella l'idea della chiusura di un cerchio.

A questo punto è d'obbligo il ritratto della Contessa!
(Recensione modificata il 01/10/2017 - 01:34 pm)

Recensore Master
01/10/17, ore 11:58

I ritratti di personaggi che appartengono sia alla Storia che alla storia sono sempre intriganti perché la Ikeda ha narrato, interpretato e distorto per i suoi fini (vedi la diabolica Du Barry, molto distante dal personaggio storico) - alla fine l'universo narrato è sempre più bello di quello vissuto. In parte perché essenziale e consistente, mentre nella vita si è sempre più "sfocati" ed in balia delle circostanze e anche delle banalità quotidiane, e poi perché, per molti versi, un personaggio narrato diventa inequivocabile perché del Nicola de la Motte della Ikeda sappiamo tante azioni private e tanti discorsi che del Nicolas de la Motte reale ci sono ignoti.

Anche una fanfiction, sia pure in versi, che costruisce sul costruito, vive in un universo parallelo, sempre molto interessante, ma in questi casi, non sapendo se le fondamenta affonderanno più nella storia o nella Storia non si sa mai bene come giudicare la voce del personaggio.

"Appartenni alla nobiltà come un eretico alla fede" è una bella frase. Oltre che essere d'effetto implica un distacco, ma anche una appartenenza: un eretico ha fede, altrimenti sarebbe ateo o agnostico. Ed in effetti Nicolas de la Motte era nobile anche se non così nobile come gli avrebbe fatto comodo.

"amava il lusso, il potere, la bellezza e l’ostentazione" descrive bene Jeanne della Ikeda e molto probabilmente anche la Jeanne della Storia - il suo motore è quello, mettere i piedi in caldo.
Descrive anche la maggior parte dei personaggi della storia, sia quelli a cui va male, sia quelli a cui va bene, sicuramente la miseria è la cartina di tornasole del proprio carattere. Maria Antonietta per esempio può godere di lusso potere e bellezza senza dover pagare nulla dato che sono suoi diritti dalla nascita - anche se poi pagherà un prezzo spropositato dopo per l'immagine di sé che si è creata (erano davvero le sue spese il problema?).
La Du Barry della Ikeda ama anche lei le stesse cose e commette (tenta) azioni riprovevoli per averle perché di nascita non le spetta nulla. Diventare l'amante del Re glielo perdoniamo, il veleno (invenzione della Ikeda) no. Supera il limite, diventando personaggio spregevole, ma chiude tutto sommato in bellezza.

Jeanne e Nicolas sono due folli, bruciati da desideri di ricchezza e di rivalsa, e che non si fermano davanti a nulla.

"Se fossimo riusciti a fuggire all’estero ed a goderci il denaro,
saremmo vissuti per sempre insieme ed avremmo avuto dei figli"
Questo è indubbiamente vero per la coppia disegnata dalla Ikeda, che è unita e ben conscia dei reciproci pregi e difetti e che se ne va col botto - metaforico e non.
Per la coppia della Storia non molto: alla fine fuggono, ma vivono separati, lui "lavora" per lei, lei diventa l'amante di un altro... lui le sopravvive.
(Recensione modificata il 01/10/2017 - 12:03 pm)

Recensore Master
30/09/17, ore 23:08

Bella questa poesia :)
Se leggiamo la sua storia con gli occhi della Ikeda non possiamo che capire: meglio un cagnolino che un essere umano, chi non lo ha pensato almeno una volta? E di solito per piccole cose di tutti i giorni... deligere oportet quem velis diligere diceva Cicerone, e la Marchesa che ha pagato il prezzo di un cuore troppo grande consiglia con distacco di chiudere la porta a chiavi e non affezionarsi mai.

Recensore Master
28/09/17, ore 12:36

Entra dunque ancora una volta la Storia... con una nuova parte. Quindi, se ho ben capito, sono un tot di personaggi per ogni tema? Splendida idea e progetto ambizioso, che stai realizzando davvero bene. Il ritratto di Lavoisier è un'altra perla... e contiene un'amara verità, quanto mai valida per molti grandi uomini del passato e forse del presente: nemo propheta in patria. Specie se si tratta di una patria in cui infuria una Rivoluzione, partita con sacrosanti ideali, ma poi tramutatasi in una sorta di mostro feroce e cieco, capace di travolgere quella ragione che Lavoisier impersonava per primo.Un saluto e alla prossima

Recensore Master
28/09/17, ore 00:54

Molto ricco questo ritratto storico, ovviamente il fine è puntare il dito contro la rivoluzione francese che nel suo impeto omicida non risparmio ' nessun nobile al cruento destino. Condanna a morte anche per il povero Lavoisier sebbene il forte sentimento anti religioso dell'epoca avrebbe potuto salvare uno come lui, scienziato e scopritore illuminato.
Ma pur sempre appartenente all' aristocrazia e devoto alla Corona per i suoi servigi ; non solo,da come leggo qui nemico di "testa calde "come Marat;
però mi sfugge una cosa: esattamente dove e quando ne parla la Ikeda sul manga Rose de Versailles?Nell'anime non venne menzionato neanche una volta!
Detto ciò a me va benissimo questo tuo sguardo a 360 gradi sulla Rivoluzione Francese solo che più passa il tempo più cresce la frenesia di scoprire cosa mai ci riserverai riguardo i personaggi della storia originale....Maria Antonietta in primis. Sarà la fanciulla aggraziata e capricciosa che ci ha presentato la Ikeda migliorando notevolmente il suo atteggiamento negli anni della maturità oppure la frivola leggera e scapestrata regina che ci è stata consegnata dai libri di Storia?
(Recensione modificata il 28/09/2017 - 06:05 pm)

Recensore Master
27/09/17, ore 21:45

Anche la gloriosa Rivoluzione ha avuto i suoi lati oscuri, purtroppo!