Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_
Il capitolo su Bernard non l'avevo recensito. |
La morte concede il lusso della verità. E la tua Du Barry è splendida e soave nel dirla. Ad esempio, quando sottolinea la grettezza delle figlie del Beneamato, che naturalmente non poteva criticare da viva, visto che Luigi XV nutriva per loro un profondo affetto. |
Mi avvicino ora a questa tua reinterpretazione di quel capolavoro di E.L. Masters., incuriosita dal fatto di averlo più volte letto mentovare da altri autori. Mi ero ripromessa di affrontarlo, prima o poi. Spero di riuscire a lasciare anche solo poche righe per ognuno dei capitoli/personaggi che hai declamato. |
Sono molto contenta di leggere questo ritratto di Madame de Jarjayes, che è un personaggio che per me è un gusto acquisito. |
Cara Agrifoglio, non sono riuscita a resistere e ho letto in anticipo l'epitaffio di André. E' veramente bellissimo, non c'è bisogno di aggiungere altro. Credo che tu abbia colto in pieno l'essenza del personaggio nel suo perenne dissidio interiore, quella lacerazione che lui stesso faceva di tutto per non far rimargine, quell'essere sospeso tra l'anelito a vivere una vita normale (amore senza A maiuscola, matrimonio, figli) e il sogno irrealizzabile che però si realizza, anche se solo per poche ore o forse per tutta un'esistenza che ha trascorso all'ombra di un'altra, nella piena consapevolezza di volerlo. Hai perfettamente ragione a scrivere che "il destino cinico e baro non fu quello che lo fece morire ventiquattr’ore dopo la dichiarazione di Oscar, ma quello che, molti anni prima, unì i cammini di questi numeri primi." Un capitolo veramente superbo, per il quale non posso far altro che congratularmi con te ed inchinarmi alla tua bravura! Un abbraccio. S. |
Ed eccoci arrivati all'epitaffio di colui che sparò il colpo fatale per il povero André: con lui non riesco ad arrabbiarmi, per quanto mi sforzi... era un povero cristo, esattamente come André e come tanti altri in quell'infuocato luglio parigino... ha fatto solo il suo dovere di soldato, ma ha finito per rimetterci la vita ed i suoi cari, come spesso accade in simili circostanze, ne hanno pagato non solo il prezzo ma anche gli interessi. |
Confermo quanto detto nella precedente recensione... i due duchi sono come il gatto e la volpe ed il loro sodalizio malvagio non può sciogliersi nemmeno dopo la morte! Forse l'unico punto su cui può avere ragione riguarda l'assurdità del meccanismo della successione dinastica, che non sempre porta sul trono persone capaci di governare uno Stato: la Storia ci regala una molteplicità di esempi, dai Giulio-Claudi ai Flavi, da Carlo Magno ed i suoi eredi agli Ottoni, da Luigi XIV a Luigi XV e la trafila potrebbe continuare. Ciò non toglie che forse neppure lui sarebbe stato all'altezza della situazione. Vogliamo definirlo emulo di Mecenate? E' la sola cosa buona che abbia fatto, anche se dubito della bontà e soprattutto della genuinità delle sue motivazioni. |
Perché è esattamente quello che meriti, arrogante traditore, feccia della società e vergogna di tutta la nobiltà... e potrei continuare con epiteti ancor più coloriti! Le fiamme dell'inferno sono l'unico posto in cui un essere del genere può essere andato a finire... anzi, proporrei di dare un po' di tregua e Bruto e Cassio e permettere a Lucifero di rifarsi la bocca con lui e col suo degno compare! Scusa lo sfogo, scaturito di getto a causa della tua bravura nel far emergere i tratti più meschini ed irritanti di questo personaggio! Molto efficaci nel rendere l'idea di quanto le disprezzasse le espressioni con cui l'orrido duca parla di Oscar e della Regina. |
Questo spaccato di vita quotidiana dei bassifondi di Parigi dipinto con gli occhi di Pierre mi ha fatto accapponare la pelle... è la traduzione in gesti, parole ed azioni di cosa tocca fare per vivere ad un bambino, ciò di cui forse nemmeno i grandi intellettuali con la bocca piena di libertà, uguaglianza e fraternità avevano una pallida idea. Bravissima, come sempre. A presto. S. |
sapientemente scelte, per sintetizzarne un ritratto perfettamente conforme alla loro più autentica essenza: ed infatti le loro tombe parlano di valori, di ideali, di amore, tutti, purtroppo, in un modo o nell'altro, traditi dalla crudeltà della Storia e del Destino, che però proprio attraverso i sepolcri in cui riposano vengono consacrati all'immortalità. A presto. S. |
Vedi che sono già passata al secondo capitolo... se un pò mi conosco, credo che non riuscirò a fermarmi facilmente! Il tuo stile è molto curato ed efficace. Un esempio che vale più di mille parole: "Si mise in mezzo il Re e vinsi io; morì il Re e vinse lei." Due periodi sinteticissimi, in cui però è mirabilmente racchiusa tutta la storia della Du Barry, favorita del Re, nella sua vertiginosa ed irreversibile caduta dalle stelle al confuso mondo dell'anonimato. Ciò che le fai dire è sacrosanto: non riuscì ad essere all'altezza della sua rivale nemmeno nel momento di andare incontro alla morte. I complimenti sono d'obbligo! |
Cara Agrifoglio, non avevo mai gettato lo sguardo su questa tua storia fino ad oggi ed ora che l'ho fatto non posso dire di essermene pentita. Per adesso ho letto solo il primo capitolo, in cui a parlare è Luigi XV, ed il ritratto del personaggio che ne emerge complessivamente mi sembra molto rispondente al vero storico: un uomo molto pieno di sé, sensibile al richiamo della carne e, a differenza del suo predecessore, capace di portare la Francia intera sull'orlo della bancarotta... certamente Luigi XVI avrebbe ben potuto addurre, a scusante della sua altrettanta incapacità di gestire efficacemente uno Stato, il fatto di averlo ereditato già in pessime condizioni. |
Di nonnina non si sa niente - nel manga è tremenda, nell'anime più umana, come nonna non è un granché, sembra sempre preferire Oscar al nipote. |
Il pittore viene ingaggiato come ritrattista: dovrebbe dipingere ciò che vede e ciò che ora è. |
Perdona il ritardo ma... eccomi qui! E finalmente è comparso il personaggio che cercavo qualche tempo fa, quell'Eco di Parigi che tante volte nell'anime ha dato voce ai tormenti dei Parigini e che arriva a incrociare André nel suo periodo più difficile. La tua scelta di farne il cantore finale è quindi azzecatissima, ne è venuta fuori un'ultima, struggente ballata che costituisce il tuo commiato. Bella l'idea di intercalare il titolo come una sorta di cupo ritornello, riesce a conferire al tutto una certa musicalità. Splendide le parole, un'amara riflessione su quel pezzo di Storia che si eleva a diventare riflessione sull'umanità. Non mi dilungo più di tanto perché ho già espresso recentemente cosa penso di questa storia nella sua globalità; mi sento di aggiungere, ad ogni modo, che se finalmente si decidessero ad aggiornare la sezione delle Scelte, questa tua opera ci dovrebbe andare di diritto. Un saluto e a presto... su altri lidi! |