Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
04/10/18, ore 01:32

Il capitolo su Bernard non l'avevo recensito.

Non era un personaggio molto sviluppato, a parte essere antipatico e incline ad arrabbiarsi. Mi sembra di ricordare che nell'anime ci fosse qualche vago cenno al fatto che non approvasse dei metodi cruenti dei rivoluzionari, ma non sono sicura.
Comunque questa è un'interpretazione che gli dà quel po' di spessore che aiuta a vedere il suo punto di vista- era un giovane con dei grandi ideali, poi li ha indirizzati male, poi ancora ha assistito a cose che lo hanno reso disilluso e amareggiato, e un po' per quello e un po' per il buonsenso di Rosalie ha finito per tirarsi fuori da una situazione che stava per andare a finire molto male.
Penso che questo grande senso di disillusione gli aggiunga qualcosa; ci si può immedesimare in un personaggio che ha visto le sue illusioni giovanili crollare davanti alla realtà. I suoi ideali erano condivisibili, e molto belli sulla carta- deve essere stato terribile vedere come poi sono degenerati quando attuati da politici approfittatori.

Su Rosalie non esprime molto; forse non si trattava del grande amore. Almeno per farla contenta ha messo la testa a posto in ben due occasioni, quindi immagino che una certa stima ci fosse.

Che bello, il finale; André, mite e dignitoso, che ha contribuito col suo perdono a renderlo migliore. Anche qui fa una bella figura.
(Recensione modificata il 04/10/2018 - 07:53 am)

Recensore Master
21/08/18, ore 16:12

La morte concede il lusso della verità. E la tua Du Barry è splendida e soave nel dirla. Ad esempio, quando sottolinea la grettezza delle figlie del Beneamato, che naturalmente non poteva criticare da viva, visto che Luigi XV nutriva per loro un profondo affetto.

Il passaggio in cui parla dei libelli infamanti mi ha fatto riflettere. Non vorrei scivolare in inesattezze, ma credo che, in effetti, le favorite di un sovrano non subissero la caricaturale efferatezza dei pamphlettisti. Lei, invece, l’Austriaca si. La sua colpa era di essere straniera. Questo la dice lunga sui costumi della società francese di quegli anni: potevi permetterti di fornicare a piacimento, ma non di essere una straniera.

Avrei preferito anch’io un po’ di umana considerazione per questa donna, quando il suo astro si era ormai spento. Ma complessivamente non regge il paragone, per stile ed eleganza, con la sua rivale. La dignità mostrata da Maria Antonietta fino al suo ultimo respiro, questa donna venuta dal nulla, non ha potuto comprarla con le sue grazie.

La ricostruzione biografica è, come immagino per tutti gli altri personaggi storici, curatissima e ben resa con lo stile che utilizzi, a metà fra prosa e poesia (o almeno così mi appare).

Ilaria

Recensore Master
25/07/18, ore 09:00
Cap. 1:

Mi avvicino ora a questa tua reinterpretazione di quel capolavoro di E.L. Masters., incuriosita dal fatto di averlo più volte letto mentovare da altri autori. Mi ero ripromessa di affrontarlo, prima o poi. Spero di riuscire a lasciare anche solo poche righe per ognuno dei capitoli/personaggi che hai declamato.
Comincio, ovviamente, da questo Luigi XV, di cui tanto bene descrivi l’aver preferito la dissolutezza del piacere alla noia del dovere. Ah, se avesse potuto lui avere per le mani quella deliziosa vergine tanto a lungo ignorata da quel brocco di suo nipote! Bellissimo questo passaggio, pur con garbo non perdi occasione di sottolineare la brama lussuriosa di quest’uomo che, non so perché, mi suscita in parte simpatia, pur essendo indubbiamente un inetto (come tutta la dinastia dei Borboni, ma questa è una mia personalissima opinione) che non ha saputo mettere al servizio del suo Paese la sua notevole cultura.
Di questo personaggio lambisci graziosamente tutti i personaggi, perlopiù insulsi - con poche eccezioni - che hanno fatto da sfondo alla sua vita.
Meraviglioso l’aggancio fra realtà storica e fantasia, con quel rimando a Oscar. Però, povero il mio Generale, perché vecchio pazzo? Forse non apprezzava, il Beneamato, la tradizionale fedeltà dell’antichissima schiatta dei Jarjayes alla Corona?
Il diluvio era già cominciato.

Recensore Master
06/05/18, ore 17:33

Sono molto contenta di leggere questo ritratto di Madame de Jarjayes, che è un personaggio che per me è un gusto acquisito.

All'inizio la detestevo e la consideravo l'Ectoplasma: non la si vede mai.
Colpa dell'Ikeda che non l'aveva presa in considerazione? Considerava Oscar un personaggio secondario e non s'era presa la briga di immaginare e delineare i vari membri della famiglia?
Potrebbe anche essere: gira la leggenda che JKR avesse fatto una scheda per ogni maghetto e babbano del suo mondo, per cui li aveva tutti in pugno, ma la sua saga ha preso anni dal punto di vista sia editoriale sia di scrittura per cui ha potuto ragionare molto bene sui vari dettagli del suo mondo. La Ikeda probabilmente preparava un episodio a settimana, su un canovaccio che dovette mutare parecchio, nel corso dell'opera, dalle sue intenzioni originali.
Per cui forse non lo sa nemmeno lei e noi ci facciamo le pippe su un personaggio che non è stato disegnato per dimenticanza... ma... le fanfiction sono questo, no? Il divertimento sta anche in queste cose, nel riempimento dei buchi :)

Comunque sia: il Generale chiede ad Oscar di entrare nelle Guardie Reali e le molla un ceffone che levati - la mamma dove sta?

D'accordo non vuole intromettersi nell'educazione della figlia femmina trasformata in maschio perché quello è un territorio dove si muove male e di cui non sa nulla, ma Oscar con il fattaccio brutto del cavallo, viene ferita, e ce li ritroviamo tutti al capezzale che piangono e si chiedono se supererà la notte. Compreso Fersen che in pratica l'aveva conosciuta l'altroieri e manco aveva capito che non era un uomo...
Ora può essere che fossero tutti delle pappemolle, per carità, gente esagerata che se la menava, ma quella era un'epoca senza antibiotici, ed un ramo in un braccio, si si, sarà stato bio al 100% non dico di no, però una certa inquietudine io l'avrei sentita.

Poi ogni tanto appare.

Ma l'unico genitore sempre presente sembra essere il Generale.
E' esattamente il contrario di "Marmee" delle sorelle March, che è una donna molto occupata, ma che ogni sera è in casa, al centro del focolare, tenendo ben salde le quattro ragazze e agendo secondo le proprie idee.
Qui il generale è colui che conta. Dalla famiglia sparisce la madre e pure cinque sorelle maggiori con i relativi destini, fidanzati, mariti e figli - faranno capolino nelle Storie Gotiche che io però non ho letto.

Dietro si possono immaginare tante storie: che avesse tralignato ed il marito l'avesse rinchiusa in qualche convento in segreto. Magari era innamorata del padre di Girodel, che ne sappiamo?
Che si fossero separati e lei avesse una vita parallela con un'altra famiglia.
Che fosse andata appresso ad una figlia per sposarla o curarla, o perché s'era sposata e si sentiva sola, e fosse quindi stata lontana per molto tempo, magari in Russia.
Che fosse depressa e malata e l'avessero spedita al mare e lasciata lì, dimenticandola.
Tutto può essere.

Certo non è una dama brillante della Corte, non da consigli particolari ad Oscar - e forse avrebbe dovuto - non si ritaglia il ruolo della donna saggia, o di quella con le giuste connessioni che ogni tanto risolve o aiuta, avrebbe dovuto trovare lei un escamotage per gestire la Delfina e la Du Barry, in fondo due ragazzine, rispetto a lei, ma Marguerite non è la Fata Madrina, bensì l'eterna Cenerentola.

Mi garba la descrizione: nobiltà di provincia, ma con terre e castelli, non povera, ma nemmeno una che tienw banco in salotti letterari o bische. Sposa giovane di uno più forte di carattere di lei, ma non così più vecchio da doverla solo guidare. Donna che si sente inadeguata :)
Corretto, secondo me, immaginarla spaventata: il Terrore doveva aver segnato tutta una generazione, tra l'altro leggevo ultimamente che solo 1/6 delle vittime furono nobili per cui nessuno ad un certo poteva sentirsi davvero al sicuro. Se scardini l'ordine sociale e metti in discussione il diritto ad essere considerati innocenti fino a prova contraria, la certezza che la folla non può essere legittimata, e perfino la proprietà chiunque può prendere, accusare e farsi giustizia da solo - che resta quindi?


Bella anche la domanda che lei si pone alla fine: si è figli dei propri tempi, è vero, e si servono i propri ruoli, ma esiste anche la coscienza.

Recensore Junior
04/05/18, ore 21:26

Cara Agrifoglio, non sono riuscita a resistere e ho letto in anticipo l'epitaffio di André. E' veramente bellissimo, non c'è bisogno di aggiungere altro. Credo che tu abbia colto in pieno l'essenza del personaggio nel suo perenne dissidio interiore, quella lacerazione che lui stesso faceva di tutto per non far rimargine, quell'essere sospeso tra l'anelito a vivere una vita normale (amore senza A maiuscola, matrimonio, figli) e il sogno irrealizzabile che però si realizza, anche se solo per poche ore o forse per tutta un'esistenza che ha trascorso all'ombra di un'altra, nella piena consapevolezza di volerlo. Hai perfettamente ragione a scrivere che "il destino cinico e baro non fu quello che lo fece morire ventiquattr’ore dopo la dichiarazione di Oscar, ma quello che, molti anni prima, unì i cammini di questi numeri primi." Un capitolo veramente superbo, per il quale non posso far altro che congratularmi con te ed inchinarmi alla tua bravura! Un abbraccio. S.

Recensore Junior
02/05/18, ore 18:06

Ed eccoci arrivati all'epitaffio di colui che sparò il colpo fatale per il povero André: con lui non riesco ad arrabbiarmi, per quanto mi sforzi... era un povero cristo, esattamente come André e come tanti altri in quell'infuocato luglio parigino... ha fatto solo il suo dovere di soldato, ma ha finito per rimetterci la vita ed i suoi cari, come spesso accade in simili circostanze, ne hanno pagato non solo il prezzo ma anche gli interessi.

Recensore Junior
02/05/18, ore 18:00

Confermo quanto detto nella precedente recensione... i due duchi sono come il gatto e la volpe ed il loro sodalizio malvagio non può sciogliersi nemmeno dopo la morte! Forse l'unico punto su cui può avere ragione riguarda l'assurdità del meccanismo della successione dinastica, che non sempre porta sul trono persone capaci di governare uno Stato: la Storia ci regala una molteplicità di esempi, dai Giulio-Claudi ai Flavi, da Carlo Magno ed i suoi eredi agli Ottoni, da Luigi XIV a Luigi XV e la trafila potrebbe continuare. Ciò non toglie che forse neppure lui sarebbe stato all'altezza della situazione. Vogliamo definirlo emulo di Mecenate? E' la sola cosa buona che abbia fatto, anche se dubito della bontà e soprattutto della genuinità delle sue motivazioni.

Recensore Junior
02/05/18, ore 17:49

Perché è esattamente quello che meriti, arrogante traditore, feccia della società e vergogna di tutta la nobiltà... e potrei continuare con epiteti ancor più coloriti! Le fiamme dell'inferno sono l'unico posto in cui un essere del genere può essere andato a finire... anzi, proporrei di dare un po' di tregua e Bruto e Cassio e permettere a Lucifero di rifarsi la bocca con lui e col suo degno compare! Scusa lo sfogo, scaturito di getto a causa della tua bravura nel far emergere i tratti più meschini ed irritanti di questo personaggio! Molto efficaci nel rendere l'idea di quanto le disprezzasse le espressioni con cui l'orrido duca parla di Oscar e della Regina.

Recensore Junior
02/05/18, ore 17:41
Cap. 4:

Questo spaccato di vita quotidiana dei bassifondi di Parigi dipinto con gli occhi di Pierre mi ha fatto accapponare la pelle... è la traduzione in gesti, parole ed azioni di cosa tocca fare per vivere ad un bambino, ciò di cui forse nemmeno i grandi intellettuali con la bocca piena di libertà, uguaglianza e fraternità avevano una pallida idea. Bravissima, come sempre. A presto. S.

Recensore Junior
30/04/18, ore 23:06

sapientemente scelte, per sintetizzarne un ritratto perfettamente conforme alla loro più autentica essenza: ed infatti le loro tombe parlano di valori, di ideali, di amore, tutti, purtroppo, in un modo o nell'altro, traditi dalla crudeltà della Storia e del Destino, che però proprio attraverso i sepolcri in cui riposano vengono consacrati all'immortalità. A presto. S.
(Recensione modificata il 30/04/2018 - 11:10 pm)

Recensore Junior
30/04/18, ore 17:48

Vedi che sono già passata al secondo capitolo... se un pò mi conosco, credo che non riuscirò a fermarmi facilmente! Il tuo stile è molto curato ed efficace. Un esempio che vale più di mille parole: "Si mise in mezzo il Re e vinsi io; morì il Re e vinse lei." Due periodi sinteticissimi, in cui però è mirabilmente racchiusa tutta la storia della Du Barry, favorita del Re, nella sua vertiginosa ed irreversibile caduta dalle stelle al confuso mondo dell'anonimato. Ciò che le fai dire è sacrosanto: non riuscì ad essere all'altezza della sua rivale nemmeno nel momento di andare incontro alla morte. I complimenti sono d'obbligo!
(Recensione modificata il 30/04/2018 - 05:53 pm)

Recensore Junior
30/04/18, ore 17:39
Cap. 1:

Cara Agrifoglio, non avevo mai gettato lo sguardo su questa tua storia fino ad oggi ed ora che l'ho fatto non posso dire di essermene pentita. Per adesso ho letto solo il primo capitolo, in cui a parlare è Luigi XV, ed il ritratto del personaggio che ne emerge complessivamente mi sembra molto rispondente al vero storico: un uomo molto pieno di sé, sensibile al richiamo della carne e, a differenza del suo predecessore, capace di portare la Francia intera sull'orlo della bancarotta... certamente Luigi XVI avrebbe ben potuto addurre, a scusante della sua altrettanta incapacità di gestire efficacemente uno Stato, il fatto di averlo ereditato già in pessime condizioni.
Da un punto di vista generale, mi piace e mi intriga l'impianto della storia, che si dipana, per la parte spettante, dal punto di vista di ognuno dei personaggi e che, credo, ti abbia permesso di dare vita a qualcosa di veramente originale (a me ha ricordato l'impostazione che Baricco ha dato alla sua rilettura dell'Iliade di Omero). Non ti garantisco di riuscire a leggerla tutta, causa una cronica mancanza di tempo, ma ora che l'ho scoperta non farò a meno di tentare! Un abbraccio e a presto. S.

Recensore Master
30/04/18, ore 09:10

Di nonnina non si sa niente - nel manga è tremenda, nell'anime più umana, come nonna non è un granché, sembra sempre preferire Oscar al nipote.
La biografia inventata è carina e cerca di spiegare alcune cose.

Di certo ha sepolto un marito, almeno un figlio e infine un nipote - tra tutti forse era la più resiliente, capace di guarire dalle ferite. Fa sorridere una Oscar semi alcolista che in fondo fino a che non muore andré non perde mai nessuno e nemmeno perde se stessa. Penso alla vita di Lauzun, che si impegna e non ottiene, che vorrebbe partire per grandi imprese ed invece non ha il favore della Regina e quindi non può fare nulla di quanto vorrebbe. E che si innamora, ma lei è di un altro ed una relazione porta solo guai alla ragazza, e poi ama di nuovo, ma non ha abbastanza coraggio per disfare tutto - Oscar al confronto sembra graziata.
Fa anche sorridere André - anche Nonnina avrà amato e pure perso.

Dispiace nell'anime che non sappia mai parlare al nipote e spiegargli alcune cose della vita - forse non lo amava abbastanza.

Recensore Master
30/04/18, ore 08:59
Cap. 44:

Il pittore viene ingaggiato come ritrattista: dovrebbe dipingere ciò che vede e ciò che ora è.
Farà tutt'altro.

Ritratto su un cavallo.
Napoleone se ne farà fare uno.
Se ne era fatto fare uno pure Maria Antonietta, che nella vita reale a Corte aveva imparato e montava sia alla amazzone che da uomo. La criticarono: troppo poco dimessa per essere una donna.

Quello di Oscar si intravede se non ricordo male: lei ha posato, ma il pittore ha dipinto la Oscar che ricordava lui, quella di tanti anni prima, piena di speranze e di ideali, bella e soprattutto giovane, non la donna che ormai stava morendo di tisi e che, per quanto ne sapeva, non era mai stata amata dal suo amore di un tempo e non era più amata dal suo amico di sempre.

Curioso che il Generale e Madame Marguerite non notino il contrasto e non si chiedano se la figlia stia bene - o forse lo sapevano e la lasciavano fare, perché tanto quando non c'è più rimedio è inutile stare a sottolineare l'ovvio e forse è meglio godere ciò che resta.

André è quasi cieco e quindi vede ciò che vuol vedere.

Nonnina non vuol vedere proprio.

Mi chiedo se sia stata soddisfatta della commissione . fatta poi perché? per lasciare qualcosa di sé ai genitori? ad André?

Recensore Master
28/04/18, ore 07:51

Perdona il ritardo ma... eccomi qui! E finalmente è comparso il personaggio che cercavo qualche tempo fa, quell'Eco di Parigi che tante volte nell'anime ha dato voce ai tormenti dei Parigini e che arriva a incrociare André nel suo periodo più difficile. La tua scelta di farne il cantore finale è quindi azzecatissima, ne è venuta fuori un'ultima, struggente ballata che costituisce il tuo commiato. Bella l'idea di intercalare il titolo come una sorta di cupo ritornello, riesce a conferire al tutto una certa musicalità. Splendide le parole, un'amara riflessione su quel pezzo di Storia che si eleva a diventare riflessione sull'umanità. Non mi dilungo più di tanto perché ho già espresso recentemente cosa penso di questa storia nella sua globalità; mi sento di aggiungere, ad ogni modo, che se finalmente si decidessero ad aggiornare la sezione delle Scelte, questa tua opera ci dovrebbe andare di diritto. Un saluto e a presto... su altri lidi!