Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
15/01/18, ore 02:02

Ciao cara Agrifoglio!
Mi è successa una cosa strana, mentre leggevo questo capitolo ... sicuramente non è una coincidenza anzi sono convinta che anche tu ci hai pensato.
Alla fine della seconda puntata dell' anime, pochi istanti prima della sigla finale c'era un velocissimo flash su Fersen giovanissimo in carrozza ....poi la voce del narratore che esordiva.." il suo destino fra pochi anni si sarebbe incrociato ineluttabilmente con quello di Oscar e la principessa Maria Antonietta " sullo sfondo come ultimo fotogramma l'immagine di questa triade di personaggi uno di fianco all' altro, ma di spalle,senza guardarsi , le loro mani aperte dietro la schiena che sembravano quasi sfiorarsi ....tuttavia quell'immagine simbolica mi fece pensare negli anni, alla caducità della vita e dei legami, soprattutto al fatuo gioco del destino che si prende gioco a volte dei sentimenti umani facendosi beffa dei nostri propositi e desideri.
Il tuo ritratto di Fersen l'ho trovato assolutamente consono;più che plausibile la sua descrizione sia di Oscar che della regina.
Il conte appare languido ,sdolcinato e poco ardimentoso sebbene con il passare degli episodi e soprattutto degli anni , acquista molto più carattere e determinazione .
Riguardo la sua storia d'amore con Maria Antonietta (quella reale) mi spiace che vi siano creati messaggi discordanti,eppure facendo le dovute ricerche emerge chiaramente che almeno dopo Varennes tale relazione si sia in qualche modo consumata.
La loro fu una storia travagliata e clandestina per molti anni probabilmente solo platonica e forse fu proprio questo continuo idealizzarsi reciprocamente a farli percepire come anime gemelle nate per una "felicità completa" ma impossibile da realizzarsi.
Per Oscar paradossalmente accadde lo stesso, lei in realtà, innamorata del loro amore si autoconvinse di desiderare quello del conte quando invece dopo la delusione del ballo, comprese l'' autoinganno, il madornale errore, perche' mai e poi mai avrebbe tradito la fiducia della sua Regina nemmeno con un semplice bacio rubato.
Era la sua identità femminile quella che soffriva ,il suo sentirsi relegata dal conte in uma condizione maschile anche nell' amicizia.
Infine la conclusione che hai operato e l'accenno a quel " tutto a lei mi guida " è stata una splendida cliegina sulla torta.
Davvero un finale da pelle d' oca, evocativo e struggente. Grazie , ti aspetto con i prossimi episodi . Sono curiosa della nonna Marie!A presto!Recensione modificata il 15/01/2018 - 02:04 am)
(Recensione modificata il 15/01/2018 - 02:26 am)

Recensore Master
13/01/18, ore 07:53

l Duca di Guiche??!?!?! Ma sai che mai mi sarei aspettata un pezzo su di lui?
Non ho la minima idea di come fosse in realtà: sono andata giusto ora a cercare sul santo web, trovando il viso gentile di un tizio della stessa annata di Oscar, che faceva pure il suo stesso mestiere: capitano della Guardia del Corpo del Re. Solo che lo faceva allo scoppio della Rivoluzione mentre Oscar aveva già fatto carriera da un bel po'.
Indubbiamente fedele alla monarchia, tiene il punto, emigra, poi rientra, e conduce una vita tutto sommato produttiva e anche interessante.
Sicuramente un resiliente.

Come marito: va a sapere.

Le nozze con Aglae vengono consumate subito: il primo figlio è del 1782, e lei ha 14 anni - ai nostri occhi fa davvero effetto. Poi, per carità, altro mondo, si cresceva forse più in fretta e soprattutto si moriva ed invecchiava prima: le adolescenze prolungate sono un dono lussuoso della medicina moderna :P E' probabile che fare un figlio dopo i 30 anni, che oramai nel mondo occidentale è la norma, apparisse azzardato quanto adesso per noi pensare di riprodursi a 50 anni - anche se, si spera, saremmo più esperti, maturi, posati e sessualmente consapevoli rispetto ai 30.

Il Duca dell'anime è disegnato come ripugnante: è grosso e corpulento come un orco. Ha il viso volgare: non è nemmeno "bello" - D'Orleans, altro cattivo, lo sembra, invece: la Ikeda non è moralista nella distribuzione delle grazie a uomini e donne, vedi la Polignac, Jeanne, la stessa Charlotte, che sono tutte molto molto carine se non addirittura affascinanti ;P
Ed è decisamente assatanato: doppi sensi, allusioni, davanti alla ragazzina ed a sua madre, l'orrore di chi sa di avere il potere di poter dire e fare come gli pare e che non ha nemmeno né la sensibilità, né un briciolo di quella classe che ci si aspetterebbe da uno uomo nella sua posizione. L'educazione, se l'ha ricevuta, su lui è passata come l'acqua sopra un sasso. Credo fosse ripugnante pure per un nobile del suo giro.

Qui lo descrivi come uno stronzo consapevole: gli piacciono le donne giovani, come a tutti del resto, non cerca una compagna con cui discutere del senso della vita o di Kant, Montesquieu e degli ultimi dettami della moda - della compagnia intellettuale se ne frega.
Probabilmente di amici uomini ne aveva quanti gliene bastavano e non era l'amicizia quello che cercava in una moglie. Di ricordi comuni che potrebbe offrire una coetanea non ha il desiderio: vuole una compagna di letto e la vuole giovane, con la pelle compatta e luminosa, i capelli forti e folti, i muscoli sodi, con seni e sedere che non hanno ancora dovuto fare i conti con il lento, ma inesorabile, lavorio della forza di gravità. E, non illudiamoci, la pelle della preadolescenza fino ai 18 anni non è la pelle dei 30 ;P

Ma il rispetto per l'infanzia?
L'infanzia finisce con il menarca. Punto. Questo fa molto vita tra selvaggi.
S'altro canto il sesso ha come scopo la riproduzione e madre natura decide lei quando il corpo è pronto per questo: la società si può permettere di contraddire la natura?

Quanto all'innocenza... non ne fa un discorso sessuale: la ragazzina era ignara di sesso, ma una potenziale stronza quanto lui, fa intendere - il che fa effetto perché il personaggio disegnato della Ikeda non è buono come Rosalie, è altera e stronzerella anche se poi, quando deve confrontarsi con uno più forte di lei saltano fuori la fragilità e l'età. Della serie: lupo con le pecore e pecorella davanti ad un lupo.

Parla di appagamento e dispetto, come se nei suoi programmi non ci fosse in mente uno stupro, ma sesso consensuale e ben fatto, il piacere femminile, insomma, l'avrebbe preso in considerazione.
Se invece di suicidarsi, fa intendere, Charlotte avesse fatto buon viso a cattivo gioco, quei due avrebbero trovato una intesa, fatto sesso come ricci con orgasmi che levati ed avrebbero pure trovato una intesa intellettuale.

Che dire? Sicuramente a metà tra quello dell'anime e (forse) quello reale.

Il Guiche della Ikeda è orco e come orco è anche tardo e sciocco e del piacere della ragazzina si capisce che se ne frega. Anzi nella scena del bacio alla mano (e lì non sappiamo se fosse una metafora ikediana per qualcosa di diverso) si capisce che non gli interessa affatto presentare il sesso coma una attività piacevole di cui godere in due, o un modo per stuzzicare chi comincia ad avere degli istinti sessuali ma non ha avuto il tempo di imparare ad usarli. Piuttosto, gli piace spaventare, mettere in imbarazzo, forzare. Sembra insomma che parte del divertimento stia nel fatto che ciò che lui fa non piaccia affatto e getti nella disperazione la poveretta.

Il tuo, invece, sembra un uomo cinico che ha, come dici tu, fiutato la possibile anima gemella: stronzina, egoista, viziata. Forse la vede pure come precoce e sicuramente non asessuata. E pensa che la loro sarebbe una unione scritta non dico nel Cielo, ma... "funzionale", "possibile", e pure terribilmente alla moda.

Come ritratto, onestamente, è infedelissimo, e, sempre onestamente, mi piace: gli hai dato una voce potente. Da stronzo, sia chiaro, ma parla in modo "autonomo", e non è facile dare ad ogni personaggio una propria voce, quindi direi che i lavoro è ben riuscito.
(Recensione modificata il 13/01/2018 - 12:54 pm)

Recensore Master
12/01/18, ore 07:05

La Contessa è molto odiabile nell'anime e pure come personaggio storico - pensa a sé e, per fare quanto le serve, sfrutta quello che ha: una figlia molto giovane e molto carina, una figlia recuperata dai casi della vita, e, soprattutto, una regina insofferente del proprio ruolo che si comporta più come una favorita che come una consorte di Re (tutto anche un po' ironico anche per via della sua prolungata verginità agli inizi del matrimonio).

La fortuna di un uomo è sempre un altro uomo e la Polignac non fa eccezione: in un mondo claustrofobico come quello di Versailles, se vuoi una carica "di Palazzo", di quelle cioè ben remunerate per porgere pantofoline, bicchieri di acqua od occuparsi della caccia al falcone - incarichi insomma dove è difficile fare veri sfracelli - o sei qualcuno o a qualcuno devi piacere.
La fortuna della Polignac è la Regina e per piacere alla Regina da alla Regina quello che la Regina vuole: compagnia, amicizia. ma anche indulgenza per le stravaganze, gli eccessi e le spese folli. L'aspetto etico non viene preso in considerazione, il rispetto per il ruolo evidentemente non c'è, il fiuto per capire quale sarebbe stato il ritorno di immagine per la Regina nel circolo ristretto di Versailles nemmeno e nemmeno la lungimiranza politica o l'occhio per le reazioni di un mondo più ampio.
Aggiungiamo che non c'è nemmeno un progetto politico: la Polignac e la sua famiglia non vogliono cambiare il mondo o la società proponendo dei modelli alternativi, ma solo lucrare.

L'unica cosa che possiamo dire a sua discolpa è che non sappiamo come sarebbe stata se la Regina fosse stata un tipo da opere pie, serate intellettuali, sobrietà e senso del dovere - avrebbe brillato comunque reinventandosi come intellettuale e dandosi al volontariato o sarebbe stata tagliata fuori?

Lei ha sei anni più della Regina - quando si conoscono la Regina ha 20 anni, è vergine, è già stata umiliata dalla nascita del duca di Angouleme, dalle popolane, e pure dalla stampa clandestina. La Polignac è sposata e ha già avuto due bambini, di cui uno fortunatamente maschio. Come dici tu per una donna giovane, molto sicura della propria importanza, deve essere stato duro essere "poco apprezzata dalla madre, trascurata dal marito, osteggiata dalla corte." - chissà come deve esserle sembrata questa nuova amica che era riuscita in quelle semplici cose che non riuscivano a lei?

La tua, come dici nella note è a metà strada tra quella reale e quella dell'anime che è davvero perfida, più che semplicemente opportunista: Charlotte si suicida, Rosalie viene ricattata, la madre di Rosalie uccisa... nell'anime non ha nulla di ambiguo ;P

Mi piace la citazione su Oscar: "il Colonnello ermafrodito che distillava rabbia e pose da incorruttibile dal disagio e dalla solitudine, naturali corollari della sua diversità."
Il colonnello dunque, non la Mademoiselle - più uomo che donna per la Polignac. Curioso il "distillare rabbia" - e così lei vede gli scatti di Oscar non come un tratto di un carattere impetuoso, ma la prova di una rabbia costante per via della solitudine?

Il giudizio sulla nostra eroina non è positivo: anche lei è stata beneficata e anche lei tradisce, molto più della Polignac.

Di effetto la frase finale: "opportunista anche dall’oltretomba, sentenziarono altri". Brava!

Nuovo recensore
11/01/18, ore 00:13

Ciao e auguri anche a te! Innanzitutto condivido la scelta di rappresentare il Fersen dell' anime perché perfettamente in simbiosi con Oscar, la quale certamente non si sarebbe innamorata di un libertino. Mi avrebbe fatto piacere leggere però qualcosa in più a livello di gesta eroiche dato che sei bravissima a rielaborare i fatti storici e poiché lui è realmente esistito avrebbe arricchito il ritratto. Sul fatto che era consapevole che lui non era adatto per Oscar mi ha quasi commosso, hai friendzonata la nostra eroina anche dall' aldilà! ;) ma come ha scritto qualcun' altra, Fersen era solo una pedina nel gioco d' amore dei protagonisti. Complimenti!

Recensore Master
10/01/18, ore 22:38

Molto intenso il tuo Fersen, mi piace assai! Tre solitudini che si sono incrociate e amate per puro caso.

Recensore Veterano
10/01/18, ore 21:13

Ecco chi mancava all'appello..... XD

Hai descritto il Conte di Fersen come pochi lo hanno saputo fare, i miei complimenti.

Hai sintetizzato in poche righe il suo amore devozionale per la Regina e il suo sincero sentimento di amicizia per Oscar.
A differenza di quello che molti vogliono giudicare, lui secondo me è sempre stato un personaggio a volte passivo (non è mai stato capace di convincere la Regina a correggere i propri errori) sia attivo (ha salvato la vita più di una volta ad Oscar e André).

Originale è il versetto "Mi onorò del suo amore che non potei ricambiare
e neppure lei, in fondo, mi avrebbe voluto come compagno di vita." in cui egli stesso constata che nemmeno Oscar in verità, era pienamente consapevole di quello che voleva.
E' stato quindi anche lui una sorta di "complice" dell'avvicinamento di Oscar verso André.

"Nascemmo per incontrarci, morimmo soli e travolti dal dolore, dalla violenza e dall’incomprensione" è senza dubbio la più triste constatazione di quello che è stato il triste epilogo dei protagonisti.
Hanno concluso il loro supplizio con la morte mentre, i protagonisti più secondari (Rosalie, Bernard, Alain....), con la sopravvivenza.

Recensore Master
02/01/18, ore 00:23

Finalmente, passati i bagordi festivi e in pausa da scrittura, posso recensire con un attimo di calma! E ti dico subito che questo ritratto è perfetto, uno dei più completi e sfaccettati dei tuoi, se non addirittura il migliore, tanto più che per realizzarlo ti sei solo basata sulle tue conoscenze storiche e sulla tua interpretazione del personaggio rappresentato nell'anime, senza probabilmente prendere in considerazione manga o gaiden (anche se ti assicuro che quanto hai scritto non va assolutamente a cozzare con essi, tranne che per la consapevolezza che Victor aveva dei sentimenti di André per Oscar e viceversa).

Tornando al Girodel da te mirabilmente illustrato, ho trovato bello il suo (tuo) ripercorrere i momenti fatali che caratterizzano le sue vicende in funzione di Oscar: l'iniziale sdegno per essere stato privato di un incarico che riteneva suo di diritto a vantaggio di una donna, la sconfitta nel duello con la conseguente ammirazione per il suo comandante trasformatasi lentamente in amore (salta all'occhio il parallelismo con André), la proposta di matrimonio con relativo rifiuto accettato con signorilità (splendido il passaggio in cui spiega perché alla fine la lascia libera), fino all'ultimo atto di amore, quell'ammutinamento per non incrociare la spada contro di lei. Sul finale (magistrale come sempre nella sua incisività), in un crescendo di amarezza e malinconia, ecco quindi che Victor esamina la scelta di Oscar di passare dall'altra parte della barricata e con una lucidità spassionata arriva alla conclusione che sì, fu tradimento, ma non per cattiveria, non per crudeltà, ma solo per la sua natura inquieta e impulsiva. Sulla scelta di Oscar, altro non poteva essere il suo punto di vista e la sua "giustificazione". So che anche tu sei un po' crtica nei confronti di questa scelta e avremo modo di parlarne... ovviamente quando arriveremo al pezzo clou, che, immagino, chiuderà la raccolta.
Approfitto di questa recensione per augurarti buon anno, seppur in ritardo... e a presto.
(Recensione modificata il 02/01/2018 - 12:25 am)

Recensore Master
24/12/17, ore 22:07

Bello questo ritratto di Girodelle, un personaggio positivo, a suo modo piacevole, che però mi ha sempre lasciata abbastanza indifferente, forse proprio per questo suo essere 'troppo equilibrato' rispetto ad altri personaggi della storia, perfino rispetto ad Oscar che lui qui, ricorda con sincera obbiettività; è vero che Oscar non ha mezze misure e in fondo ci piace proprio per questo.
Credo che Girodelle abbia amato Oscar sinceramente, ma forse gli manca quel travaglio che ho sentito in altri personaggi, rivelato appena in quel confronto con Oscar davanti alla sala dell'assemblea.
Complimenti anche per i capitoli precedenti, che non ho commentato ma ho avuto modo di apprezzare.
Chiudo il commento con un sincero augurio di Buone Feste.
(Recensione modificata il 24/12/2017 - 10:08 pm)

Recensore Master
24/12/17, ore 18:39

Ma che bello! Sono saltata a piè pari fino a qui perché non potevo assolutamente non recensire in diretta il capitolo di Girodelle, per cui, è noto, ho una predilezione.

Sono d'accordo con te nel pensare che, come Oscar, fosse una persona di Onore, che rappresentava il meglio di quegli ideali di nobiltà che si stavano ormai sfaldando - se leggi Le Relazioni Pericolose, si, gente nobile, nobilissima, ma in fondo meschina e persa appresso a cattiverie inutili.
Poi, si sa, la Ikeda è molto concentrata sul suo progetto principale "Oscar-Maria Antonietta-Fersen" e del resto poco le importa: Girodel ce lo possiamo immaginare come preferiamo perché fa giusto delle comparsate.

Credo anche io che non gliene importasse molto della sua carriera militare lì alla Reggia, nelle Guardie Reali. C'è un suo commento nel manga che fa pensare la ritenga una occupazione "da operetta", tanto che mi sono chiesta se per caso non avesse altre attività di cui nulla ci dicono, magari avventure personali, magari drammi familiari, o magari un lavoro da spia. Perché insomma... sai che tristezza? Hai solo il lavoro e nemmeno ti piace...

"Mi rifiutò senza pensarci troppo, senza tentennamento alcuno e chiuse per sempre la questione, in modo teatrale." su questo ha ragione, Oscar aveva un vero penchant per la tragedia e lì al mulino spezza cuori con malinconia e decisione.

"Ci era mai stata amica? I veri amici oltrepassano la barricata?" bella domanda. Probabilmente Oscar lo doveva fare perché era un fumetto di anni in cui nessuno avrebbe messo in discussione la bellezza di una Rivoluzione. Probabilmente perché piace di più una eroina ribelle ad una conservatrice che fa ciò che ritiene giusto - ci vogliono anni per apprezzare lo spirito del brigantaggio e togliere un pochino di lucentezza alla leggenda dello sbarco dei mille per poi concludere che sono tutte le contraddizioni del mondo in cui ci si ritrova a vivere.

Probabilmente era giusto così per lei: un nuovo ideale più universale visto che i vecchi ideali non avevano più vita o spazio o concretezza. Certo poi è difficile fare i conti con le persone, perché le persone non sono idee - non so come avrebbe preso il Terrore e se sarebbe sopravvissuta (Lafayette, Lauzun non ce la fecero) e come avrebbe giustificato e come si sarebbe sentita verso la Regina perché, parliamoci chiaro, nella storia Maria Antonietta trova sempre la soluzione per salvare Oscar, ma nella Storia nessuno salva la Regina. E nessuno salva suo figlio, tenuto prigioniero in un modo che oggi considereremmo disumano.

Triste comunque che il povero Girodelle anche da morto pensi ad oscar. Nessuna donna lo ha amato? Non ha amato nessuna? Niente figli? Non si può fare a meno di spiacersi per lui... amante molto pià sfortunato di André che almeno ne ebbe la stima, l'amicizia e alal fine anche l'amore.

Recensore Master
23/12/17, ore 19:56

Ciao Agrifoglio,
Si, hai tracciato un degno ritratto di Girodel, e soprattutto in riferimento a Oscar, il suo amore segreto.Notevole.
Nell'anime tranne in qualche puntata si descrive ben poco i suoi sentimenti rispetto a quanto si faccia con Andrè, Fersen, Oscar, Antonietta.
Di lui si parla nella prima puntata quando subisce quella clamorosa sconfitta in battaglia e nella puntata numero 30, quasi verso la fine della narrazione, quando subisce la seconda batosta , quella sentimentale.
Tuttavia codesta sarebbe stata evitabile ,conoscendo Oscar per vent'anni possibile non se ne sia mai reso conto prima di chi aveva a che fare?
Già da piccola notai il suo atteggiamento di imbranato e sciocco.Non aveva capito che a lei piaceva il conte di Fersen? Eppure standole accanto avrebbe dovuto accorgersene!prima di Fersen dopo di Andre'. Ancora non riesco a farmi ragione del suo comportamento così ridicolo. Certamente come dice "non era spietata non era crudele, era Oscar Francois de Jarjayes",ma l'ingenuità a volte è una pecca,e certamente si paga.
Per quanto riguarda il presunto tradimento di lei nei riguardi della Corona e piu ' specificamente verso Maria Antonietta c'è tutta una storia dietro....l' ufficiale ( maschio) a cui si ispirò la Ikeda fece proprio la stessa cosa, rinnego' casato e titolo e morì alla Bastiglia sotto i colpi di cannone :https://ladyladyoscar.jimdo.com/il-vero-gen-de-jarjayes/. Non riesco ancora a concepire perché la Ikeda scelse Oscar ispirandosi ad un traditore della Francia monarchica, ma tant'è....quelle "alzate di ingegno" di Madamigella Oscar, quelle improvvisate fulminee e ben poco ponderate sono un leit motive della serie e uno dei motivi perché a noi è piaciuta così tanto😍.
Ti ringrazio per aver delineato fedelmente il conte Girodel, credo nessuna ci è riuscita tanto bene o perlomeno ha voluto scavare in profondità. A volte è più facile inventare.
Ti auguro buon Natale e ottime festività. A presto
(Recensione modificata il 23/12/2017 - 08:04 pm)

Recensore Veterano
21/12/17, ore 07:59

Ciao!E siamo arrivati a uno dei personaggi più importanti dell'anime, che si distingue per i suoi modi garbati e aristocratici.
Sì, in effetti, probabilmente, non aveva una grande propensione al comando e sì, non avrebbe potuto costringere Oscar ad amarlo. Sì, Oscar feriva, senza accorgersene, per il troppo orgoglio, per la distanza che frapponeva tra sé e gli altri, perché voleva lasciare tutti fuori dal suo mondo. A me questo suo aspetto piace e, secondo me, lei non temeva di restare sola,perché c'era André con lei, sebbene abbia ferito più volte, senza volerlo, anche André.
Buon Natale!

Recensore Veterano
21/12/17, ore 00:23

Bellissimo ritratto quello che hai fatto al Conte di Girodelle.

Hai esaltato i suoi lati migliori e (perchè no) anche i meno migliori....

Da sempre geloso dell'intesa familiare che lei aveva con "quell'attendente", Girodelle temeva sempre di sentirsi nei confronti di Oscar una sorta di "estraneo".
Toccante la frase "quando se ne andò, mi accorsi che mi mancava e che non avrei potuto più farne a meno" dove in fin dei conti, egli dimostra che la sua non era solo una fedeltà professionale.
"Mi rifiutò senza pensarci troppo, senza tentennamento alcuno e chiuse per sempre la questione, in modo teatrale." è la frase che ricorda perfettamente la scena della loro ultima passeggiata a cavallo fra i mulini al tramonto (Ep.30).

Altrettanto toccante la riflessione sulla delusione della Regina "L’aveva tradita – ci aveva traditi; l’aveva rinnegata – ci aveva rinnegati; l’aveva disistimata – ci aveva disistimati."
La Regina aveva forse dato per scontato che Oscar le sarebbe rimasta sempre accanto come suo inseparabile angelo custode, errore che, del resto, fece anche Oscar quando improvvisamente morì André.
(Recensione modificata il 21/12/2017 - 12:25 am)

Recensore Master
20/12/17, ore 22:33

Hai rappresentato benissimo il mutamento - in meglio - del carattere del personaggio di Victor; auguri anche a te e famiglia.

Recensore Master
20/12/17, ore 01:01

Una ricostruzione ancora una volta ineccepibile, ben scritta e calzante,che fedelmente alla Storia e all'opera ikediana (che dalla Storia stessa attinse), ci mostra una donna forte e fuori dal comune, sola a regnare in un mondo di uomini; una regina, anzi un'imperatrice, sospesa però tra ragion di Stato e ragioni del cuore. E le ragioni del cuore erano i suoi numerosi figli, gestiti come pedine su una scacchiera nel complesso quadro della politica europea dell'epoca... figli di cui conosceva perfettamente pregi e difetti. Certo, nel caso di Maria Antonietta, per quanto preoccupata della sua discutibile condotta, non credo che Maria Teresa immaginasse un così tragico epilogo e concordo nel riconoscere che lei, probabilmente, l'avrebbe fermata prima che fosse troppo tardi. Ad ogni modo, se nella prima parte il personaggio sembrerebbe forse anche un po' troppo distaccato nella sua disamina, piano piano il tono si alza e si fa accorato, sino alla.dolente constatazione finale. Una constatazione puramente da madre, perché mai una madre che ama i propri figli vorrebbe sopravvivere ad essi. Ciò non toglie che, seppur in buona fede, abbia mandato sua figlia allo sbaraglio. Un saluto e alla prossima (e se non ci risentiamo prima,auguri!)

Recensore Veterano
14/12/17, ore 09:11

Maria Teresa è stata una donna rivoluzionaria, era al contempo saggia e autorevole. Mi fa venire in mente donne come la Thatcher o la Merkel, donne coraggiose e in gamba che hanno saputo costruire la propria carriera, sfruttando le proprie capacità, senza servirsi di doti ammalianti. Secondo me, donne così dignitose incarnano la vera essenza della femminilità e mostrano l'opportunità di affidare il potere alle donne. Sono di sicuro più sagge e lungimiranti. Non parlo delle loro scelte politiche, che possono risultare discutibili, ma mi piace il modello di donna che incarnano.Credo che le vere femministe siano loro e non le artefici del movimento femminista che,al contrario, non hanno fatto altro che mutuare i vizi più deprecabili degli uomini, svilendo l'immagine della donna.
Sono andata fuori tema, ma credo che questo ritratto sia un tributo a una grande donna.