Quando si dice che si ha l'anima spezzata; quattro parti. 
Note: la protagonista è affetta dalle seguenti sindromi e disturbi: disturbo dissociativo dell’identità, disturbo di depersonalizzazione, sindrome di Amok, Picacismo (degenerazione del disturbo ossessivo-compulsivo), Pseudologia Fantastica, sindrome di Cassandra, sindrome del Dottor Stranamore, Trimetilaminuria, sindrome di Reinfield.
Jamie è colpito dalla malattia: fibrodisplasia ossificante progressiva.
Non sono un medico, nella storia non ci sono spiegazioni scientifiche alle varie patologie, sono riportati solo i sintomi e le cause, a volte gli effetti ma non per ognuna. Ho cercato di trattare la materia nel modo più rispettoso possibile, non credo quindi di aver mancato di rispetto.

Non avevo la più pallida idea del dolore che si portava dentro, di come si fosse spenta la vita in lei, sotto un velo di grigio torpore. A modo mio, riuscivo ad essere brutale, cieco di fronte a siffatta nobiltà, che nascondeva fra le pieghe dell’orgoglio una timida compostezza nel perseverare in quella rarefatta forma di coraggio.

Sopprimo tutto.
Ma non funziona così.
Poi tutto ritornò a galla, ma con molta più violenza.
Era la stessa sensazione di due anni prima, eppure totalmente diversa.
Avrei dovuto ragionare in fretta su ciò che sentivo.

La vita a Greensboro è quella tipica delle città del Vermont: dedicata interamente all'agricoltura e all'allevamento. In queste zone d'America i bambini imparano subito cosa voglia dire "duro lavoro", aiutando i genitori nelle fattorie e nelle vaste piantagioni. Ma Charles Walsh non è un tredicenne come gli altri. Dopo aver scoperto i libri della biblioteca della scuola ha un solo desiderio: viaggiare!

“Ti sei mai sentito così? Come se ovunque andassi, nessuno ti volesse. Come se qualunque cosa facessi, tu stessi sbagliando. Anche se sei andato a letto alle dieci e mezza, ti ritrovi nell'oscurità a chiederti cosa stai sbagliando, cosa hai sbagliato. A quel punto sono le cinque e come ogni notte non sei riuscito a dormire. Non ti viene da piangere, né da urlare, strepitare, insultarti, perché non sei il tipo. E ti chiedi dove andrai a finire, ma non vuoi davvero sapere la risposta. Perché ti fa paura, una paura tremenda.
Ti sei mai sentito così?”

Mi ispiri poesie

È semplice ignorare una persona.
Ma perché lo fate?
Non sarebbe più semplice essere sinceri?
No, di sicuro non lo sarebbe.
Però sarebbe più corretto.
Nei confronti di voi stessi e della persona che avete di fronte.
Non ignorate, siate sinceri.
Sempre.
Preferite la sincerità con tutte le sue implicazioni.
[Considerazioni personali, sfogo emotivo, tanta sincerità]

"Ho eliminato l'amore".

Ma quando la vita si fa dura, quando giorno dopo giorno diventa una sfida, quando ogni volta ti alzi la mattina sperando solamente che tutto sia passato, pensare a ieri è inevitabile.

A tutti, almeno una volta nella vita, è capitato di sentirsi soli, abbandonati, come quel bicchiere graffiato che si conserva all'angolo della credenza e che non sia mai venga tirato fuori quando ci sono ospiti.
Questa storia parla di un uomo, un bicchiere graffiato come tanti altri, circondato da calici troppo nuovi con cui confrontarsi.
[Questo racconto ha vinto il "riconoscimento shock" del contest "Piacere, sono Dio" indetto da Not_only_fairytales]

Si dice che le paure si sviluppino tra i sei e dieci anni. Prima si è troppo curiosi di scoprire il mondo, troppo avidi di nuove esperienza.
Per questo si cerca di toccare il fuoco anche se mamma ha detto che brucia, ecco perché si prova a correre quando ancora non si sa camminare.
Bugie. Solo bugie.
Leslie ha sette anni e non ricorda neanche un momento in cui non abbia avuto paura.

La storia che state per leggere è frutto di fantasia, forse un pizzico di ispirazione personale. Credo che tutti potremmo riconoscerci nelle parole del primo capitolo. A chi non è mai capitato di perdere la via? E' successo anche al caro Dante. Se non riuscite più ad uscire dalla selva potrebbe esservi di conforto sapere come ne è uscito il nostro personaggio.

A tanti piace credere che siamo noi gli artefici del nostro destino, della nostra vita.
Molti potrebbero dirmi che se non mi piace questa vita, posso cambiare, rivoluzionare la mia intera esistenza.
Ma come si fa? Come si fa a cambiare un qualcosa che è probabilmente già stato deciso?

Sono bloccata a metà strada su questo sentiero che è la mia vita: mi sono smarrita. Non so più chi sono, cosa dovrei fare, come dovrei andare avanti, cosa voglio. Qual è la decisione giusta da prendere? Qual è la scelta migliore per me?

Quando un amico chiede a Sam di accompagnarlo su Marte per affrontare la transizione da uomo a donna, grazie all'avanzamento tecnologico che sfrutta alcune proprietà dell'acqua marziana, scoprirà quanto anche un viaggio intrapreso per gioco possa aiutare a scoprire nuove cose su sé stessi.
★ Questa storia partecipa al contest "Living Mars" di Fanwriter.it