Recensioni per
Herz aus Stahl
di Saelde_und_Ehre

Questa storia ha ottenuto 199 recensioni.
Positive : 198
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Buongiorno.
Un capitolo che è tutta una tirata, fino alla fine.
Tra scontri, morti, feriti... sicuramente il tuo racconto rappresenta bene il concetto di guerra totale, poi con questi giovani che sono sempre indaffarati e impegnati a combattere per vincere.
La Polonia poi in fondo per loro fu solo una prova di forza, allenarsi e mostrare la propria potenza.
Buona giornata :)

Recensore Master
06/04/19, ore 20:41

Ave S_E, reduce dalla lettura di Smith W. (La Guerra dei Courtney etc) che tra l’altro mostra i  soldati (in particolare, aviatori, adoreresti Gehard Won M, l’eroe) nella WWII, percepisco le persone, non meri simulacri. La gioventù guerriera ha i suoi fini, progetti, idealità, non son pupazzi/burattini manovrati da un baffetto, reduci dal trattato di Versailles del 1919 (penso, parere mio) che ognuno cerchi una vita, una speranza, un attimo, di VIVERE nonostante le paure.
Beninteso, vi è molta azione, battaglia, l’ira funesta e gli infiniti danni, parafrasando l’Iliade, ci mostri i soldati, H. etc, sempre davvero brava e accurata, ben lo sai.
A bow and my best wishes, I wait for the next chapter JQ

Ciao Saelde!
Con calma, arrivo anch'io.
Ho letto il capitolo tutto di seguito stavolta, e devo ammettere che così ci ho capito di più, e le diverse caratterizzazioni - anche se in modo per ora basilare - stanno iniziando a delinearsi, anche se alcuni punti mi lasciano un po' stranito (come quando parli dei valori romantici, del bund e di "quelle altre cose in tedesco che non so scrivere" : in un certo senso mi fa piacere vedere un storia diversa da tutte quelle che ho letto precedentemente sulla WWII, però, insomma... ma sono tutti così!? Nel senso, non so se mi sono spiegato bene, no n credo che sia possibile che questi ideali siano condivisi proprio da tutti i tuoi personaggi, qualcuno che ha un altra visione delle cose dovrà pur esserci! Poi, certo, magari è ancora presto e la cosa emergerà più avanti, ma ci tenevo a fare questo appunto.
Per altro, le descrizioni sono state davvero coinvolgenti, così come la scena dell'inseguimento: sai che a me piace l'azione non fine a se stessa, ma contornata da molta introspezione, e su questo hai fatto centro u_ù.
La storia mi sta convincendo quasi completamente, per cui proseguirò di sicuro, con i miei tempi... intanto ti ringrazio per lo specchietto sulle armi (che mi dovrò studiare per evitare gaffe come quelle presenti in alcune mie storie) e ti saluto.
A presto *_*

Recensore Master

Ciao Saelde, in ritardo e non senza qualche perplessità arrivo anche qui. Storia meravigliosamente scritta e senz’altro ben documentata, che ricostruisce molto bene anche il senso di rivalsa che avevano questi soldati dopo Versailles, ma che tuttavia non riesco a leggere a cuor leggero per la mia difficoltà a empatizzare con i personaggi. Ho ben presente i fatti di Gleiwitz, che servirono a Hitler come scusa ufficiale per decretare l’invasione della Polonia. Dopo un evento come questo, parlare di gloria e di onore sul campo di battaglia mi fa un po’ specie.
Per me conta molto il messaggio che viene veicolato in una storia, e quello che colgo in questa in particolare mi lascia molti dubbi. Che nella Hitlerjugend si sperimentasse l’essenza del vero cameratismo... qui siamo ovviamente di fronte alla riflessione di un personaggio che vive il suo tempo e le sue esperienze, e so bene che un conto è la caratterizzazione e un conto il messaggio generale di un’opera. Però il messaggio è reso anche e soprattutto attraverso i personaggi e la loro evoluzione, ed è proprio col messaggio che fatico a entrare in sintonia: vogliamo mostrare la vita di un gruppo di soldati e ufficiali al fronte, eppure tutto è impostato su valori di eroismo, ricerca della gloria, uguaglianza... che indubbiamente anche questi uomini possedevano. Tuttavia, parliamo degli stessi individui che costringevano i prigionieri a scavarsi la loro fossa, che si sono resi responsabili di stragi come quella di Marzabotto (dalle mie parti, solo a sentir dire "i tedeschi" gli anziani ancora sbiancano), e questa è storia documentata e testimoniata, non sono opinioni, non è ideologia.
Ovviamente, quando si parla di guerra è chiaro che i brutti e cattivi non stavano da una sola parte, ma da tutte le parti: però ci sono dei limiti che in questa guerra e dalla Germania in particolare sono stati ampiamente oltrepassati.
Sicché io fatico a cogliere in tutto questo qualcosa di eroico, e spero mi perdonerai la sincerità.
Per il resto, niente da dire sulla tua ottima capacità di scrittura, di raccontare scene di battaglia e di azione, di descrivere in poche pennellate paesaggi onirici e suggestivi e stati interiori ("Era in quei momenti che il suo animo romantico si risvegliava, riportando alla sua mente suggestioni che restavano celate dalla luce del giorno. Un sottile turbamento, soffuso di malinconia ma al tempo stesso impetuoso come una tempesta, lo conduceva lontano dalla prosaica quotidianità e guidava i suoi pensieri nelle lande del sogno"... bellissimo).
Un’altra domanda che mi pongo è cosa sia "la natura eroica e sacrale del Bund"...
Di nuovo, perdona la mia sincerità, che in fondo resta sempre un atto intellettuale dovuto. A presto!

Recensore Master
30/03/19, ore 13:49

Carissima^^
sai che ti dico? Finalmente.
Finalmente una storia dove i soldati tedeschi sono esseri umani con aspirazioni, ideali e pensieri propri e non marionette indottrinate e stupide o sadici pazzi deviati perversi crudeli e psicopatici.
Finalmente una storia che dà un'immagine obiettiva di gente che ha vissuto, sperato, avuto paura, avuto coraggio come tutti.
Francamente, io non ner potevo più delle fiction correnti, che hanno l'obiettività storica dei film di Spielberg.
Le vicende sono appassionanti, la guerra descritta nella sua crudezza e immediatezza, senza piagnistei nè esaltazioni. I personaggi sono esseri umani, con la loro quota di sofferenza, di ideali e di eroismo.
Ah, che boccata d'aria pura!

Recensore Veterano
30/03/19, ore 13:31

Oh mein Gott! Mein herz! Hoffmann è quel Hoffmann, vero? Povero, dolcissimo, innocente, patatino Hoffmann! Da mesi auspico del sano Hurt/Comfort con lui protagonista ma se dovesse perire giuro che prima piangerò per giorni poi... insomma, per lui vale circa lo stesso criterio che per il cane, solo che il cane è intoccabile, lui si può strapazzare a piacimento. Deliri a prescindere, sono bellissimi Hans è Friedrich che provano nostalgia uno per l'altro e si cercano a vicenda nei ricordi. Ho adorato le scene di battaglia, con i soldati spaventati e feriti che urlano e sanguinano ma stringono i denti e continuano a lottare perché "senza decisione non si va avanti". Congratulazioni per il realismo e l'accuratezza storica, attendo con piu ansia del solito il seguito!

Recensore Master
30/03/19, ore 07:01

Buongiorno.
Non ti piace far annoiare i tuoi personaggi, vero? xD
Tantissima azione per questo racconto che cambia molto lo stile a cui mi avevi abituato finora.
Sarò sincero e non ti nascondo che gradivo di più l'altro tuo racconto, ancora in sospeso; però a mio avviso hai fatto delle scelte corrette, poiché si scrive di ciò che si ha ispirazione e quando si vuole, ma non solo, hai stravolto i ritmi a cui ci avevi abituato. D'altronde hai fatto bene a evidenziare questa grande differenza, poiché nel corso di diversi secoli non solo sono cambiate le tecniche belliche, ma anche i valori, le idee e gli esseri umani.
Di certo, un assedio medioevale aveva ben altri ritmi rispetto al concetto di guerra lampo che infiammò i conflitti mondiali del Novecento.
Bene, spero di non aver annoiato con le mie riflessioni sul tuo stile, sul racconto e nel complesso dei tuoi racconti.
Buona giornata :)

Recensore Veterano

Finalmente riesco a mettermi con calma e gustarmi questo meraviglioso capitolo!

Credo che sia il mio preferito in tutta la storia: soprattutto la scena al centro medico è molto toccante.
In particolare il ragazzino che avevamo visto a terra, con il cane che gli leccava il volto, e ora ritroviamo in una brandina con la testa fasciata ma con la voglia di tornare a combattere. E' molto commovente, e Hans che lo consola è bellissimo.

Il momento di cazzeggio con micetti e cagnolone è dolcissimo: potrebbe sembrare inutile ma ci permette di capire che la maggior parte di quelli che abbiamo imparato a ritenere dei mostri (anche se ce n'erano, come in tutti gli schieramenti) erano esseri umani, giovani uomini come tanti.
Ti rinnovo per l'ennesima volta i complimenti, carissima. Davvero molto brava ^^

Recensore Master

Ave S.!!, quotandoti “la famosa illustrazione di Wolfgang Willrich, con quella numerosa famiglia dai figli biondissimi, la madre con l’infante attaccato al seno e il palo della pergola che nella forma ricordava la runa Algiz, simbolo di vita e protezione” ha fatto venire i brividi pure alla scrivente, scene epiche, da combattimento e si chiude in (apparente, svagata) ansia, il tenente che apprezza (almeno per me) Achille e Patroclo rabbrividisce scorgendo quella tradizionale, idilliaca illustrazione .. e tanto la gioventù è solo una, del domani non vi è certezza…
Ripeto, la storia è splendida, ben livellata, epica e ironia, i rapsodi, come Omero, chi erano?
Le storie di guerra e accennate sensazioni, che rendono le sensazioni (o non sensazioni) del periodo, senza retorica o revisione..
My wishes, a la prochaine (je suis a Boche)
Ps apprezzo i gatti .. e la loro parata..

Come sempre complimenti, alla prossima!

Per comune gaudio risparmio recensione in inglese, qui ci voleva madrelingua…

Recensore Master
20/03/19, ore 14:56

E niente, non voglio rimanere indietro e tu stai continuando ad aggiornare, per cui mi devo proprio dare una svegliata!!
Questo capitolo l'avevo letto per metà al momento della pubblicazione, poi mi ero dovuto interrompere e sono andato avanti a rilento... comunque, passiamo alle cose più importanti.
La scena della battaglia nella seconda parte: WOW. Sicuramente devi aver fatto molte ricerche sulle armi, ma anche come hai gestito, il tutto, il fatto che l'attenzione non sia mai scesa e che tu sia riuscita a raccontare la battaglia sia tramite la tattica militare che tramite le emozioni dei personaggi... qui non si tratta soltanto di talento o di passione, c'è molto di più!!! Anche negli altri tratti del racconto, l'introspezione è molto ben elaborata e dettagliata; in generale, i tratti dei protagonisti stanno emergendo, in particolare sono entrato particolarmente in empatia con Von Kleist.
La scena del villaggio è anch'essa ben approfondita, quasi uno stacco narrativo tra le battaglie, ma lo stile è sempre rimasto coerente. E, in ogni caso, hai una conoscenza lessicale davvero invidiabile!
A presto, stavolta ci metto di meno, giuro!
mystery_koopa

Recensore Master

Ciao^^
anche a me l'illustrazione di Willrich ha sempre fatto venire un po' d'ansia... madre con torme di figli, vita quotidiana, routine, niente più Männerbund...
Va be', meglio non pensarci e dedicarsi alla lettura di belle storie di guerra come la tua. Come sempre apprezzo l'aderenza alla mentalità dell'epoca e l'impostazione realistica della storia: retoriche dolciastre e moderniste non devono trovare posto in un racconto storico che si rispetti. Tu ci mostri gli ufficiali dell'epoca, com'erano e non come teoricamente dovrebbero essere per rispettare certi criteri di revisionismo che adesso vanno tanto di moda.
Ti segnalo solo due piccolissime imprecisioni, che ovviamente non inficiano in nulla la bellezza della storia: hai di nuovo scritto PM38 invece di MP40, inoltre cambierei questa espressione "un suo ufficiale inferiore" in "un suo subalterno".
Come sempre complimenti, alla prossima!

Recensore Master

Buongiorno.
Ci pensi a quante risorse sprecate per costruire carri armati e ordigni bellici? xD
Anche solo risorse mentali.
Meglio non pensarci affatto...
Buona giornata!

Recensore Veterano

Mia cara, eccoti la recensione della domenica ^^

Il realismo storico e la precisione nei dettagli di questa storia sono veramente encomiabili e m'inchino di fronte a tanta bravura.
Ma la spina dorsale del racconto sono i personaggi: uomini come tanti, persone di carne e sangue che combattono per un'ideale in cui credono. 
Giusto o sbagliato chi siamo noi per giudicarlo?
Fossimo stati al loro posto che avremmo fatto?

Perché è facile puntare il dito, dare una colpa, trovare un capro espiatorio. Sulle grandi linee si può ragionare quanto si vuole, soprattutto con il senno di poi, ma - come dice quella bellissima canzone - "what about the men executing orders?"
Quelli che ogni giorno mordevano il fango, o la polvere, che dormivano all'adiaccio con le ferite aperte, che pativano il freddo e la fame? 
E' come se tu stessi dando una risposta a questa domanda, restituendo anche a questi uomini la sacrosanta dignità di persone.
Complimenti per questo ma soprattutto per la pazienza che hai nel tenere tutto insieme, regalandoci questo racconto stupendo.

A presto ^^ 

Recensore Junior

Buondì ^^

Al di là di tutti i discorsi di ideologie che non è il caso di affrontare (?) il sentimento portante di questi giovani soldati è il desiderio di rivalsa nei confronti di un passato misero e, per un certo verso "rovinato" dalle sanzioni post guerra che hanno portato la Germania sul lastrico.
Si parla di padri rovinati per sempre, che hanno perso il lavoro e che tirano a sopravvivere con misere pensioni di guerra che non fanno ahimè onore a chi ha servito la patria (magari perdendoci qualche pezzo di corpo e testa, soprattutto) ed è ovvio che la "risposta" sarebbe stata imbracciare le armi per riprendersi la dignità perduta.

Nonostante questo, rimangono sempre giovanissimi che pensano a cosa ci sarà per cena e che amano fantasticare un po' nei momenti di quiete post-bellica di un inizio conflitto, incuranti ovviamente di cosa riserverà loro il futuro...
Un sentimento realistico e molto umano, d'altronde.
Un ottimo capitolo, come sempre!
A presto!

~ Paws

Ciao carissima^^
come sempre, io gioisco di questa storia per vari motivi. Il primo è naturalmente la precisione storica. Mi rendo conto che anch'io, nella mia modestia, un po' ho contribuito con le mie competenze da colonnello Alzheimer a tutto ciò e ne sono assolutamente fiero.
Il secondo motivo di libidine è quello che ho già rilevato nei capitoli precedenti, ovvero l'assenza di qualsivoglia retorica politicamente corretta: questi sono ufficiali tedeschi che ragionano e si comportano come gli ufficiali tedeschi dell'epoca (ho decine di resoconti di guerra e autobiografie di soldati tedeschi all'attivo, quindi nei limiti del possibile parlo con cognizione di causa) e non sono caricature ridicole capaci solo di sputare proclami politicizzati.
La vicenda è molto bella, trasporta veramente nello scenario della guerra.
Complimenti e alla prossima!^^