Ciao, mia cara ^^
Come mi hai dato la possibilità di intuire dal tuo componimento in poesia, sei bravissima ad infondere emozioni e questo si nota anche nel genere narrativo.
Già a partire dai primi capoversi ci proietti nel mondo bellico, i dettagli che ci offri consentono di inquadrare subito un periodo storico preciso; ci fai quindi viaggiare molto efficacemente nel tempo, gettando fin dal principio le basi e rivelandoci lo sfondo per tutto ciò che ci racconterai nell’arco della storia. Fai questa operazione con grande spontaneità; avevo notato la semplicità della tua narrazione già dalla poesia; non fraintendermi però, per me semplicità non è sinonimo di banalità o superficialità, per me semplicità è virtù, è sapere narrare qualcosa senza il bisogno di artifici narrativi complessi, scendere nel profondo della questione, toccare le corde essenziali e colpire l’anima del lettore.
Ho colto tutto ciò dal contesto che ci hai presentato, ma per quanto riguarda la prima parte mi piacerebbe spendere due parole anche sui personaggi. Credo che le frasi con cui hai descritto l’ufficiale Green, il ragazzo del rancio (che dà il titolo al capitolo e che prende sempre più importanza nell’arco della narrazione) o anche il maggiore Farrell siano perfette per presentarci a grandi linee la loro personalità e il loro ruolo in questa guerra, questo ci ha consentito di entrare fin da subito in sintonia con loro; io personalmente ho trovato molta sintonia con l’ufficiale Green, probabilmente perché in questo frangente hai dato molto spazio a lui, hai descritto spesso il conflitto dalla sua prospettiva e hai mostrato i lati più profondi e sensibili della sua personalità. La descrizione della psiche dei soldati ti riesce divinamente, rendi a pieno tutte le ferite dell’anima che le pressioni emotive hanno causato.
Un altro tema reale e tipico della guerra che affronti è il differente approccio al conflitto delle generazioni di combattenti. Contrapponi la maturità dell’esperienza segnata da scottanti sofferente (Richard è stato testimone dei pericoli mortali della guerra, ne è stato segnato personalmente) e la gioventù ricca di ideali, entusiasmo ed eroismo (due mondi che tu fai incontrare e accostare grazie ai personaggi di Finn e Richard, uno dei motivi per il quale il loro rapporto è molto interessante e incuriosisce lo sviluppo che avrà nell’arco della storia).
È un capitolo introduttivo davvero ricco di tutto quel passato e della storia umana che ci viene raccontata dietro i volti dei soldati.
La tua descrizione degli attacchi è davvero sorprendente, non avresti potuto descrivere quelle scene in modo più verosimile e credibile, mentre leggevo mi è passato sotto gli occhi uno di quei film in stile “Salvate il soldato Ryan”. Nulla da dire, da te c’è solo da imparare! Anzi devo ringraziarti immensamente per avermi dato la possibilità di conoscerti come autrice e di conoscere questo capolavoro dell’angst che sto leggendo :)
Oltre alle azioni armate (divinamente descritte, non mi stancherò mai di ribadirlo) stai anche descrivendo l’umanità più profonda e toccante dell’animo umano. Stai dando profondità ai personaggi con singole frasi senza immergere la narrazione in racconti immensi, ma concentrandoti solo sull’essenziale, un esempio che mi ha particolarmente colpita è questo: “Entrambi avevano sofferto profondamente a causa della guerra, ormai sapevano comunicare il proprio dolore senza dire una parola”, queste parole sono segno della maturità e della tempra dei reduci di guerra di cui ti accennavo prima; come anche il sentimento di pietà che Green prova è sinonimo della sua grande sensibilità, sicuramente innata, ma credo che buona parte dell’empatia l’abbia maturata lungo i numerosi anni al fronte; empatia che a quanto pare ha maturato anche verso i nemici. Questa storia è un mix di sentimento e crudezza, reso molto bene dalla prospettiva dello schieramento da cui ci narri la storia, anche se appunto, come dicevo, non può sfuggirmi attraverso gli occhi di Richard l’umanità anche verso il nemico come se combattesse per abitudine (emblematico il fatto che non festeggi più le vittorie da tempo, ormai rassegnato a quella realtà).
Hai gettato nell’arco del capitolo le basi per giungere al suggellamento del rapporto tra Finn e Richard (mostrandoci sempre più l’uomo dietro la divisa e gli ideali belligeranti, sotto ogni aspetto), non solo dal punto di vista narrativo (gli eventi che hanno favorito via via la loro vicinanza), ma i sentimenti che serbano nel cuore verso la guerra e verso l’altro; l’attrazione di Finn nei confronti del suo salvatore è una questione davvero affascinante!
Dopo averti inondata di parole ed essermi resa odiosa ^^’, ti mando un abbraccio e ci sentiamo presto al secondo capitolo di questo capolavoro! :)
-Vale |