Recensioni per
Dulce et decorum est
di Star_Rover

Questa storia ha ottenuto 281 recensioni.
Positive : 281
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/12/20, ore 21:11
Cap. 39:

Rieccomi^^
In questo capitolo hai reso benissimo la precarietà del ritorno a casa, le convalescenze, gli eterni ritardi dei treni e l'inefficacia della burocrazia militare.
I tuoi personaggi sono ancora tormentati dai fantasmi del loro passato, chi più e chi meno, ma non abbandonano la speranza e il desiderio di ricominciare.
Molto bello il confronto tra Richard e Foley: entrambi comprendono le rispettive motivazioni, sono pronti a mettere da parte ogni rancore, ma sono anche amaramente consapevoli che il loro rapporto non potrà mai essere più lo stesso... e così si separano, da amici.
Una decisione perfettamente comprensibile da parte di William, che avrà di sicuro bisogno di tempo per metabolizzare l'accaduto.
Complimenti anche per questo capitolo, volo subito all'ultimo!
(Recensione modificata il 05/12/2020 - 09:12 pm)

Recensore Master
05/12/20, ore 20:29
Cap. 38:

Ciao carissima^^
Fa uno stranissimo effetto sapere che questa storia è finalmente giunta al termine, dopo così tanti capitoli. Mi sono sinceramente affezionata ai tuoi personaggi, e anche se questo non è l'ultimo capitolo, mi sale un po' di magone a pensare che tra poco dovrò salutarli.
Adesso è giunto il momento di tirare le somme, e tutti i personaggi devono fare i conti col ritorno alla "normalità", se di normalità si può parlare.
È davvero molto suggestiva la scena in cui Hugh vede il campo, un tempo teatro di cruenti scontri, di nuovo avvolto da una calma surreale. Il cinguettio degli uccelli in quello scenario fa un effetto quasi straniante: adesso che il placido "risveglio" della natura ha preso il sopravvento sul caos della guerra, senza tuttavia riuscire a cancellarne gli effetti, rende bene l'idea del processo irreversibile (almeno sul breve termine) che lo ha segnato.
Anche per Spengler è giunto il momento di tornare a casa, anche se ciò che lo aspetta è un futuro ancora più desolato.
E infine Richard e Finn, che hanno trovato nel reciproco affetto la forza per resistere alle avversità della guerra, e infine superarle insieme.
Vado a recuperare i prossimi!^^
(Recensione modificata il 05/12/2020 - 08:32 pm)

Recensore Master
05/12/20, ore 10:47

Carissima,
ci regali da ultimo uno spaccato sul "poi". Noi sappiamo già che la quiete non durerà che una manciata di anni, ma negli animi dei sopravvissuti c'è speranza. Certo, in mezzo a ricordi dolorosi e incubi, ma essa costituisce una via.
Non immaginavo altro futuro per il buon dottor Jones, che tiene fede al suo ruolo e al suo giuramento di salvare le persone, persino dai mali invisibili.
Mi dispiace per Hughs, che fa un lavoro pesante e forse ingiusto per quanto ha dato di sé alla patria. La sua gioia è la sua famiglia, anche se talvolta qualche particolare casuale gli riporta alla mente situazioni spiacevoli legate all'esperienza bellica. Il suo preoccuparsi per gli altri (Dawber o il tedesco) è la sua forza.
Sono rimasta sorpresa dalla scelta di Richard: non avrei pensato una carriera militare, ma a ben riflettere sulla sua decisione, ritengo che voglia impegnarsi a creare uomini e non soldati. Lo si comprende dalle sue parole.
Lui e Finn sono rimasti insieme, la cosa mi riempie di gioia, sebbene i tempi non fossero pronti per accogliere una relazione tra uomini.
La loro gioia sta nel sapersi uniti e nello spazio dell'abbraccio che condividono sempre, anche quando non sono sul lago.
Mi mancherà la tua storia, spero di leggerne presto un'altra. ^^
Un bacione!

Recensore Master
05/12/20, ore 10:12

Ciao^^
e così, si tirano le fila. La guerra è finita, i sopravvissuti devono reinventarsi un'esistenza. Green sceglie coerentemente di restare nell'esercito, forse ormai non si trova più a suo agio in nessun'altra realtà.
C'è chi è diventato morfinomane, c'è chi lotta tutti i giorni con la mera sopravvivenza, spaccandosi la schiena in lavori mal pagati e pesanti.
E c'è chi, alla fine, è riuscito se non altro a recuperare dei week end "al lago", come chissà quanti altri omosessuali avranno fatto in quegli anni, e a farseli bastare, trovando in essi la forza di andare avanti.
Molto poetica la scena finale: dopo tutto quello che è successo, alla fine loro due si sono salvati, forse proprio per il sentimento reciproco, che dava loro una speranza nella cupezza della guerra.
Come sempre ti rinnovo i complimenti per le tue competenze storiche e per la tua capacità di intessere un enorme arazzo in cui decine di storie si intrecciano sullo sfondo maestoso e terribile della guerra.
Come sempre leggerti è stato un grandissimo piacere, spero che ci delizierai presto con un'altra delle tue bellissime storie!

Recensore Master
05/12/20, ore 07:11

Buongiorno,
immagino l'amore segreto tra Finn e Richard, a quei tempi di certo non doveva essere facile, se saltava fuori...
Ma loro lo vivono con tutto loro stessi in tranquillità, lontano dagli altri, in una sorta di locus amoenus.
Alla fine la guerra è finita, ma quel che ha lasciato dietro di lei non è solo paura, follia, traumi... ma anche un piccolo grande amore.
Bene, complimenti per aver portato al termine questa lunga e per nulla scontata avventura, con serietà e dedizione, e anche con la giusta documentazione ^^ :)

Recensore Master
02/12/20, ore 16:39

Eccomi qua!
E così, la guerra è finita, e l'alba di un nuovo giorno sorge sul campo devastato dalle esplosioni.
Non so da dove iniziare a commentare questo capitolo, davvero intenso e coinvolgente. Il climax, che era giunto all'apice, qui si scioglie, e la scena finale è quasi catartica: Foley ha preso la sua decisione, non ha ceduto ai ricatti psicologici dell'assassino e, nonostante le falle nel sistema, la morte di Albert non è rimasta impunita.
Richard, invece, è in condizioni davvero critiche, e Finn non vuole e non può abbandonarlo. Il loro affetto è davvero qualcosa di profondo, che va al di là delle definizioni convenzionali.
La parte dedicata a Spengler, che qui ha un ruolo centrale, ci mostra l'altro lato della vicenda, quello degli sconfitti, che affrontano la sorte con dignità, a testa alta, senza lasciarsi sopraffare dalla disperazione. Sappiamo tutti com'è finita per la Germania, e non ho potuto non apprezzare il pathos che le hai conferito.
Complimenti come sempre, per le descrizioni e le introspezioni dei personaggi, che riescono sempre a trasportarti nel bel mezzo della scena.
Insomma, null'altro da dire, se non di nuovo bravissima!

Recensore Master
02/12/20, ore 16:04

Rieccomi^^
La guerra è qualcosa che si combatte all'esterno, ma anche all'interno dei tuoi personaggi, e i due fenomeni sono strettamente collegati.
Hai descritto scene dal fortissimo impatto, sia psicologico che sensoriale, che sono destinate a rimanere scolpite nel loro animo. Ora più che mai, non riesco a fare a meno di chiedermi come vivranno la fine del conflitto...
Bellissima la scena di Foley, in cui si trova faccia a faccia con Randall. Finalmente la verità è venuta a galla, e adesso si riaffaccia il dilemma più grande: consegnare il criminale alla giustizia o farsi giustizia da solo?
Sembra che lui abbia già deciso...
Complimenti per un altro bellissimo capitolo, volo al prossimo!

Recensore Master
02/12/20, ore 13:43
Cap. 39:

Ciao carissima^^
C'è stata la guerra, è c'è il "dopo". Ci sono i piccoli intoppi di gente che il fronte non l'ha mai visto neanche da lontano, ci sono i soldati che non sanno più comportarsi al di fuori di un contesto di guerra.
E ci sono gli scampati, che fanno in conti con quello che sono diventati durante la guerra e cercano di trovare un adattamento alla vita precedente.
Ognuno dei tuoi personaggi si riadatta come può, c'è chi attende pazientemente di tornare a casa e chi ritrova una moglie devota e innamorata; chi si ristabilisce dalle ferite e chi di certi dolori non riesce, o non vuole, venire a capo. Capisco la decisione di William e per molti aspetti la trovo coerente: la faccenda gli è chiara a livello militare, ma non riesce e non vuole accettarla a livello umano.
Come sempre bravissima, alla prossima!!

Recensore Master
02/12/20, ore 07:02
Cap. 39:

buongiorno,
Dio che ansia, questi gendarmucci che rompono con le faccende burocratiche... io sarei scappato a piedi a costo di camminare vent'anni!
Adesso che è ora di tornare a casa, si deve farlo e basta, finalmente.
Per il resto i nodi stanno venendo tutti al pettine. La fine è prossima.

Recensore Master
01/12/20, ore 21:57
Cap. 39:

Carissima,
con gli abiti sporchi di guerra - alla Ungaretti - i soldati attendono l'agognato ritorno a casa.
Hugh si dimostra paziente, fin troppo, quasi rassegnato e non vede l'ora di tornare a casa. Spero possa realizzare presto il suo desiderio. Se lo merita.
Dawber ritrova la moglie, una donna gentile e coraggiosa, che li ama al di là degli errori commessi e dell'aspetto deturpato dalle ferite. Sono contenta che abbia una nuova opportunità.
Richard e Foley si dicono addio e forse sarà davvero così: ciascuno di loro ha portato a termine il suo compito, onorare e riabilitare la memoria di Albert.
Molto interessante la riflessione di Foley, che comunque ha fatto una scelta drastica ma comprensibile e giusta.
Finn non c'è e Green pensa che sia tutto diverso. Mi auguro che tra i due resti il sentimento sincero che li ha legati tanto profondamente e che si prendano la briga di essere felici.
Un capitolo pacato e commovente, hai reso molto bene l'atmosfera della fine delle ostilità e degli animi trasformati dal conflitto logorante.
Un bacio e alla prossima! :)

Recensore Master
01/12/20, ore 01:12

Eccomi di nuovo da te^^
Ci avviciniamo alla fine della storia, e il climax è al massimo. Hai reso benissimo il clima di concitazione della battaglia, i sentimenti dei personaggi, il senso di "fine" imminente: sembrava di essere lì, nelle trincee insieme a loro, a sentire i boati delle esplosioni e il cielo illuminato dai razzi.
La guerra ha profondamente cambiato i tuoi protagonisti, nel bene e nel male (e le riflessioni del tenente a inizio capitolo ne sono l'esempio lampante) ma è riuscita anche a consolidare il loro sentimento. È davvero commovente la scena di Finn con Richard ferito tra le braccia.
Infine, il colpo di scena finale, inaspettato, che si conclude con un cliffhanger.
Davvero uno splendido capitolo, complimenti!
Torno presto a leggere il seguito!^^

Recensore Master
29/11/20, ore 19:12

Rieccomi^^
Questo capitolo, diverso dagli altri per struttura e forma, permette ai tuoi personaggi di prendere la parola in prima persona, senza filtri. Conosciamo i loro pensieri più intimi, i dubbi e le speranze, il rapporto con quelli che sono rimasti a casa, e tiriamo le fila di molte vicende rimaste in sospeso.
In tutte queste lettere, accomunate dal tono dolceamaro, disillusione e speranza s'intrecciano, ma coesistono anche il passato e il futuro, intimamente collegati.
Si sente che fine della guerra è vicina, e mi viene spontaneo chiedermi che cosa riserverà loro l'avvenire.
Ottimo capitolo come sempre!^^

Recensore Master
29/11/20, ore 18:22

Ciao^^
Rieccomi qui.
In questo capitolo ripercorri la crescita, militare ma soprattutto umana, di Finn. Si è arruolato con l'entusiasmo e l'innocenza tipici di ogni recluta inesperta, ha sperimentato il terrore e il rimorso, ma è riuscito a superare ogni prova che gli è stata posta di fronte. Col tempo, la dura realtà della guerra l'ha pian piano spogliato delle sue illusioni, ma non della sua umanità e dei suoi sentimenti.
Molto significativo il fatto che Richard lo ammonisca non soltanto per l'atteggiamento impulsivo, ma anche ricordandogli che riconosce il suo valore: per una persona emotiva come Finn, questo trattamento è più efficace di ogni rimprovero, ed è come se il loro rapporto assumesse un valore ancora più profondo.
Un altro bellissimo capitolo, complimenti!

Recensore Master
29/11/20, ore 15:01
Cap. 38:

Ciao mia carissima Star ^^

Eccomi qui, finalmente ❤
Quando ho aperto l'aggiornamento ho temuto fosse l'ultimo capitolo, ma per fortuna c'era scritto ancora "in corso" ❤
Il titolo mi ha infuso serenità, ha allentato l'alta tensione che hai creato soprattutto negli ultimi capitoli, dove ho temuto lasciassi morire qualche personaggio che ci hai dato modo di conoscere nell'arco della storia. Per fortuna sono tutti salvi (almeno quelli che sono arrivati all'ultima battaglia) ^^
Hai posto come sempre tantissima attenzione ai dettagli e in questo caso hai posto l'accento sul rango militare di Richard riservandogli una stanza privata.
Hai ricreato, forse in una delle ultime occasioni (se non l'ultima) la drammaticità della sofferenza sul campo di battaglia e lo strazio che vivono i soldati feriti che in ospedale provano a lottare contro la morte. Finn è sfinito e preoccupato, ma nonostante tutto non abbandonerebbe mai il suo tenente.
Mi è piaciuto tanto il rapporto che hai creato tra Farrell e Green; è molto sobrio, diciamo che ciò che si scambiano è l'essenziale per supportarsi in un contesto di guerra; probabilmente fuori dal contesto bellico non si sarebbero mai avvicinati, possiedono caratteri troppo distanti. È comprensibile ormai l'abitudine di Farrell a vedere i suoi compagni rischiare la vita, lui in fondo è solo un esempio per tutti. Come ti dicevo, il rapporto tra Green e Farrell non va oltre la solidarietà sul campo di battaglia, possiedono personalità differenti, talvolta le caratteristiche dell'uno non vengono apprezzate dall'altro. Eppure John è lì per lui, questo è un bellissimo gesto, Richard è rimasto ferito mentre combatteva e Farrell da buon compagno d'armi si trova al suo fianco, si preoccupa per la sua salute, si stimano e si fidano l'uno dell'altro e questo è sufficiente per instaurare una solida amicizia, specie in situazioni belliche dove l'aiuto del prossimo è fondamentale; teme per la vita di Richard e affianca Finn empatizzando con la sua preoccupazione.
Mi ha colpito e allo stesso tempo ho trovato molto realistico il fatto che a Finn venisse data poca importanza, il medico si rivolge per il suo ruolo all'ufficiale per informarli delle condizioni di salute di Richard; ci pensa poi Farrell a sottolineare quanto Finn per Richard sia importante, ciò è innegabile anche per lui.
La descrizione della natura al termine di questa lunga e logorante guerra è molto suggestiva; i rumori della natura riemergono al cessare degli attacchi, è qualcosa di inusuale per i soldati, ma è sintomo che qualcosa sta cambiando radicalmente, è un presagio di vita che però porta confusione e incredulità, tanto che temono di dire che è tutto finito (gli inglesi temono persino di cantare vittoria); quasi non ci credono, anzi il silenzio senza la concitazione della battaglia riporta a galla le presenze dei soldati morti e sacrificati in quegli anni. A tal proposito ti riporto la mia parte preferita nel capitolo, getti anche uno sguardo ai nostri giorni e al ricordo non vissuto che noi portiamo di quegli anni:
"Hugh avvertì sensazioni confuse e contrastanti, le trincee vuote risvegliarono in lui una profonda inquietudine. Era come se in quel silenzio potesse percepire il richiamo dei morti, era certo che le anime dei soldati che avevano sacrificato la loro vita sul campo di battaglia non avrebbero mai abbandonato quelle terre.
Quelle lande sarebbero rimaste coperte di sangue per molto tempo, il mondo non avrebbe potuto dimenticare l’orrore di quella guerra."
I superstiti non hanno la forza di festeggiare, è come se non fossero più in grado di essere felici, ecco un'altra parte che rende molto bene le condizioni dei soldati, meglio di quanto potrei fare io commentando questo capitolo, essere sopravvissuti non è bastato per gioire, anni di inferno non si cancellano in una manciata di minuti: "Eppure quella macabra parata rappresentava le reali condizioni dei sopravvissuti, i quali con i loro occhi spenti non erano altro che corpi svuotati che riemergevano dalla bocca dell’inferno."
Per la prima volta intorno al fuoco realizzano che la guerra è giunta al termine e si respira un'atmosfera più distesa; resta l'idea che si sarebbero portati sempre dentro l'esperienza bellica, ma più la motivazione a farcela è grande più si riprende in mano la vecchia vita con tenacia. Waddington resta un esempio di coloro che non riusciranno a superare del tutto le ombre della guerra.
Spengler e tutta la trama che gira intorno a lui resta uno dei miei spaccati di storia preferiti (anche se devo ancora trovare qualcosa che non mi sia piaciuto di questa storia); trovi l'occasione del suo ritorno in patria per riportare alla memoria i caduti anche tra le fila tedesche. Il pensiero va nuovamente a Richard, anzi ora che la guerra è finita è ancora più intenso, come anche la stima per lui. Il pensiero vola alla vita che troveranno, la vita che avevano lasciato prima della partenza, ormai segnata e a cui torneranno i giovani superstiti, il cui futuro è incerto una volta tornati in società tra i fantasmi dell'esperienza vissuta e le mutilazioni che hanno subìto. Non leggo però tra i vinti l'angoscia della sconfitta, gli ideali della patria si sono spenti, ciò che conta è la fine del conflitto, la sopravvivenza e la preoccupazione dei segni che le innumerevoli battaglie possono lasciare nelle nuove generazioni. C'è disillusione per ciò che la guerra è stata, la pace ha chiesto un prezzo molto alto, l'esito del conflitto paragonato alla vita degli uomini che hanno combattuto la guerra passa in secondo piano. Non è nemmeno facile per Spengler separarsi dai suoi uomini, con loro ha condiviso molto.
Stai sviscerando ciò che succede nel cuore degli uomini una volta subentrata la pace, non è banale ed è realistico.
Nell'ultimo paragrafo dedicato a Richard e Finn la pace assume una doppia sfumatura, non è solo lo stato di quiete che subentra al termine del conflitto, ma anche quella che ha sempre vissuto Richard accanto a Finn prima ancora di sapere che la pace è subentrata davvero nel mondo: Finn è la sua pace del cuore.

Sei una splendida autrice ed io non vedevo l'ora di fartelo sapere anche al termine della lettura di questo capitolo ❤❤

A presto!
Un bacione
-Vale (sempre tua fan)

PS scusa per eventuali errori, ma spero di essere riuscita a trasmetterti il mio pensiero, ci tengo❤

Recensore Master
28/11/20, ore 16:40

Ri-rieccomi^^
Ancora una volta, ci offri un quadro ampio e pieno di sfaccettature sugli effetti che la guerra può avere su chi l'ha vissuta.
C'è chi per dimenticare il passato si rifugia nella droga, e chi sceglie di darsi la morte.
C'è poi chi, come Foley, non si arrende, cerca con tutte le proprie forze di risalire alla verità, ma poi vacilla di fronte all'idea del commilitone. Effettivamente, ragionando in termini pragmatici, le prove che depongono a sfavore di Randall sono molte, e accusarlo dell'omicidio di Albert sarebbe il modo più rapido per liberarsi di quell'individuo. Ma se non fosse stato lui? Avrebbe accusato un uomo di un crimine che non aveva commesso e di certo questo non sarebbe bastato per aiutarlo a far pace coi demoni del passato: è questo il dubbio che allontana Foley dalla risoluzione. Così la questione rimane ancora una volta irrisolta.
E poi abbiamo Richard, che ancora una volta dà mostra della sua umanità e integrità morale: rifiuta una medaglia perché questo significherebbe sfoggiare come un segno di trionfo il sangue versato dai suoi commilitoni, aggravando il peso che porta sulla coscienza.
Complimenti per un altro bellissimo capitolo! :)