C’è qualcosa di strano in me.
L’ho sempre saputo. Non è una cosa di cui si possa parlare. Non che debba vergognarmene, almeno non credo. E’ solo che non posso spiegarlo. Non più di quanto posso spiegare cosa c’è nella mia testa. Per quanto mi sforzi, le parole sono insufficienti.
L’ho sempre saputo.
Quando la gente parla non capisce mai davvero cosa vuole dire l’altro.
Con le parole si possono creare così tante realtà alternative, ma queste realtà non potranno mai superare quelle presenti dentro ciascuno di noi. Io lo capisco bene.
Mi chiedo se sono l’unica.

Ed Alice cadde giù… giù… nella tana del Bianconiglio.
Ove mai più riuscì a risalire.
Perdendosi nella follia e nel vizio, nell'illusione d’esser libera.

“Mamma, perché le stelle cadono? E dove vanno?”
La madre la prese in braccio e la mise a letto rimboccandole le coperte.
“Le stelle cadono quando Alice vuole” rispose la madre.
“Alice?” la bambina si alzò mettendosi a sedere sul letto e osservando la madre con aria curiosa “chi è Alice?”
La madre sorrise sedendosi sulla poltrona accanto al letto.
“Alice è una bambina come te. Ma è tanto sola”
“Non ha la mamma o il papà?”
“No. Alice è una bimba sola, e vive raccogliendo i desideri delle persone – li ripone in bottiglie”
“Tutti i desideri?”
“Tutti tranne quelli che si realizzano. Quando si realizzano, li libera facendoli tornare stelle e le incastona nel cielo”

La maledizione di Alice, il tormento di Tarrant, e la soluzione dei loro problemi. La mia prima storia su AlicexTarrant, spero di farvela piacere

Qualsiasi cosa succeda, Alice cammina, borsa in spalla e sacchetto in mano, e arrivata ai binari del treno si siede sulla prima panchina vuota e prende una bottiglietta d'acqua dalla borsa. Beve un sorso, la rimette in borsa, si liscia il cappotto, e composta guarda passare i treni.

Mi chiamo Amanda Wilson, ma preferisco Amy, non dovrei dirvi chi sono, non posso dirvelo, perché sono 11 anni che non pronuncio più una sillaba, come si fa a far capire chi si è senza parlare mai?

Alice mosse un passo, senza dire nulla, verso la figura in ombra davanti a lei. La stanza era piccola, buia, solo un misero cono di luce dal soffitto che illuminava un tavolino tetro posto al centro dei essa. Era spoglia di tutto, o almeno così sembrava...

...e fu in quel momento che la vidi.
Da quel giorno, la mia vita non fu più la stessa.

fan fiction ispirata alla miniserie "alice" in onda su SYFY (emittente inglese) la storia narra di una "wonderland" moderna e tutti i personaggi sono visti in modo molto particolare. cosa accadrebbe se una nuova Alice, più adulta, arrivasse nel paese delle meraviglie 150 anni dopo la prima Alice? nota: la fan fiction è il racconto esatto (dialoghi compresi) della miniserie, la trama quindi non è mia, come non lo sono gran parte dei dialoghi!

La dipartita della piccola Alice e il suo soggiorno in un posto migliore…
[11° classificata a parimerito al contest "La morte in cento parole. (Originali e multifandom)." indetto da Oyzis.]

La mia vita è cambiata da quando è nata la mia nipotina Alice, e questa one-shot è interamente dedicata a lei.

[Aveva indossato il suo miglior vestito da festa,e,attraversando velocemente quella folla di intrusi,capì che forse aveva fatto la cosa giusta. Uno di loro le venne vicino.
:-Hey,ti serve qualcosa?-
:-No,grazie.- Rispose educatamente. Strinse più forte la pillola nella mano. Doveva stare tranquilla. Nessuno le avrebbe fatto niente.]

Quando si è bambini si vive in un mondo di fantasia che spesso viene condensata sotto l'aspetto di un amico immaginario, almeno finché non bisogna affrontare il mondo ed iniziare la scuola.
In che modo i nostri incorporei amici ci danno il loro addio? Qualcuno non lo dà, semplicemente sparisce; qualcun altro prova a scrivere una lettera.
***
[ Questa storia si è classificata prima al Contest "Just a Letter" indetto da Frandra (Forum), Hariken (EFP) ]