C'era nei suoi sorrisi quella voglia strana di libertà, che io stessa per tanto tempo avevo trovato, avevo custodito gelosamente tra le mie mani, come se fossero uno scrigno inaccessibile. Poi un giorno avevo perso il mio riflesso e le mie catene avevano incominciato ad avvolgermi stretta in un abbraccio freddo e senza amore. Poi, un altro giorno avevo perso la mia ombra e il mio cielo sconfinato si era chiuso a guscio, sulla mia testa solo una calotta gelida. Sul viso di Chiara, la mia libertà. Sul viso di Carlo c'era disegnato il mare, anche se il vento dei suoi timori l'aveva lavato via. Erano passati i suoi desideri sul suo viso, i suoi sogni, le sue speranze, le sue paure. Era passato il suo cuore e il mare l'aveva fatto naufragare via. Quel suo cuore che aveva lasciato andare per combattere. Sul suo viso forse il mare era stato lavato via dal mare stesso, da quelle onde mosse dal vento dei suoi timori. Lo osservai e rideva. La sua voce superò quella delle onde, quella delle sue paure. Sul suo viso c'era ancora il mare. Solo che lui non se ne accorgeva più.