Aomine continuava a guardare le lancette dell'orologio che portava al polso, spazientito. Sbuffò per l'ennesima volta quando vide che Kise non era ancora uscito dal suo camerino e alzò parecchie volte il sopracciglio nel vedere che il set si stava riempiendo, piano piano, di grandi e morbidi cuscini, leggere piume bianche e candele profumate. Aveva uno strano presentimento e rimase a bocca aperta quando il suo ragazzo arrivò sul set.
{Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it }

Era stata una mattinata tormentata e, arrivata alla pausa pranzo, aveva il sospetto che la giornata sarebbe solo peggiorata: pioveva, era arrivata in ritardo, il capo le aveva fatto una terribile ramanzina, aveva ricevuto una chiamata inappropriata dal suo ex e, per la frustrazione, aveva inavvertitamente cancellato la cartella contenente il progetto su cui stava lavorando da settimane. Sospirò: sì, Nami era assolutamente certa che entro la mezzanotte avrebbe toccato il fondo.

"Sasuke volge la testa e vede il profilo di Naruto tra le fronde degli alberi. È il profilo di volpe della maschera di porcellana che tiene sul suo volto. [...] Il richiamo dei loro nomi da parte di entrambi è ciò che non li ha mai separati in tutti quegli anni, tra rabbia, struggimento e riconciliazione." Naruto e Sasuke, agenti della squadra speciale Anbu, con i volti nascosti da maschere animalesche, sono in missione e passano la notte in un rifugio di legno, tra paure mai confessate e frasi mai rivelate.

La storia partecipa all'evento estivo #ferragiomis.
Malgrado fosse un inguaribile stacanovista, continuava ad amarlo comunque. Lo dimostrava l'impegno messo in quel momento nel massaggiargli e strizzargli le cosce, seppur al contempo lo stesse maledicendo a mezza bocca per quella stupida regola silenziosa di non uccidere gli insetti, ovviamente imposta dall'inflessibile Don Giovanna.

Hajime trattenne a stento un’imprecazione, guardandosi intorno furtivamente: non era una foto particolarmente sconcia, Tooru gliene aveva mandate di peggiori negli anni, ma la fila per la cassa era molto accalcata e dietro di lui c’erano due ragazzini. Si avvicinò il telefono al petto per non sbandierare l’immagine, maledicendo doppiamente Oikawa per avergliene regalato uno con lo schermo così grande a Natale. “Non puoi continuare a usare quel catorcio, Iwa-chan! Almeno così potrai guardarti tutti i video che ti mando in alta risoluzione” aveva esordito, il tutto circondato dall’intera famiglia di Hajime, bambini compresi, al momento dell’apertura dei regali.

GioMis || FugoNara || BruTrish || JotaKak
«Cercavo l'appartamento del signor Guido Mista».
L'accento gli era nuovo, non fastidioso né troppo marcato. Parlava lentamente, lieve, pareva il cinguettio di un uccellino.
Mista si ritrovò a sorridergli senza neppure volerlo.
«È questo».
L'espressione dell'altro mutò, a stento trattenne lo stupore. «Il signor Mista è in casa? Sono qui per il colloquio come babysitter».
«Ce l'hai davanti» rispose divertito.
Le sopracciglia bionde si aggrottarono, un lampo di delusione gli attraversò il viso. «Sei giovane...».
«E tu sei un uomo invece di una bella donna, siamo pari» disse sagace, peccato il suo interlocutore s’incupì, come se quella frase lo avesse offeso e fatto infuriare.
«Muda! Aveva ragione Abbacchio. L'annuncio era falso, volevi solo attirare qualche ragazzina indifesa».

[...] Aiolos alzò gli occhi al cielo: «Mi hai già dimenticato da stamattina?», lo prese in giro, scendendo con cautela i gradoni di marmo che fungevano anche da seduta.
L’acqua era piacevole sulla pelle scottata dal sole, una carezza gentile a contrasto con il vento secco con cui aveva combattuto i giorni precedenti.
Saga si lasciò sfuggire una risata, allungando una mano per accarezzargli la guancia, e lo guardò dal basso in alto: «Mh, forse non ne ho avuto abbastanza», replicò, voltando la testa quando il sagittario batté la mano sul pelo dell’acqua per ripicca. «Vogliamo rimediare?». [...]

[Roman!Au] - Soukoku
21 a.C
L’imperatore Augusto raggiunge il figlio adottivo Tiberio, ormai designato come suo successore, in Partia. La missione di imporre Tigrane II sul trono armeno è già andata in porto ma il principe è comunque deciso a vendicare le sconfitte dei predecessori e recuperare le insegne delle legioni di Crasso e Antonio. Il generale Osamu Dazai ovviamente lo segue, una decisione importante da prendere e un regno sconosciuto in cui avventurarsi

La notizia appena ricevuta non l’aveva reso per niente felice: avrebbero dovuto condividere il palazzetto con la squadra di hockey per non si sa quanto tempo – a causa di un guasto all'impianto elettrico dell’altro palazzetto – e Akutagawa sapeva benissimo chi faceva parte di quella squadra.
( sskk au )

Atsuhina week day 6: Idol AU
Sorride a trentadue denti, angelico, la sua voce gli trafigge il cuore come un centinaio di spilli - sanguina e quasi lo vorrebbe ringraziare.

Nami portò il bicchiere alla bocca e assaggiò: era dolce, caramellato, ma dal retrogusto floreale e rinfrescante; era inebriante. Un dolce tepore le investì lo stomaco, per poi irradiarsi nel resto del corpo. Le ricordava qualcosa… qualcuno.

Quando Kuroo si presentò alla sua porta, zuppo d'acqua e con l'aria di chi sia appena stato investito da un treno in corsa, il sorriso che stava nascendo sulle labbra di Bokuto si spense in un batter d'occhio.
Nel momento in cui Kuroo alzò lo sguardo dal suo zerbino, rivelando gli occhi felini contornati di rosso e le labbra tirate in un sorriso tremante, Bokuto entrò nel panico e si fece da parte, rigido come una stecca, per farlo entrare in casa, mentre si arrovellava alla ricerca di qualcosa da dire.
Bokuto non era capace di consolare le persone.

[Bokuroo]
"Sono un’immagine fatta di chiari e scuri, di tendini tesi e muscoli tonici, hanno bocche rosse, occhi talmente diversi tra loro da non sembrare neanche della stessa razza. Sono massa e sudore, sono nascosti in una piega della notte, sono l’uno nelle mani dell’altro."
"Bokuto, qualsiasi razza di bestia sia, è maschio."

[Soulmate, AU!] [Reincarnation, AU!]
Obasan gliene aveva parlato fino ad estenuarlo, ma Katsuki, da bambino testardo qual era, mai aveva creduto che potesse accadere a lui. L'Ima zero si era presentata alla sola età di trentadue anni. L’universo gli stava tacitamente comunicando la sua imminente disfatta, a meno che non avesse incontrato il proprio mate nel minor tempo possibile. Ma come fare, se per ben trentadue anni mai si era palesato? L'unica risposta poteva essere soltanto quella: il Mitingupasu.
Un cammino di sette giorni per trovarla prima dello scadere del tempo della sua vita mortale, prima della fine di tutto. Sette come le sensazioni uniche che si provano quando ci si ricongiunge con la propria anima complementare. E non era mica un caso che Katsuki Bakugou odiasse quel numero.

La fanfiction partecipa all'evento GioMis birthdays su Twitter con il prompt: Fobia.
Giorno/Mista, accenni Fugo/Trish.
Dal testo:
«Io e Giorno siamo incompatibili».
Le chiacchiere della coppia vennero congelate, e dopo quelle parole piombò il silenzio.
Superato lo sgomento iniziale, Trish ci tenne ad esprimere la propria opinione in merito con un sospiro secco e irritato, voltando nel contempo la pagina della rivista di moda che stava sfogliando, oltraggiata.
Fugo posò la mano sulla fronte, sofferente.
«Che cazzo stai dicendo?».
E furioso.
«Dico» Mista deglutì il groppo in gola «lo vedete anche voi!» agitò le braccia in difficoltà «Non posso dichiararmi, anche se Paolo Fox dice che Ariete e Sagittario sono compatibili, io... non posso» s'aggrappò inconsolabile alla manica bucherellata della giacca del migliore amico «È un gattaro! Odio i gatti!».