La realtà sulla nascita della malvagità di Kira...

One-shot su un episodio dell'infanzia di Raito. A volte mi chiedo come Raito avrebbe utilizzato il Death Note se non fosse stato così orgoglioso da vedere il potere come unico obiettivo. Ma forse la verità é che é solo schiavo del proprio destino...

In una partita di tennis è il match point a segnare la fine.

Light Yagami era famoso per porsi nel momento giusto e nella situazione giusta le domande giuste.
Nel non sbagliare mai occasione per far prevale quel suo lato pragmatico e assolutamente impiccione che lo caratterizzava nell’intimo. Non che lo facesse con cattiveria, lo faceva e basta – e questo era sinceramente tutto dire.

Perché si rifiutava di tacere anche un solo istante? Per quale assurdo motivo non riusciva a fermare il fiume di parole che gli usciva celere dalla bocca?
Semplicemente per andargli contro, era più che palese. Questa consapevolezza, però, faceva irritare oltre ogni dire il già teso Light, che come un perfetto pirla aveva ceduto nuovamente all’orgoglio e ora si ritrovava a fare esattamente ciò che L gli aveva suggerito di fare.
[Nata per una sfida con Princess21ssj]

“Tu non vai a dormire, Ryuuzaki?” chiese, neutro. L in risposta fece un piccolo sorriso. I capelli gli erano scivolati davanti agli occhi come una cortina di fumo e mascheravano il resto del viso, neri e impenetrabili.
Light lo guardò voltarsi lentamente verso la finestra e poggiare una mano sul vetro (...). Sottili strisce di pioggia scivolavano sulla superficie macchiando la luce di riflessi azzurrini.
“No”. L’aveva detto così piano che Light si domandò se non se lo fosse inventato lui stesso. “Non penso che stanotte dormirò”.
SPOILER PUNTATA 25

-E se, per una volta, si lasciasse influenzare dalle proprie emozioni?-
Ogni cosa si ferma – bocca, labbra e persino mani – a quest’affermazione insolente. Quasi che L non gradisca alcuna attenzione, troppo preso dalle sue ipotesi.
Continua, imperterrito, snocciolando brevi pensieri e istantanee supposizioni, come se fosse di vitale importanza rivelarle all’altro in quel preciso momento. Un altro attimo non sarebbe stato lo stesso.
[A Prinss, per la quale sono stata costretta a scriverla xD ti voglio bene (L)]

Nessuna sorpresa sino a quel momento, si disse fra sé e sé, i piedi che si accarezzavano lievi fra loro con un movimento ritmico e nervoso. Nessuno stupore. Nessuna stuzzicante anomalia.
Nessun gusto.
E poi lui.

Il monologo febbrile di un nobile svedese nelle cui vene una donna enigmatica e insondabile come Oscar fa pulsare un desiderio magmatico, sconcertante. (nota: formato un po' migliorato)

Lontano dagli sguardi degli altri L e Light si racchiudevano in un mondo tutto loro, fatto di carezze e sguardi.
[Partecipa a clicheclash di LJ - prompt: #67. Rapporti professionali]

Pomeriggio inoltrato.
Light da circa le otto di quella mattina stava cercando di far ragionare un testarlo L,
che ora era seduto comodamente su una sedia e continuava imperterrito a mangiare la sua torta al cioccolato.
[...]
Come la mela dolce rosseggia sull'alto del ramo,
alta sul ramo più alto: la scordarono i coglitori.
No, certo non la scordarono: non poterono raggiungerla.
Saffo

Lo guardò negli occhi che forse cercavano finto compatimento: era infatti troppo orgoglioso per richiederlo davvero. Sospirò, realizzando di volerlo semplicemente prendere a pugni. Tre one-shot, tre momenti del rapporto tra Light e Elle. [A princess21ssj, buon compleanno *______*]

“Innamorarsi di quel coso dalle orecchie grandi... Tzè!
Era tutto pelle e ossa, magro da far paura alla Fame.
Spigoloso, sgraziato. Una pelle così pallida da sembrare malato.
Con dei capelli talmente insulsi da assomigliare a uno spazzolone da cucina. Uno scopettone, sì.
Gli occhi enormi, sproporzionati rispetto al resto. Un po’ sporgenti, ma non quanto quelle due pale da mulino ai lati della testa.”
[Artù x Merlino, of course!]

Il giorno in cui il coccodrillo raggiunse L, Light rise sulla sua tomba.
Era solo per Ryuzaki che un bambino piangeva dentro di lui. Piangeva.
Perché perfino Peter Pan sa che se il coccodrillo raggiunge Uncino, presto arriverà il suo turno.
Due metà non possono sussistere senza l’altra.