Fuggire. Reazione immediata dinanzi ad un dolore troppo grande per essere affrontato a viso aperto. Camuffare la sofferenza in voglia di lavorare. Poi partire. Cambiare persino continente per ricostruire precari equilibri su cui camminare in punta di piedi. Dimenticarsi di tutto: amici, famiglia... assopire i ricordi e cullarli come bambini, perché non facciano troppo male, per ricaricare le certezze. E poi... e poi tornare, per affrontare il passato ed i sensi di colpa.

Per secoli noi mortali abbiamo combattuto senza tregua, fermandoci di tanto in tanto solo per vedere la partita di calcio. Ma ora il nuovo nemico è giunto fra noi e, come se non bastasse, abbiamo venduto Ronaldinho!
Questa è la parodia di Warcraft III Il Regno del Caos!!!

Questa non è la classica fanfic Sanae/Genzo/Tsubasa.è qualcosa di diverso.Sanae e Genzo sostanzialmente si odiano.Ma l'odio non è sempre il preludio a qualcos'altro?La fanfic ripercorre la storia, modificandola.

Piove. Ancora.
Perché all'accademia non insegnano tutto.

Lui piangeva durante le missioni.
Lui era sempre in ritardo.
Però l'idiota ero io.

Non è assolutamente all'altezza delle mie altre fan fiction. Lo dico subito. E'... il mio modo di divertirmi, a dire il vero: ho scritto questa storia senza preoccupazioni, solo pensando a sorridere.
Spero che possa far sorridere anche voi. Non ha altre pretese.
Ovviamente, ZONAMI come sempre.
Completata ^^

Vado via, dove posso mancarti.

Ci ho pensato su a lungo. Ma ancora non so da cosa siamo legati...Siamo entrambi affondati nelle nostre depressioni e cerchiamo di risalire dal fango. Siamo prenotati entrambi per l'ultimo piano dell'inferno e ci odiamo. Ecco cosa ci lega.

"Ci ho pensato a lungo. Ho pensato a me, a te e poi, a noi due insieme. Non è che mi sia messo a ridere, ma avrei veramente voluto. Però ora sono qui e tu sei qui...e siamo noi due soli, puoi darmi un bacio? Non lo dirò a nessuno ma le cose cambieranno da ora in poi." Un esperimento, una Runami.

Ho sempre odiato gli addii. Ho deciso di scrivertelo così, per questi dodici anni, per le notti passate insieme, per i baci e per le regole che abbiamo stracciato assieme. Non potrei odiarti più di quanto tu non faccia. Ma ti amo da impazzire. Grazie di tutto.

Abbassando lo sguardo si sarebbe accorto che le sue scarpe erano rovinate e sarebbe stranamente stato consapevole che lui si era rovinato con loro. Si appoggiò alla falchetta e guardò in basso, verso l'oceano profondo. Chiuse gli occhi. Pregava solo di svegliarsi presto.