La morte di Naraku ha provocato sollievo a tutti.
Per poco.
Perché per Sesshomaru quell'evento è stato solo il via libera all'ammassarsi di problemi di tutt'altra specie: un matrimonio in corso, l'elezione a una delle cariche più importanti tra i demoni, il dover guidare un esercito in una guerra che non gli interessava, l'arrivo di bizzarri umani dall'ovest con strane parole di pace e religione in bocca, malattie sconosciute e Rin.
Rin, sempre presente nei suoi pensieri.
Se solo Naraku non fosse morto, di quei problemi si sarebbe occupato qualcun altro.
Se suo padre non fosse morto, sarebbe stato lui ad occuparsi di tutto.
Ma tutti sono inevitabilmente costretti a crescere, no?

- Dubito fortemente che ci rivedremo, o almeno lo spero. - Rimasero ancora per un momento a guardarsi negli occhi. Eren non voleva interrompere quel contatto, era come se, con la sua sfacciata arroganza quell'uomo lo stesse testando. Forse voleva capire di che pasta era fatto o magari si stava semplicemente sbagliando eppure era sicuro di aver in qualche modo acceso l'interesse dell'altro, era una cosa che sentiva a pelle: fra loro due c'era una qualche forma d'irresistibile attrazione.

Sebbene Sesshomaru fosse sempre stato certo che sarebbe stato lui a seppellire suo padre, non si sarebbe certo aspettato che la storia del Grande Generale Cane prendesse una piega così inaspettata.
Quella che per lui è stata una feroce umiliazione e un triste abbandono, per suo padre cos'era stato?
Cosa aveva rappresentato quella principessa umana?
Mentre la primavera entrava e il profumo dei fiori invadeva la natura, com'era possibile che il demone più potente di tutti avesse capitolato di fronte agli occhi languidi di un'umana?

AU che traccia le vite dei protagonisti di Dragon Ball alle prese con il nostro mondo, dalla loro adolescenza all'età adulta.
*il cognome Arensay è un anagramma di mia invenzione.

"Amavo il teatro, ma ancora non sapevo in che misura mi avrebbe cambiato la vita"

The tale of us non è solo la storia di come Levi e Ether abbiamo imparato a vivere senza distruggersi a vicenda. E' la storia di coloro che hanno gettato le basi per un futuro migliore. E' la storia di Ether Livingstone e di come ha lottato per abbattere i limiti che la società le ha imposto; E' la storia di Levi e di come ha imparato a convivere con le proprie scelte; E' la storia di Erwin e di come ha intrapreso la sua rivoluzione; E' la storia di un mondo antico e polveroso ancorato a vecchie leggende e superstizioni.
E' la storia di come l'umanità abbia smesso di temere se stessa e iniziato a temere i Titani.
"Il Dottor Livingstone, suppongo"
"Dottoressa Livingstone, prego"
"Mi chiamo Erwin Smith, le andrebbe una tazza di the?"
***
“Esci da casa mia Levi – un sibilo freddo come una lama – Quanto è vero che Farlan e Isabel sono morti per causa tua, io e te abbiamo chiuso”
***
Uno, due, tre, quattro…
“Respira Levi, respira dannazione”
…cinque, sei, sette, otto…
"Non puoi mollare ora.. respira, cazzo, respira!"

«Sì. Tutto chiaro. Posso sapere il nome da cercare sul campanello?» - domandai con la massima pazienza di cui disponevo in quel momento.
«Avevo detto che l'indirizzo te lo avrei mandato per sms, quindi anche il nome. Sicuro di aver bisogno di ripetizioni solo di inglese? Mi sembra tu abbia ben altri problemi. Comunque... Rivaille. Rivaille Ackerman» - feci appena in tempo ad appuntarmi mentalmente quelle parole che la chiamata mi venne chiusa in faccia.

Dal testo:
" Sai, Rivaille, credo di amarti "
" L'amore è una puttanata per idioti "
Rivaille non crede nell'amore, per lui tutto si riduce al sesso dal momento in cui la vita ha divorato tutte le sue speranze nel futuro.
In una vita atona, consumata tra rapporti carnali e spogliarelli, la comparsa improvvisa di Eren riuscirà a sanare la ferita sanguinante del suo cuore arso da odio e rimpianti?

[È UNA LONG-STORY, NON UNA RACCOLTA DI ONE-SHOT]
È triste passare le feste, quelle con la maiuscola, solo e lontano da casa?
Una parte di me grida un veemente sì. Eppure non posso fare l’ipocrita e dirmi che è un caso fortuito, una coincidenza inattesa. Ho scelto una strada luccicante, fatta di flash e lustrini, non dimentico quanto ciò sia un privilegio e mi renda felice. Tutto ha un prezzo a questo mondo. Ed almeno al momento, sto pagando a rate e in saldo.
È altrettanto vero che la consapevolezza non fa compagnia.
[Scritta e dedicata a Ninfetta]

"Si avvicinò a me e toccò con il dito indice il mio naso, come se fossi un gatto e volesse farmi un dispetto. Ridemmo. Tom sapeva farmi ridere, anche David lo sapeva fare,ma con Tom era tutto diverso."

Due labbra si posano sulle mie soffiando aria, mentre delle mani premono sul mio petto una, due, tre, quattro volte con tanta forza da farmi stupidamente pensare che il mio petto si romperà.
Dopo non so quanti secondi sento finalmente un filo d'aria arrivarmi nei polmoni e tossisco, spuntando acqua.
Una mano mi afferra la nuca e un'altra le gambe fradicie, poi mi sento sollevare in aria e l'ultima cosa che vedo, rovesciando la testa all'indietro, incapace di tenerla su come una neonata, sono due occhi azzurri, gelidi e impenetrabili che mi scrutano curiosi.

Dal Prologo :"Quando incontro un paio di grandi e limpidi occhi azzurri, un volto dai lineamenti delicati, fanciulleschi e la fronte ampia su cui, elegantemente scomposti, ricadono boccoli bagnati e rivoli di pioggia, trattengo un singulto.
No, non può essere lui.
Non può essere…
Tom Hiddleston.
E non posso fare a meno di scoppiare nuovamente in lacrime.
Questa è stata, ed è, una giornata veramente di merda."

Salve,questa è la mia prima ff su il Signore degli Anelli e è incentrata sul mio personaggio preferito: Thranduil. Lascio a voi il giudizio,votate e recensite. Grazie.
Dal primo capitolo:
Posso sentire l'odore acre del fumo che divampa nelle stanze e i bagliori rossastri che illuminano il buio della notte,alle mie orecchie giungono le urla del mio popolo,il popolo che sta venendo sterminato e io sono qui senza poter fare nulla. Troppi elfi sono caduti per coprire la mia fuga e si aspettavano che tornassi per liberarli da questo inferno,se tornassi dentro ora il loro sacrificio sarebbe stato vano,ma prometto su ciò che ho di più caro che tornerò presto per salvarli.

[FANFICTION IN REVISIONE DAL 15/11/2015]
[Capitoli revisionati: 11/15]
Gli anni sono trascorsi dalla vittoria dei Guardiani e la conseguente sconfitta di Pitch, l'Uomo Nero.
Dieci anni, ad essere precisi.
Tutte le attività delle Leggende sono tornate alla normalità e di quei difficili giorni, non è rimasto altro che un lontano ricordo.
Ma non tutto è esattamente tornato come prima, poiché, da quella notte, una luce sul Globo ha smesso di brillare.
Scarlett è una studentessa di diciotto anni, una semplice ragazza la cui vita non ha nulla che possa ritenersi degno di nota ma che cela nel proprio petto un peso oscuro, il quale sta lentamente trascinando la sua mente nell'oblio.
Incubi.
Da che la ragazza riesca a ricordare, la sua mente è sempre stata tempestata da neri, asfissianti ed orribili incubi e non è mai stata in grado di capire il motivo per cui questi infestassero il suo sonno. Sapeva solamente che erano sempre presenti e che, qualunque cosa facesse, sarebbero tornati notte dopo notte.
Ma il tempo inizia a stringere e, con questo, molte verità verranno a galla, portandosi dietro altre domande le cui risposte non sempre saranno un sollievo per l'anima.

“Spiegami con quale coraggio ti presenti qui, con una sigaretta accesa, gridandomi contro che non vuoi scrivere questo articolo.”
“Non posso scriverlo. Lo sai bene. Sai benissimo, fin troppo bene, alla perfezione, cosa significa per me il nome Michael Fassbender.”
Stavo dando di matto per quella notizia, ma non sapevo bene se era un dare di matto buono o cattivo.
“Ti sto dando un’opportunità di diamanti Bianca, nemmeno d’oro. Andrai ad intervistarlo nella sua casa a Los Angeles, che cazzo vuoi di più, non rilascia mai interviste nelle sue case!”
Guardai il direttore e mi lasciai andare su una delle due sedie presenti davanti alla sua scrivania di vetro.
Spensi poi la sigaretta nel posacenere, non prima di aver aspirato l’ultima boccata di fumo.