Edward ha 30 anni, capo della Cullen Media Group, è un uomo presuntuoso, egoista e viziato.
Isabella ha 28 anni, direttrice di una delle Gallerie d'arte più famose di New York, è in cerca dell'uomo della sua vita.
Che cosa li accomunerà per il resto delle loro vite?

Accosta le sue labbra alle mie, ma non le unisce. « Posso provare una cosa? »
No. Vorrei gridare di no, che non puo' baciarmi. Che io non bacio nessuno, che odio baciare. Vorrei spostarmi, ma non lo faccio. Resto immobile. Lui lo prende come un sì ed annulla le distanze.
Appoggia la sua bocca sulla mia. Combaciano.
Poi scende, piano, morde l’interno del mio labbro inferiore, ed infine lo succhia. Io sono rimasta immobile.
Inerte.
Si stacca da me. Nei suoi occhi sono riapparsi i colori. Quelli veri.
Giallo ambra. Giallo di Napoli chiaro.
Blu polvere chiarissimo.
Verde menta, verde bambù.
« Avevi ragione anche stavolta. »
« Eh? »
« La panna ci sta decisamente bene con la cioccolata. » E se ne va.

Quando la vita di Edward, puttaniere e sboccato, prende una piega inaspettata, si ritrova da solo con un bebè da crescere. Con l'aiuto di una vicina amichevole, imparerà che a volte l'inaspettato può essere la miglior cosa che ti sia mai capitata.
(Dal testo): «Chi non muore si rivede, Edward,» disse. «Ti ricordi di me?»
«Um … sì, tu sei …» dissi, completamente dimentico del suo nome.
«Kate.» Aggrottò la fronte. «Sono Kate. Abbiamo fatto sesso la notte che festeggiavi la fine dell’internato. Ti ricordi adesso?»
La pollastra che voleva giocare al dottore. «Sì, scusa … Cosa … di cosa hai bisogno?» dissi guardando il seggiolino che aveva sopra una copertina.
Ti prego, cazzo, no.
«Ho grandi notizie.» In qualche modo già dubitavo che le avrei trovate grandiose. «Sei papà!»
E fu così che la mia giornata di merda diventò più di merda di quanto avessi mai potuto immaginare. Il mio uccello non era così favoloso, in quel momento.

Quando Charlie muore, Edward è costretto a promettergli di prendersi cura della figlia Isabella, anche contro il volere di quest'ultima. Lei non lo conosce, non si fida, ma l'uomo è intenzionato a tenere fede alla promessa fatta al suo mentore, proteggendola da ogni pericolo, anche quello che lui costituisce per lei.

Edward e Bella sono fratello e sorella. Nonostante tutto, l’amore che li lega è un amore bruciante e passionale, un amore proibito, che li porterà ad odiare se stessi prima e poi ad intraprendere una relazione segreta e incestuosa, dopo.
Quello che loro non sanno è che non hanno alcun legame di sangue, e che la loro parentela altro non è che una firma su un foglio.
Troveranno un modo per amarsi, nonostante tutto?

Bella è una ragazza di diciotto anni che viene rapita dal latitante Edward Cullen e costretta ad abitare con lui e i suoi compari in una villa sperduta nel nulla. Carlisle sembra volerla studiare in fondo, Jasper sembra incuriosito da lei, Emmett impaziente di farle del male, e Edward di togliersela dai piedi.
Almeno fino a quando...

- Piacere , Edward. - allunga la mano libera.
La osservo. Ha le dita di lunghe , abbronzate e piene di piccoli graffi. Come se avesse fatto a pugni con un arbusto di rose una volta di troppo.
Allungo a mia volta la mia , in confronto bianchissima e piccola. - Monica. -
Edward inarca un sopracciglio , il sorriso sghembo che torna ad incurvargli le labbra. - Bugiarda. -
- Cosa? - aggrotto la fronte.
- Bugiarda. - ripete staccandosi dal muro e liberando la presa calda su di me - Non ti chiami Monica. -
- E tu come lo sai? - commento divertita.
- Beh. - ridacchia - Quel tipo laggiù continua a chiamare una certa Isabella. E sembra proprio guardare te. -
Sussulto. - Cazzo , l’ingegnere! -
- Ingegnere? Neanche il suo nome ti ricordi? - mi prende in giro buttando il mozzicone di sigaretta nell’apposito posacenere.
- Non è esattamente la compagnia che mi aspettavo per stasera. -
- Ho notato. E perché non hai rinunciato semplicemente? -
- È una tradizione che abbiamo io e una mia amica. - faccio spallucce.
- Portarvi a letto ogni cosa che cammini? - inarca un sopracciglio.
- Così ci fai sembrare una poco di buono. - sbuffo - Abbiamo dei bisogni fisiologici anche noi. -
- E quindi che fate? -
- Cerchiamo qualcuno che le soddisfi. -
- E non è una risposta da poco di buono questa? - ride.

"Sposto ancora lo sguardo e per poco non mi affogo con quello che sto bevendo quando mi accorgo chi è seduto due tavoli più in la. Non posso evitare di agitarmi ogni volta che lo vedo, se poi lo scopro in compagnia di altre donne è anche peggio. Con lui faccio sempre finta che non mi importi con chi si frequenta e che può fare quello che vuole della propria vita, ma non posso negare di sentire una fitta dilaniante alla base del cuore quando ci comportiamo come due estranei. Ma ormai è questo che siamo diventati, due estranei che si fanno costantemente la guerra per non rischiare di far riaffiorare dei sentimenti che ci farebbero solo soffrire. Lo so io, lo sa lui e lo sanno le persone che ci stanno intorno, almeno quelle a cui teniamo di più." Bella e Edward sono divorziati e genitori di una bambina di nome Sophie. Cosa li ha portati alla separazione? E soprattutto riusciranno a ricucire un rapporto lesionato da tempo? Non vi resta che leggere!

Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.

Londra, 1978.
Isabella Swan ha 17 anni. E' figlia di un diplomatico americano e di un' ex maestra d'asilo inglese, religiosa e moralista sino allo stremo. Frequenta con profitto una prestigiosa scuola privata ed i suoi amici fanno tutti parte di quella "Londra bene" che tanto piace a sua madre: eppure tollera poco l'etichetta dell'alta società cui appartiene e di nascosto ascolta i Sex Pistols.
La sua vita cambia il giorno in cui incontra Edward Cullen, un disadattato ragazzino della provincia inglese con un'unica passione: quella per la musica.
Perchè Edward, nonostante la vita burrascosa ed i mostri che si porta dietro, rappresenta tutto ciò che lei vorrebbe essere.
Rappresenta la ribellione, l'angoscia, quel desiderio di cambiare che si agita anche dentro di lei. E rappresenta quell'amore VERO che sta cercando da troppo tempo.

Una Bella ossessionata dalla meteorologia trova per caso il diario del fidanzato Edward, il che la trascina in un viaggio nei ricordi. Al tempo, Edward era un ragazzo in fuga, che sperava di trovare uno scopo nella vita, mentre Bella non vedeva l'ora di avere l'occasione di scappare, certa di sapere quello che voleva. Ma nessuno di loro si aspettava quello che sarebbe accaduto.

Basta una frase di Platone per far cambiare la tua vita? E' proprio quello che accade alla diciassettenne Diana quando, durante una lezione di filosofia, legge una frase sull'amore del filosofo e le basta alzare lo sguardo per capire che da quel momento in poi si sarebbe ritrovata tra due "fuochi", perchè il suo compagno di classe, Danilo, smette di ignorarla e Aaron, un ragazzo tanto enigmatico quanto affascinante, inizia a guardarla.
Se prima aveva desiderato tanto l'amore, ora non sa che fare: si ritrova ad un bivio, dove dovrà cercare di capire quello che sente e quello di cui ha davvero bisogno!
Forse Platone aveva ragione? Davvero quando ci si innamora si perde letteralmente la testa e si fanno le cose più impensate?
Dal capitolo:
«Sei bella!». Solo due parole e otto lettere, mischiate al blu scuro dei suoi occhi, che mi fissavano intensamente, come aveva fatto poco prima.
Non avevo la capacità di parlare, ero completamente in balia del suo sguardo e della consapevolezza che lui mi avesse detto che ero bella, così senza alcun motivo o preavviso, e questo mi aveva lasciato così spiazzata da non sapere cosa rispondere.
Stavo tentando di articolare qualche frase di senso compiuto, che non contenesse solo risposte a monosillabi, quando la porta della classe si aprì e rivelò le figure di Aaron Palmieri e Michele Graziani, che consegnarono qualcosa alla professoressa, ma non riuscii a capire cosa. In quel momento, ero troppo confusa per poter pensare qualcosa di concreto, ma non perché non avessi mai ricevuto un complimento, bensì perché, ricevuto da lui, che mi aveva ignorata per tantissimo tempo, mi sembrò la cosa più strana che mi fosse mai capitata.
Cercai di scuotermi dal mio stato di torpore e ci riuscii appena in tempo per vedere i due ragazzi che uscivano dalla classe, ma non prima di aver notato lo sguardo di Aaron puntato su di me.
Uno sguardo intenso, nient’altro e nulla più, ma intenso era dire poco considerato l’azzurro ghiaccio dei suoi occhi, che in quel momento mi sembrarono così vicini. Uno sguardo che sembrava dirmi tutto e niente allo stesso tempo, enigmatico, come io avevo sempre immaginato fosse il suo carattere.
Fece solo questo prima di andarsene e segnare il suono della campanella che avrebbe fatto tornare la classe nella sua totale anormalità.
Ma niente e nessuno avrebbe mai potuto farmi dimenticare lo sguardo che Aaron mi aveva lanciato.