«Ti sei svegliato finalmente. Addormentarsi a quel modo... sei proprio uno stupido, jinko».
Atsushi fece rapidamente due più due e si rese conto che non solo il suo acerrimo nemico si era seduto al suo fianco, senza fare nulla per ucciderlo nel sonno, ma che lo aveva addirittura coperto col proprio cappotto. Per lui, la cui abilità era quella di manipolare il tessuto per formare Rashomun, era come privarsi della propria forza. Che diavolo stava succedendo?
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«Ohi-ohi, che mi venga un colpo se non si tratta del membro più stiloso della Port Mafia!».
Chuuya respirò profondamente e si voltò verso l'albero alla sua destra, dal cui ramo più robusto penzolava un Dazai appeso per i piedi. Il suo volto era paonazzo per via del sangue che gli era andato alla testa, eppure vi era stampato il solito, stupido largo sorriso.
[Post capitolo 39 - AtsushiXAkutagawa - ChuuyaXDazai]

[Otabek/Yuri]
“Beh? Che succede?” dice, senza riuscire a frenare la propria curiosità.
Otabek sospira di nuovo e lo guarda un po’ titubante. “Temo dovremmo cambiare il programma per il fine settimana.”
“Intendi quello di alzarci da questo letto solo per mangiare e basta?”
“Proprio quello.”
Yuri sbuffa. “E perché?”
Otabek si morde il labbro e Yuri riconosce nervosismo nei tratti del suo volto. “E’ una faccenda un po’ lunga da spiegare, ma…”
Fa una pausa, si passa una mano tra i capelli e sospira. “Ti andrebbe di conoscere la mia famiglia questo fine settimana?”

[Otabek/Yuri]
Otabek lo fece scostare e cercò i suoi occhi. “Mi ero immaginato mille modi in cui potevi salutarmi, eppure devo dire che l’immobilità seguita da un assalto non l’avevo proprio contemplata.”
Yuri arricciò il naso e controvoglia si staccò da lui, lasciando che anche Otabek si mettesse dritto. “Ero solo sorpreso, Altin. Non tirartela così tanto.”
Otabek alzò un sopracciglio a mo’ di sfida e, all’improvviso, Yuri si rese pienamente conto che erano soli in un posto chiuso in cui non avrebbe potuto interromperli nessuno. Avvertì le guance arrossire, ma si voltò prima che Otabek potesse notarle.

«Stavo pensando... Perché non lo facciamo?»
Bokuto si distrasse dal videogioco che gli aveva prestato Kenma, guardandolo confuso. «Fare cosa?»
«Sai, sesso.» lo aveva detto volutamente in tono indifferente, come se non fosse chissà quale proposta, in modo da invogliare Bokuto a pensarci sul serio. Era facile, attirare la sua attenzione, specie con le novità. Bokuto era simile a un bambino curioso, del resto.
[Bokuto/Kuroo]

Faceva sempre tanto male ogni volta che Albus parlava così. Sapeva esattamente dove colpire quando voleva fare male e Scorpius pensò che da qualche parte stava davvero sanguinando. Abbassò la testa e non riuscì a impedirsi di piangere perché era un idiota. –Perché deve finire sempre così? - chiese a voce bassa.
-Perché non doveva nemmeno iniziare-

Albus e Scorpius sono bambini simili ma la vita da adulti non è facile per Potter e Malfoy.
Lunghissima Oneshot in due capitoli
[Non fa nessun riferimento a The cursed Child]

[Otabek/Yuri]
A quel gesto, Otabek deglutisce a fatica. Yuri sta davvero per fare quello che pensa stia per fare?
Ha la risposta nel momento esatto in cui il ragazzo biondo si infila una mano sotto i pantaloni della tuta e comincia a toccarsi, mentre l’altro palmo si tiene ancora premuta la stoffa della tuta sul naso.
Va bene, forse è giunto il momento di chiudere la videochiamata, spegnere il pc e fare finta che tutto ciò non sia mai successo.
Otabek porta la propria mano sul mouse e il cursore sulla x rossa in alto a destra, ma la sua forza di volontà viene annullata dal mormorio che ode dagli autoparlanti del computer.
“Beka… Otabek…”
Quindi, ricapitolando: il suo ragazzo, che non vede da ben due mesi, si sta masturbando di fronte ai suoi occhi utilizzando la sua felpa, mormorando il suo nome, e lui dovrebbe persino chiudere la videochiamata e ignorare il tutto?
Eh, no. A tutto c’è un limite.

[Tsukishima/Yamaguchi] [Future!Fic] [Third Year Headcanons]
Yamaguchi profuma di miele la sera tardi.
Tsukishima è certo che sia per via delle quantità industriali di shampoo e bagnoschiuma che usa durante la doccia dopo gli allenamenti; quando lo bacia per salutarlo prima di andare a casa, si riempie il naso di quell’odore dolcissimo dal quale sta diventando dipendente.
Per non parlare delle volte in cui lo spinge contro il muretto, nascosti dietro una rientranza di due villette, e affonda il naso tra i suoi capelli sciolti per baciargli il collo. In quei momenti gli sembra quasi di essere immerso nel miele e nello zucchero.
Da quando Yamaguchi è diventato il suo ragazzo, ha cominciato ad adorare follemente quell’odore, specialmente perché gli ricorda le sue labbra leggere e il suo calore premuto contro di sé.

[Given]
Il cantante lo fece entrare nella stanza che avevano usato come camerino e poi chiuse la porta spingendolo contro di essa. Uenoyama non aveva vie di fuga, ma a dirla tutta non gli dispiacque la vicinanza di Mafuyu: riusciva a vedere ogni sfumatura delle sue iridi e il suo profumo era ovunque.
«Ho letto che molte band hanno dei riti per augurarsi che il concerto vada bene», furono le prime parole del castano, pronunciate con la sua solita calma.
«Sì, è vero, ma questo adesso...».
«Anche noi dovremmo averne uno».
«Di che cosa stai...?».
Uenoyama non poté terminare la domanda e sgranò gli occhi realizzando che ciò che glielo aveva impedito altro non era che la bocca di Mafuyu, premuta contro la sua in un bacio a stampo simile a quello che gli aveva dato lui dopo la loro prima canzone live.
[UenoyamaXMafuyu - KajiXHaruki - Future!Verse]

Entró nella stanza, fermandosi improvvisamente sulla soglia, appoggiandosi allo stipite della porta.
Daichi sorrise un poco all' espressione concentrata dell'altro, gli occhi marroni puntati sul foglio con gli ingredienti dei dolci con la panna che volevano preparare per il semplice piacere di farlo, del gustare quelle pietanze che erano ormai abituati a preparare insieme.
"É così adorabile" pensó, trattenendo un sorriso, andandogli affianco con in mano il necessario in cui inserire gli ingredienti incartati sul tavolo, pronti ad essere utilizzati.
Il corvino perciò si sbrigó a farlo, guardando le piccole rughette che tracciavano la fronte dell'altro, lo sguardo che zigzagava tra le righe, leggendo e rileggendo le parole, come per essere sicuro di non sbagliare nulla nelle quantità e nei tempi.
-Possiamo iniziare?- chiese dunque il capitano, strappando un sussulto e un sobbalzo di sorpresa al compagno, ancora preso dal suo intento, tanto da parere quasi ipnotizzato dalla carta bianca e liscia, priva di qualsiasi tipo di imperfezioni che potessero renderla meno vera al tatto.

[Otabek/Yuri]
“Raccontami qualcosa di stupido,” replica, nascondendo una smorfia.
Otabek comincia a discorrere e Yuri serra le palpebre, immaginando che, almeno in quel momento, la lontananza non esista e che il suo ragazzo sia esattamente di fronte a lui, a sfiorargli la fronte con la propria e a baciargli il naso.
Fa fatica ad addormentarsi quella sera, la mente affollata di pensieri e una strana sensazione di malessere nel petto, una che non ha mai provato prima.
Una che gli fa paura.

[Tsukishima/Yamaguchi] [Kageyama/Hinata] [Future!Fic] [Third Year Headcanons]
Man mano che Yamaguchi si avvicina, tuttavia, Tsukishima non può fare altro che inarcare le sopracciglia davanti al ragazzo che si ritrova a pochi metri di distanza e che non vede da più di quaranta giorni.
Tadashi è diventato ancora più alto, forse di qualche centimetro, ha il volto abbronzatissimo e perfino più lentigginoso e… evidentemente ha dimenticato di andare dal parrucchiere.
Kei nota che ha i capelli lunghi legati in un codino dietro la nuca solo nel momento in cui l’altro è di fronte a lui e, quando posa gli occhi sulla sua figura per intero, non capisce come mai abbia la gola secca.
Quell’estate, Yamaguchi è cambiato.

[Kuroo/Kenma]
Forse ha cominciato ad amarlo la prima volta che sono tornati a casa stringendosi il palmo, con le ginocchia sporche di terra e gli zainetti sulle spalle. Gli piace pensare che sia così, comunque; adora immaginare che tutto ciò che prova per Kenma sia iniziato nel modo più semplice di tutti e sia stato alimentato da quell’amicizia così forte da diventare quasi indissolubile. Non sa perché, ma non avere un punto di inizio è quasi confortante: in questo modo, può essere un momento qualsiasi della loro vita insieme.
Per Kuroo, ogni attimo che hanno passato assieme è quello in cui si è reso conto che lui una vita senza Kenma proprio non vuole viverla.

«Kuroo-san?» domandò timoroso. Il cuore a palpitargli a mille dalla paura.
Le ginocchia iniziarono a tremargli.
«Akaashi... » lo richiamò fissando in trance ciò che aveva davanti. Gli occhi rilucevano di una luce strana, maliziosa, inquietante. Quella stessa luce che, già da anni, Akaashi aveva iniziato a temere. «Ti fidi di me?».
«Non ti affiderei la mia vita nemmeno se fossi l’ultimo essere vivente presente in questa galassia».
Il sorriso di Kuroo si tese un altro poco.
«Giusto. Allora riformulo la domanda aspetta, ami a tal punto Bo da fidarti il minimo indispensabile di me, per questa volta almeno?».
Keiji aprì la bocca per richiuderla subito dopo senza emettere alcun suono. Le cose avevano preso una piega assurda. Mordendosi le labbra si passò le mani sul volto, per poi ancorare le dita tra i capelli fissando il negozio innanzi al quale erano fermi. Amava davvero abbastanza Bokuto per affrontare quella cosa? Bella domanda. he folle, folle idea quella di chiedere aiuto a Tetsurō! Che folle era stato lui ad assecondarlo! Che assurdità tutto quello che avrebbe dovuto fare!

[Iwaizumi/Oikawa] [Post Finale Seconda Stagione]
Improvvisamente, spinto da non sa quale forza di volontà, afferra il cellulare sul comodino e strizza gli occhi all’immediata luce che riempie la sua piccola stanza.
Digita un paio di parole veloci nella chat con il suo migliore amico e aspetta speranzoso che Oikawa risponda al suo “Non riesco a dormire, intrattienimi” con qualche battuta o commento inappropriato.
Vieni su è il messaggio serissimo che invece lampeggia sullo schermo qualche secondo dopo.

[Kageyama/Hinata]
“Perché mi hai chiamato per nome?”
Tra tutte le domande che gli rimbombano in testa, questa è decisamente la più inutile; però, Kageyama non riesce proprio a non farla. Non riesce a fermare la propria lingua.
E, di certo, non si aspetta di vedere Hinata arrossire così tanto.
“Non lo so, mi deve essere sfuggito,” mormora l’altro, torturandosi il labbro.