Il marito di Pamela era molto ammalato. Per quanto Ilenia sapeva, era molto grave. Cancro al fegato.. la gente diceva che sarebbe potuto morire per quello. Ma la cosa peggiore non era che il marito di Pamela, la noiosissima insegnante di musica, fosse sul punto di morte. La cosa peggiore era che avevano mandato un nuovo sostituto.
Cosa c’è di peggio di un sostituto? Niente.
Perché se i professori sono già dei gran disgraziati, i sostituti sono dei disgraziati al cubo.
A chi è che piace sostituire un professore assente?
Ilenia scosse la testa. Seduta sul suo banco, come tutti i suoi compagni della terza “B”, aspettava l’arrivo di quel professore, che nella sua mente appariva basso, grassoccio, con le rughe ed un alito spaventoso. E arrogante.
Ma quello che non sapeva, è che i professori non sono tutti dei disgraziati. Non quando portano il nome di Zayn Malik.
Lo stesso Zayn Malik che le insegnerà, non l’arte della musica.
Ma l’arte dell'AMARE.

Tratto dal testo:
'Liam,giochiamo a Guardia e Ladri?'-propone Zayn voltandosi verso il castano sull'erba morbida su cui si erano stesi.
'Certo,ma siamo solo noi due!'-controbatte il più piccolo,e Zayn si volta verso di lui.
'Fa niente,sarà solo una cosa fra noi due.'-soffia sulle labbra del castano facendolo arrossire,e poi si alza.
'Va bene Zayn!'-dice entusiasta il più piccolo,alzandosi e dirigendosi verso il moro,che si stava infilando un cappellino nero di lana.
'Io faccio il ladro,tu fai il poliziotto.'-dice Zayn,porgendo a Liam una torcia.
*10 anni dopo*
'Zayn!So che sei lì dentro!Esci,ora!'-grida Liam puntando la pistola verso la porta di legno dell'enorme villa,aspettandosi che il moro esca di lì.
'Liam!Facciamo un gioco?In ricordo dei vecchi tempi!...Giochiamo a Guardia e Ladri?'-dice ridendo Zayn,già sul tetto dell'enorme villa con in mano il sacco pieno di oggetti preziosi.
[Ziam; Larry; Nosh]

'Stratford 2011,
2.17 AM,
john's supermarket,
reparto dei dolci'

Il suo era puro sfogo. I suoi pensieri erano fin troppi. La sue testa faceva male e girava da far schifo. I suoi occhi erano stanchi, stanchi di piangere. Lei era esausta. Non riusciva neanche a stare in piedi. Le stavano cedendo. Appoggiò la sua schiena al tronco di un albero. Lentamente scivolò giù fino a che il suo sedere non toccò l’erba umida. Quel contatto la calmo. Poggiò le mani sull’erba. Poteva sentire l’energia che scorreva nella terra, sotto quell’erba corta e fresca. I suoi occhi si chiusero magicamente.

Già da tempo ormai, Harry aveva fatto capire chi era agli studenti della Holmes Chapel High School.
Al primo anno era lo sfigatello preso di mira dai ragazzi più grandi.
Al secondo era un ragazzino che iniziava a ribellarsi.
Al terzo era il brutto anatroccolo diventato un bellissimo cigno.
Al quarto era il puttaniere, venerato da qualunque essere di sesso femminile in quella scuola.
E adesso, adesso che si parlava dell’ultimo anno, Harry Styles stava a significare solo pericolo.
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-Cos’hai intenzione di fare con lei?- chiese Louis, alludendo alla bionda che Harry aveva preso di mira.
Il ragazzo, come risposta, scrollò le spalle con indifferenza.
-Riformulo meglio la domanda- continuò Louis. –Hai intenzione di farle del male?-
Il riccio si voltò verso l’amico, notando quanto fosse preoccupato.
-Per ora non ha fatto nulla che possa scaturire la mia rabbia-

Tratto dalla storia:
«Zayn era impenetrabile e silenzioso in modo che metteva i brividi. I suoi occhi nocciola sembravano due sfere nere: assorbivano tutto e non rivelavano nulla. Non che di lui volessi sapere altro. Quello che avevo visto in superficie non mi era piaciuto e dubitavo potesse piacermi ciò che si celava in profondità. Peccato che non fosse del tutto vero. In effetti, parecchio di quello che avevo visto mi era piaciuto. I muscoli lunghi e asciutti delle braccia, le spalle larghe, il sorriso, allegro ma seducente e misterioso al tempo stesso. Ero in conflitto con me stessa, perché cercavo di ignorare qualcosa che in realtà trovavo irresistibile.
Purtroppo non era solo bellezza, c’era qualcosa in lui che non andava. Qualcosa che lui nascondeva del suo passato. Qualcosa di oscuro e misterioso che mi attirava a lui sempre di più. Qualcosa che non potevo fare a meno di evitare. Averlo vicino mi trasmetteva desiderio e inquietudine al tempo stesso.
Dal momento che l’ho conosciuto la mia vita non è stata più la stessa. Trovarlo è stato come trovare un angelo all’inferno. Lui ora era diventato il mio inferno.»

1 Giugno,Londra.
Cosa c’ è di peggio di essere mandata in un campo estivo per tutta l’ estate?
Non so se sia il fatto di avere dei coinquilini,che peraltro sono completi sconosciuti, o condividere la propria abitazione. Sempre se così si può definire,più che altro è una casetta in puro legno formata da appena quattro stanze. Benché il campeggio in cui sto per arrivare è il “ NanaSea Campus ” ,ovvero il sogno di tutti gli adolescenti e non. L’ unico luogo in cui ogni giorno ci sono novità sullo svolgimento della giornata,formata da mille feste,ogni sera la discoteca viene coinvolta in qualsiasi iniziativa.
Perché sono stata costretta ad una figata del genere?
Semplice,i miei genitori hanno voluto sbarazzarsi della loro figlia ribelle per andare in vacanza.
Così mi sono ritrovata a fare le valigie in appena quattro giorni,senza poter contestare ed ora … beh,eccomi all’ aereo porto,a fare uno stupidissimo check in.

Come poteva, un’estate, cambiare ogni cosa? Come poteva annullare e far nascere dei sentimenti? Come potevano, soli tre mesi, sconvolgere tutto quel che c’era stato in cinque anni di amicizia?

Lei è in cerca di risposte.
Lui, in cerca del vero amore.
Lei, spietata e senza cuore.
Lui ha il cuore ghiacciato.
Due anime, un obbiettivo, la soppravivenza.

A prima vista questa può sembrare una vita felice, dei genitori fantastici, un fratello e tante sorelle, ma questa è solo la mia seconda vita.
La mia vera vita? Non c'è molto da raccontare, orfana da quando avevo quattro anni, i miei genitori sono morti in un incidente e subito hanno spedito me e mia sorella Katerine all'orfanotrofio, fu adottata prima di me e da quel momento l'ho persa per sempre.
Dimenticavo, il mio nome è Abigail, Abigail Tomlinson, ma tutti mi chiamano Abbie.
Vivo a Doncaster nella famiglia Tomlinson come avrete già capito. Ho 18 anni, alta 1.65, capelli mossi principalmente biondi, che incorniciano il mio pallido viso angelico dagli occhi color azzurro ghiaccio che non brillano più come una volta e le mie labbra carnose e rosee.

Jessica è una ragazza semplice, all'apparenza introversa, con un carattere abbastanza chiuso, ma capace di esternarsi e di provare dei sentimenti che nessuno mai ha provato prima.
Jessica è anche una ragazza come tante infondo, innamorata di quell'idolo che pensa non vedrà mai.
Un giorno Jessica e la sua famiglia si trasferiscono a Londra, per continuare gli studi universitari e per la promozione del padre.
Piove e Jessica sta tornando a casa come al solito, ma questa volta succederà una cosa molto diversa, che le farà sembrare di essere in un mondo tutto nuovo, quello del suo idolo: Harry Styles.
Si susseguiranno una serie di avvenimenti, legami, rapporti, litigi, ecc. ma alla fine finirà tutto come lei aveva sempre desiderato e sognato.
Protagonisti:
-Jessica
-Harry
-Louis
-Alis
-Devon
Recensite, Please!

-Io penso che ci serva una pausa, io e te siamo troppo diversi, è come se ci stessimo mettendo in una cosa troppo grande per noi.- dico io con gli occhi lucidi e noto il solito luccichìo dei suoi occhi affievolersi ad ogni mia parola.
-Ma a me non serve una pausa, io so cosa voglio, io voglio te.- dice lui prendendomi il volto fra le mani, non resisto alla tentazione di baciarlo e sotto sua grande sorpresa lo faccio. -Cos'è un addio?- dice lui ironico mentre si siede sul letto della stanza.
-No, non lo è, consideralo un arrivederci.- dico io uscendo di lì con le infinite lacrime che mi rigano il volto, vedere i suoi occhi spenti e il suo sorriso inesistente è stato doloroso, molto.

Sono nato a Nizza nell'agosto del 1434.
Si, anche se non si direbbe dal mio viso giovane, la mia andatura agile e la mia forza, ho 579 anni. Tutto questo deriva dal mio essere: io sono un vampiro.

«please, save me.»
«i'm trying.»
salve, mi chiamo ciack, e sto cercando di raccontarmi.