Cinque volte in cui John e Sherlock si sono baciati per un caso da risolvere ed una in cui si sono baciati per davvero.

(John POV)
‘’John ti devo parlare’’
‘’Hai avuto qualche intuizione?’’ chiesi speranzoso.
Tu ti avvicinasti con cautela.
‘’No. Ti devo chiedere un favore’’
La cosa mi stupì: Sherlock Holmes non chiedeva mai favori. Agiva e basta.
‘’Certo, dimmi’’ ti dissi alzandomi.
Ti vidi tentennare. Ricordo che mi chiesi cosa ci potesse essere di così importante da chiedermi per farti vacillare.
‘’Non odiarmi’’ rimasi confuso a quella frase, non capì.
‘’Per quale motivo dovrei odiarti?’’
Tu ti avvicinasti e mi presi il viso fra le mani.
‘’Per questo’’ in un secondo annullasti le distanze fra i nostri volti e premetti le tue labbra sulle mie.
‘’E per questo’’ aggiunsi riavvicinandoti nuovamente...

Con il sole alle porte, entrambi si riscuotono,
ancora avvinghiati, ancora abbracciati.
©

“Dove stai andando, John?” Domandò incolore, senza muovere un muscolo più dello stretto necessario.
[Johnlock]

Dopo ciò che era accaduto, era consapevole che mai, mai più sarebbe riuscito a mantenere un minimo di se stesso.
Aveva dato a Sherlock il potere di disfarlo come un libro da stracciare, spogliarlo come un fiore che appassisce. E lo avrebbe fatto anche a chilometri di distanza.
John si era praticamente consegnato nelle sue mani.
Ma la cosa più orribile di tutte, era che non riusciva a davvero a pentirsene.

Nel 221B la febbre alta è un'avventura con un risvolto inaspettato.
«John» ripete Sherlock e il dottore si chiede se stia sognando o sia vigile.
«John, i pinguini non sono verdi…»
«Sherlock, era solo una favola, calmati» prova a dire il dottore, con il tono di voce che di solito riserva ai suoi pazienti più piccoli.
«No, no, tu non capisci.» borbotta Sherlock, agitandosi sul divano tanto che la coperta sfugge al suo corpo e per un breve, intenso secondo, lo sguardo di John indugia sul fianco lasciato nudo dal pigiama. «Sei un idiota.»
«Io non sono un angelo. Non sono neanche un uomo paziente o uno che prepara la colazione per le persone a cui vuole bene o che fa loro i regali a Natale o che manda cartoline con scritto Marry Christmas…».

[The Hobbit - Jacksonverse]Quelli erano gli occhi di Smaug.
Più pericolosi delle sue scaglie brillanti. Più micidiali della sua voce scura, e fonti di un turbamento di uguale proporzione.

“Mi spieghi che hai? Sai come sono stato per tre anni credendoti morto, non voglio passare di nuovo tutto quello!”
“Oh, ovvio certo, perché solo tu sei stato male! Io stavo benissimo senza di te guarda! Ti è mai passato per la testa, John Watson, che magari anche io sono stato male?!”

John si leccò le labbra, stringendo le mani sulle proprie ginocchia.
“Fammi capire bene. Significa che non mi aiuterai, a meno che io non ti ripaghi in qualche modo?”
“Eccellente analisi della situazione.”
La voce di Sherlock era intrisa del famigliare, redivivo sarcasmo.
(post-Reichenbach)

John è vicino, eppure è distante. Con lui, vivere è la cosa più naturale del mondo.
John è quello che a Sherlock serviva. John che è una sicurezza e allo stesso tempo un enigma, un'ancora a cui aggrapparsi e un macigno con cui sprofondare.
John, che ama un uomo di carta e sangue.
"Non so se sarei tornato qui ogni sera, se non fosse stato per lui. Forse significa sminuirlo, ma guardare lui è come fissare lo sguardo su uno spettacolo senza fine, su uno di quei film che non comprendi ma che ti lasciano dentro qualcosa, compresa la voglia di tornare a sederti su vecchie poltroncine che puzzano di popcorn stantio per rivederlo, per cercare di scorgere nuovi particolari, per tentare di comprendere quello che il giorno prima ti è sfuggito. Per cercare di capire perché ti piaccia, in fin dei conti, se il significato ti è completamente sfuggito."[...]

È una fredda sera d’inverno e tu cammini per le vie di Londra, le mani gelide infilate nel tuo inseparabile giaccone nero, incurante del mondo che ti scorre accanto veloce ed infaticabile.
La gente per strada ti guarda quando passi, non proprio si sofferma ma ti posa gli occhi addosso in quel modo, con un misto di pena e smarrimento, e Dio solo sa quanto tutto questo sia fastidioso. Ti sembra quasi di essere tornato indietro di quattro anni e qualcosa di più, a quando eri solo un reduce di guerra appena tornato dall’Afghanistan e tutti per strada si volgevano a guardarti con quegli occhi pieni di compassione per la tua gamba zoppa che ti laceravano il cuore, sotterrando la tua autostima ogni giorno sempre più.
Tre anni sembrano avervi cancellato dalla memoria del mondo, solo tre fottutissimi anni, e ancora non sai se pensare se in fondo sia meglio così.

- ho una proposta da farti, anzi no… una specie di scommessa.-
Sherlock corrugò la fronte, sedendosi sulla poltrona di pelle nera, ora attento e concentrato.
- spiegati.-
- è molto semplice. Devi fare una cosa per me e documentarla. Se non lo farai sarai costretto ad accettare ciò che ti chiedo.-
- che genere di… cosa!- sibilò, sempre più attento. Le mani serrate sui braccioli.
- ripeto, una cosa banale. Banale per le persone normali.- sottolineò pesantemente l’ultima parola, guardandolo con gli occhi socchiusi.
Si sentiva padrone della situazione e si stava divertendo da morire.
- Mycroft, COSA!-
Cosa vorrà Mycroft dal suo geniale fratello??
Sherlock/ John story!

Sherlock aveva sempre saputo di non avere una vita lunga davanti a sé, ma non credeva che sarebbe finita così.
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Autore:Mad_Lori
traduzione: Charles

Lo percepì distintamente prima ancora di sentire le note del violino, di riconoscerne la melodia composta una mattina di Natale... Triste e bella, perciò falsa. Perché, nella vita reale, John trovava che non ci fosse assolutamente nulla di bello nella tristezza.
Post-Reichenbach, fix-it.
Spoiler della seconda serie.

John aveva sempre odiato festeggiare il capodanno. Non che lo odiasse nel vero senso della parola, lo trovava semplicemente stupido. Però continuava a festeggiarlo come fosse un dovere, una tradizione, un obbligo militare. Si ubriacava con gli amici e faceva finta di essere felice. Sempre meglio che sentire urlare la gente allegra in strada, deprimendosi a casa. "Anno nuova vita nuova " diceva la gente. Invece poi non succedeva mai niente di interessante, niente di nuovo. Niente di niente.