Elizabeth Evans è una normale adolescente che vive a New Orleans con sua sorella Kathy, in Louisiana. I loro genitori sono morti quando erano molto piccole, in circostanze misteriose. La vita di Elizabeth viene stravolta quando scopre che Harry, un ragazzo con cui si frequenta per poter dimenticare il ragazzo di cui è veramente innamorata, è un vampiro. Ci sono molti fatti oscuri sul passato di Elizabeth. Quando lei stessa scoprirà la verità con l'aiuto del suo professore di storia, Adam, che in seguito si rivelerà un cacciatore di vampiri, gli effetti che avranno le notizie sconvolgenti su di lei saranno terribili. Lo scopo di Harry è proteggerla dalle forze che ambiscono al pieno controllo della ragazza, che col passare del tempo si renderà conto di essere un'entità soprannaturale. Harry è convinto di poterla illudere ed utilizzare a suo piacimento per i suoi scopi, ma ben presto si ritroverà a dover fare i conti con un acerrimo nemico, un altro vampiro tornato in città per motivi differenti: Louis.
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STORIA ISPIRATA A THE VAMPIRE DIARIES.
SE NON VI PIACE IL GENERE STATE ALLA LARGA.

'Niall,perchè dici di amarmi?'
Cècile e Niall erano sdraiati sull'erba, a guardare le nuvole.
'Cosa vuoi dire?'
'Voglio dire quello che ho detto.
Perchè mi ami?'
'Beh,amo tutto di te.
Amo quando ti arrabbi,e mi insulti in francese.'
Cècile rise a quell'affermazione.
Aveva bisogno di sapere cosa lui amava di lei. Voleva delle certezze,voleva essere sicura del suo amore.

«Perché deve essere tutto così sbagliato?»
«Sssh» sibilò dolcemente Louis, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Ti fidi di me?» continuò poi, facendo annegare gli smeraldi lucenti della ragazza nei suoi immensi e profondi oceani.
Jessie annuì leggermente, accarezzandogli delicatamente il petto nudo.
«Bene» le sorrise dolcemente.
«Questo sarà il nostro piccolo segreto.» sussurrò infine queste parole, sfiorandole lievemente le guance prima di lasciarle un tenero bacio sulla fronte stringendola ancora più a sé.
Missing moment di Jessie e Louis tratto da "Hi, I'm your stepbrother".

Mi sorrise con quel suo sorriso che mi dedicava sempre.
Assottigliò gli occhi, mise una mano sul mio petto spingendomi indietro facendomi andare sott'acqua bagnandomi tutti i capelli.
Ri-emersi e lei mi saltò letteralmente addosso.
Fece appoggiare la mia schiena al bordo della vasca e si mise sopra di me baciandomi.
Prese a succhiarmi il labbro come se volesse lasciarci un succhiotto sopra.
-Sei eccitante, Styles, lo sai?
Sussurrò spostandosi dalle mie labbra al collo.
- Me lo dicono in molte...
Alzò lo sguardo in un secondo guardandomi fisso negli occhi assottigliati.
- Ah si?!
Rispose seccata. Si alzò in piedi e uscì dalla vasca prendendo l'asciugamano e andando in camera sbattendo la porta.
-Cazzo.

Jasmine sussultò, non appena il mio amichetto entrò in contatto con la sua pelle.
-Vedi? È questo l'effetto che mi fai...- sussurrai al suo orecchio, prima di mordere delicatamente il lobo.
-L-Louis, non mi sembra il caso...- deglutì.
-Shh...- la strinsi maggiormente al mio corpo, rendendomi il respiro pesante e l'eccitazione ancora più stretta nei pantaloni.
-...Lascia che ti ami.-

Ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Ricordo di come i raggi del sole si incastrassero in perfetta armonia con le fronde del grande albero al centro di Regent’s park ,di come il vento accarezzasse dolcemente il mio viso ricoprendo la pelle di piccoli brividi su tutto il corpo, il profumo della primavera che stava sbocciando, e quella sensazione così strana, quella che arriva solo quando sta per succedere qualcosa.
Non ricordo per quanto tempo fossi rimasta sdraiata li, ferma in quella posizione. Ricordo solo che stavo aspettando. Aspettavo la felicità. Aspettavo te.

Sorrisi sulle sue labbra,prima di premerle sulle sue. Quelle labbra che avevo guardato a lungo adesso le stavo percependo,e non c'era sensazione più bella di questa.
Forse,sarò stata un po' ingenua,forse di lacrime per lui ne verserò ancora,o forse no.
Una cosa che so fare perfettamente,è leggere negli occhi delle persone,e gli occhi di Harry sono facili da leggere.
In quegli attimi,vi lessi sincerità,amore,e promessa di un'amore infinito.

- …chi è? – chiese, con una nota di delusione e rabbia nella voce.
- …un testa di cazzo, stronzo e puttaniere. –
Lui alzò il viso e mi guardò accigliato in un’espressione di preoccupazione.
- come? E perché lo frequenti se è un puttaniere? –
Io sorrisi, continuando a massaggiargli i capelli. Mi morsi un labbro e portai lo sguardo sulla sua bocca, arrossata dai miei baci.
- perché…è bellissimo e…stupido. Tanto stupido. E io…io lo amo. –

Sapete, essere fidanzati con una persona come Leighton è, in tutta probabilità, più complicato di un esame di fisica quantistica.
E non solo perché è lunatica, sclerotica, un po’ pazzoide ed altamente sarcastica, no.
E’ complicato, perché nonostante tutti i suoi difetti – che non sono pochi – è impossibile non amarla.
Perciò, ancora non mi capacito di quello che sto per fare. Ho come la sensazione di stare per cacciarmi in qualcosa di molto più grosso di me e, soprattutto, potenzialmente pericoloso.
(Missing Moment di Wedding? No, thank you.)

In primo superiore mi era indifferente.
In secondo superiore cominciai a farci amicizia. In terzo superiore lo odiavo.
In quarto superiore stavo iniziando a vederlo sotto un’altra luce.
In quinto superiore capì di amarlo.

'Cause you got the spell on me
I don't know what to believe
Kissed you once
Now I can't leave
'Cause everything you do is magic

"scrivi, per renderti libera"

«Allora, Olly. Conosci Harry?»
Harry.
William-Brian si chiamava Harry. Non era un nome così originale, ma gli si addiceva. Per lo meno avrebbe smesso di chiamarlo ragazzo misterioso.
«No, non ci conosciamo.» rispose, prima di porgere la mano ad Harry con un sorriso imbarazzato. Lui ricambiò, anche se contrariamente a lei sembrava perfettamente a suo agio.
«Be’, in realtà ci siamo già visti. Prendiamo lo stesso autobus.» sostenne Harry, divertito. Ecco, Olly lo sapeva che l’aveva beccata in pieno a fissarlo.
Che figura di merda, santo cielo. Ed ora? Mica poteva dirgli che lo sapeva perfettamente, visto che era dall’inizio dell’anno che lo squadrava dalla testa ai piedi.
«Davvero?» finse di non ricordarsene, tanto per salvare la poca dignità che le era rimasta.
Era certa di essere stata piuttosto convincente, almeno fino al momento in cui Ginger scoppiò a ridere, rischiando di strozzarsi con la pizza.
«Scusate, stavo pensando ad una cosa molto divertente.» disse, con le lacrime agli occhi.
Harry annuì, anche se dava l’impressione di non essersela bevuta affatto. Poi tornò a guardare Olly.
«Si, sulla Linea 21. Lo prendi al mio stesso orario, tutti i giorni.»

Sequel di I'm Not Your Toy.
"Non intendeva intromettersi, davvero.
Non era sua intenzione.
Voleva solo sapere come andavano le cose.
Dopo il disastro al matrimonio non si erano più visti, e sei mesi più tardi Harry aveva appreso da un'amica in comune che si erano ritrasferiti in città.
Voleva solo vedere come stava, magari scusarsi per averle rovinato il grande giorno, anche se in realtà il suo unico rimpianto era quello di non averlo rovinato prima.
Voleva solo guardarla negli occhi un'ultima volta.
L'ultima volta."

-I’m sorry for being an idiot- lesse la scritta che la maglia aveva stampata.
-Già, sei stato un vero idiota in passato- storsi le labbra, ripensando a quel periodo in cui si era fissato con le feste e i party, dimenticandosi quasi di me.
-Se ancora ripenso al fatto che ho rischiato di perderti io…- abbassò la testa, evitando il mio sguardo.
-Ehi, basta pensarci, non mi hai perso e mai mi perderai, intesi?- gli dissi seria, facendogli rialzare il viso. Poggiai la fronte contro la sua, nell’attesa che mi rispondesse.
-Intesi- disse, sorridendomi come solo lui sapeva fare.