Appena arrivato, in soli dieci minuti, era riuscito a fare retromarcia contro la mia cassetta delle lettere, a disseminare per il mio giardino immacolato gli incarti del fast food di cui straripava la sua auto, e per finire si era svuotato la vescica sul grosso tronco della vecchia quercia che si trovava sul prato di fronte, indirizzandomi un sorriso pigro e una scrollata di spalle, non appena si accorse di me, scandalizzata, sull'uscio di casa.
Quel ragazzo era un barbaro.
Nei quattro mesi successivi, aveva trasformato la mia vita da cartolina in un inferno. Non riuscivo a spiegarmi come potesse, un ragazzo da solo, avere un impatto tale sulla mia felicità, eppure lui ce l'aveva.

Ti ho scelto perchè ho capito che ne vali la pena, vali i rischi, vali la tua vita.

Come ci si sente dopo un suicidio?

Aveva perso, la sua carriera era finita ormai, e dopo aver pianto lacrime amare si era sentita stranamente sollevata. Per la prima volta nell’ultimo anno, da sola, di notte era riuscita a trovare un senso a quello che stava facendo. La fama, i giornalisti, i rivali, Marnik, Brian e quel cavolo di Hiro, e soprattutto le maledette aspettative di tutti, le avevano fatto perdere il senso vero di quello che lei stava facendo. Leida non correva per soldi, né per ricevere l’approvazione altrui, ma per la sensazione che le dava spingere la moto a una velocità spaventosa e sentire di saperla controllare, di avere sempre lei il comando. Non era brava a gestire la sua vita, e spessissimo le capitavano cose che subiva e basta, ma in pista, con il casco e la musica Leida non era più quel disastro che sentiva di essere. Era lei la padrona della moto, combatteva fisicamente per piegarla al suo volere e tenerla in equilibrio contro le forze esterne. Il senso di potere che le derivava dall’essere sempre al limite, sempre vicinissima a perdere il controllo, ma riuscire comunque a essere lei a gestire le cose le faceva battere il cuore.

Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.

Danae, la bella principessa di Argo, è prigioniera in una torre. Quando l'oro comincia a pioverle sul corpo, sa che non può essere altro che una manifestazione del dio, e a lui si abbandona con un sospiro.

★ Iniziativa: Questa storia partecipa all’ “Halloween Party” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 2553
★ Prompt/Traccia: 23) In un futuro distopico, Halloween è diventata la festa dedicata agli umani sopravvissuti: che si apra la caccia.
Dal testo: "Sente i muscoli delle gambe contrarsi, mentre il sole sta per tramontare e la sua luce aranciata si fa sempre più rosata, preludio del buio: è la notte di Halloween, quella che sapeva sarebbe arrivata. La sua diciottesima notte di Halloween, ora farà parte anche lei della Caccia."

Perché infine poi, due donne e una bolletta, sono stranamente normali. Se ci accordiamo sul fatto che la parola "normale" è più oggetto di ingiusto fraintendimento, che termine statistico. La norma... siamo noi che ci laviamo i denti insieme tutte le notti.
"Le punte delle mie sneakers non sono più bianche, ci rifugio lo sguardo e cerco un neurone che non sia ubriaco dentro me. Uno che possa fare conversazione.
Quando alzo lo sguardo lei si è voltata verso di me, profumo dolce di una crema per il corpo striscia verso le mie narici. Di nuovo quello sguardo che si pianta nel mio, più a lungo di quanto sarebbe normale fare. Ma cosa è normale? Normale è che io voglia rimanere in questo bagno il più possibile? Normale che fissi un'estranea come se fosse piombata da una mia vita futura? Normale che guardi le sue labbra e l'aritmia si impossessi del mio corpo?
Normale che lei ora mi fissi e io non mi sposti e non dica nulla come se fosse la cosa più naturale del mondo?"

Ora che è vicinissima a me posso vedere il suo fisico forte e slanciato che si delinea sulle maniche della felpa e la pelle chiarissima color latte del suo volto. Ora mi sta osservando con uno sguardo ancora più intenso. Mi sembra di leggerle nel pensiero. Sembra dire: ora stai zitta e ascolta. Non è una richiesta. < Non mi sono ancora presentata > sorride leggermente < puoi chiamarmi Rory. Qui occupo una certa posizione di...rilievo. Tutto quello che sai lo devo sapere anch’io e tutto quello che devi sapere tu te lo dico io. Sono stata chiara? >
< Sei stata chiara > replico, guardandola negli occhi. Cerco di non sembrare arrogante naturalmente, non ho voglia di finire nella tomba il primo giorno. Ma non ho neanche intenzione di farmi mettere i piedi in testa, questo no.
< Molto bene Maxine. Sono sicura che ci conosceremo meglio al più presto >
Poi, senza un'altra parola, mi fa un cenno, indicandomi il corridoio. Mentre esco dalla sua cella mi chiedo come diavolo conosca il mio nome.

Matt è gay, almeno ha sempre creduto di esserlo finché non ha incontrato Annie.
Lei è bella, intelligente, una guerriera forte e coraggiosa. Matt è pazzo di lei!
I due riveleranno i loro veri sentimenti l'uno per l'altro ma questo avrà delle conseguenze...

Giulia ha solo quindici anni quando impara che, nella vita, non si può mai sapere in anticipo che direzione prenderà l’indomani. Questa certezza la trova durante una comune mattina di novembre, quando il suo tragitto incrocia (quasi) del tutto casualmente quello di Filippo, finendo tra le sue braccia.
E cadendo subito dopo a causa dell’urto.
Un momento all’apparenza insignificante come tanti altri, ma che, come Giulia scoprirà andando avanti nel suo cammino, potrebbe assumere una luce piuttosto differente.
“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi” - (Italo Calvino)

Che bello essere tutti riuniti a tavola, vero?

Isole Doguma.
Centinaia di demoni si stavano riversando fuori dal portale, mentre un gruppo di ragazzi cercava disperatamente di richiuderlo. Nel cielo angeli volavano in ogni direzione, cercando di catturare i demoni volanti per portarli alla loro sede e registrarli. Jegar era uno dei demoni riusciti a sfuggire alla cattura. Mentre si allontanava, l’angelo Juliette lo seguiva con lo sguardo, incuriosita. Stava per muoversi verso di lui, quando la richiesta di aiuto fattale dalla sua partner Angel la riscosse. Quando finalmente il portale fu chiuso Juliette si guardò intorno nella speranza che il demone fosse stato catturato, ma invano. Nessuna traccia di lui. Scuotendo la testa, Juliette prese in consegna alcuni demoni e si diresse con loro alla base più vicina.

I Dragi non esistono, sono solo parte di antichi miti che vengono raccontati ai bambini per spaventarli o semplicemente per spiegare antiche usanze. E' per questo motivo che quando Taye vede un drago volare in picchiata durante il matrimonio della sorella rimane completamente paralizzato dalla paura. E la paura crescerà ancora di più quando il drago lo portarà nel suo covo al posto della sorella.

I fogli erano imbrattati di sangue, come a disegnare una macabra opera d’arte.
Un’opera d’arte.
Era quello lo scopo.
Il fine ultimo.
Un’arte riconoscibile, identificabile, immedesimabile. [...]
Quella era la sua metamorfosi. La sua evoluzione.
Il suo risveglio.
Il suo progetto.