Perché in fondo il libro di macroeconomia era troppo pesante per essere portato da casa.

Uno strano cambiamento di temperatura mi avvolse, facendomi socchiudere dolcemente gli occhi e inarcare la schiena; voltai lo sguardo alla finestra, e notai che stava iniziando a nevicare. I miei occhi si illuminarono, e subito sorrisi, ringraziando mentalmente l'aria natalizia che stava iniziando ad accerchiarci e sorprenderci. Decisi di infilare un semplice cappellino di lana grigio sulla testa e un giacchetto nero, uscendo subito di casa e notando, con stupore e felicità, che la neve continuava ad aumentare di volume e quantità. Aprii la bocca, voltando il naso verso il cielo grigio che, contrariamente alle giornate di pioggia, non era un grigio triste. Era più acceso, più felice, più gioioso, e non trasmetteva tristezza, bensì mi faceva più felice di quel che già ero. Socchiusi nuovamente gli occhi, tirando fuori la lingua dalla bocca, cercando di catturare quanti più fiocchi possibile. Sempre con il naso rivolto verso il cielo mi arrivò una pallonata di neve nello stomaco, così aprii gli occhi e mi rimisi composta, notando qualche bambino guardarmi divertito.
Accolsi volentieri l'invito alla battaglia, così ricambiai l'attacco, scatenando le risate dei bambini.

Sono una donna più che felice, direi. Mentre questi pensieri attraversavano la mia mente, sentii dei passettini dal corridoio, oltre la porta. Mi voltai leggermente, e vidi la maniglia abbassarsi. Una piccola mano spuntò dalla porta socchiusa, seguita da una testa di folti ricciolini dorati, e due bellissimi occhi marroni. Due occhi luminosi, di un colore perfetto, tra il marrone scuro ed il nocciola, con un leggero, leggerissimo accenno di verde intorno alla pupilla. Diede un’occhiata veloce al letto, e in punta di piedi venne da me. Aprii le gambe e lasciai che ci si infilasse in mezzo. Strinsi le mie braccia forte intorno alle sue spalle, ed annusai il buonissimo profumo dei suoi ricciolini. Si staccò dal mio abbraccio e sorridendo mi diede un bacino sulla guancia. ‘’adesso svegliamo il papà’’. Le dissi sussurrando.

la faresti una cosa per me?'
Chiesi.
'la vedi quella?'
Indicando la luna..
'per te farei di tutto, anche portarti indietro quella palla luminosa che tutti chiamiamo luna'
Disse, senza smettere di fissarla.
'fai l'amore con me?'

«Zola, tieni, la foto che ci ha fatto il tipo al parco ieri» Il ragazzo posa la foto sulla tavola tra le mani della ragazza. Lei si alza e prende il quaderno dalla borsa, lo sfoglia ed arriva alla prima pagina vuota, si alza di nuovo dalla sedia e con la foto in mano va alla ricerca di un pennarello. Rosso, lo trova, gira la foto e ci scrive sopra una frase “Ed ora guardami negli occhi e dimmi che non mi ami„ ripone il pennarello e recupera un pezzetto di scotch, attacca la foto al quaderno e poi lo richiude. «Non scrivi nulla su quella pagina?» Scuote la testa e poi fa il giro del tavolo per arrivare affianco al ragazzo, si siede in braccio a lui ed appoggia la sua testa sulla sua spalla. «No, non serve scrivere nulla su quella pagina» Alza il suo volto e lo avvicina al suo orecchio «Mi manchi già» E gli scocca un bacio sulla guancia.

Lui si avvicina sempre di più. Sento il suo fiato sul mio collo, sento il profumo della sua acqua di colonia. Mi appoggia una mano sulla schiena e inizia a fare su e giù molto lentamente. Mi accarezza con dolcezza ed io divento sempre più piccola ad ogni suo tocco.

Essere innamorati l'uno dell'altra, ma avere paura di rovinare tutto perchè si pensa di on essere ricambiati. Questo pensavano Mia e Harry, prima che trovassero insieme per ripetere matematica e capissero che non erano più i bambini di 5 anni, paura di rovinare un'amicizia.

One shot dedicata alla storia "Il Cielo d'Irlanda"
Si consiglia la lettura della storia.
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Il compleanno di Niall circondato dalla sua famiglia, sua moglie e i suoi tre figli.

Questa storia non è basata su "Moulin Rouge", ma il titolo è ispirato da un altro contesto che capirà chi passerà a leggere.
Dalla storia:
Finalmente Louis si fece coraggio e, con molta calma, guidò le sue dita lungo quella gamba che sembrava disegnata e prese a spingere sempre più giù quel sottile involucro, godendosi il contatto con quella pelle liscia come seta. Sulla pelle di Lizzie, quelle dita affusolate lasciavano una scia di fuoco, faceva addirittura fatica ad ingoiare quel terribile groppo che le si era formato in gola. Gli sguardi dei due non si staccarono un istante nemmeno in quel momento, ognuno si specchiava negli occhi dell'altro.