- Stiles gli prese la manina e gli baciò le dita, facendolo ridere.
-Amore, perché non giochi con i bambini della tua età? I bimbi grandi a volte sono... - stronzi - … un po' irruenti. -
Jamie sospirò triste, abbassando lo sguardo.
-Ma a me quel bimbo grande piace... volevo che fosse mio amico... -
Stiles lo guardò, dispiaciuto.
-Lo so, amore. Ti capisco, anche a me era successa una cosa simile alla tua età. -
Jamie sollevò di scatto lo sguardo, sorpreso.
-Davvero?! -
Stiles annuì, con un piccolo sorriso.
-Quando andavo alle elementari ed ero in prima, come te, mi piaceva un bambino più grande, che faceva quinta. Volevo che fossimo amici ma lui non voleva, diceva che ero troppo piccolo per poter giocare con lui. Mi cacciava sempre via e spesso mi spingeva.-
[Sterek;single fathers AU]

5 volte in cui Derek dorme, più o meno consciamente, con Stiles.
+ 1 in cui Stiles si stufa di questa situazione.
[Sterek]

[Omegaverse]
La sveglia suona imperterrita da almeno dieci minuti e Stiles sta seriamente prendendo in considerazione l’idea di distruggerla, nascondere i resti sotto al letto e far finta di non esistere.
«Figliolo? Oggi è il gran giorno. Muoviti a scendere» urla suo padre.
Entusiasmo che Stiles non condivide, proprio per niente. Rotola giù dal letto e scende in cucina. Suo padre lo sta aspettando con un sorriso sulle labbra e un cornetto, con sopra una candelina, poggiato sul tavolo. «Auguri figliolo» dice commosso «da oggi sarai a tutti gli effetti un adulto.»
Stiles dovrebbe esultare a quelle parole, ma non ci riesce. Non ci riesce perché è un Omega e, in quanto tale, la data del suo diciottesimo compleanno coincide con il giorno in cui entrerà ufficialmente nel sistema che gli assegnerà un Alpha con cui potrà scegliere di legarsi. «Grazie pà. Ma preferirei che tu non me lo ricordassi.»
«Stiles… ne abbiamo già parlato.»
«Lo so, però io non riesco ad accettarlo, ok? Non voglio dover dipendere da qualcuno, tantomeno da un Alpha che non conosco.»
«Ma la Matrice…»
«La Matrice è solo una stupida macchina che gioca con le nostre vite» urla uscendo di casa e sbattendo la porta.

Una storia piena di empatia per i maschi, soprattutto quelli privi di potere, senza voce se non quella della violenza.
"Sai una cosa, Stiles? Puzzi di vomito. È meglio che ti sciacqui la bocca" Quanto odio nella sua voce! Sembrava che il volto avesse mutato forma, adesso era quello triangolare di un cobra. Con un gesto rude, Derek gli si appoggiò dietro, inchiodandolo contro il bordo duro del lavandino, e riempì di acqua fredda una tazza di plastica rosa fucsia che aveva preso dal davanzale, forse Laura vi teneva lo spazzolino da denti. L'orlo era incrostato di rossetto, ma quando Derek glielo avvicinò alla labbra non si ritrasse schifato, come un bambino diligente che spera di evitare la punizione si sciacquò obbediente per poi sputare l'acqua sporca nel lavandino. Dalla bocca gli colava sangue, misto a saliva e ad acqua tiepida. Chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sul lavandino, voleva scivolare nel sonno e dormire sullo sporco pavimento di linoleum, ma Derek lo scrollò di nuovo. "Dannazione! Ho detto di no!" lo sgridò.

Questa la dedico a YamiYuki13
Mafia au
Pedofilia accennata
Perché é cosi che funziona, Sindrome di Stoccolma, é una risposta psicologica passiva ad un nuovo padrone, é stata la sopravivenza per un milione di anni, se ti leghi al tuo rapitore sopravivi altrimenti soccombi.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles è al terzo anno di superiori ed è stufo dal primo. La scuola è iniziata solo da quattro giorni e già sta entrando in casa cercando di passare inosservato e correre in camera prima che suo padre si accorga che qualcosa non v-
“Stiles?”
Come non detto. Stiles è al terzo anno di superiori, ma la sfiga lo perseguita dalla nascita. Entra in salotto, suo padre sta leggendo un fascicolo della polizia, magari è fortunato e non alza gli occhi dai fogli.
“Cosa cavolo ti è successo?”
Forse deve smetterla di sperare che le cose vadano come desidera. Non sa in che condizioni è la sua faccia e come appare all'esterno, ma è quasi sicuro di avere il labbro spaccato e un inizio di livido sull'occhio sinistro. Si siede sul divano scompostamente e chiude gli occhi prima di rispondere.
“Niente, pà”
Lo sceriffo, invece si alza e gli si para davanti afferrandogli il mento e costringendolo ad alzare il viso.
“Dimmi i nomi, Stiles” gli dice, “dimmi chi ti picchia ogni volta. Se non lo fai, prenderò provvedimenti”.
Stiles sbuffa. Sa che dovrebbe farlo, in fondo è figlio dello sceriffo, ma è terrorizzato.

Dalla storia:
Derek sta per scendere dall'auto per entrare nella sua casa di famiglia, ma prende un lungo respiro per distendere i nervi. Sua madre l'ha avvisato solo il giorno prima del fatto che non sarebbero stati da soli, ma che aveva invitato anche la famiglia Stilinski e Stiles l'aveva chiamato eccitato come non mai. Non si vedono da più di sei mesi: Derek è al secondo anno di college e sta tornando per le vacanze invernali, ma quell'estate l'ha passata in giro con amici, quindi manca da casa da Pasqua; Stiles è al quarto anno delle superiori e lo chiama almeno tre volte a settimana (media che si è abbassata nell'ultimo periodo).
[Sterek] [AU Umani]

Dalla storia:
Lydia Martin e Stiles Stilinski sono lieti di invitarvi alla loro festa di fidanzamento che si terrà nella casa della famiglia Martin il giorno 26 Maggio
[Sterek-All the way.] [Parte Text!fic]

Stiles Stilinski aveva sempre saputo di avere delle priorità sbagliate sin da quando, in terza elementare, aveva deciso che sposare Lydia Martin era più importante che imparare a fare le divisioni, cosa che gli era costata un votaccio. E le cose, quando ormai Stiles aveva raggiunto la veneranda età di diciassette anni, non erano affatto cambiate. Infatti per quale altra ragione che delle priorità sbagliate in mezzo a suo padre che usciva con la madre di Lydia, la sua media che affondava come il Titanic accompagnata da tutte le sue amicizie il suo problema più grande era perché diamine Derek Hale non si era mai innamorato pazzamente di lui?

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu]
Derek incontra Stiles nell'estate del 2011 mentre allena la squadra di basket di Beacon Hills. Questo è solo l'inizio di una storia tormentata, che distrugge e ricompone entrambi più di una volta.

Lo sceriffo deve assentarsi da Beacon Hills per una settimana e Scott non vuole che Stiles stia da solo in casa. Quando decide che può andare a stare da Derek, né Stiles né Derek sono d'accordo. Ma cosa accadrà in quella settimana?
Dal testo: “Puoi andare a stare al loft di Derek!”
Pessima, pessima idea.
“Ti sei bevuto il cervello, amico? Stiamo parlando dello stesso Derek? Quello che non accetta di condividere lo stesso ossigeno con me, figuriamoci una casa per una settimana.”

[Storia scritta a quattro mani tra pampu e blu992]
“Si, papà, non farò l'asociale”
“Hai scelto un club?”
“No, sto andando ora a dare un'occhiata alle bacheche”
“Non fare nessuno sport, ricorda la panchina del lacrosse”
“Papà, ci sentiamo stasera, ciao!”
Stiles chiude la chiamata mentre attraversa il grande portone dell'edificio principale. Crede che quell'atrio diventerà il suo posto preferito: appena ci mette piede si sente pervaso da una sorta di sensazione mistica, pensa che quelle enormi porte abbiano visto passeggiare tantissime persone che sono entrate lì per apprendere, per conoscere, così come lui. È arrivato nel college più antico della contea di Beacon solo da una settimana e già si sta lasciando prendere da certi pensieri profondi: forse ha ragione suo padre, deve trovare al più presto degli amici.
[SterekAU Stiles!Mascotte Derek!Rugby Player]

Tratto dalla storia:
"[...]Stiles non aveva mai pensato a quello che sarebbe potuto succedergli per via del lavoro di suo padre.
Era sempre stato fiero di lui.
Era il figlio dello sceriffo e per quanto avesse sofferto da bambino, subito dopo la morte di sua madre, adesso a sedici anni, ne andava fiero.
Era orgoglioso di suo padre.
Ma ora, in quel momento, mentre era legato ad una sedia, in uno scantinato freddo e buio, non incolpava suo padre, ma solo la cattiveria della gente, l’animo buio che aveva spinto quegli uomini a rapirlo ed usarlo come merce di scambio.[...]"
[tutti umani/ mafioso!derek ostaggio!stiles/ non proprio ostaggio nel vero senso della parola, ma come mezzo per metterli insieme/ sterek of course]

Stiles odiava gli ospedali. Non gli piaceva l'odore di disinfettante, non gli piacevano i colori tristi delle pareti e soprattutto non gli piaceva essere il paziente. Aveva appena messo piede nello studio di un anestesista perché dieci giorni prima, dopo un semplice controllo di routine, gli era stato detto che avrebbe dovuto subire una piccola operazione per un ernia inguinale. Non capiva perché dovesse essere aperto su un tavolo operatorio per asportare qualcosa che non gli faceva nemmeno male tranne quelle poche volte che doveva alzare qualche peso. E poi aveva paura. Paura degli aghi, del bisturi, delle flebo, dei fari delle sale operatorie, dei dottori, degli infer- Ok, aveva una paura fottuta e basta.

[...] -Derek? Scusa non capisco di cosa parli- Scott sembrava sorpreso ora, anche un po’ perplesso –Stiles chi?- gli domandò.
Derek fece per rispondere. Voleva davvero rispondergli, ma nella sua mente si aprì solo una voragine nera che lo lasciò un attimo boccheggiante
-Io… non lo so. Stiles chi?- [...]
Derek si sveglia una notte in preda al panico con il proprio lupo che scalpita per uscire, così preoccupato chiama Scott. Il loro lupo interiore ricorda, ma loro?