Eccomi qua, Mia Cipolla, dopo aver apprezzato Tsucoso e Sanuccia nella shot, dato che è un prequel di questa, mi sono voluta togliere lo sfizio di leggerla.
Ho apprezzato davvero molto il fatto di non aver stravolto gli eventi del manga (cosa a cui tu sai io tengo particolarmente, è proprio la fedeltà all'originale) pur arricchendoli con eventi, situazioni, dettagli e particolari molto personali, il tutto dentro un'atmosfera molto giapponese. Così come le cosiddette storie "di contorno" degli altri personaggi, Yukari, Ryo, Taro, Azumi, sono ben delienate ma non si sovrappongono a quella principale, sono come una cornice che si intona perfettamente ai protagonisti della storia. Brava! Un unico piccolo appunto: hai fatto partire il tutto nel momento della partenza di Tsubasa per il Brasile, quindi i protagonisti all'inizio hanno 14/15 anni suppergiù, e infatti sei coerente quando indichi l'anno scolastico come prima superiore, però, troppo spesso, nei loro discorsi e pensieri sembrano più grandicelli, dei 16/17enni fin dai primissimi capitoli; un'altra cosa che ho trovato un po' forzata, rispetto sia alla storia originale che, appunto, all'età specifica dei ragazzi, è la troppa tecnologia: tutti hanno cellulare, portatile...
La Sanae della prima parte è in tutto e per tutto la "Sanuccia" in perfetto stile Takahashi-sensei che io aborro e detesto (tu giassai anche questo comunque), però l'hai resa perfettamente nella sua tristezza, nel dolore del distacco, ma senza farla diventare un piagnisteo, e dandole anche quel filo di speranza che l'ha aiutata a resistere e a superare il momento difficile, quindi un'altra lode. Originale l'idea di partire da una cosa molto comune in Giappone, come il club di musica, perché si accorgesse di essere anche lei un essere umano che ha delle doti, può svilupparle, e realizzarsi senza essere necesariamente dipendente da Tsubasa o dal calcio. Poi, addirittura, il canto diventa persino la sua carta del riscatto personale, però lei resta sempre la solita ragazza dolce fuori ma determinata dentro, ovvero: non l'hai snaturata, e, alla faccia di tutte le virago pseudo giornaliste sportive o dottoresse fisioterapiste, etc, che girano per il fandom, questa è la prima Sanae che mi piace. Dalla seconda parte in poi, quando incomincia la sua carriera nello showbiz, e fino a diventare anche lei una vera e propria celebrità, sei comunque riuscita a mantenerla coerente al suo carattere, fragile all'apparenza, ma caparbia, e anche capace di fare qualche colpo di testa. Sottolineo proprio il momento in cui lei decide di scappare dai suoi impegni per raggiungerlo in Brasile, perché in quell'occasione Sanae si è resa davvero conto che per realizzare i sogni bisogna fare dei sacrifici, quindi, secondo me, è riuscita a capire sicuramente di più le motivazioni di Tsubasa.
Tsubasa è sempre il solito "Tsucoso" dall'inizio alla fine, ma tu sei stata in grado di spiegare, con delle motivazioni plausibili, tutte le sue fisime, mancanze nei confronti della sua ragazza, stupidità, etc. etc., pennellandogli un carattere più complesso di quanto appaia in superficie ma assolutamente realistico. Ri-brava per essere riuscita a ridare un pizzico di credibilità umana al caprone!
Passiamo a Seii. E qui sei riuscita a non fare una delle cose che di solito mi impedisce di leggere le Tsubasa-Sanae con serenità: non hai creato il solito rimpiazzo per Sanae, che magari ad un certo punto diventa cattivo e brutale, ma che già si sa fin dall'inizio che verrà comunque scaricato, e che alla fine il prode Tsubasa sconfigge sia sul piano fisico che morale (PUAH!). Proprio perché dal primo all'ultimo capitolo tutti e due sono perfettamente consapevoli di quello che provano l'uno per l'altro (proprio come è giusto che sia, nel rispetto della storia originale), ma non si sbilanciano nei sentimenti perché entrambi sono un po' capre, come si suol dire; quindi il "cattivo" è soltanto uno sprone, per lui, ma anche per lei, proprio per far tirare loro fuori le emozioni e manifestarle all'altro. Tsubasa si "sveglia" nel senso che si rende conto che la sua ragazza non è un'entità invisibile, non è una sua proprietà ma una persona che può piacere anche a qualcun altro maschio oltre a lui. A causa sua, Sanae perde la tipica ingenuità di ragazzina e acquisisce consapevolezza di sé come donna, e che le permette, alla fine, di amare il suo ragazzo in maniera completa, e non solo appendicolare, proprio perché lei si riconosce come persona completa che non deve per forza vivere in funzione di qualcuno, che sia Tsucoso o un suo surrogato temporaneo durante l'attesa del suo ritorno. Non mi soffermo sui dettagli di ogni singolo capitolo, altrimenti questa rece diventerebbe più lunga della storia, ma i momenti in cui i due innamorati riescono a stare insieme, sia quelli belli che quelli un po' meno, sono come sempre ben scritti, ricchi di particolari, ambienti, suoni, colori... E l'atmosfera è sempre perfettamente giapponese.
La terza parte è quella più matura, sia nello stile che nel modo di esprimere, attraverso le parole, i sentimenti, ma forse proprio perché dopo un anno è maturata anche la scrittrice insieme ai suoi protagonisti. Si legge nei piccoli episodi come quello di Sanae e Natsuko, entrambe consapevoli di cosa vuol dire "vivere lontano da chi si ama...", perché anche tu stessa lo sai. Però, finalmente, i due ragazzi riescono ad affrontare i loro problemi in maniera adulta, e quindi a prendere anche una decisione difficile, dato che hanno appena 18 anni, ma che è l'unica possibile se vogliono godersi l'agognata ma meritata felicità, dopo i tanti tormenti e imprevisti a cui li ha sottoposti il destino in formato Cipolla un pochetto bastarda XD. Anche il confronto tra Tsubasa e Seii dimostra la maturità che il "barattolo" fissato col pallone ha acquisito con il tempo, diventando un ragazzo che dimostra di avere carattere, quando vuole. E più di quanto voglia far apparire in realtà; come nella shot, hai dato la più plausibile interpretazione in assoluto del suo essere "capra", ovvero: Tsucoso è un furbacchione, in realtà, che spesso, però, ci marcia, e volentieri, sulla sua presunta ingenuità. Sanae, invece, sa già cosa vuole, ma prima di dirselo apertamente ha bisogno di sapere con certezza che anche lui sia totalmente sicuro, per non avere, entrambi, rimpianti passati o rimorsi futuri. Infatti, dopo quel capitolo, direi che finalmente sono completamente svegli tutti e due, e pronti per affrontare un passo importante come il matrimonio. E do ragione alla cugggiaina che il momento in cui i due si incontrano per l'ultima volta come fidanzati è molto dolce. Un solo minimo appuntino: non ho ben capito perché la proprietaria dell'atelier da sposa prima insiste che l'abito non è in vendita, poi alla fine lo regala pure... Credo tu lo abbia usato solo come pretesto per far gridare a Sanae ai quattro venti il suo amore per Tsubasa e poter esternare a voce alta il coronamento della felicità dopo tanti anni di sofferenze, ma, ti assicuro, non serviva proprio, era già tutto chiarissimo così. Il giorno del matrimonio e relativa notte di nozze è perfetto, e altrettanto l'epilogo, che è l'ultimo pezzo un puzzle che finalmente si completa, o meglio, per rimanere in tema di Penelope e Ulisse, una trama che intreccia finalmente tutti i suoi fili a formare il disegno pensato fin dall'inizio. Infine posso affermare con sincerità che è la prima canon Tsubasa-Sanae che mi sia piaciuta nel suo complesso, e questo perché tu sei riuscita a raccontare di loro due mettendoci moltissimo di te, quindi dando un'impronta molto personale ai personaggi, ma comunque realistica (cosa che sai io apprezzo parecchio) e sempre attinente con i protagonisti del manga (e anche qui sfondi la solita Arpia aperta). Come concludere, dopo comizi, filosofia e cazzeggio sguaiato? Ringraziandoti anch'io per avermi tenuto compagnia con la tua Butterfly, e sperando di continuare a leggerti. Forse l'Arpia non sarà mai una fan sfegatata di Tsucoso e Sanuccia, ma la prossima che ne scriverai tu, lunga o corta che sia, sicuramente non avrò dubbi o incertezze se cominciare a leggerla o no. |