Recensioni per
Hot stuff
di Hotaru_Tomoe

Questa storia ha ottenuto 297 recensioni.
Positive : 297
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/03/18, ore 11:26

Ho “googlato” quell’indicazione sul mezzo tanga maschile e, per quanto m’imponga nella vita di rispettare le libertà altrui, ho preso un mezzo accidente perché non pensavo che la fantasia dei produttori di biancheria intima arrivasse ad un simile traguardo. Davvero.
Arrivando alla tua storia, ho trovato subito un tormentone esilarante, che tu proponi abbastanza frequentemente in questa raccolta, e cioè il martellamento incessante di sms con cui Sh richiama costantemente l’attenzione del “povero John”, ovviamente durante l’orario di lavoro, procurandogli, già alla sola lettura del testo, uno stato d’agitazione difficilmente superabile con l’indifferenza. E la conclusione è sempre la corsa di John verso “l’ignoto”. “Ignoto” che, stavolta, è la sala autopsie del Bart’s.
Quello che segue, è un susseguirsi vorticoso di momenti esilaranti, davvero, uno più divertente dell’altro, che ruotano tutti sull’apparente indifferenza di Sh e sul coinvolgimento, sempre più inarrestabile, di Watson.
Il fatto è che riesci veramente a coinvolgere chi legge, grazie alla tua capacità descrittiva, senza pesantezze, dal linguaggio adeguato alle situazioni. E qui, di situazioni terribilmente comiche ce ne sono. A cominciare dall’immagine serafica di Sh che sta esaminando il cadavere all’obitorio, per arrivare alla sfilata dei modelli in biancheria intima, senza dimenticare l’operazione di “rasatura” che Sh impone al disgraziato.
Ma, secondo me, l’apoteosi si raggiunge con l’immagine di Watson a scuola di uncinetto dalla signora Hudson ed amiche: di fronte all’affettuosa ed imperturbabile accoglienza delle donne, poni un medico militare disorientato ed annientato dall’arte del confezionamento di centrini ed altro. Geniale. La conclusione della storia è scontata, in senso positivo ovviamente, ed il tuo linguaggio vira verso la tenerezza (“…notando con piacere quanto fosse facile farlo arrossire…”).
Ben riuscita, anche quest’altra “perla” della tua raccolta, brava, che mi ha fatto ridere di gusto, più di una volta, anche di fronte all’assoluta non banalità delle situazioni. La tua “gestione” di quei due, Sh e John, è davvero disinvolta e sicura.

Recensore Master
13/03/18, ore 22:39

Dopo la parte iniziale della ff, che dispensa arcobaleni e petali di rosa, ci si parla davanti la reiterazione di quel "Ma" per ben tre volte che ci avverte che il clima idilliaco si è dissolto. Cadaveri o, meglio, pezzi di cadaveri che assediano la tranquillità (e le cene) di Watson. Indimenticabile la descrizione di quella malinconica testa di struzzo che sembra implorare un trattamento più "familiare". Ma l’apice del caos viene raggiunto dalla scoperta che fa John di quello che Sh ha sistemato nella vasca da bagno…Tale è la tua realistica descrizione che mi sembrava di sentire persino l’orribile odore.
“…picchiare un pugno contro la parete…”: da qui comincia una gustosissima sceneggiata che vede protagonisti il candore finto e malizioso di Sh e la sana fisicità di John che, tutto sommato, quando “punisce” il consulting è soprattutto se stesso che sottopone a prove estenuanti.
Tu, poi, hai una dote speciale e personalissima che consiste in un’ironia davvero energica ed originale che allestisce situazioni e particolari sicuramente divertenti. Ad esempio la “soluzione” che Watson trova per l’insonnia di Sh, consistente nei due walkie talkie a forma di pinguino per monitorare il sonno dei neonati o la scena del consulting che cerca di prevedere, mediante la sistemazione in grafici e la loro minuziosa osservazione, la reale capacità di John di resistere.
E che dire di quando Sh si presenta in costume adamitico a controllare lo scarico del lavello… La resistenza di Watson è lodevole e suscita tanta tenerezza quel gesto ormai consueto, durante la “punizione, di cercare rifugio in un libro preso dalla biblioteca. E ancora: lo Sh/Who che blatera nel sonno è impagabile.
Si va verso la conclusione del capitolo a velocità sostenuta, seguendo John che, ormai sconfitto dalle foto che Sh gl’invia, corre verso il 221b ormai senza più freni.
Davvero ben scritta e ben ideata, questa storia.

Recensore Master
11/03/18, ore 16:34

Un altro gioiellino da aggiungere alla tua raccolta, questa ff. La prima sensazione, che mi ha lasciato dopo la lettura, è quella di una "costruzione" perfettamente equilibrata, in cui i vari componenti sono stati da te armonizzati con un "confezionamento" impeccabile.
Infatti, come prima impressione, hai usato agevolmente lo scenario consueto del 221b, che teneramente John chiama “casa” all’inizio, e per lui lo è effettivamente, ma che, per altri, molto probabilmente, rasenta la singolarità di un teatro dell’assurdo.
Infatti Sh è alle prese con dei preservativi, tutto intento a testarne la resistenza. All’inizio, la reazione del medico è tranquillamente impostata alla necessità di cenare, possibilmente, in un ambiente privo di contaminazioni biologiche o derivanti da qualche esperimento particolare. Ma hai fatto virare subito la sua calma verso un’agitazione sempre più concreta quando ha cominciato a capire di che tipo di sperimentazione il consulting si stava occupando.
Per sottolineare il progressivo ed inesorabile disorientamento di Watson hai dato libero campo a momenti di battute ironiche su di lui davvero piacevoli, come, per esempio, quella dell’improvvisa morte di “una dozzina di cellule cerebrali”, o di quel disperato, acuto “bisogno di tè, nero e forte”. Ma il colpo più devastante, e divertente, è stato nell’affermazione di Sh, forse, candidamente precisa, circa la sua capacità di provocare l’apice del piacere solo con la voce. In risposta a questo “crescendo” di audacia insospettata, è veramente indimenticabile lo stato in cui è ridotta la capacità vocale di John e cioè ad un penoso “pigolìo”.
Il tutto intervallato comicamente dall’immagine, di tutto rispetto e coerente con il personaggio, di Sh che annota diligentemente su di un taccuino i risultati delle sue osservazioni.
Sono bordate tremende quelle all’autocontrollo del “povero John”, che si susseguono, come la “mise” elegante con cui esce per la soluzione del caso e, grandiosa, la scena dello spogliarello del consulting che azzera i neuroni rimasti nel cervello di Watson.
Tra gli altri elementi che hanno concorso all’efficacia delle tua ff, annovero anche quell’immagine, molto ben ideata, della relazione tra i due che tu raffiguri come un viaggio su un’auto lanciata a tutta velocità verso un passaggio a livello chiuso. È una raffigurazione che esprime davvero il significato del loro legame, sempre teso sul filo del rischio anche di non accettare l’evidente realtà che sta davanti ai loro occhi.
Alla conclusione del capitolo c’è quello Sh, non più baldanzoso ed ammiccante, seduto, sconfitto e pensieroso, sul piatto della doccia, che ammette, prima di tutto a se stesso, che il sentimento non è qualcosa d’estraneo da ciò che si fa o si vive. Brava, come al solito.

Recensore Master
10/03/18, ore 16:36

In questo undicesimo capitolo trovo un’altra gustosa interpretazione del primo, ideale approccio tra Sh e John.
Innanzitutto mi ha colpito la minuziosa costruzione della storia, in cui, davvero, non manca alcunchè. Ci sono il prologo, con la descrizione puntuale del gioco di scambio tra i due, in uno scenario consueto di un inseguimento e del successivo appostamento. Un momento descritto da te con puntuale capacità di osservazione, in cui spicca la “normalità” di John che si va ad infrangere contro la statuaria impassibilità di Sh, teso come un segugio e completamente avulso dalla realtà che lo circonda. Tutto molto gustoso, come le proteste rumorose che lo stomaco di Watson fa arrivare ai presenti, definite dal consulting come una “performance tanto melodrammatica”. E quest’ultimo, come lo vive il lungo appostamento? Nulla. La compostezza più antipatica e non umana. Questa è la molla che fa scattare, in John, un desiderio di scuotere alle fondamenta quel marmoreo castello d’impenetrabilità e di assoluta perfezione.
Mi piacerebbe citare tutte le occasioni di geniale ironia con cui arricchisci il tuo raccontare, ma la lista diventerebbe troppo lunga. Avevo anche cominciato ad annotare i momenti che mi avevano fatto sorridere da sola di fronte alle peripezie di quei due, poi ho lasciato perdere perché avrei dovuto citare quasi l’intera storia. Una delle tue apprezzabili capacità è, tra le altre, il saper variare il registro stilistico dal romanticismo più tenero, al “rosso” più sfrenato, al divertimento mai scontato e banale. E qui, in questa ff c’è tutta la tua potenza di fuoco.
"...Scommettiamo?..": e da qui parte la sfida, in cui John vuol dimostrare a Sh che anche lui, nonostante si ritenga superiore agli altri, travolti a suo dire dalle debolezze di una normale umanità, non può mantenere sempre ferreo il controllo razionale sui suoi istinti.
John elabora il piano di battaglia con meticolosa precisione e con la cocciutaggine che gli è propria. Qui apro una parentesi per ribadire una tua caratteristica e so che mi sto ripetendo ma devo dirlo: anche se li fai agire in situazioni impensabili, AU ed altri contesti, magari sempre a Baker Street, ma nel senso di situazioni le più impensate, comunque i due protagonisti sono sempre, meravigliosamente IC.
Tornando al piano di John, la tua vena comica si esprime irresistibilmente soprattutto nelle tentazioni che lui stesso trova sulla sua strada ("... Mano piccola, morbida, affusolata...").
Molto suggestiva quella pausa romantica e tenera, nel ritmo particolare e divertente dei vari, inutili tentativi di John di indurre Sh ad abbassare la guardia, in cui il medico si lascia andare ad un gesto affettuoso scostando una ciocca di capelli del consulting.
Per rendere ancora più avvincente il tormentato percorso del povero John
("...Almeno, in quell'occasione, aveva potuto consolarsi alla vecchia maniera...") tu dissemini, qui e là, frecciatine ironiche davvero piacevoli. Nella storia fai entrare persino "Bones" in un efficace crossover: i personaggi di Sh e Temperance appaiono davvero adeguati l'uno all'altra ma si sa che non è di una donna straordinariamente intelligente che Holmes ha bisogno: per lui l’occasione diventa un soddisfacente scambio d’ ipotesi e di osservazioni da cui gli altri sono esclusi ma nulla di più.
Mi è piaciuta particolarmente la descrizione della sbornia di John che ha un ruolo davvero rivelatore: Watson intuisce qualcosa di fondamentale e da qui parte una serie di "attacchi" a Sh, all'insegna del fatto che le ragazze "non sono il suo campo". Il culmine, non più comico ma tenerissimo, è quel ritrovarsi l'uno sopra all'altro sul ghiaccio: l'imbarazzo ed il silenzio rivelano quello che è sempre stato sotto i loro occhi.
Poi fai succedere quello che doveva succedere e la storia si chiude con il loro ennesimo trovarsi che, in questa tua splendida raccolta, ha sempre il sapore del nuovo.

Recensore Master
08/03/18, ore 23:10

Che la scena finale della 3x3, così come l’abbiamo vista, sia scandalosamente inadeguata all’unicità del legame tra Sh e John che, pur con la montagna del non detto e del non fatto, non può soccombere alla “normalità” ed alla “necessità” (un figlio in arrivo), l’avevamo capito tutti. E ci siamo aggrappati ad ogni singolo fotogramma di quel saluto all’aeroporto per cercare di trovare dei segnali di apertura verso la verità. Ma, niente: sguardi intensi da parte di Sh, atteggiamento sfuggente di John, Mary molto “Vispa Teresa”, ma nulla di più.
La Serie 3 ci ha lasciato un senso di superficialità, d’irrisolto, di delusione che pensavamo di riscattare con l’avvento della Serie 4. Però, dopo, è stato forse peggio, con la tempesta ed il vuoto che hanno caratterizzato TST, TLD, ,TFP.
Tornando alla terza Stagione, in questa particolare FF hai cercato di tamponare le falle di quelle immagini all’aeroporto, dove giganteggia uno Sh dannatamente bello e malinconico ed un John con una chiara faccia da schiaffi. Sull’argomento “Mary”, preferisco sorvolare.
Quindi giunge benefica la tua ff che colma di sentimento e di emozione le mancanze che abbiamo dovuto subire dal modo di vedere le cose tipico dei Mofftiss. Non superficiale certo, ma che dà per scontato quello che, forse, non lo è.
Tu, invece, sei andata a fondo, nel vero senso della parola. Infatti sei scesa nelle stanze più nascoste del Mind Palace di John, che è molto più modesto rispetto a quello di Sh, per scoprire le radici di quel loro essere unici ed inseparabili ed il veleno diffuso da malintesi e da false identità. Hai assegnato a quel luogo particolare un aspetto quasi ameno, domestico, rassicurante (“…uno di quei bei pozzetti da cartolina, di mattoni rossi…”), ma in esso è custodito l’inquietante nodo che riguarda il “chi” è veramente Mary e la sua responsabilità nei confronti di ciò che si è frapposto tra il consulting ed il suo blogger. Ed è proprio il corpo inerte di Sh che lui, mentalmente, considera la parte più preziosa dei suoi ricordi e delle sue sensazioni, in quanto è l’essenza stessa del grande sacrificio che Holmes ha fatto per permettere a Watson di vivere.
E la consapevolezza dell’amore indiscutibile che Sh ha sempre provato per lui, riesce a vincere l’oscurità di quel pozzo e della scena di morte. L’energia, che risale dal buio del non voler osservare, travolge John e gli indica ciò che è sempre stato davanti ai suoi occhi (“…Sherlock mi ama…”). Ciò che si succede con immagini travolgenti ed intense è davvero emozionante. E, quello che più conta, pieno di speranza.

Recensore Master
06/03/18, ore 15:20

Vedo che ti sei cimentata in una storia di mafia, con ottimi risultati direi.
Infatti hai saputo adeguare il linguaggio, trasformandolo nel codice, a volte rude a volte ricco di sottintesi (“…si tratta di un piccolo gatto nero…”), che caratterizza da sempre i films o le fiction su tale argomento. Un linguaggio scarno e forte, anche nei momenti in cui tutta l'asprezza della vita e della situazione sono momentaneamente fuori dal folle trovarsi del giovane Holmes e del "capo" Watson. Il loro essere comunque appartenenti al mondo della malavita, per motivi vari, di fatto li lega anche ad un’ irruenza espressiva che veicola la loro fulminante attrazione (“…Che ca..o devo fare per farti tacere, eh?..”).
A mio avviso, il punto forte di questa tua ff, è soprattutto la sapiente ambientazione nel clima pericoloso e sempre infido dei rapporti tra malviventi: la scena dell’agguato con il furgone e del successivo parapiglia è davvero efficace e per nulla banale.
Cioè, in ultimo esame, caspita, sai scrivere anche di ambienti e gente non proprio tranquilli, tra esplosioni improvvise, auto che carambolano ed una pioggia mortale di proiettili.
Il finale dà un senso di pace e di una rassicurante visione del futuro. La “location” è proprio giusta per poter ricominciare a sperare in un domani più umano. Effettivamente quel campo da golf è un posto proprio adatto per un inizio “pulito” e promettente.
Tra gli elementi più riusciti, secondo me, è la figura di Mycroft che hai saputo brillantemente trasformare in un capo credibile ma, e questo è davvero avvincente, assolutamente IC nei confronti di “Mister Inghilterra”. Ci sono, infatti, il suo affetto e la sua preoccupazione per il fratello, il suo freddo autocontrollo ed il rapporto con John, abbastanza contorto ma, tutto sommato, di fiducia nei confronti dell’ unica persona che possa davvero rimanere accanto a Sh e proteggerlo. Bella anche questa ff, brava.

Recensore Master
05/03/18, ore 00:11

Più che un “Nutella Party” ciò che avviene tra Sh e John sembra una vera e propria sessione di lotta greco romana e la deliziosa crema al gianduia ha le stesse potenzialità devastanti di una bomba a mano. A parte gli scherzi, hai pensato proprio una storia che diverte ed attrae, tanto più che l’hai resa più “gustosa” con il sapore di quella bontà che è proprio la Nutella.
Hai lasciato libera la tua vena ironica di descrivere, alla perfezione, gli effetti della fame su John (comiche le sue alternative alla scarsità di contante per procurarsi da mangiare e lui pensa anche ad una flebo di fisiologica…) ed il suo atteggiamento ispirato, quando è il momento di attingere nuova vitalità dal barattolo colmo di quel cibo inebriante; ma i momenti in cui mi sono divertita di più sono stati nello scoprire l’effetto che l’atteggiamento rapito ed estatico di Watson, durante le pause-Nutella, ha su Sh (“…nervoso, suscettibile, e spesso andava a chiudersi in camera sua sbattendo la porta…”). Addirittura viene attivata la voce della coscienza, cioè quella di Mycroft, che coglie subito l’essenza del problema. La conclusione è una tempesta di dolcezza, in tutti i sensi. Una storia piacevole, scritta bene come al solito.

Recensore Master
04/03/18, ore 23:40

La più bella, fino ad ora, della raccolta e non solo. Non so di quante delle tue storie l’abbia scritto ma questa è davvero fantastica, originale e particolare perché, anche se si tratta di un AU, i personaggi principali non hanno perso le loro caratteristiche IC.
La prima cosa che mi è venuta in mente dopo la lettura di questo gioiello, è stata, infatti, la certezza che, secondo me, hai "sacrificato" un AU davvero splendido per il mantenimento IC dei personaggi ma, soprattutto, per l'originalità dell'idea narrativa in sè che pesca anche nell'attualità, per "strizzare" tutto in una OS, quando, secondo me, c'era materiale più che sufficiente ed assolutamente valido per farlo respirare in una long. Sicuramente sono scelte insindacabili d'Autore, però permettimi di brontolare un po'. È come se tu avessi tentato di far entrare, dentro ad uno sgabuzzino delle scope, una magnifica Ferrari. Io sono sicura che la creatività di chi scrive (bene) come te abbia le sue regole: penso che, il ritornare su storie già liberate dagli scaffali della mente, sia un po' come cuocere nuovamente un piatto già pronto, per cui la freschezza della prima idea appare un po' sgualcita.
Ma, credimi, le cose che hai raccontato qui mi hanno emozionata davvero, mi hanno fatto sentire spettatore partecipe, quasi concretamente, sulla scena; agli eventi mondani, a casa di John, in quel luogo solitario e magico in cui egli accompagna Sh per liberarlo dal peso della sua notorietà. Davvero un pezzo notevole la tua "Scatti d'autore".
Devo ancora completare il viaggio nella raccolta ma, per ora, questa ff diventa una vetta molto impegnativa da poter raggiungere e superare. Infatti hai portato un vento nuovo e sconvolgente al 221b che ha ribaltato scenari consueti ed ha magicamente trasformato le identità dei protagonisti in qualcosa di inedito, ma evocativo, di comportamenti ed espressioni tanto care e conosciute.
Ragion per cui io, forse un po' arrogantemente, ti lancio l'idea di un tuo possibile ripensamento che possa restituirci l'unicità di questa storia nelle dimensioni e nei tempi che merita.
Detto questo, entrando nel merito della recensione vera e propria, mi accorgo che le cose da annotare sono davvero tante. Pertanto ne farò una cernita, senza dimenticarne qualcuna, ma è difficile perché gli elementi narrativi, che s’intrecciano nella tua storia, sono davvero tanti e tutti di uguale importanza ai fini della comprensione delle personalità e degli sviluppi successivi.
Innanzitutto mi ha parecchio appassionato quella sovrapposizione tra Sh e l’identità di chi lo interpreta nelle Serie BBC. indubbiamente trovo geniale quel far combaciare l’aspetto fisico del consulting con quello che è, invece, l’attore, e questo mi ha richiamato Benedict e la sua vita da star. Non so se tu l’abbia pensato, ma l’intersecarsi dei piani distinti di personaggio e di interprete me l’ha richiamato alla mente. Comunque sia, il carattere particolare di Sh/consulting si trasferisce benissimo sullo Sh/attore, per esempio considerando l’arroganza che altro non è che una maschera di difesa dalle ingerenze degli altri nel suo mondo. E poi c’è John, un John dalla vita difficile, pronto a mettersi in discussione e dalla prorompente umanità che viene letteralmente travolto dalla “stella” così lontana ed inarrivabile che, invece, gli si fa intimamente vicina.
Hai rappresentato con il tuo solito stile, completo ed avvincente, sentimenti ed emozioni forti e che coinvolgono chi legge nel turbine di energia che questa storia trasmette. Complimenti, davvero.
P.S. Tra le cose che mi hanno fatto sorridere c’è quel costume da bagno di Sh che mi ha fatto venire in mente quello uguale, ed altrettanto terrificante, che indossava Benedict qualche anno fa e che imperversava nei servizi fotografici (“…azzurro slavato con stampati sopra dei corvi arancioni…”).

Recensore Master
03/03/18, ore 23:00

Il post di Tumblr, cui fai riferimento, è davvero interessante per la sua singolarità e non mi stupisco del fatto che la tua verve narrativa abbia prodotto questa bella storia. Un'altra loro prima volta, un altro travolgente trovarsi che, finalmente, scaccia via i malintesi ed i silenzi divenuti troppo ingombranti.
Hai arricchito lo spessore sentimentale della ff con un interessante elemento giallo, immergendo la tensione emotiva e fisica di Sh e John in uno scenario dalle potenzialità inquietanti e pericolose, visto che, durante quel corso di pittura, agisce uno spietato serial killer. Mi ha davvero colpito come, attorno alla prepotente bellezza di quello Sh nudo che posa per essere ritratto, tu abbia, via via, costruito un impianto narrativo vario ed originale, dove sviluppare uno degli aspetti più intriganti della Johnlock e cioè, come ho già scritto, il loro aprire gli occhi del cuore di fronte all’abbagliante realtà del loro amore.
Hai descritto molto intensamente il percorso interiore di John che, da alcuni primi tratti incerti, attraverso poi una fredda rappresentazione “medica” di ciò che esprime il modello, è riuscito a rappresentare con il disegno non un semplice insieme di muscoli e pelle, ma la creatura che ha dato un senso alla sua vita (“…il suo ritratto non è niente male: realistico e potente…”). Cioè è riuscito a vedere Sh attraverso ciò che sente per lui. E questo ha attivato le pulsioni omicide del killer nei suoi confronti.
Un’ennesima, splendida storia, questo tuo “Studio d’artista”.

Recensore Master
02/03/18, ore 19:51

Sh fauno, Sh vampiro e, di solito John interpreta completamente, almeno a mia memoria, la sua umanità. Ma, un John licantropo, è davvero qualcosa di fuori dall’ordinario, quindi la lettura di questa ff è stata portata a termine con enorme soddisfazione da parte mia.
Hai descritto con efficace progressione la trasformazione di Watson in lupo, attraverso indizi sparsi qui e là, sempre più precisi e frequenti: la barba che diventa riluttante alla rasatura, i sensi che si acuiscono, quel passo leggero e sicuro in mezzo al bosco, di notte.
Ovviamente, è logico che la mente di Sh trovi alquanto stuzzicante lo strano ed elusivo comportamento del “coinquilino” e tu ne descrivi perfettamente la febbrile attività razionale che lo deve portare alla soluzione del “mistero”.
“…pelo era di una complessa nuance di biondo, castano e argento, e gli occhi della creatura erano blu scuro…”: qui, davvero sono emerse prepotentemente sia la tua precisione nel descrivere cose o persone sia la tua sana ironia, visto che la colorazione del pelo di John mi ha richiamato tanto lo scambio di opinioni tra me ed il mio parrucchiere sulla tinta più adeguata da dare ai miei capelli…
Grandiosa quella corsa nel bosco, con Sh caricato a forza sulle spalle di Watson e, quello che mi ha fatto ridere di gusto, è stata quell’eccitazione intellettuale per cui il consulting, affascinato dal sorprendente incontro, non la smette di sparare domande e spiegazioni scientifiche al disgraziato licantropo. Tuttavia questi, disperato, riesce ad abbaiare un deciso invito al silenzio.
Sarò sincera ma, quel povero lupo mannaro che tormenta con gli artigli le vecchie assi del pavimento e che nasconde il muso sotto le zampe di fronte alla fluente parlantina di Sh, è una scena che è tra le più comiche che abbia mai letto, tanta è stata la tua scioltezza e tanta la tua capacità di osservazione che hanno dato vita ad una vera e propria gag. L’apice lo raggiungi nella scena hot, in cui Sh è strapazzato belluinamente da John, il cui ululato mi ha fatto ridere di nuovo.
Una storia in cui hai immesso davvero tanta leggerezza e voglia di divertirsi e divertire. Una delle migliori di questa raccolta, in cui hai spaziato davvero in tutti i generi letterari, dal comico al romantico, all’avventuroso, ecc…
P.S. “…tu sei sempre John…”: questa è, secondo me, una delle più belle dichiarazioni d’amore che mai Sh abbia fatto a Watson, semplice ma intensa nella sua essenzialità.

Recensore Master
02/03/18, ore 16:16

Geniale il ruolo che hai ideato per Irene: non un coinvolgimento diretto nelle vicende ma una breve apparizione, un gustoso cameo iniziale che, però, diventa decisivo rispetto a tutto lo svolgersi della vicenda. Infatti l'atteggiamento dell'Adler, supponente e malizioso, assume il ruolo di catalizzatore di qualcosa che, fino ad ora, è rimasto silente ma molto ingombrante, il classico elefante nella stanza, insomma. E John, da quell'incontro, ne esce scosso e di fronte ad una fondamentale rivelazione che tu articoli piacevolmente in tre elementi fondamentali: la gelosia nei confronti di Sh, il rispetto per la sua verginità, l'andamento tranquillo del suo rapporto di "amicizia" cui, però, le serpentine insinuazioni di Irene, hanno dato un serio scossone.
A ciò si aggiunge, ma di questo sono assolutamente sicura perché è una tua qualità, il saper delineare i personaggi conservandone le caratteristiche IC.
La tua ff è proprio un " piatto gustoso", dunque, con tutti gli ingredienti migliori, tra cui spicca, per me, per potenzialità espressive notevoli, la gelosia di Watson che gli fa tirare fuori davvero la sua intima essenza di spietata macchina da guerra. Risate a manetta mi ha provocato l'immagine di "Tre Continenti Watson" nelle varie declinazioni seduttive messe in atto per sbaragliare la concorrenza. Gustosissimi i vari riti di adescamento con cui John pone l'assedio a Sh. Si va dal comparire nudo candidamente ( ma non troppo) a causa dello shampoo, al comico ancheggiare, dall'esibire i capelli profumati, ai gesti di "avvicinamento" non troppo casuali. Il tutto affiancato da un lavoro di accompagnamento nei confronti del consulting per non lasciarlo preda di Baynes.
Sh, da parte sua, appare sempre più attonito e disorientato. Sono sicura che le tenere effusioni notturne non siano solo un sogno di John.
La conclusione è travolgente e riporta il giusto equilibrio al 221b. Brava.

Recensore Master
21/02/18, ore 19:34

"...Sconfitto e rassegnato infilò una mano...": questo Sh, così cocciutamente deciso a riprendersi il controllo del proprio corpo e della sua mente, che, invece, appare sconfitto ed umano è davvero un ritratto piacevole e, secondo me, IC. Infatti che lui sia impreparato di fronte ai richiami biologici, secondo me, è del tutto plausibile anche perché con John c'entra soprattutto il cuore che, poi, allarma tutto il corpo. O meglio, in questo caso, una parte di esso che, fino ad ora, si era mostrata docile e sottomessa alla ragione ma che, ora, si ribella all'ordinarietà di una vita senza affetti e senza occasioni di "esprimersi".
La rassegnazione del consulting di fronte a ciò è tenera e disarmante: lui, il grande e famoso consulente investigativo, abituato ad indagare con freddezza su crimini anche efferati, è sconfitto da pulsioni che gli appaiono incomprensibili nella loro insistenza, proprio perché semplici e naturali. Lui è a suo agio con scenari complicati però, di fronte alle reazioni così poco razionali del suo corpo in relazione a John, si scopre impreparato e sconfitto.
John, dal canto suo, lo ritrai inquieto e progressivamente consapevole dell'importanza che Sh ha nella sua vita. Gli manca tutto del suo coinquilino; mi è piaciuto molto quel collegamento immediato che egli fa, di fronte al noioso chiacchiericcio di Hannah, con l'immediatezza sia pur arrogante di Sh ("...conosceva un solo individuo che sfuggiva a quella regola..."). Perfino quel suo essere aggressivo verbalmente, davanti a qualcuno, gli manca terribilmente.
Una bella storia, davvero.

Recensore Master
20/02/18, ore 23:46
Cap. 9:

Già dall’introduzione al capitolo, la fantasia viene messa in moto e si possono immaginare le situazioni particolari di cui la cara signora Hudson vede le conseguenze, mantenendo, comunque, un perfetto aplomb britannico.
Una delle prime cose che colpisce è la caratterizzazione IC dei due personaggi, che richiamano alla mente (sto recensendo nel 2018…meglio tardi che mai!) i tempi d’oro del 221b. Certamente non è mai successo tutto questo, ma Sh e John sono molto simili a quelli più pudici e distanti delle Serie BBC. Hai messo in risalto il carattere particolare del consulting, riluttante a tutto ciò che non ruoti intorno a lui ed alle sue capacità: basta vedere come diventa impossibile quando dà una sua lettura della ricetta. L’hai descritto in un modo impagabile, se lo immagino con le due bacche di vaniglia di diversa dimensione. Di John hai messo in risalto la simpatia, il generoso mettersi a disposizione della Hudson ed anche la sua irrefrenabile passionalità quando Sh lo provoca. In questa storia c’è divertimento allo stato puro, soprattutto nell’ultima scena in cui John tenta di dare una spiegazione non troppo cruda alla curiosità espressa dalla signora riguardante l’aspetto affaticato di Sh (“…Lui... ha mescolato la panna con un po' troppo impeto…”).
Un pezzo davvero piacevole.

Recensore Master
13/02/18, ore 14:46

"...era sdraiato a terra con il corpo, dal busto in giù...": questa curiosa immagine non è certamente insolita per il 221b dei tempi gloriosi, di cui, oggi, io personalmente ho una grande nostalgia. Nostalgia di rivedere quei due, Sh e la sua meravigliosa sociopatia, John e l'infinito pazienza che gli permette di sentirsi a suo agio, anche perché il suo eccentrico coinquilino ha dato una scossa benefica non indifferente alla sua vita. Rappresenti con credibilità questa situazione, la complicità spontanea tra i due, il loro comunicare anche senza parole.
Piacevolissimo il "cosa" su cui si regge tutto il gioco, come una comica partita a tennis, tra un John maliziosetto e dalla progettualità birichina e uno Sh che, nonostante la superiorità della sua intelligenza, non riesce a capire il vero messaggio che gli sta lanciando Watson. È evidente che la sua abilità di consulting e le sue indubbie doti di detective, associate alle sue notevoli capacità razionali non sono sufficienti a farlo muovere con scioltezza in un campo che, per lui, è davvero nuovo e sconosciuto ed in cui i parametri di “scannerizzazione” ed archiviazione dei dati, che costituiscono la sua arma infallibile, si rivelano fallimentari di fronte a faccende di cuore ed a situazioni nelle quali la ragione ed i suoi metodi hanno poco a che fare (“…non aveva il più vago indizio di cosa John stesse alludendo...”).
Quello che fai agire qui è uno Sh teneramente indifeso e “pulito”, che si rivela inerme di fronte alla fantasia seduttiva di John che vuole coinvolgere il suo tesoro in contesti che possano, in modi diversi, aumentare la tensione sentimentale e i risultati, per così dire, pratici.
Il motivo tangibile di divertimento è lo scontro comico tra la carica allusiva di John e l’ignorante candore di chi, tra i due, dovrebbe avere più intuizione. Il risultato è, progressivamente, la crescita della curiosità e dell’interesse di uno e lo spegnersi dell’energia dell’altro che sta vedendo naufragare miseramente i propri progetti di “insaporire” la realtà con gusti diversi.
Ovviamente, anche in questa piccola meraviglia che mi ha davvero divertito, c’è da gustare il tuo stile inconfondibile che scivola sicuro in mezzo ad immagini e situazioni rendendo partecipe chi legge. Complimenti.

Recensore Master
25/01/18, ore 22:36

Eccomi nuovamente qui per una nuova recensione!
Ma che carino John che crede di aver molestato Sherlock. Il "che carino" non ci sta molto in una situazione così hot, però mi ha fatto davvero tenerezza. John è sempre così insicuro, senza motivo in realtà, vede sempre Sherlock come inarrivabile, addirittura come un principe delle nevi, eppure Sherlock muore dalla voglia di averlo. Ogni qual volta John si convince, si scioglie, mi scalda il cuore.
Nella parte iniziale poi John assolutamente IC, le sue imprecazioni, Dio lo adoro! Li adoro!