Oddio! bellissimo! hahahaha quando lei pesta la merda, quando Zayn dice E QUANDO ABBIAMO PROVATO A FAR SEPARARE HARRY E OLIVIA (era una frase tipo questa, no?) sono scoppiata a ridere, e quando discutono mentre si baciano! Dio ma quanto saranno dolciosi! hhahahah e tutti li vicino che li guardano hahaha L'HO GIà DETTO CHE ADORO IL MODO IN CUI SCRIVI? infatti dopo o domani e in una galassia alternativa, tra cento anni, insomma quando vuoi tu. leggerò anche THE PAN ayeah ;D
Poooooi dio è un capitolo lunghissimo ahhahah
devo andare perché mia mamma mi sta chiamando da tre ore, sei bravissima! hfgkaweyf
-Un bacio!
Parte preferita: Eravamo seduti allo stesso cazzo di tavolino di prima, insieme ad Harry e Olivia, mentre parlavamo di tutte le stronzate che ci erano successe due anni prima al liceo.
Harry disse fra le risate asciugandosi una lacrima: “E vi ricordate quando Jackson è salito sul palco tutto ubriaco, e Viola l’ha buttato per terra?” Lo seguimmo tutti a ruota.
Che poi, non era neanche così divertente, Jackson si era fatto davvero male in seguito a quella caduta. Menomale che era ubriaco, e che aveva dimenticato ogni cosa, quindi non poteva dare la colpa a me.
“E la lotta che si è scatenata dopo, tra ragazzi e ragazze? Io stavo per mettere le mani addosso a un ragazzo!” Continuò Olivia, che fu l’unica a scoppiare a ridere.
Harry ghignò imbarazzato abbassando lo sguardo, Zayn si grattò la nuca, mentre io la fissavo alla ‘Mi prendi per il culo?’
Ci fu un momento di silenzio, interrotto in seguito dalla risata di Zayn: “E quando io e Viola vi abbiamo fatti lasciare apposta?”
Scoppiamo tutti e quattro in una fragorosa risata, ma solo dopo mi accorsi di ciò che quel coglione aveva appena detto.
Ci bloccammo contemporaneamente.
Ci guardavano.
Li guardavamo.
Deglutii rumorosamente tirando una gomitata sul braccio di Zayn, il quale, dopo aver assunto una faccia sofferente, si massaggiò la parte dolorante mantenendo sempre lo sguardo fisso su quei due.
Harry alzò le sopracciglia: “…Cosa?”
Risi nervosamente: “Voleva dire che…beh, voleva dire che…”
Ci guardavano.
Li guardavamo.
Zayn sussurrò: “Viola, scappa al mio cinque. Uno…due…cinque!”
Mi girai verso di lui per chiedere spiegazioni sul fatto che non sapesse contare nemmeno fino a cinque, e consigliargli di usare le mani offrendogli anche il mio aiuto se voleva, ma lo vidi correre come un coglione con un’ape in culo.
Pirlone.
“Uhm…ciao, ragazzi.” Mi allontanai alla capra in calore per raggiungere Zayn.
Avevo passato circa venti minuti ad aspettare Zayn davanti al locale, per poi scoprire che lui era nascosto dietro a un albero vicino. ‘Era uno scherzo.’ Si giustificò lui. Coglione.
Stavamo camminando lì intorno mano nella mano, quando iniziai a parlare: “Abbiamo fatto una figura di merda.”
Sospirò: “Lo so, mi è scappata.”
Scossi la testa: “Cazzone.”
Lasciò la mia mano: “Ehi!”
“Cosa?”
“Mi hai detto cazzone.”
“Non è vero.”
“Si, invece.”
“Ok si, l’ho detto.”
Si allontanò borbottando qualcosa di incomprensibile.
Ma che minchia aveva, il ciclo? E poi la colpa di tutto quel casino era sua, quindi era l’ultima persona che si sarebbe dovuta incazzare.
Sbuffai ridendo: “Oh madosca, ma come sei suscettibile.”
Si girò verso di me, e mi puntò un dito contro: “Vai a fare in culo.”
Faceva tanto l’offeso, ma se gli avessi offerto quella cosa, fidatevi che sarebbe diventato docile come un cane che aspetta un croccantino.
Non appena si girò per continuare a camminare, andò a sbattere contro a un palo.
Oddio. Viola non ridere, Viola non ridere, Viola non ridere.
Come non detto.
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia con una mano. Sembravo una pazza nel bel mezzo di una crisi epilettica.
Come immaginavo, Zayn si incazzò abbastanza, e disse, mentre si massaggiava il naso: “In questo momento ti odio più di quella volta che mi costrinsi a mettermi lo smalto fucsia.”
Ricordando quella volta che si mise lo smalto fucsia, scoppiai a ridere ancora più forte. Stavo veramente male.
Sbuffò, si avvicinò velocemente e mi prese per mano trascinandomi avanti: “Smettila di ridere, cogliona.”
“Scusa, ma non riesco a smettere. Insomma, devi proprio essere rincoglionito per non vedere un palo davanti a te. Cioè, come si fa, non è pos…”
Mi interruppi bruscamente, perché andai a sbattere contro a un palo.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Scoppiò a ridere, mentre io lo guardavo impassibile. Che cazzo rideva? Mi ero fatta male.
“Che cazzo ridi?”
“Sei una pirlona.”
“Però quando tu hai picchiato la testata contro il palo, io non ti ho preso così tanto per il culo.”
Smise di ridere.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Scosse la testa, e ghignò dolcemente: “Demente.”
Poggiò le mani sui miei fianchi e annullò le distanze fra di noi, premendo le sue labbra sulle mie. Quando poi si allontanò di poco, gli morsi il labbro inferiore, non molto delicatamente. Ma non mi sarei mai immaginata la reazione che avrebbe avuto.
Portò immediatamente una mano sul suo labbro: “Ma sei matta? Potevo morire!”
…Poteva morire? E mo’ che si era fumato questo? Dio, quanto era coglione.
“Ma sei coglione?”
“Io sono coglione? Ma tu sei cogliona!”
“Ma era un gesto romantico!”
“Mi raccomando, la prossima volta strappami direttamente tutto il labbro!”
“Oh senti, ma vaffanculo.”
“Ma vacci te.”
“Ma tua nonna.”
Sospirò, mi prese, per la seconda volta, per i fianchi e sentii, per la seconda volta, le sue labbra sulle mie. Stavamo per approfondire il bacio, quando la sua mano, che poco prima era posata dolcemente sulla mia schiena, scivolò un po’ più giù. Mi staccai immediatamente e gli tirai un pugno sul braccio: “Deficiente!”
Sbuffò sonoramente: “Mamma mia che due coglioni, Viola.”
“Ma che due coglioni tu. C’è, io non posso morderti il labbro, mentre tu mi puoi palpare il culo?”
“Si!”
“Ma fanculo!”
“Ma vacci tu, porca di quella troia.”
Restammo un momento in silenzio.
Ci guardammo un secondo negli occhi per poi avvicinarci velocemente per riprovare a baciarci per la terza volta, ma ci scontrammo provocandoci un forte dolore al setto nasale.
Minchia oh.
Dissi massaggiandomi il naso: “Troia vacca in calore Zayn, impegnati un po’.”
Rispose massaggiandosi il naso: “Tu ti sei avvicinata troppo velocemente.”
“Se tu non mi avessi palpato il culo, questo non sarebbe successo.”
“Non sarebbe successo neanche se tu non mi avessi morso il labbro.”
“Vaffanculo.”
“Stronza.”
“Ti odio.”
“E io ti odio di più.”
Sospirai poggiando le mani sui miei fianchi: “…Riusciremo mai ad avere una storia normale?”
“Uhm. Nah, queste storie sono le più belle.”
Sorrisi, e lui continuò: “Dai, riproviamoci avvicinandoci piano, senza morsi, ma soprattutto, senza litigi.”
Gli puntai un dito contro: “Hai dimenticato senza palpate.”
Assunse la faccia da cane bastonato: “Eddai.”
“No.”
“Solo una.”
“No.”
“Innocua.”
“Zayn, no.”
“Ma perché no? È una cosa normale!”
“Si, ma…no.”
“Scusa, io non ti capisco. Ti faccio anche peggio quando facciamo ses…”
“Se continui, giuro che ti circoncido con le mie mani.”
Sorrise malizioso: “Bene, allora continuerò.”
Oh, che grandissimo porco. “Dio. Non capisco come tu possa essere così idiota. Veramente, nella scala evolutiva, tu sei subito dopo Lucy.”
“Però non mi pare che dicessi così ieri sera. Ricordi dov’eravamo?”
Lo fulminai con lo sguardo: “Non osare continuare la frase.”
“Nel nostro letto. Se non sbaglio, continuavi a ripetere - imitò la mia voce - oh si Zayn, non ti fermare, oh si.”
Fottuto stronzo.
Stavo per ribattere, quando fui interrotta da una voce: “Non cambierete mai.” Solo in quel momento mi accorsi che eravamo circondati da tutta la gente che era alla festa.
Déjà vu.
Era tutto esattamente come due anni prima, alla festa.
“E’ colpa sua!”
Sbottai: “Se è tutta colpa mia, perché non vai da Olivia?”
Aggrottò la fronte: “Olivia, ma che…? Che cazzo c’entra adesso?”
“Non ti ricordi il modo in cui la guardavi prima? Scusa se non sono sexy come lei.”
Scosse la testa: “Va bene Viola, lo ammetto. Olivia è davvero molto sexy. Ma tu Viola, tu sei così bella. Sei fastidiosa quanto una stampante in culo, ma d’altra parte è questo quello che ogni mattina, quando mi sveglio, mi fa sentire la persona più felice della terra. Insomma, anche se ho i coglioni che giocano a palla prigioniera, io quando ti vedo…non lo so, è una sensazione strana che non ho mai provato prima, ma quando ti vedo mi sento in paradiso. Sei capace di migliorarmi anche una giornata piena di palate di merda. Anche se venissi a sapere che Megan Fox si fosse sposata con qualcuno, mi basta vedere te. Mi basta sentire la tua voce, la tua risata. Mi basta accarezzare i tuoi lunghi capelli castani. Mi basta vederti felice. E’ strano, molto strano, stranissimo, quasi impossibile oserei dire, ma io ti amo, Viola Giselda Hastings.”
Ommioddio.
…E adesso?
Ok, le possibilità erano due. Potevo picchiarlo, offenderlo, convincerlo di nuovo a mettersi lo smalto fucsia, o cantargli una canzone dei Teletubbies.
Mi piaceva molto l’ultima opzione, ma, purtroppo per me, delle lacrime cominciarono a bagnarmi le guance.
Sbuffai: “Guarda, mi hai fatta commuovere talmente tanto che non riesco neanche a offenderti per aver rivelato il mio secondo nome.”
Ghignò, e poggiò le mani sul mio collo asciugandomi le lacrime con i pollici.
“Non avrei mai pensato di riuscire a farti commuovere. Davvero, è da segnare sul calendario.”
Risi: “Ti amo, Zayn.”
Sospirò sorridendo dolcemente: “Anche io.”
Nel momento in cui poggiò le labbra sulle mie, le persone intorno a noi si abbandonarono a un applauso, e partirono anche fischi e gridi tipo 'Toccale il culo!'
Immaginavo che sarebbe successo di lì a poco, sapete, esperienza personale, così strinsi le mani di Pakistan cercando di tenergliele ferme.
“Questa volta ti ho fottuto.”
Alzò gli occhi al cielo: “Tanto prima o poi riuscirò nel mio intento.”
“Porco.”
“Ti amo anche io.”
Sorrisi.
Si girò verso il pubblico prendendomi per mano: “Bene, allora noi andiamo - sussurrò al mio orecchio - porcellina.”
In quel momento ricordai le parole che mi aveva detto due anni prima. ‘Senti Viola. Io non ti chiamerei mai ‘porcellina’, mai e poi mai. Neanche se davanti a me ci fosse un trattore che minaccia di salirmi e risalirmi sulle palle fino a che non si disintegrino. E sai che io ci tengo alle mie palle.’
Sussurrai sorridendo: “Chi l’avrebbe mai detto.”
Aggrottò la fronte: “Eh?”
“Cosa?”
“Ma cosa?”
“Ma cosa cosa?”
“Tu, hai detto qualcosa?”
“Io? No.”
“Si, hai detto qualcosa.”
“No, pirla.”
“Si, cogliona.”
“Vaffanculo.”
“Vacci tu.”
“Oddio ti prego, basta, andiamo.”
Non ringrazierò mai abbastanza la mente contorta di Zayn, per aver sfornato quell’idea del cazzo di far dividere Harry e Olivia. |