Katsura guardò l'essere.
Lo trovò stupendo, ma non solo in seguito avrebbe scoperto che aveva tutte le qualità di un samurai, quell'amanto, Elizabeth gli sarebbe rimasto accanto, per sempre.
Raccolta dedicata a Karsura ed Eli (non sense)

Marron X Trunks
No, non sono brava con le cose romantiche, forse sarà solo demenziale, forse mi converrebbe prima sistemarmi gli arretrati, ma non si vive di forse, no?
Mare, sole, capelli intrattabili e meditazione di omicidi, e oltre questo dovrebbe esserci anche qualcosa di vagamente romantico... ma bha!

Bagnati dalla pioggia camminiamo lentamente. Tutto è cambiato in così poco tempo, ora non ti sei più mia, non posso stringerti per affrontare questo improvviso freddo. Ma tu già brilli di nuovo, solo io sono solo spento e consolato da questa fredda pioggia.
Storia partecipante al contest Come la pioggia e la neve

Piccola Criilin x C18 con un celato tocco di C17 (lo amo troppo per non metterlo ovunque!).
E aveva saputo lasciare il terrestre senza parole e con un sorriso ebete dipinto sul viso.
"Che lei avesse capito?"

Piccola flash ambientata nel periodo post-Cell
estratto:
Sorrise davanti a quell’inaspettato siparietto e pensò che forse ce l’avrebbero potuta fare.
Erano una famiglia.

Piccola flash sulla speranza
Estratto:
Non c’è pioggia che non avrà fine, non ci sono lacrime che non si asciugheranno, a tutto c’è soluzione, a volte la più ovvia è : vivere.
Buona lettura!

Tra un vicolo e l'altro di quartieri tutt'altro che raccomandabili, vagava lei.
Sembrava la luce in tutta quell'oscurità, come se il marcio del mondo non la riguardasse minimamente.
Tutto oramai era vuoto per lei, tutto vano, nell'inconscia attesa che lui la salvasse da se stessa.

[La vita è fondamentale come una bolla di sapone.
Portata dal vento, volando qua e là e prima che tu te ne renda conto pop!
E scompare.
Quando sei sul punto di scomparire pensi che avresti potuto volare un po'più in alto.]

Trunks aveva all'apparenza tutto eppure invidiava quel rapporto che aveva Goten con suo fratello.
Gettò un'occhiata carica di quella che sembrava, anzi certamente, era invidia.

Erano partiti dallo stesso punto, ma la distanza che li separava è aumentata sempre di più, fino a farli inevitabilmente separare.
Non fu colpa loro, piuttosto degli eventi, del destino.
Il destino, sì lo stesso nome che diamo alla nostra debolezza,
un modo degli umani per non farci sentire i colpevoli di quello che accade.
Sì, la colpa fu del destino, allora.

Si era ritrovata sola, ovunque si sentiva persa senza di lui.
Dove sei Daisy?
Anzi dove sei Kurosaki?

Camminava quasi accecato dalla sua stessa euforia, sotto quella pioggia, che scendeva con un ritmo cadenzato, si sentiva bene.
Si sentiva vivo.
Ora come ora sarebbe stato impossibile distinguere le gocce di pioggia dalle lacrime che, brucianti, gli percorrevano il viso.

Scuti infastidito quel sole che sorge, come poteva spuntare com se niente fosse, con quale assurda ipocrisia doveva illuminare anche quel giorno? Il giorno in cui stavo scivolando verso un vortice di oscura, inebriante, follia...

I ripensamenti non servono a nulla, e nulla cambiano.
Eppure era lì, ad un passo dala morte a ripensare al passato, ed, ancora più ardentemente, al loro futuro.

Non aveva mai amato parlare di sé, raccontarsi, quanto meno commiserarsi.
Il passato è passato, ottima scusa per non riaffrontare gli incubi che ancora lo tormentavano.
E mentre cercava in carta e penna delle alleate fedeli, per fuggire alla realtà, inconsciamente non faceva altro che tornarvici.
Stessi avvenimenti tornavano, stessi ricordi: ma lui e la sua mentalità erano completamente diversi.