Lui: sadico, incontrollabile, perverso, cupo, perfido, quasi bestiale.
Lei: autolesionista, insicura, timida, quasi totalmente passiva.
Fratelli.
Gemelli.
Innamorati.
***
«Che differenza fa, come lo definisci? In qualunque modo lo chiami, è comunque un legame. Il nome è una convenzione».
***
Sono uniti per la mente, è vero, ma sono diversi.
Lontani.
Divisi.
***
In realtà lui lo sa che non è nella sua natura replicare, ribattere – perché non è nella sua natura contrastare, ribellarsi.
Lui la conosce bene, meglio di chiunque altro.
Eppure, lei gli è completamente incomprensibile.

[Dal Capitolo 2]
«Come sta?», gli chiese Alex, rompendo quel silenzio che l’avrebbe fatta diventare matta se sommato all’innocente bellezza degli occhi di Merlino.
«Molto meglio. Ora dorme».
«Bene. Come hai detto che si chiama?».
«Artù».
«E tu e lui… vi conoscete da molto?».
«Da sempre».
Alex sollevò di scatto gli occhi e trovò i suoi luminosi, anche se velati di lacrime. Si chiese se fosse il caso di continuare con quell’interrogatorio o se fosse più opportuno aspettare che fosse Merlino a parlarle di lui. Dopotutto l’aveva soccorso – se non salvato – e l’aveva ospitato a casa sua: qualche informazione in più era un suo diritto, se la meritava.
Ma forse l’unica vera ricompensa che desiderava era proprio quella che Merlino le offrì, prendendole inaspettatamente una mano e stringendola forte tra le sue, facendo sì che i loro occhi si incatenassero.
«Ti sei tuffata nel lago per aiutarlo, vero?».

Tratto dal primo capitolo.
"Non sopportavo l’idea di trovarmi tantissime persone dinanzi. In realtà non sopportavo l’idea che mi guardassero o parlassero. Ero arrabbiata con il mondo per la morte di mio padre, ma con i ragazzi della mia età più di tutti perché mi avevano sempre messa in ridicolo per i miei gusti musicali e per il modo in cui mi sono sempre vestita. "Sei troppo punk", "Sei una sfigata metallara" mi dicevano. ".
Onice senz'altro non poteva nemmeno lontanamente immaginare quello che le sarebbe accaduto...
Adolescenza, amori, tradimenti, divertimento. Tutto racchiuso in una semplice fanfiction. Buona lettura! :3

Alcuni passaggi potrebbero disturbare certe persone, ma se siete tipi/e temerari/e e di mente aperta non abbiate paura a leggere ^^ E soprattutto...non fermatevi a leggere solo il prologo u.u
"...La sua voce mi fece venire i brividi, era forte e profonda, ma dolce e vellutata, poi sentivo la sua stretta, le sue braccia forti mi circondavano, le sue mani mi stringevano, alzai gli occhi tuffandomi in due di colore castano scuro, screziati di ambra, quei due occhi avevano una strana forma, erano fini e allungati, il suo naso così buffamente e leggermente schiacciato e quelle labbra rosee, carnose e perfette, i capelli erano folti e color pece, non avevo mai visto una persona così.
Sorrise lasciando vedere una fila perfetta di denti, ma non aveva i canini allungati, ora che lo osservavo, non sembrava della mia razza..."
...Alieni, gatti e umani.

-Ma che diavolo stai..-
Carola la interruppe subito: -Guardami, Kate. Guardami negli occhi. Cosa vedi..?-
-...-
-Io...perdonami.- Scappò via, mentre una lacrima scendeva sulle sue guance lentigginose. Poi un'altra. E un'altra. Finché non si sentì afferrare dalle spalle.
Era Kate, la sua Kate.
Si guardarono negli occhi per un tempo che non riuscirono a definire, e ogni istante sentivano sempre più il bisogno di stringersi l'una all'altra, di appartenersi...di amarsi.
-Guardami negli occhi- disse stavolta Kate. -Che ci vedi?-
-Noi due.

Una principessa dal nome inquietante che diventa maggiorenne, il più grande mago di tutti i tempi vuoto dentro e il momento del bisogno che si avvicina;
tutto sta per ricominciare.
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-Dottor Pendragon... c'è un nuovo caso molto urgente... un ragazzo, è appena stato investito da un tir... grazie al cielo indossava un'assurda armatura... continua a ripetere il suo nome...-
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-non ho capito.... la figlia dell'erede al trono... si chiama Morgana?- l'altro annuì
-e non hai ancora visto una sua foto...-
-e che cos'è una foto, di grazia?-
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Con questa storia probabilmente la regina d'Inghilterra mi vieterà l'accesso alla Gran Bretagna, e ciao ciao sogno di tornare a Londra..... ma confido nel fatto che non passi i suoi pomeriggi su EFP

Quasi dimenticavo, tra poche ore avremmo dovuto lasciare casa, a San Diego: ci saremmo definitivmente trasferite a casa del nuovo fidanzato di mia madre, ad Huntington Beach.
Lei non era di qui, di San Diego. Era nata ad Huntington Beach, appunto, e si era trasferita una volta sposata con mio padre, per motivi di lavoro. [...] Lì aveva incontrato un suo vecchio compagno, con il quale andava molto d'accordo quando stava al liceo, e che aveva divorziato qualche anno prima. Ricominciarono a parlare e a frequentarsi, finché lui non si dichiarò, un anno fa, e chiese a mia madre di sposarlo. [...] Aveva anche un figlio della mia età, ma non sapevo nulla di più, mamma disse che sarebbe stata una sorpresa.

[2006-2008] Marta Peterson è l'acclamata tastierista dei Bleeding Through. Un tour a fianco degli Avenged Sevenfold le presenta Zacky Vengeance e l'amore nella sua accezione più pura. Ma qualcuno pronto a tutto pur di averla per sé ha in serbo qualcosa per lei... e Marta è decisa ad arrivare fino in fondo alla verità, costi quel che costi.

«(...)Come ti ho detto, so dell’accordo che avete stipulato, e io voglio aiutarti a far cambiare idea a mio fratello. Ci ho provato per anni, e spero che unendo le forze ci riusciremo.»
Sorrisi divertita dall’assurdità di quella situazione. «È diventata una moda quella di stringere accordi con i Carter? Cos’è, siete come diversi Rumplestiltskin e io vi dovrò il mio primogenito?»
Dahlia Beauchamp, diciassettenne californiana di origini francesi certo non si aspettava di passare a quel modo l'ultima notte di libertà prima di tornare ad essere una comune studentessa. Ma quando si risveglia in una camera estranea, con una chiazza di sangue a conferma della sua virtù rubata e lividi sulla pelle diafana, niente le può suggerire che abbia passato la notte fra le braccia del ventiquattrenne magnate dell'edilizia Christopher Carter. Come mai l'uomo che può avere tutto ciò che desidera vuole lei? Dahlia si ritroverà quasi strappata con forza alla quotidianità monotona della sua vita e catapultata nel mondo di Christopher, un mondo fatto di piacere.

anno 1990
Ashley, 18 anni, ragazza con una vita difficile ed un disperato bisogno di aiuto. Ignorata da tutti, persino da se stessa.
Un giorno mentre marina la scuola incontra Billie Joe, ragazzo altrettanto invisibile agli occhi altrui, come potrà questo semplice incontro cambiarle la vita ?

Alice. Alice nel Paese delle Meraviglie. Alice attraverso lo specchio.
Ma non è ciò che vede attraverso lo specchio, il problema. Non è ciò che vede dietro. È il riflesso impietoso di ciò che sta davanti: due amiche due amanti due donne.
Forse, se chiudo gli occhi…
Alice che si droga di illusioni e sogni mentre la meraviglia è lì, addosso a lei, dentro di lei.
Sempre troppo addosso, sempre troppo dentro.
No. Non devo. Non voglio. Mai più. Giuro.
Alice sottoterra.

Riesci a sentire il silenzio? Riesci a vedere il buio? Puoi riparare ciò che è distrutto? Riesci a percepire il mio cuore? Puoi aiutare il disperato?
Beh, ti sto implorando in ginocchio. Puoi salvare la mia anima bastarda?
Mi aspetterai?

-allora devi fotterti, noi cerchiamo di aiutarti, ma se non ci dai una mano non possiamo venirti incontro-
-non posso semplicemente rimanere così?-
-stai scherzando?- sbottò James, rimasto taciturno fino a quel momento.
-nah-
-vaffanculo allora, quello che ti raccontiamo non serve a nulla?-
Rimasi in silenzio, Jimmy si stava alterando e non avevo ben capito il perché.
Non che me ne importasse molto alla fine.
Almeno credo.
-Brian cazzo fallo per Angelica- e detto ciò James si alzò e se ne andò seguito dagli altri.
Angelica … Angelica.
Quel nome non mi suonava nuovo, ma non mi diceva niente.

-E tu non credi di dover dire la verità a Johnny?-
-Ne abbiamo già parlato... perchè continui questo discorso?-
-Perchè lo guardi come se non ci fossero altri ragazzi al mondo!-
Bene... era appena ritornato e già stavamo litigando. Brian riprendeva lo stesso discorso da ormai 4 anni, cioè dal giorno in cui gli dissi che mi piaceva Johnny.

-Cosa c'è che non va?-
-C'è che sono ancora viva-