QUESTO E' IL CONTINUO DELLA MIA STORIA, STANZA A5.
Passai giorni, ore, a pensare a lui alla sua voce, ai suoi occhi, alle sue labbra, al suo odore, indossavo la sua maglia e piangevo, senza tregua, quel vuoto che avevo dentro era incolmabile, lo sapevo. Mi passai le mani sulla faccia, gli occhi gonfi per l'ennesimo pianto.
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''Styles, Harry Styles, il mio ragazzo''
In quell'instante smisi di respirare.
Mi tolsi dal braccio di Niall.
Le mani e le gambe mi tremavano, non più per il freddo.
''Lesly..'' sussurrò Niall.
''Harry..'' dissi, la ragazza si voltò.
''Si,Harry,che problema hai? Conosci il mio ragazzo?''
Il suo ragazzo.

Io: amore, hai mai pensato a cosa vorresti fare dopo il liceo?
J: sinceramente no, non ci ho mai pensato, tu??
Io: pensavo di fare l'avvocato
Rise
J: Allora io sarò il delinquente, così saremo uniti per sempre
Pensavo fosse una battuta, chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarebbe diventata la mia realtà.

Madhouse è il continuo di These four walls ( http://xxthesefourwalls.tumblr.com/ ) , se non hai letto quella fanfiction non puoi leggere questa.
Dopo essersi liberata da quelle quattro mura, Quinn si trova ad affrontare qualcosa di molto più difficile: la vita reale. Per lei sarà un'impresa ambientarsi in questo nuovo mondo che la porterà quasi alla pazzia. Sarà circondata da persone che non riescono a comprenderla e l'unica con cui vorrebbe veramente passare del tempo non è con lei. Justin. Non sarà così semplice per loro tornare insieme. Dovranno affrontare nuovi nemici, nuovi pericoli. Alla fine lui riuscirà a salvarsi? La perdonerà o il loro amore non tornerà mai più come prima?
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Trailer These four walls: http://www.youtube.com/watch?v=A9IRYh_LFS0
Trailer Madhouse: http://www.youtube.com/watch?v=a6uuzGKkIzE

Lui, tranquillo e spensierato.
Lei, aggressiva e casinista.
Lui, dolce.
Lei, cattiva.
Lui, bello da star male.
Lei, sensuale da far impazzire.
Lui, Louis Tomlinson.
Lei, Addison Payne.
Riuscirà lui a sciogliere il cuore ghiacciato di lei?

-A te piace vedermi bruciare.
[IN REVISIONE]

Pochi sapevano chi era, tanti conoscevano il suo nome, Justin.
Annientava, uccideva e provava ad amare.

Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.

«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»

"Mi lascio cadere sul divanetto in fondo alla stanza. In quel momento lascio fluire tutti i pensieri e le emozioni represse nell'ora precedente: rassegnazione, rabbia, disperazione. Sento il vuoto comprimermi il petto, un groppo in gola si fa strada in me, indisturbato. [...] Mi sento una stupida pedina mandata a morire per il divertimento di chi ha il potere."
"Sette...sposto lo sguardo sull'arma, la mia unica possibilità, sei...Jake mi fa segno di tenermi pronta, lo sto facendo, cinque...posso quasi vedere il mio distretto riunito intorno a quel grande schermo insensibile, quattro...chiudo gli occhi, tre...mi posiziono, pronta per scattare, due...apro gli occhi, serro la mascella, mi concentro, uno...sento il battito del mio cuore e il pompare del sangue nelle orecchie...zero, salto giù dalla piattaforma, verso la spada, verso la morte."

Lei, tributo del distretto 11.
Lui, il suo mentore.
Che i Cinquantaseiesimi Hunger Games abbiano inizio.

"Shine,una rossa 21enne irlandese, abbandonando Dublino dove studia per la laurea in Psicologia, si ritrova catapultata a Londra per seguire il suo migliore amico di sempre, Niall ed il suo cuore che è stato rubato da..."
*Dal capitolo 7*:
“Tu cosa ci fai qui?” chiedo con un largo sorriso
“ Ti aspettavo…” ricambiando il mio gesto
“Come diavolo facevi a sapere che sarei arrivata ora?”
“Non lo sapevo. Mi sono seduto e ho detto: “ok, conto fino a dieci, se non arriva me ne vado” e sei arrivata.” Parla avvicinandosi sempre di più a me
“E a che numero sei arrivato?” domando curiosa.
“2720, ma potevo continuare…”
Much love!!
Holkay xx

‘‘Mrs Benson ha avuto un incidente, non tornerà almeno fino alla metà dell’anno scolastico, nel frattempo la sostituisco io, sono Mr Malik, Zayn Malik.’’
Non seppe come ma si ritrovò a chiedergli:“Non è un po’ troppo giovane per essere un professore?Voglio dire avrà poco più della nostra età”

Con uno sguardo riuscivo a leggergli l'anima, capivo se mentiva o se, invece, era sincero. Il più delle volte non parlavo e lui sembrava l'unico a saper esternare i miei silenzi.
Da come mi aveva parlato la prima volta sentivo che di me si fidava e continua a farlo tutt’ora.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

«Un bacio sulla guancia» era disgustato. «Di nuovo».
«Sta’ zitto Hazza. Sto cercando di seguire».
Il riccio non si arrese, e prese il gomito dell’amico, facendolo distrarre nuovamente.
«Voglio seguire questa fottuta lezione, Harry. Lasciami in pace» lo avvertì, minaccioso.
«No Zayn, ora mi ascolti. Perché le hai dato un bacio sulla guancia?»
Il moro sbuffò e si arrese, posando la penna.
«Cos’avrei dovuto fare? Infilarle la lingua in gola?»
«Per esempio».
«Sei disgustoso».
«Solo un anno e mezzo fa l’avresti fatto».
«Già, ma le cose sono cambiate, e lo sai».
«Giusto, mi sono dimenticato che sei una specie di Edward Cullen “io rispetto le donne” e blablabla…»
«Cosa c’è di male?»
«Edward Cullen è palesemente froc-»
«Non intendo quello».
[...]
«Invitala a casa di Liam, oggi pomeriggio. I signori Payne tornano tra sei giorni, e Liam vuole darsi alla pazza gioia più che può prima del loro ritorno. Mi ha scritto un messaggio, oggi pensava alla piscina. Ci saranno anche Louis e Niall. Hollie non è sicura di riuscire a venire».
Zayn ci pensò su. «Secondo te accetterà?»
«Quale ragazza sana di mente si perderebbe Zayn Malik in costume da bagno?»

Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.