[Mallory / Tyler - Welcome to the Rileys / Remember Me]
"E tu, sei?"
"Non credo t'interessi sapere il mio nome".
"Perché no? A me piacciono i nomi", sorride, osservandomi dall'alto del suo metro e novanta.
"Ti piacciono i nomi? Non avresti potuto trovare scusa peggiore per sapere il mio", sospira, passando una mano tra i suoi capelli dorati e disordinati.
"D'accordo. Allora facciamo che mi piacerebbe sapere il tuo, di nome. Anzi, dimmi solo l'iniziale", alzo gli occhi al cielo e lui sorride. Ha il sorriso più genuino e sincero che io abbia visto negli ultimi anni.
"Inizia... inizia con M. È particolare, non ci arriverai mai".

Edward ama la mente umana, ama tutte le sue sfumature, ama il suo funzionamento complesso e come influisce sulla vita della gente. Per questo, da poco, si è laureato in psicologia. Ha già un lavoro, in una clinica psichiatrica specializzata in casi molto singolari.
Il più singolare, fra questi, è Isabella.
Isabella è arrivata alla clinica dopo una serie di traumi che le hanno cambiato la vita. Isabella ha paura del bianco che la circonda. Isabella non parla. Isabella ha paura della sua voce. E, quando non parla, il silenzio è la sua voce.
Edward si ritroverà a combattere contro questo silenzio, forse il nemico più acerrimo che per lui possa esistere, per dare a quella ragazza un nuovo barlume di speranza.
Per ridarle la vita che otto anni prima le era stata tolta da un uomo che ancora permane nei suoi ricordi.

“Bè, se cambi idea, questo è il mio numero” ammiccò con un occhiolino a cui risposi semplicemente con un'alzata di sopracciglia.
“Dubito... ma… grazie..” borbottai mentre, goffamente, uscivo dalla stanza senza nemmeno salutarlo come si deve.
Ma in fondo che importanza aveva?
Tanto non avrei rivisto quel ragazzo mai più né tanto meno mi sarebbe servito il suo numero, era quello che pensavo scendendo le scale, inconsapevole di quanto fossi lontana dalla verità.

«No, hai ragione.» Fa una pausa in un cui aspira un lungo tiro di sigaretta. So che sta per dirmi qualcosa. Ricordo ogni suo modo di fare. «Voglio vederti. Uno di questi giorni. Voglio vederti.»
«No. Siamo sposati.»
«Ti prego, Kris.»
[...]
Robert afferra la mia mano nello stesso istante in cui io faccio la stessa cosa con la sua. Le mie dita, incastrate alle sue.
In un attimo, siamo di nuovo noi.
In un attimo, siamo di nuovo quelli che si perdonano.
In un attimo, questa diventa nuovamente quella storia che non racconti, quella che hai cercato di dimenticare, di seppellire, di lasciarti alle spalle.
In un attimo, questa diventa nuovamente l'altra storia di noi.

Avevo voglia di fumare. Non avevo voglia di alzarmi.
Sospirai, e chiudendo gli occhi sentii i passi delicati di mamma avvicinarsi, il suo bacio umido sulla fronte, le sue mani sulle mie costole, il peso del lenzuolo e di una coperta a schiacciarmi sul materasso, la porta chiudersi.
Ero sola, di nuovo, con la mia pelle sottile, una voglia di nicotina indescrivibile e tanto freddo, persino dentro il cervello svuotato dall’alcol. Attorno e dentro me freddo, solo tanto freddo.

Guardo la mia chitarra, abbandonata in un angolo della mia camera... come un pezzo d'antiquariato messo lì a prender polvere.
Non la tocco da più di un mese.
Non scrivo più, non suono più. La musica non è più parte della mia vita, nè tanto mene voglio che torni a farne parte. Non dopo quello che è successo.
Non dopo che il mio mondo mi è crollato addosso all'improvviso, portandosi via ogni parte buona di me, ogni mio sentimento, ogni mio stato d'animo.
Non dopo che tutto ciò in cui avevo sempre creduto, si sgretolasse sotto i miei occhi.

Kristen ha sempre studiato a casa, circondata dai suoi fratelli.
Adesso che sta finalmente andando a una scuola normale, non vede l'ora di vivere tutte quelle cose che finora le sono state impedite. Ma saprà riconoscere il limite? O finirà con il perdersi in quei tristi occhi chiari?

“È spietato. Freddo. Crudele. Perverso. Mi fa male, mi ferisce.”
“Allora perché non ti allontani da lui?”
“Perché la lontananza da lui mi farebbe ancora più male.”



Dal primo Capitolo: Così, in un secondo, cambia completamente discorso, lasciandomi a pensare e immaginare a cosa sta pensando. Lo fa apposta. Mi sta manipolando, senza troppo cercare di nasconderlo. Quello che mi spaventa di più è che voglio che lo faccia. È dunque questo il suo potere, suppongo. Capisco il perché delle tante ragazze che riesce ad ottenere e di cui non si vergogna a parlare, nemmeno con me, quella che evidentemente ha puntato come sua prossima preda. Oltre al fatto di essere straordinariamente bello, ha una personalità così misteriosa, dura, impenetrabile che attira tutta la mia attenzione. Voglio sapere tutto di lui, e so già che non sarà facile. Ma lo voglio. Lo voglio più di ogni altra cosa abbia mai desiderato. In tutti i modi in cui si può desiderare qualcuno.

Afferrai un quaderno a righe dalla mia borsa e strappai alcuni fogli dalla metà. Tornai di corsa all’aria aperta e ripresi la mia posizione precedente, col cuore che batteva forsennato nel petto.Mordicchiai la penna. Cosa scrivere?Una frase d’effetto? Il mio indirizzo? Una storia?
Mmmm…no.Non avrebbe avuto senso scrivere nulla che non fosse stata la verità.Perché quante probabilità c’erano davvero che qualcuno la leggesse? Quante probabilità c’erano che finisse davvero tra le mani di un essere umano e non distrutta, incastrata tra delle rocce o tra le reti di qualche pescatore e gettata nell’immondizia?
Praticamente nessuna…Potevo essere sincera. Potevo essere me stessa, forse per la prima volta davvero.
Poggiai la penna sulla carta e iniziai.

" «Sì, va bene», stringo la sua mano e lui sorride.
Improvvisamente sembra che tutto sia sparito, sembra che tutto ciò che mi è appena successo sia andato via.
Sto vedendo i colori nei suoi occhi. Non c'è più solo buio nella mia vita, forse c'è anche un po' di luce.
È lui la mia luce? "
Prologo - HOOH

Una ragazza affronta la vita e le sue avversità lottando per raggiungere e realizzare il proprio sogno, non dimenticando mai che l'amore è sempre dietro le porte e senza permesso entra nelle proprie vite. Come gestirà tutte le emozioni?

“Ah, se non avessi quattordici anni…”, sussurrò dolcemente sul mio viso.
“Non ne avrò quattordici per sempre, lo sai?”
“Fortunatamente, lo so.” Allungò una mano sul mio volto fino ad arrivare alle mia labbra, per poi accarezzarle con il pollice destro.
“Domani è il tuo ultimo giorno qui.” Sospirai, pensando al domani.

Talvolta la vita ci riserva delle sorprese che ci aiutano a rafforzare la nostra corazza, o meglio, non dicendo stronzate, ad indebolirci.
Poi, c'è chi riesce a superare quel baratro che cerca di travolgerlo, chi no.
Loro sono giovani e disperati. E' un dolore struggente, veemente, impetuoso, che sorride beffardo alla vista dei loro visi distorti dal dolore.
Il peggio avrà mai fine? E l'amore vince sempre, come dicono tutti? Tutto da vedere.
Dal nono capitolo:
[...]"Un urlo simile a quello che ho appena sentito aveva irrotto tutta l'aria circostante.
Era strozzato, soffocato, glaciale.
Era un lamento, contrito, angosciante.
Era la voce della disperazione.
Robert e io ci eravamo alzati di fretta, e varcata la soglia di casa, l'immagine era spasmodica e talmente violenta che avevo sentito la terra venirmi a mancare sotto i piedi, e tutto si era fatto buio." [...]

Poteva fare qualsiasi cosa, avevo scollegato il cervello qualche ora fà, e poi le sue mani fredde sulla mia schiena bollente non erano certo d'aiuto.
Dischiudo le labbra e mi avvicino ancora un pò a lui, la sua lingua cerca la mia ed in un movimento solo la trova ed io le lascio aggrovigliare, rincorrersi e stringersi senza sosta, gli poso una mano sul petto e cerco di alzarmi sulle punte per rendere la cosa più, più piena.