Ispirato all'inarrivabile raccolta di racconti "Eleven Kind of Loneliness" di Richard Yates, questo vuole essere il ricamo di undici vite, undici esistenze raccontate nei loro momenti più vulnerabili.
Personaggi diversi che si muovono in momenti diversi, tutti accompagnati dalla stessa solitudine.
Di Richard Yates, Alfred Kazin dice che lui "riassume la nostra epoca con più spietatezza di ogni altro, ma anche con più pietà". La stessa pietà con cui spero di sfiorare le solitudini dei miei personaggi.
1. Capitolo Indice
2. Petunia Evans [Storia partecipante al contest "Sincero (non mi odi più) indetto da Giunia Palma/Lady Palma sul forum di EFP]
3. Mirtilla Malcontenta
4. Severus Piton
5. Priscilla Corvonero
6. Barty Crouch Jr. [Storia partecipante al contest "Citazioni in cerca d'autore (Oscar Edition)! - II Edizione", indetto da Rosmary sul forum di EFP]
7. Helena Corvonero [Storia partecipante al contest "Una biblioteca in disordine", indetto da Marika Ciarrocchi/Angel Cruelty sul forum di EFP]
8. Andromeda Tonks

Prima classificata al contest "The one about Slytherins" indetto da Soficoifiocchi sul forum di EFP
|Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna
L'improbabile amicizia tra Andromeda Black e Dolores Umbridge attraverso i sette anni di Hogwarts.
Andromeda accenna un sorriso e le si siede accanto. "Faresti di tutto per essere accettata dagli altri, però ai nastri rosa, che sono una delle cose che più ti rendono ridicola, non vuoi rinunciare".
Dolores si asciuga gli occhi e assume un'espressione confusa, iniziando a giocare quasi senza rendersene conto con i nastri. "Dici che dovrei... smettere di portarli?"
Andromeda ride – una risata cristallina e autenticamente divertita, ma non canzonatoria. "Dammene uno, dai!" esclama, prima di prenderselo da sola e sistemarselo senza alcuna previsione sui propri capelli. "Così non sarai l'unica stupida che se ne va in giro con i fiocchetti. Noi Serpeverde dobbiamo guardarci le spalle a vicenda".

"Ognuno di noi è il prodotto delle proprie scelte, Severus."
Una casa accucciata su un albero, il tempo che non l'ha scalfita e Lily che saluta per sempre la pallida eco del ragazzino dei suoi ricordi d'infanzia.
[No romance]

«Tu devi essere James, sì conoscevo i tuoi genitori. Tuo padre era un Don Giovanni finché Euphemia non gli ha messo la testa a posto» ciarlò schietta facendosi da sola strada in casa e lasciando James inebetito.La seguì mentre trotterellava tranquilla fino al salotto. «P-piacere» mormorò James. «Cosa?» urlò« Se mi voglio sedere? Mi stai dicendo che sono una vecchia bacucca?» concluse urlando e prendendo posto sul divano. L’uomo impallidì guardandosi intorno in cerca di sua moglie e di Harry. Storia ottava classificata al "Wish upon a star" contest indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP.

La luce, per Sirius, è un’infida nemica: affascina con le sue sfumature benevole e abbaglia con il suo splendente luccichio, trascinando l’uomo nella trappola più oscura di tutte: la convinzione di poter salvare gli altri dalle loro ombre.
C’è stato un tempo, però, in cui non la pensava così.
C'è stato un tempo in cui, per Sirius, la luce aveva gli occhi marroni.

Che cosa succederebbe se ogni membro delle sacre ventotto si riunissero ad Hogwarts dove sono state scoperte una moltitudine di scritte fatte con il sangue?
Come faranno a scoprire il vero colpevole di questa faccenda?
Sarà forse il motivo culminante per lo scoppio di una nuova guerra segreta tra famiglie?
Una situazione alquanto inusuale che si svolge in piena estate durante il quale Hogwarts rimane chiuso agli studenti e i sotterfugi più incredibili verranno alla luce causando situazioni collegati tra di loro.

Ogni volta che pronunciava il suo nome, era come se volesse spezzare un osso nel suo corpo.
[Sirius/Bellatrix]

Per James, l'amicizia è una missione.
Gli amici che ti scegli sono quelli che ti riprometti di salvare - ad ogni costo.

[Questa storia partecipa al contest Così fan tutti III indetto da Matilde di Shabran sul forum di Efp]
Narcissa e Lucius Malfoy, come tutti sappiamo, sono una coppia solida sposata da lungo tempo quando, il 2 maggio 1998, la Seconda Guerra Magica finisce.
Ma c'è stato un tempo in un cui erano giovani e forse non così innamorati - restano comunque una coppia che si è sposata per scelta dei genitori - e scostando il velo del passato chissà che non si scoprano risvolti interessanti sui coniugi Malfoy.
Dal testo:
"Non era una donna frettolosa: avrebbe avuto la sua vendetta e l’avrebbe gustata fino in fondo, perché sul mantello del marito un riccio scuro mimetizzato al tessuto le aveva fatto capire che non c’era stato rispetto per lei, durante quella missione."
"Vivaldi riempiva la stanza in penombra, coprendo gli ansimi e i grugniti animaleschi del mannaro che si spingeva in una Narcissa estremamente morbida e pronta ad accogliere ogni singolo affondo. Riversa col busto sul tavolo, le gambe aperte e la lingua ruvida del mannaro a disegnarle la spina dorsale, Narcissa Malfoy gemeva senza ritegno, godendo del calore di quel giovane corpo che si spingeva dentro di lei"

Rose Weasley era, come una normale ragazza della sua età alta 1.64, pesava 48 kg, nulla di apparentemente speciale.
Rose Weasley era come una normale ragazza della sua età, spensierata, cordiale, socievole, ma nulla di apparentemente distintivo.
Rose, come ogni componente della famiglia Weasley, aveva una chiara carnagione, rossi capelli folti e il volto pieno di lentiggini, nulla di diverso.
Rose Weasley poteva essere considerata sotto ogni aspetto una ragazza come tante, solo che non lo era.

Harry Potter è un ragazzino fortemente disturbato.
Era così che zia Petunia rispondeva tra le lacrime ad ogni persona che, scandalizzata, bussava alla porta di casa sua, al numero 4 di Privet Drive, Little Whinging, Surrey, per ottenere spiegazioni circa gli strani comportamenti del ragazzo.
Era la solfa che ormai ripetevano da anni i coniugi Dursley ad ogni lamentela da parte della scuola, da parte dei genitori, da parte dei passanti, da parte di chiunque gli chiedesse di tenerlo lontano da loro.
[...] Harry Potter era convinto di essere un mago.

Hogwarts 1971,
in un caldo pomeriggio, quando il tempo è ancora indeciso se lasciare spazio ai colori sgargianti dell'autunno o continuare ad inondare le strade di un caldo torrido, un gruppo di ragazzi si incontra per caso, tra fraintedimenti e insicurezze, non sapendo di essere destinati ad essere il gruppo più famoso nel mondo della magia: i Malandrini.
Tratto dalla storia:
"La vedi quella stella laggiù, quella che brilla di più nel cielo?"
Guardo il punto indicato da Sirius e vedo una stella apparentemente come le altre, ma il cui bagliore è più intenso, come se volesse sovrastare le altre con la sua luminosità.
"Quella è Sirio, la stella a cui devo il mio nome. Nella mia famiglia c'è quest'usanza di dare ai propri componenti solo nomi di stelle o galassie. Ad esempio mio fratello Regulus prende il nome da Regolo, la stella della costellazione del leone. Non ho mai capito questa usanza, perché dare ai propri figli nomi di cose così distanti da noi? Ma c'è una cosa che non capisco ancora di più. Perché a me, perché mi hanno dato il nome della stella più luminosa, quando in realtà sono quella che oscura il nome della famiglia!"

Essere alti un metro e novanta e non sentirsi all'altezza potrebbe suonare come un assoluto controsenso. Eppure, quando un mastodontico e manesco Serpeverde si perde via per una ragazza più grande di lui, ciò che avviene è proprio questo.
Abituato a sentirsi sempre (per lo meno fisicamente) superiore a tutti, Montague si sente un mocciosetto al cospetto di Gemma Farley. E così, travolto dall'ansia da prestazione, comincia ad arrovellarsi per dimostrarle di essere grande nonostante la giovane età. Peccato, però, che alcune sue astute strategie siano inevitabilmente destinate al fallimento.
(Ovvero: di come Montague finì intrappolato in un Armadio Svanitore e di come riuscì ad uscirne).

[Quando eravamo in quattro] Un viaggio commemorativo in cui i Malandrini 'rimasti' ripercorrono momenti particolari della loro vita passata dicendoci che cosa James Potter significasse davvero per ognuno di loro.

| Storia scritta per l'iniziativa "Scrivimi" del gruppo facebook "Caffè e calderotti".
Severus non sa cosa aspettarsi – se non l'addio alla serenità e un potenziale dramma – quando si ritrova una fetta interessante del corpo docente davanti alla sua porta. I quattro professori sorridono – ognuno a suo modo – e lui, di riflesso, inarca un sopracciglio.
"Cosa posso fare per voi?" domanda con lentezza teatrale, cercando di far trapelare bene l'irritazione ma di lasciare fuori la curiosità.
Un piccolo sguardo a Severus e al suo rapporto con alcuni altri professori di Hogwarts.