Recensioni per
Ritratti di dame
di melianar

Questa storia ha ottenuto 138 recensioni.
Positive : 138
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/10/14, ore 14:54

Ma buon pomeriggio carissima! Direi che l'attesa è stata largamente ripagata, almeno per quanto mi riguarda. Questa è una delle riflessioni che mi sono piaciute di più, e credo tu sia riuscita a rendere perfettamente i dubbi ed i tormenti di Finduilas, che si trova divisa tra due amori - il vecchio ed il nuovo - e che non sa più che pesci prendere... Povera figliola... Condivido il tuo pensiero: sentirsi chiamare "sorella" dall'uomo che si ama segretamente è come ricevere una pugnalata al cuore, ma purtroppo a volte è inevitabile... Scusa anche me per lo sproloquio. Bacioni ed ancora complimenti!
Evelyn

Recensore Master
20/10/14, ore 05:49

Faelivrin tragica e triste, un'altra pietra nella storia di Turin. Secondo me l'hai resa splendidamente: i suoi tormenti e le sue angosce li ho sentiti sulla pelle. Il suo non potere più amare Gwidion è reso intensamente nei suoi pensieri tormentati, così come il non poter trovare sollievo o aiuto nella confidenza di qualcuno. Al solito sei bravissima e questa è un'altra perla di questa splendida raccolta!

Recensore Junior
19/10/14, ore 18:44

Si, effettivamente ...."vorrei avere una sorella bella come te".... Turin poteva pure pensarci su un momento prima di dire una frase del genere.
Ma a volte gli uomini sono ciechi al limite dell'incredibile.
Comunque sono davvero contenta di ritrovarti all'opera, sei sempre incredibilmente brava!
Mi piace sempre leggerti, complimenti!
Mathily

Recensore Veterano
19/10/14, ore 14:54

Finduilas! Finduilas! Finduilas! ***squillo di trombe, rullo di tamburi* ** Che dire, cara Melianar, ti dedicherei una statua di barattoli di nutella, per aver fatto sì che la dama di questa volta sia Finduilas, una figura che mi affascina molto (mi sembrava di avertela consigliata, no? ) Molto dolce l' accenno a Gwindor. .. poveraccio, ha sopportato pene tremende solo per vedere la donna che amava innamorarsi di Mr Sfiga Ambulante. .. lei ovviamente si sente in colpa per questo, è straziante la pena e la colpa che si attribuisce ,benché non sia sua la responsabilità di questo. Bellissimo poi quando lei ricorda del tempo che avevano trascorso assieme. Già, hai ragione sul fatto che Turin ne abbia detta una proprio infelice. ..come se non fossero già sufficiente i suoi complessi pseudo edipici. .. Ciao, ci sentiamo presto! Un bacio, Feanoriel

Recensore Master
19/10/14, ore 12:56

Amica mia... Bentornata ^^!!
Ancora una volta il mio personal 'toto-dame' ha fallito dehehe, anche se a onor del vero ho sbagliato solo a metà, perchè che avresti trattato un'elfa lo avevo immaginato.
 
Che bello, che bello, che bello che tu abbia scelto Finduilas Faelivrin!
Se non sbaglio era pure tra quelle che ti avevo chiesto una vita fa ^^", quindi ti devo un grazie speciale.
Questo personaggio è decisamente uno dei miei preferiti: ha sempre avuto tutta la mia comprensione, e mi fa sempre fatto un'immensa pietà.
Insomma come si fa a non comprenderla, a non immedesimarsi?
I 'triangoli' sono sempre una brutta bestia: tre lati, tre punte. Punte che colpiscono e feriscono sempre e inevitabilmente qualcuno. Molto spesso tutte e tre le persone coinvolte.
Ma qui la questione è ancora più complicata, vi si mescola in maniera crudele ed esasperata anche il senso di colpa.
Senso di colpa di una giovane che aveva tutto: una meravigliosa famiglia (di sangue reale nientemeno!), una casa accogliente, l'affetto del popolo e dulcis in fondo l'amore fiero, totale e incondizionato di uno splendido elfo guerriero.
Un'elfo nobile, leale, gentile pronto a tutto per lei, che ha combattuto valorosamente contro il Nemico ed è rimasto segnato per sempre. Ha pagato un prezzo più alto di quanto si possa immaginare: non ha perso la vita, ma l'amore. Negli occhi di colei nei quali prima scorgeva affetto e ammirazione non è rimasta che compassione e pietà.
E' una cosa tremenda..straziante..probabilmente sarebbe stato preferibile soccombere con dignità..
E Finduilas di tutto ciò è consapevole, e le pesa come un macigno.
E' molto più che affascinante tutta questa dinamica, pur nella sua crudezza e crudeltà..posso comprenderla alla perfezione, ma allo stesso tempo mi viene difficile dare voce alle sue parole..come invece tu hai fatto in maniera egregia (come sempre del resto)
Come se non bastasse arriva Turin (io non gli ho mai perdonato di averla fatta soffrire così!! Non ricordo più se lo sapesse o meno, mi sembra di si? Boh se sbaglio correggimi..) a peggiorare la situazione grrr!! Turin, amico di Gwindor, che proprio per rispetto verso di lui cerca di starle lontano..
La frase sulla sorella è effettivamente una delle cose più tristi che una ragazza innamorata si possa sentire dire, sono assolutamente d'accordo con te.
Povera, dolcissima donna! Come diavolo è riuscita a sopportare un dolore del genere? Immeritevole di Gwindor, innamorata senza speranza di Turin...non se lo meritava tutto ciò, la vita è stata troppo crudele (come con molte altre dame descritte da Tolkien)..eppure allo stesso tempo è una delle storie che mi sono piaciute di più..sarà che è facile immedesimarsi e lei ispira simpatia e compassione ^^.
Ho adorato tutto il testo, dalla prima all’ultima parola e non capisco cosa ci sia che non ti convinca mia cara.
Forse l’unica parte che non mi convince è la conclusione riguardo al tempo, che scorrendo porterà chiarezza e pace nell’animo di Finduilas. Mi sembra una ‘soluzione’ usata troppo spesso il tempo (non da te, in generale intendo), però considerando che non ho nessuna alternativa valida in mente forse non avrei dovuto neanche aprire bocca ^^”.
Che dirti cara? Grazie mille, mi ha fatto un immenso piacere leggere le tue righe: sono speciali. Questa tua raccolta è stata un’idea mirabolante, non riuscirò mai a farti capire quanto sia bello sfogliare questi delicati e poetici ritratti delle straordinarie figure che Tolkien ci ha donato, e che tu reinterpreti ogni volta con fedeltà, maestria, purezza e passione.
E’ pronto in tavola ed è meglio se chiudo questa sconclusionata recensione della quale come al solito non si capirà niente, chiedo venia =(…Ci saranno chissà quante altre cose che dovevo dire ma ovviamente quando è il momento non mi vengono mai in mente.
Che mi è piaciuto tantissimo e che tu sei bravissima si è capito, sì ^^??
Un abbraccio mia cara, che Eru ti protegga, e alla prossima!
tua,
Leila

Recensore Veterano
05/10/14, ore 21:21
Cap. 13:

E con Elwing c’è decisamente un parallelo con Erendis, se posso dirlo. Entrambe spose di marinai sempre per mare, ma Elwing la prende in modo diverso ed è dolce il modo in cui racconta delle avventure del padre ai figli, è dolce come pensa a come Earendil e a come lui sarà sorpreso dai loro figli. 
E i suoi pensieri sull’incontro con i feanoriani (approvo la scelta, tutto sommato anche a me piace pensare siano andati Maedhros e Maglor in persona) sono quel che devono essere stati, da un lato volersi liberare del Silmaril per allontanare la morte dal suo popolo, dall’altra voler tenere per sé il ricordo del sacrificio dei suoi genitori e fratelli. Ovviamente, contavo che saresti stata obiettiva su Elwing, ma ti faccio comunque i complimenti per aver descritto così bene i pensieri di un personaggio che non ti deve stare molto simpatico :°D 

Questa scena mi porta a condividere con te le mie riflessioni su Elwing: in un primo momento, ero rimasta abbastanza sconvolta dall’idea che Elwing si sia gettata in mare col Silmaril lasciando i figli in mano a Maedhros e Maglor, soprattutto dopo quello che è successo ai suoi fratelli! Dopotutto, doveva sapere che fine avrebbero fatto, così come lo sa nel tuo ritratto. 
Ma dev’essere stato proprio questo ricordo a farla disperare una volta che i figli erano finiti in mano ai feanoriani, no? Perché deve aver saputo che i suoi figli erano stati presi (non so se in HoME viene detto qualcosa di più che nel Silmarillion?) e a quel punto deve aver pensato che non poteva più cedere il Silmaril per cui così tanti membri della sua famiglia sono morti. Per fortuna, non è morta e sappiamo che i figli hanno avuto una sorte più fortunata di Elured ed Elurin (se ho scritto i nomi giusti XDDD).

Non me ne volere, ma non riesco a sperare che i feanoriani riprendano il Silmaril, non quello di Elwing (quelli di Morgoth potevano pure prenderglieli - dopotutto ce l’ha fatta Luthien, no? :P), visto quanto hanno sofferto prima i suoi nonni e poi lei stessa, con la perdita della sua famiglia. Capisco che abbiano puntato a quello perché, in teoria, il più facile da prendere e capisco che dopo tutte le loro sofferenze e perdite, volessero tener fede al giuramento. Ma… è così complicato. Li capisco, ma avrei voluto che trovassero un’altra soluzione.
Però se non avessero seguito la strada verso l’abisso che hanno seguito nel Silmarillion, probabilmente i feanoriani avrebbero la metà del fascino che hanno ora XD

Concludo dicendo che: Earendil ed Elwing mi lasciano un po’ fredda, meno Elwing perché ho avuto modo di calarmi nella sua testa, molto di più Earendil che sembra aver avuto sempre una vita beata? 

Credevo che avrei sproloquiato di più, ma vedo che mi sono contenuta, fiuuu! 
Al prossimo ritratto, spero l’ispirazione torni presto!

Kan

Recensore Veterano
05/10/14, ore 21:20
Cap. 12:

"Miriel. Gioiello. Non sono una regina, io. Solo una gemma, un essere delicato di cui cantare la bellezza e nulla più. Non hanno pensieri, le gemme."
Che descrizione azzeccata! E in linea col modo in cui Tolkien descrive Tar-Miriel quando viene ingoiata dal mare.
Povera donna, condivide il nome con quell’altra povera donna che è la madre di Feanor e si merita solo due menzioni ne Il Silmarillion. 

La parte più bella di questo ritratto è quando Tar-Miriel, dopo aver riflettuto sul marito e su quello che la sua crisi di mezza età ha portato su Numenor, lei decide di risalire il Meneltarma. Quanta fierezza e tristezza nella sua scelta di non chiedere perdono, ma di voler morire ricordando i tempi felici della sua giovinezza. Si sente in colpa per non aver fatto nulla, per aver vissuto come un oggetto d’arredo, ma si rifiuta di chiedere pietà quando si rende conto di cosa la sua inerzia ha fatto (che poi ha davvero colpa? Ar-Pharazon non sembrava uno che potesse essere manipolato, Sauron stesso sfrutta le sue ambizioni, le idee che già sono nella testa del re per i suoi piani). Di sicuro si rende conto che un pentimento così tardio sarebbe.. inutile? Pietoso? 
Il che mi ricollega alle domande che mi faccio sulla sua morte immotivata, così come me le son fatte per Nimrodel: la sua morte è descritta come esempio delle morti di innocenti (o colpevoli per non essersi opposti?) a cui ha portato la sfida di Ar-Pharazon o vuole essere una sorta di punizione per qualcuno che non ha fatto niente?
Mi son data una risposta, oltre al “Tolkien non era fan delle allegorie”. Tar-Miriel non poteva farci niente, né gli altri abitanti di Numenor che non si sono opposti (fare i Fedeli non è da tutti, comunque), perché agire su un re non avrebbe cancellato tutti i passi fatti dai suoi predecessori verso la rovina. Così come il regno di Tar-Palanti è stato inutile per riportare Numenor nelle grazie dei Valar. 

Non vorrei perdermi in digressioni che non sono molto collegate con la protagonista del ritratto, ma Ar-Pharazon è stato piuttosto deludente! L’idea della sfida ai Valar piace molto al Prometeo che è in me e adoro come Sauron ha saputo gestire gli eventi e la “corruzione” già presente in Numenor per i suoi scopi. Ma Ar-Pharazon? La descrizione che fa di lui Tar-Miriel è così azzeccata e anche Tolkien lo definisce rimbambito (se non erro), è davvero un epica fail, quest’uomo. 

Passo e chiudo, ci vediamo presto, al prossimo ritratto.

Kan

P.S.: per continuare con “vedo egiziani ovunque”, le prime volte che ho letto il nome di Ar-Pharazon leggevo sempre Ar-PHARAON. Poi mi chiedo perché continuo a collegare Numenor e poi Gondor con l’Antico Egitto (Atlantide è troppo ovvio come collegamento, lol).

Recensore Veterano
03/10/14, ore 23:04
Cap. 11:

Come prima cosa, devo assolutamente complimentarmi (ancora una volta) del momento azzeccatissimo che hai scelto: cosa c’è di meglio - per l’introspezione e per ritrarre un personaggio - del momento della sua… sconfitta? Perché Erendis ha accettato di aver perso contro il mare, riconosce di non aver avuto alcuna speranza di vincere e va prigioniera del mare, come un nemico sconfitto in battaglia - e si piega ad Aldarion, pur avendo sconsigliato alla figlia di farlo, e così facendo dimostra finalmente la maturità che nessuno dei due ha avuto fino a quel momento. 
E la cosa più bella qual è? Che non vuole più rinfacciare ad Aldarion gli anni di abbandono, vuole solo rivederlo prima di morire. È una cosa bellissima.
Peccato che non riesca a vederlo per un’ultima volta.

Resta il fatto che avrei voluto chiudere Erendis e Aldarion in una stanza finché non si fossero chiariti. Ma tant’è. Nel piegarsi ad Aldarion, anche se Erendis ha perso contro il mare, secondo me ha vinto sul marito. Un minimo di soddisfazione (per me, perché lei non è vissuta abbastanza a lungo per godere della vittoria) alla fine di tutta questa storia.

Tra l'altro, Erendis mi fa pensare alla tipica domanda che si fa davanti a un uomo che tradisce la moglie: “perché la moglie continua a stare con lui? perché l’amante ha accettato di avere una relazione con un uomo sposato?” La risposta a entrambe le domande e al comportamento di Erendis è la stessa: la speranza di poter cambiare l’uomo amato, col potere dell’Amore™. Ma, come dimostrano un sacco di relazioni extraconiugali e il matrimonio tra Erendis e Aldarion, è una speranza impossibile, che porta solo sofferenza e spesso solo nelle donne coinvolte (ci sono sempre eccezioni, ovvio). 
E questo parallelo che si è creato nella mia mente, rende la “resa” di Erendis al mare, una sorta di alleanza con l’amante (o la moglie?) di Aldarion... che però non finisce con Aldarion che chiede perdono, SIGH. 

Senza dubbio, la vicenda di Erendis e Aldarion è assolutamente interessante da analizzare e mooolto irritante dal punto di vista umano. Mi dispiace che poi a farne i conti sia la povera Ancalime, che tra un padre assente e rifiutato dalla madre e le lezioni sugli uomini impartite dalla madre stessa, finisce per non avere un matrimonio molto felice. 

Potrei essermi persa in strani viaggi mentali, spero di aver scritto un discorso abbastanza sensato XD 

Alla prossima!

Kan

Recensore Veterano
30/09/14, ore 23:13
Cap. 10:

Come Emeldir, anche questo personaggio mi era sconosciuto - e non perché non ho letto il capitolo che ne parla, ma perché non ricordavo I Figli di Hurin (per dire quanto mi fosse piaciuto all’epoca - evidentemente non c’erano abbastanza Elfi gnocchi per i miei gusti).
Ho letto il ritratto senza aver “ripassato” i passaggi in cui Aerin è presente e ho pensato “okay, è un personaggio interessante, molto interessante”.
Ho poi letto la scena che capita prima di quella descritta nel ritratto, con Turin che fa il knight in shining armor e distrugge quel poco di stabilità della vita di Aerin, e ho pensato “OMFG, CAPISCO PERCHÉ MELIANAR LA AMA, QUESTA DONNA È MERAVIGLIOSA”.

La sua vicenda mostra molto bene le conseguenze delle azioni impulsive e violente degli “eroi” e le conseguenze che hanno su chi sta loro attorno. Non tutti vengono trascinati verso il lieto fine dalle azioni dell’eroe. Ci sono anche personaggi che vengono travolti dalle “nobili gesta” e Aerin è senza dubbio una di loro. 
Se leggendo il massacro degli Esterling, ho provato per un attimo una certa esultanza (via gli invasori, yeaaaaah!), la realtà della situazione di Aerin dopo quest’alzata d’ingegno del nostro eroe sfigato mi ha riportata con i piedi per terra e, senza dimenticare un attimo il ritratto che hai scritto, ho assistito prima ad Aerin spingere Turin alla fuga, in fretta e senza troppe storie, e poi alle fiamme illuminare il cielo, col commento di Asgon che sembrava più il riassunto del contenuto del ritratto.

E come la vicenda ne I Figli di Hurin, anche il tuo ritratto è riassumibile come “il prezzo delle gesta dell’eroe”. Ma questa volta non vediamo le conseguenze da un punto di vista esterno, da cui si potrebbero anche ignorare (come ho fatto anni addietro), no, questa volta le viviamo in prima persona, sentendo quel misto di rabbia verso Turin e la sua testa calda, di odio verso Brodda e gli Esterling che hanno tormentato Aerin (da un posto assolutamente “privilegiato”: ha dovuto subito maltrattamenti e violenze, il tutto mantenendo una facciata serena e pacifica - cosa che non sembra essere obbligatoria per gli schiavi), e quella gioia folle al pensiero di essere a un passo dalla libertà, anche se questa viene al prezzo della vita stessa di Aerin, e di starsi beffando di quegli Esterling in arrivo per vendicarsi della ribellione degli “schiavi”.

Non potrei mai avere la pazienza e la sopportazione di Aerin, per questo la ammiro dieci volte, per aver resistito per anni a un marito non voluto e odioso e al popolo di cui fa parte reso schiavo. Al suo posto, è molto probabile che mi avrebbero tolta di mezzo subito per non aver tenuto a posto la lingua. 

Ti ringrazio per avermi fatto fare la conoscenza di questo personaggio incredibile!

Kan

Recensore Veterano
29/09/14, ore 22:51

Anche questo personaggio soffre – nella mia mente – del peso delle figure maschili della sua vita. Nienor: sorella e moglie di Turin, vittima di Glaurung. So di farle un torto, ma è davvero difficile identificarla in altro modo e lo trovo frustrante. Ma i ritratti di Morwen, Rian e Nienor mi hanno convinta che sia necessaria una rilettura (a sette anni di distanza, mado') de I Figli di Hurin. Starò quindi attenta al personaggio di Nienor, oltre a quello di Morwen che ha già attirato la mia attenzione più di una volta, mentre sfogliavo il libro alla ricerca di altro su Rian.

Detto questo, avresti potuto incentrare questo ritratto sui momenti prima del suicidio di Nienor (con la mia mente poco fantasiosa era a questo momento che ho pensato quando ho letto chi era la protagonista) e invece hai mostrato qualcosa di molto dolce e… cute su di lei. Con la presenza – fisica? – costante di Brandir, che la aiuta e le insegna le parole che lei ha dimenticato, parole con cui finisce per pensare a Turin. Povero Brandir, povera Nienor, (povero Turin no, perché è sempre colpa sua, per tutto). 
È dolcissima la curiosità ingenua che ha Nienor verso il mondo e il tono di questo ritratto è davvero in contrasto col destino del personaggio. Così come è dolce l’amore che ha per Turin, dolce e inquietante, sapendo esattamente quanto a fondo siano legati.

Sì, se dovessi riassumere o definire questo ritratto lo farei con la parola “contrasto”: tra quelli che sono i pensieri di Nienor in questo momento della sua vita, e tra quello che il lettore sa. Dove il ritratto di Rian mi ha lasciata piena di tenerezza per il personaggio, questo ritratto mi lascia decisamente perplessa, preoccupata da quel che potrei pensare (non posso trovare adorabili Nienor e Turin, non posso trovare adorabili Nienor e Turin, non posso!). 

Vedo davanti a me un personaggio del tutto sconosciuto, uuuuh~ Ma a domani :P

Kan

P.S.: decisamente, Turambar ha un che di musicale, lo trovo però più un tuono, un suono gutturale – poi se come canto intendi una canzone folk metal, okay, sentiamo la stessa cosa (ma non credo, LOL). E quando si mette insieme anche il nome, Turin Turambar, l’effetto è ancora più accentuato, con tanto di attorcigliamento di lingua nel pronunciarlo XD

Recensore Veterano
29/09/14, ore 22:47
Cap. 8:

Comincio col dirti una cosa ridicola: la mia modalità di lettura del Silmarillion è di saltare da un capitolo all'altro, a seconda di come mi gira al momento, perché un'infarinatura degli eventi storici ce l’ho, quel che mi manca molto spesso sono i dettagli dal libro.
Cosa c'entra questo col ritratto di Emeldir? 
Che avevo letto tutti i capitoli intorno al XVIII, tranne questo, in cui compare la protagonista del ritratto – perché il titolo mi ha fatto dire "OMG non posso sopportare i feels della morte di Fingolfin". E cosa mi son persa! Posso aggiungere la mamma di Beren tra le mie donne preferite: la prontezza di spirito con cui prende donne e bambini della sua Gente e li porta via dal Dorthonion, evitando a tutti loro lo sterminio in cui sono incorsi i loro uomini, mi ha conquistata senza che io potessi far nulla per fermarla!

Il tuo ritratto trasmette bene i sentimenti di lei, cosa l'ha portata a prendere armi, bambini e donne della Gente di Beor e partire. Il suo volersi mostrare forte per dare coraggio alla gente che la accompagna, mentre dentro di sé è preoccupata per il marito e il figlio. Tramite i suoi pensieri ho potuto vivere quel viaggio, con un inizio quasi divertente (per i bambini, almeno, gli sarà sembrata una scampagnata e con tanto di armi, wow! come i loro papà!) e pian piano che aumentano le miglia calpestate, è tutto così disperato e grigio. Ma Emeldir tiene duro, non ha intenzione di fermarsi, non vuole cedere, anche se di sicuro preferirebbe andare a cercare Barahir e combattere con lui per evitare alla loro gente la sofferenza della fuga. 
Anche perché ha una figlia, come si ricorda, oltre ai due uomini che ora stanno combattendo. 
Trovo questo personaggio molto vicino al mio modo di essere e di sentire, sono contenta di averlo scoperto e piuttosto imbarazzata per essermelo perso.

Il soprannome di Emeldir, Cuore Virile uuuh~, mi fa un po’ ridere (come il nome materno di una certa Ragazza-uomo di nostra conoscenza), ma invece di partire con la solita tirata stancante e ripetitiva sulle idee di Tolkien sulle donne, cito Emeldir stessa: "Essere donna non significa essere ingenua, né pavida.

Anche questa povera donna ha per sé poco più di un paragrafo, però XD Quindi, grazie per questo ritratto – per quanto il figlio sia famosissimo (anche se è sempre Luthien a salvargli le chiappe, lol), sulla madre è la prima volta che leggo qualcosa. 

Passo al ritratto successivo, subito subito!

Kan

Recensore Veterano
29/09/14, ore 22:42
Cap. 7:

Tipo che questo racconto (e i due seguenti) lo avevo già letto sabato, ma son finita a fare ricerche perché a parte come nome visto qua e là nel fandom, di Rian non avevo alcuna memoria. ZERO. Allora ho dovuto rimediare… salvo trovare solo un paragrafo dedicato a lei nel Silmarillion (sul serio, Tolkien, “sposa Huor, che muore dopo due mesi, fugge nei boschi, partorisce e muore sulla tomba del marito”). Per fortuna che ne I Figli di Hurin c’è poco di più, del tipo quali fossero i suoi interessi e il suo carattere. EHM.

Ovviamente, dopo le ricerche, ho riletto il racconto.

Quindi, come puoi ben capire, arrivo a questo ritratto senza provare qualcun sentimento particolare per Rian. Salvo che leggendo ho sentito i miei istinti di protezione balzare sull’attenti, tanto che ho finito per chiedermi – visto come Rian sia spesso nominata con Morwen (okay, sono cugine, ma tant’è) – se Morwen non si sia anche presa cura di lei, durante il viaggio dal Dorthonion. 
Anche perché il tuo ritratto mi dà questi vibe “protettivi” sul rapporto tra le cugine, come se Rian pensi spesso a Morwen perché effettivamente passano molto tempo insieme, con Morwen come protettrice, guida e scoglio nei momenti di difficoltà di Rian. 

Il che mi fa chiedere anche: e se Morwen non fosse stata a sua volta piegata dal dolore della scomparsa di Hurin, avrebbe potuto fare da supporto alla povera Rian ed evitare che facesse la fine che ha fatto? Mi spezza davvero il cuore il pensiero di questa donna sola e disperata, con un bambino in grembo, che vaga per i boschi. È uno di quei personaggi che abbraccerei, per dire “va bene avere paura, va bene non essere forti”. 

Per concludere, vorrei tirare una testata ad Annael e compagnia. Una donna in preda alla follia partorisce e la lasciate fuggire di nuovo? E no, il discorso “è così che doveva andare” non vale è___é 
A parte questa nota pirla, mi è piaciuto come hai fatto comparire gli Elfi “nell’attenzione” di Rian, diciamo così. E la frase finale ♥ "Ora, finalmente, Rian può smettere di correre." [ma solo per partorire un attimo, poi mi rimetto a correre, Huor aspettami!] 

Alla prossima recensione :P

Kan

Recensore Veterano
26/09/14, ore 22:51
Cap. 6:

"Li hai immolati, i miei bambini. Offerti in sacrificio in nome della tua vendetta. Dei tuoi Silmarilli.

YES.

Finalmente il ritratto di una delle mogli rimaste a Valinor, e non di una qualsiasi! Della moglie delle mogli, Nerdanel! E ci sono così tante sue frasi e suoi pensieri che sono esattamente quello che volevo! Tipo quella sopra riflette bene un pensiero che ho nei momenti di lucidità tra quelli di feels per i feanoriani.

Trovo tristemente azzeccata l’idea delle statue del marito e dei figli nel giardino. Dopotutto, a furia di sentirsi dire che le sue statue “sembrano vive”, è naturale che Nerdanel cerchi di consolarsi creando statue che le ricordino i cari che ha perduto. È così sensato e così terribile, povera Nerdanel, non si meritava tutto questo. Il dolore di perdere sette figli che ha portato in grembo e che ha cresciuto per un giuramento folle! Adoro la passione e la pazzia dei feanoriani, ma soffro tanto anche per Nerdanel. Quando la saggezza provoca solo sofferenza, non si dice qualcosa a riguardo?

Mi piace il momento che hai scelto per ritrarre Nerdanel. Avresti potuto scegliere così tanti momenti, magari qualcuno in cui compare Feanor, e invece hai scelto proprio di mostrarla da sola, con la certezza della morte del marito e il dubbio sul destino dei figli. Anche se forse ha sentito anche della morte di uno dei gemelli (che oltre a non saper distinguere, ho difficoltà a ricordare se non come Ambarussa – tutta colpa del fandom XD), vista la sua riflessione sul destino del figlio.

È tutto così straziante, ma mi piace questo strazio, è quello che volevo provare leggendo di una di quelle povere mogli rimaste a Valinor e ignorate da Tolkien. Che poi si tratti di Nerdanel, acuisce i feels e ti sono davvero tanto grata di quello che hai scritto (e il tuo essere feanoriana 5ever non si nota in particolar modo, sei riuscita a essere “neutrale” :P).

Visto che questo ritratto è pieno di frasi che riassumono bene anche i miei sentimenti verso questa famiglia e queste vicende, faccio che condividere con te le frasi che mi sono evidenziata:

"La miglior scultrice di Valinor, mi chiamano. Eppure non so far sgorgare risate da queste labbra di pietra. Il corno nelle mani di Tyelcormo non emette suoni, anche l’arpa di Macalaure resta muta.” (troppi feels, TROPPI)

"Ma dimmi, Feanaro, ora: quali figli sono più importanti? Quelli delle tue mani o quelli dei tuoi lombi? Entrambi, mi diresti. E so che lo credi sul serio. Perché tu li amavi, i tuoi figli. E loro amavano te.” (il ritratto più accurato che possa aver letto nel fandom, è così vero, mamma mia, così vero! È questo che emergeva dalle loro azioni, non c’è stato bisogno che Tolkien dicesse nulla)

"Vorrei odiarti, Feanaro” dice ogni fangirl. “[Ma] Una parte di me riuscirà sempre a comprenderti, a perdonarti, anche”. (storia della vita di ogni fan dei feanoriani – come li si può odiare quando li si capisce, COME?)

E il sorriso di Feanor con una "lieve sfumatura ironica" aderisce così bene alla mia immagine di lui - sai, quel sorriso un po’ beffardo, un po’ canzonatorio. E quando Nerdanel ricorda come lui le abbia rinfacciato di non comportarsi da buona moglie: sono più che certa che sia successo, non può NON essere successo. 

Ora vado, ho detto abbastanza cose senza senso!

Kan

Recensore Veterano
25/09/14, ore 22:25
Cap. 5:

Nimrodel, Nimrodel! Concordo con te, questo personaggio è molto strano e misterioso. Nella mia mente, la sua caratteristica fondamentale è il suo desiderio di andare in una terra senza guerra e sarebbe il personaggio che nominerei se mi si chiedesse un personaggio con questa caratteristica. 
Gli Elfi e gli Elfi silvani in particolare mi hanno sempre dato una sensazione di… fae (Lo Hobbit non ha fatto che confermarmi la sensazione), e Nimrodel è misteriosa e “selvaggia” o selvatica come sembrano essere i fae - il che non è una sorpresa viste le ispirazioni di Tolkien, no? :P 

Nimrodel e Amroth mi fanno una gran tenerezza, lei sofferente per le ferite causate dalle guerre e lui parte di quei popoli che hanno combattuto quelle guerre che è pronto a lasciarsi tutto alle spalle per dimostrarle che un luogo in cui regna la pace esiste (si vede che non è stato a Valinor prima della partenza dei feanoriani e compagni, coff coff). Mi chiedo se l’essersi separati, persi per strada e poi esser morti sia una punizione per la loro “codardia” (abbandonare la Terra di Mezzo invece di battersi per portarvi la pace - non la trovo una debolezza, ma è sempre una questione di punti di vista) o la loro sorte vuole solo essere una sorta di lezione, “fuggire dai problemi non serve, bisogna affrontarli”? O probabilmente, visto il suo odio per le allegorie, Tolkien non voleva dire niente con questa storia, solo ucciderci dentro e farci affogare nella tristezza. 
Certo, si troveranno poi nelle Aule di Mandos, ma non è la stessa cosa XD 
Sono curiosa del tuo pare sull’argomento.

Considerando la scelta sulla “fine” di Nimrodel che hai fatto, questo ritratto è ambientato prima della sua morte (chiamiamola così), il che lo rende più triste e inquietante di quel che percepivo leggendo. È stato comunque interessante leggere dei suoi sentimenti per Amroth, perché se l’amore di lui per lei mi è sempre sembrato molto chiaro, Nimrodel è sempre sembrata più interessata ad avere la pace che ad Amroth – come se Amroth le interessasse come suo mezzo verso la “terra di pace”. 
Ovviamente, essendo Elfi, non può essere e la spiegazione più sensata è quella che si trova in questo racconto, il suo passare dalla diffidenza verso “uno dei portatori di guerra” all’amore per l’uomo che per la sua felicità avrebbe abbandonato il suo popolo e la terra in cui era nato e cresciuto. 
Amroth è tenerissimo.

Passo e chiudo per oggi, sono cotta e ho bisogno di una bella dormita XD

Kan

P.S.: vedo che il prossimo ritratto è quello di Nerdanel... SONO CURIOSA!

Recensore Veterano
24/09/14, ore 22:04
Cap. 3:

Io ho un debole per le regine e qui si parla proprio della prima regina di Numenor, a cui mi sono interessata proprio perché regina e prima a esserlo a Numenor. 
È interessante come nella sua vita si veda l’influenza del modo in cui è stata cresciuta, così come tu hai sottolineato bene nel racconto, e più in lei che nella maggior parte dei personaggi. Anche l’atto, relativamente stupido e che di cui lei si sente tanto in colpa in questa scena, di innamorarsi di Hallacar non è altro che il frutto dei genitori e dell’educazione che ha avuto e del luogo in cui ha vissuto (con un occhiolino a Zola XD). Povera donna, c’è da dire che ha avuto dei genitori da prenderli e fargli sbattere la testa l’uno con l’altro - magari così si immedesimano un po’ nell’altra metà della coppia, invece di stare fermi nelle loro posizioni!

Detto questo, è molto interessante come Ancalime, anche quando sembra prendersela con gli altri, se la prenda sempre con sé stessa. Alla fine, si sente sempre lei la colpevole di tutto, di aver scelto QUEL marito, di aver scelto QUELLE ancelle, di non aver saputo farsi ascoltare, di essere stata ingenua, di qualsiasi cosa! 
Be’, Ancalime tesoro, vorrei solo dirti di fermarti un attimo e pensare a quante di quelle cose siano davvero colpa tua. 

Devo dirti, mi ha fatto un po’ tenerezza questo ritratto. Perciò mi chiedo: per quale motivo ogni tanto ti viene voglia di picchiarla? Sono davvero curiosa! (certo, si sa la curiosità che fine ha fatto fare al gatto) 

Questa recensione è piuttosto breve, mi sa, ma non mi sembra il caso di sbrodolare se non ho nient’altro da dire, neh? ;D

Saluti e alla prossima,

Kan