Recensioni per
Il senso della vita
di GladiaDelmarre

Questa storia ha ottenuto 186 recensioni.
Positive : 186
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/03/20, ore 10:20
Cap. 13:

wwoooowww, tesora mia, wooow!
altro che banalità, non credo tu ne sia in grado.
Il bello è che vuoi travestirla da storia fluff.. e invece tiri fuori qualcosa di una profondità pazzesca!
All'inizio ho riso con le avventur quotidiane di Azi nella sua libreria, poi mi sono sciolta col fatto che non riesce a reprimere un sorriso ogni volta che vede Cro <3 poi mi sono stra stra sciolta quando Cro gli regala la tazza, reagendo con qel 'ngk!' è tutto così cnon e IC che omgomd dev'essere andata così sul serio, secondo me Neil può confermare <3
conoscevo la tecnica Kintsugi e il pregio che ne ricavano le cose rotte e dal titolo 'Oro' ho intuito subito cosa sarebbe avvenuto nel moento in cui Azi ha rotto la tazza.
come a solito tu sei pazzesca nelle descizioni minuziose.
la riflessione che anche Crowley 'rompendosi' (cadendo) si sia impreziosito (l'oro de suoi occhi e non solo) è .. waaaaaaaaaaaahhhh
questa è fra le più belle che hai scritto, complimenti di vero cuore

Recensore Master
11/03/20, ore 22:36

Ciao carissima! Eccomi qui, con estremo piacere, per lo scambio libero del Giardino!
Non mi stancherò mai di dirti quanto io ami il modo in cui riesci a descrivere il rapporto di Crowley e Aziraphale, veramente. Amo la delicatezza che sembra avvolgerli in ogni gesto, in ogni parola pronunciata. Trovo tutto a dir poco perfetto e questa piccola OS non è stata da meno!
Prima di tutto, l'idea dello stetoscopio è stata dolcissima, sul serio, è stata una trovata perfetta che mi ha fatto affogare in una vagonata di fluff! La scena in cui Crowley si sbottona la camicia e offre il petto all'angelo, per fargli ascoltare il suo cuore, è stata meravigliosa, proprio perché in un gesto così semplice, quasi scientifico, hai rappresentato un'idea straordinariamente romantica: il demone che mette a nudo se stesso e si offre totalmente, irrimediabilmente all'angelo, permettendogli addirittura di entrargli dentro, di ascoltare qualcosa di intimo come il battito del suo cuore.
Trovo sia un gesto più intimo del sesso, indice di un abbandono estremo e che nasconde al suo interno una potenza poetica fortissima!
Quando Aziraphale fa lo stesso con lui, affidandosi all'ascolto di Crowley alla stessa maniera, il cerchio si chiude e la magia si compie definitivamente.
Mi è venuto il batticuore pure a me, guarda! Adesso chiedo a uno dei due di controllare se è tutto a posto! xD
A parte questo, una cosa che mi ha fatto troppo ridere è Crowley che detesta il tè, ma alla fine decide di berlo lo stesso solo per fare felice Aziraphale che ha ignorato bellamente le sue lamentele e ha portato lo stesso due tazze. Questi piccoli battibecchi mi riempiono sempre il cuore di zucchero, credo siano l'emblema stesso della loro coppia! xD
Non vedo l'ora di continuare questa raccolta e avere modo di incontrarti ancora in qualche scambio, è sempre un piacere!
Un abbraccio, Violet :D

Recensore Master
10/03/20, ore 23:48
Cap. 13:

Ciao :)
Ho letto tutta la raccolta, ogni volta che pubblicavi, ma non recensivo per la sessione e per il poco tempo a disposizione.
Questo capitolo l'ho davvero adorato.
Amo questa pratica orientale, dà valore agli oggetti più di quanto ne avevano prima.
Mi piace quello che hai fatto pensaread Aziraphale, cioè che Crowley è caduto, è diventato un demone, ma ha negli occhi un altro mondo, che raccontano di un'altra vita.
Oh, che fluff/tristezza per la tazza rotta ma rinnovata.
Spero di leggere altre tue opere qui, le leggo tutte e le trovo fantastiche.
A presto!
R.

Recensore Master
10/03/20, ore 18:40

Carissima è sempre un piace entrare sul tuo profilo e perdersi nella magia dei tuoi scritti. Questa raccolta ha in sé molti spunti di riflessione ma, soprattutto, un fascino particolare che riesce ad attirare e a conquistare il lettore principalmente grazie al tuo stile bello, limpido, unico e facilmente riconoscibile. Non te lo dico spesso ma sai quanto ammiri le tue storie, nonostante la mia ignoranza in materia.
Questo capitolo rappresenta l’apoteosi di tutti coloro che amano scrivere e leggere, in particolar modo quelli che prediligono la carta. Perché sì, l’odore della carta non si scorda facilmente eppure emana una fragranza impossibile da paragonare con qualunque altra cosa. Ogni pagina di ogni libro sparge un profumo soggettivo ed unico, in quanto ognuna di esse contiene un insieme di parole diverse l’una dall’altra ma unitamente emanano un profumo singolare ed irripetibile. Aziraphale ama tutto questo e trascorre un periodo della sua esistenza all’interno dello scriptorium di un’abbazia benedettina di Fulda per tradurre e trascrivere libri e bearsi di quel mondo fatto di cultura, studio, sapere ed istruzione.
Crowley appare proprio alla fine del capitolo ma non è esente dalla magia del luogo in cui si rifugia l’angelo, anzi quell’odore ormai familiare lo fa sentire a casa. Il loro incontro mi ha regalato un sorriso, soprattutto nel passaggio in cui accoglie con “entusiasmo” l’offerta del tè, che si ricollega con una delle OS pubblicata qualche tempo prima.
Complimenti cara. Non vedo l’ora di proseguire!

Recensore Master
10/03/20, ore 14:48
Cap. 13:

Cara Gladia,
Non c’è mai assolutamente niente di banale nelle tue storie e nella tua penna, mai, e mai come in giornate come queste la lettura può aiutarci a non cedere alla tristezza o all’accontentarci di una tazza rotta. Conoscevo l’arte orientale di riparare con l’oro gli oggetti rotti sempre per cose inerenti la scrittura e sono felicissima di aver potuto leggere questa shot profonda e delicata al tempo stesso. La scelta di recuperare un oggetto rotto riparandolo anziché miracolarlo o comprarne uno nuovo è una scelta conversativa puramente in stile di un angelo.

La ripara perché è preziosa com’è, talmente tanto da non volerla mutare con la magia. La ripara perché non dobbiamo gettare via quello che possediamo appena diventa vecchio o rovinato, ma anzi: l’imperfezione ottenuta dal tempo, dall’usura o, come in questo caso, da un incidente, hanno un preciso valore. Inoltre – e questa è la cosa più bella e straziante – la tazza (che tra l’altro hai descritto perfettamente in maniera dolcissima **) è una metafora di Crowley stesso. Anche lui è caduto e si è spezzato, ma come il dono che ha portato senza una ragione precisa ad Azipharale è stato riparato e la riparazione gli ha donato una bellezza, una perfezione, che sono l’amore può spiegare o raccontare. Volutamente c’è un richiamo anche cromatico (e non poteva essere altrimenti, visto l’artista che sei) tra l’oro che si infila nelle crepe rincollate della tazza e gli occhi dorati e demoniaci, ma incredibilmente affascinanti, di Azipharale. Grazie per questa raccolta di shot sempre densa di amore e di significato, cara Gladia. Hai una grandissima e una profondissima sensibilità, due elementi che sono indispensabili per scrivere.

Un abbraccio (a un metro di distanza e virtuale) Shilyss ^^

Recensore Master
10/03/20, ore 10:53
Cap. 13:

Ho le lacrime agli occhi
ci sono storie sfacciatamente romantiche e altre, come questa, che lo sono in modo delicato e sottile, come quelle saldature d'oro che reggono insieme non una tazza, ma una storia
Il piccolo Crowley non si sarebbe mai innervosito con Aziraphale perchè ha rotto la tazza - succede, insomma! -ma la sua felicità nel vederla riparata deve essere stata enorme. Perchè è la rappresentazione di se stesso. Un regalo si dice che non sia mai solo quello che piace a chi lo riceve ma sia anche un rimando di chi lo fa
Cro ha regalato ad Azi la sua "parte angelica" sopravvissuta, quella che brilla nell'oro degli occhi e Azi lo comprende e gli restituisce la visione di come lui sia prezioso
e la tazza è anche il loro legame, certo, che non può andare in pezzi e restare così, o aver bisogno di miracoli
sono i gesti d'amore quelli che li ri-legano
e l'arte giapponese sta bene sempre e ovunque!
è una storia adorabile, veramente
come te
Setsy

Recensore Junior
10/03/20, ore 07:49
Cap. 13:

Sospiro tanto, dearest.
Per la bellezza dell'analogia, e per il piacere di scoprire di più sul kintsugi, che è poetico da vedere e da pensare.

Capisco la costernazione di Aziraphale nel vedere rompersi un regalo a cui tiene, e l'amore con cui se ne prende cura per ripristinarlo.

Avevo letto una teoria interessante sulla natura dei miracoli di Aziraphale e Crowley, secondo cui quella di Aziraphale 'ripara' a posteriori, mentre quella di Crowley 'riporta indietro' allo stato originario. Tutto si basa su una serie di febbrili associazioni sul perché la cancellazione della macchia sul cappotto fatta da Crowley sia diversa da quella che avrebbe potuto fare Aziraphale, e sulle sue abilità di manipolazione del tempo.

È solo una teoria, ma si sposerebbe bene con la volontà di Aziraphale di non 'fare un backup' della tazza, di non cancellarne la storia in cui è accaduto tanto.
È una cosa bellissima. Prendi la tua storia, le tue ferite e fanne luce.

È anche ben scritta, equilibrata e della lunghezza giusta, quanto basta per arrivare alla conclusione in cui è contenuto tutto 'il sugo della storia'.

Con piccole immagini che mi piacciono tanto, come questo piccolo gesto che è tutto Crowley:
-
“Beh, tieni”, disse infine, inclinando un po’ la testa e tendendogli il pacchetto raffazzonato.
-
Sigh.
Che cosa bella da leggere al mattino 💛

Recensore Master
08/03/20, ore 20:23

Io lo sapevo che dovevi leggere questa storia e che facendolo mi sarei sciolta malamente.
Se si parla di stelle proprio non ce la faccio. Me lo figuro benissimo Aziraphale amico di Galileo Galiei, tra l'altro adorabile il fatto che l'angelo e il demone s'incontrino CASUALMENTE molto più spesso di quanto dovrebbero. E' stato bellissimo quando Crowley si è messo a guardare le SUE stelle con il telescopio. E pensare che ha portato tanta luce e bellezza nel mondo, è una cosa bellissima e tanto poetica. E poi ci spostiamo qualche anno dopo (un po' più di qualche) dove Aziraphale viene bellamente scomodato per andare in India, giustamente non capisce, ma Crowley sa sempre sorprenderlo e sorprendersi. Gli ha mostrato quella stella. Alpha Centauri, due stelle che si girano attorno, si avvicinano e si allontanano senza mai separarsi. Il parallelismo bellissimo con loro, insomma, puoi immaginare come mi abbia fatto sciogliere. Ed è bellissimo che poi Aziraphale gli chieda se vuole ancora parlargliene e Crowley lo fa, finché non spunta l'alba.
Ogni volta che leggo una tua storia, di qualsiasi tipo, rimango proprio estasiata. Quando sono dolci e romantiche come queste poi, non ce la faccio <3
A presto, complimenti <3

Nao

Recensore Master
04/03/20, ore 22:09
Cap. 12:

Cara Gladia,
stasera ti tormento, **, ma così sono andata in pari con i capitoli postati! Finalmente! Mi è piaciuto molto questo salto nella Sassonia pagana e ho amato la forza gentile di Azipharale, vittorioso e magnifico. Quando dice che ogni dea è lei concettualmente ha vinto. Crowley, pur agendo contro dio per incentivare ancora di più i riti dei pagani in realtà sta facendo il dovere divino, sta seguendo una volontà imperscrutabile in cui la ribellione era prevista dall’onniscienza del Creatore, sebbene lui ne abbia pagato fieramente il doloroso prezzo. Deliri teologici miei a parte, rendi magnificamente questi personaggi anche in vesti tardoantiche. Crowley si crogiola nell’essere adorato peccando di superbia laddove Azipharale osserva benigno e quasi immobile, spettatore serafico e angelico che non interviene perché – quant’è bello questo concetto – non è ancora il tempo. Al centro del racconto ci sono sempre loro, gli umani con la loro semplicità, gli umani che ancora non devono scegliere, ma solo piegarsi leggermente ai minuscoli aggiustamenti operati dai due emissari celesti.

Poi c’è la scena della corona di tarassaco e l’ho trovata veramente bella. È un gesto semplice, ma carico di significato. Porre la corona su un capo equivale a un’investitura – e di cosa è re, Crowley? Perché trema, come mai questo tocco che avviene in una zona tanto sensibile della pelle turba entrambi? E il riferimento, romantico ma non melenso – amo questa cura dei dettagli, questo bilanciamento che mostri sempre tra loro, la tensione che non ha bisogno di parole per essere spiegata. E amo anche quest’ambientazione ricreata con sapienti tocchi che subito regalano al rituale un sapore silvestre.
Un abbraccio forte e grazie per oggi. M’hai risollevato la giornata facendomela proprio cominciare bene ^^. Sei preziosa!
Shilyss

Recensore Master
04/03/20, ore 21:33

Cara Gladia,
In questa shot tocchiamo i temi scottanti della nostra quotidianità e di un passato recente che mi fa venir voglia di mettere su Bowie e Heroes. Parlo ovviamente della droga, raccontata in maniera così terribile in Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, che si lega inevitabilmente alla prostituzione ma che è figlia anche di un male di vivere che ha caratterizzato la gioventù, e non solo, del Novecento. Ora potrei partire con una filippica sui Pink Floyd di The Wall, alla generazione dei figli di coloro che hanno combattuto per la libertà che hanno provato a prendersela, quella libertà stessa, scardinando vasi di Pandora, proponendo la libertà di agire, vivere, sceglier e anche assecondare inclinazioni. L’anelito alla vita, però, a volte si traduce in un malessere che parla proprio – e tu lo hai fatto – del rifiuto di quello che è considerato il dono più prezioso.

Azipharale lo sa, così come sa (e lo sappiamo anche noi grazie a Dante e a Pier delle Vigne) che la scelta di porre fine alla propria esistenza è una tragedia che si unisce alla tragedia. Coerentemente con altri tuoi racconti, Crowley è colui che pone il seme del dubbio e si oppone alla visione semplicistica divina: perché i suicidi, che sono stati spinti da una serie di condizioni e di dolorose fragilità alla morte, devono bruciare all’inferno? A questo Azipharale, in cerca di vita, non sa dare una risposta. La prima parte della shot non è tesa solamente a descrivere il panorama di una Londra decisamente punk sulle note di Anarchy in the U.K., ma anche nel mostrarci un angelo infastidito dalla piega molto poco cool che sta prendendo la società e la città. Trovo molto poetico che il suo cercare la vita si sia scontrato con una delle sue fasi più dolorose e importanti, la morte. Bellissimo e ricchissimo, come sempre. <3
Con affetto,
Shilyss

Recensore Master
04/03/20, ore 13:40
Cap. 7:

Quello che mi piace di questa storia è che molto spesso chiami in causa (giustamente!!) le fondamenta della religione cristiana. Da credente è un aspetto che apprezzo moltissimo ma che ahimè riscontro poco in giro. Non conosco le modalità con cui si svolge la trama della serie tv, ma credo che questo genere di tematiche siano presenti. La venuta di Cristo è un evento importante per gli uomini ma principalmente lo è per gli angeli: è il Figlio di Dio che ripristinerà le leggi di quel tempo e di quelli a venire. In quanto tale è loro compito vegliare su di Lui e sperare che prenda le scelte giuste, non per Sé stesso ma per l’umanità intera.
Aziraphale è l’angelo prescelto per fare da sentinella ed informare Giuseppe dell’orribile piano di Re Erode, ossia quello di uccidere i bambini di età inferiore ai due anni per assicurarsi nessuna insurrezione futura. E così, mentre la Sacra Famiglia si mette in salvo fuggendo in Egitto, molti bambini innocenti subiscono un orrendo destino causato da un uomo privo di senno e la cui corona sulla propria testa è più importante rispetto ad una vita innocente. Credevo che solo l’angelo rimanesse scioccato da tale assassinio ed invece si staglia nella scena la figura di Crowley. Data la sua natura dovrebbe gioire di fronte a queste azioni ed invece ne rimane disgustato. La sua reazione inaspettata mi ha commossa e toccata. Mi sono sentita emotivamente molto vicina a lui, un demone che prova compassione per una piccola vita spezzata a causa dell’egoismo umano…

Mi stai convincendo a guardare questa serie tv… COLPEVOLE!! Ahahah

Scherzi a parte questo capitolo mi è piaciuto particolarmente. Ovviamente il senso di cui ti sei servita per la suddetta one shot è il gusto: Aziraphale sente il sapore delle lacrime vere di Crowley che sanno di sincerità ma anche di tanta rabbia. Per questa volta mi sono schierata totalmente dalla parte di Crowley <3
BRAVISSIMA! Sei la migliore, davvero. Adoro leggerti perché sei una continua scoperta. A presto

Recensore Master
02/03/20, ore 19:03

Ciao carissima <3
Oggi ho voluto prendere la OS che mi ispirava di più. Era destino, considerando il mio amore per l'angst. E' bellissima questa OS, così triste, realistica, una di quelle storie che stringe troppo il cuore. Non oso immaginare cosa possa causare un incendio del genere, specie a quei tempi, che doveva essere ancora più difficile da domare. Si è portato via tutto, non risparmiando nulla e lasciando solo cenere. Aziraphale è coraggioso, quindi è da lui rifiutare di andarsene per cercare di aiutare gli umani. Crowley, dal canto suo, vorrebbe solo proteggerlo, ed anche se in un primo momento se ne va, perché non vuole vederlo bruciare, passa poco prima che ritorni. Guarda, hai descritto benissimo il dolore, ciò che rimane alla fine... niente. Solo cenere e polvere. E il fatto che Aziraphale non voglia curarsi da quella bruciatura la dice lunga su quanto forte sia, anche mentalmente. Non vuole dimenticare. Dopotutto, pensa, Crowley l'inferno e il fuoco l'ha affrontato da solo, e in effetti... pensa un po' cosa si prova.
Il mio istinto mi ha suggerito bene. Sono molto contenta di aver letto questa storia bella, quanto triste T_T


Nao

Recensore Master
25/02/20, ore 12:45

Carissima Gladia!

Mi mancavano le tue storie e amo come li rendi sottolineando sempre la loro forza, la loro grandezza. Cosa mi è piaciuto di questa shot? Semplice, tutto. L’incendio di Londra è una devastazione che deve accadere e non può essere impedita perché, per dirla alla Virgilio, vuolsi così come si vuole dove si puote (faccio a braccio). Azipharale e Crowley non si interrogano sulla necessità del male in questo mondo – e l’evento, per quanto disastroso, non implicherebbe da parte loro una riflessione del genere. Questi hanno assistito a carestie, epidemie (la peste nel 1347-48 uccise 1/3 della popolazione europea), diluvi universali, desertificazioni (la Mesopotamia), altri incendi (Nerone). Un incendio doloroso come quello di Londra non li tocca così tanto, ma giustamente li tocca. Tu sei un’artista e la tua sensibilità emerge pressoché ovunque anche nelle descrizioni della quiete prima della tempesta che servono a spiegare il perché del fuoco divampante (proprio quel bel tempo che secca la paglia favorendo la propagazione delle fiamme). Realisticamente, Azipharale aiuta chi può e realisticamente Crowley torna indietro non per salvare l’umanità, ma lui. E questo concetto è bellissimo e ben reso, com’è ben reso il fatto che l’angelo, pur ligio al suo dovere, soffre per il fatto di dover abbandonare i suoi beni materiali (i libri, fatti dall’Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio: leggendo, amando i libri, Azipharale ama Dio).

Crowley corre ad avvertire l’angelo, dicevo, e lotta con lui in maniera silenziosa ed efficace fino alla fine. E poi c’è quella ferita al braccio, descritta con pochi efficaci tocchi. Lì sono morta, perché Azipharale non è un coniglietto teneroso, ma un angelo la cui immagine bonaria da dandy di chiaro vestito non deve trarre in inganno circa la sua forza e potenza. Ha osservato un incendio paragonabile all’inferno per via dell’orrenda fine delle sue molteplici vittime. Ha una ferita che gli brucia la carne. Potrebbe guarire, ma sceglie di condividere il fardello del dolore provato fieramente da Crowley ed essergli vicino, anche se a milioni d’anni di distanza. E di nuovo è concettualmente ineccepibile: ama il prossimo come te stesso, recita il Figlio. Specie se il tuo prossimo è con te da sempre, per sempre. Bellissima.
Un abbraccio e a prestissimo <3
Shilyss

Recensore Master
25/02/20, ore 10:40

Finalmente sono ritornata a leggere questa raccolta meravigliosa. Sappi che mi è mancata parecchio e non vedevo l’ora di ritornare!
Alloraaa il senso che ovviamente questa volta hai preso in causa è quello della vista. Di certo Aziraphale e Crowley, essendo appunto un angelo e un demone, avranno una vista più sviluppata rispetto agli esseri umani. Eppure c’è ancora qualcosa che entrambi non hanno ancora scoperto o preso in considerazione, ossia che il loro destino è scritto nelle stelle. Sì, perché Alpha Centauri contiene in sé non solo le stesse iniziali dei loro nomi ma la loro storia e, di conseguenza, il loro destino. Come accade per le due stelle, Aziraphale e Crowley ruotano costantemente l’uno attorno all’altro. Eppure arriva sempre il momento in cui si avvicinano e quasi si sfiorano, ma inevitabilmente si allontanano. Credo che questo sia dovuto a causa della loro differente natura. Lo spazio che intercorre tra le due stelle coincide con la forza generatrice che prova a dividere l’angelo con il demone, due entità che appunto per natura non possono coesistere insieme.

Ovviamente se ho detto una super caz**ta puoi dirmelo, non mi offendo xD Sono cosciente di essere estranea al fandom per cui le mie supposizioni sono dettate esclusivamente dalle sensazioni e non da un dato oggettivo. Chiedo venia! Però devo farti una confessione: quando leggo i tuoi scritti mi porti a fare dei ragionamenti che difficilmente mi succede con le altre storie. Di solito accetto quello che c’è scritto senza pormi delle domande sul perché delle cose. Con te è diverso, mi fai ragionare, riflettere e porre l’attenzione su alcuni aspetti che sconosco o non presto particolare attenzione. Quindi ti ringrazio per questo.

Ritornando alla storia, il tocco di romanticismo e di dolcezza non manca mai e credo che sia una delle caratteristiche principali per coinvolgere il lettore e tirarlo dalla parte dei due protagonisti. Mi piace questo continuo incontrarsi in città ed epoche diverse, uno sfiorarsi dolcemente che porta i due a ricercarsi costantemente. Sei bravissima e ti stimo tanto! Ho inserito questa raccolta nelle preferite <3

Recensore Master
03/02/20, ore 11:50
Cap. 5:

Il livello emozionale cresce sempre di più. Ogni OS raccoglie una serie di elementi che arricchisce la storia e la rende appassionante, avvincente e molto commovente. Tra l’altro ci sono diversi spunti di riflessione che rimandano spesso all’inizio della Genesi, ossia il vivere quieto nel giardino dell’Eden. Quando richiami alla mente questo momento mi mandi in brodo di giuggiole.

Il periodo storico scelto è agli inizi del Novecento, quando ancora il mondo non si era scontrato con la Prima Grande Guerra. Un periodo apparentemente tranquillo ma che sotto sotto covava un malessere e un’irrequietezza generale. Non so perché ma ho collegato questo malessere del mondo con il nervosismo di Crowley. Lo so, non c’entra un emerito cavolo però la mia mente ha fatto questo strano collegamento: come se la pioggia fosse un presagio dell’annichilimento che anche i demoni hanno subito una volta essere stati scacciati dall’Eden ed il conseguente diluvio. Perdonami, ritorno in me xD

Crowley odia la pioggia e se all’inizio il suo atteggiamento possa sembrare snervante agli occhi di Aziraphale, successivamente spiega il motivo del suo disagio. In questo caso ho adorato particolarmente la riflessione di Aziraphale in cui non ha approvato molto la scelta del diluvio e che quasi dà ragione a Crowley per essersi ribellato ed avuto il coraggio di farlo. Però la sua razionalità entra in gioco e gli ricorda che il suo amato è un demone e che appartiene ai “cattivi”. Eppure la sua natura angelica riesce a risollevare l’animo di Crowley e di fatti confessa il motivo per cui egli ama la pioggia:

“Mi ricorda la prima pioggia. Il profumo della terra bagnata era fortissimo, forse perchè non lo avevo mai sentito, o forse perchè eravamo nell'Eden, non so. Tu ti riparasti sotto la mia ala, ricordi? La pioggia mi riporta immancabilmente a quel momento”.

Il suo romanticismo e la sua infinita bontà riescono a scaldare il cuore di chiunque, anche quello di un demone. Comunque inutile dire che amo questi personaggi e che tu sei MERAVIGLIOSA, BRAVISSIMA e SUPERLATIVA. Ammetto che questa raccolta mi è mancata la settimana scorsa. Finalmente ho potuto leggere il seguito. Complimenti e a presto cara!