Dopo una spulciata a tutto il tuo profilo, eccomi esattamente su quella che era anche la tua preferenza :)
Dunque, in primis voglio soffermarmi sulla scelta di "preludio" piuttosto che "prologo". Il primo infatti, ad oggi, viene utilizzato per lo più in ambito musicale - tant'è che è più musicale pure la parola stessa - e lo preferisco a mani bassi, lo trovo molto più evocativo. Quindi niente: volevo solo farti presente che ho apprezzato questa scelta.
Altra cosa su cui voglio soffermarmi è la decisione di unire il mondo di Frozen a quello de Le 5 leggende - o se non altro a Jack Frost, personaggio che amo davvero molto.
E quindi, entrando nel merito, è proprio con Jack Frost che il racconto si apre. Non ha memoria di ciò che era stato, ricorda unicamente il suo nome. Iniziando a muoversi verso il villaggio più vicino lo osserviamo riscoprirsi, calmarsi, comprendere come la neve e il gelo agiscano sulla base della sua persona.
La conclusione a cui giunge mi ha fatto sorridere e mi ha fatto pensare a lui con tenerezza: l'inverno è affascinante, ma è anche portatore di non poche difficoltà e Jack Frost è la chiave che leviga i problemi che il gelo trascina con sè sostituendoli con divertimento e speranza.
Poi, quando Jack giunge finalmente ad Arendelle qualcosa lo scombussola e stupisce - ci credo, Elsa sarà là a canticchiare e spargere neve e ghiaccio :P
Mentre leggo, ci sono molti passaggi che trovo abbiano un che di fiabesco: non so come volge il racconto nei capitoli successivi, ma, per quello che ho visto finn qui, potrebbe tranquillamente esser letto a dei bambini. E' semplice, scorrevole e lineare, ma non per questo banale.
"La regina era l'artefice di tutto? Jack era incredulo: un'umana con la capacità di scatenare un cambiamento climatico del genere? Impossibile... ed incredibilmente esaltante!" questo è un esempio di ciò a cui mi riferisco che mi ha particolarmente fatto sorridere.
Inoltre, devi sapere, a me piace davvero molto leggere le digressioni descrittive e sto notando come nel tuo racconto ce ne siano molte e questo a me non può che far piacere.
Incontriamo, poi, anche Tara, già precedentemente nominata: probabilmente i due dovranno collaborare per cercare di aiutare e sostenere i poveri abitanti di Arendelle in preda al freddo e al gelo. Magari lei saprà dare maggiori informazioni a Jack sulla splendida regina dalla strana luce negli occhi causa di tutto quel ghiaccio. E invece, Tara sottolinea come loro non possa interferire con le azioni umane e, per quanto Elsa sia un umano particolare, pur sempre quello resta.
Il linguaggio che usi nel loro dialogo è molto colloquiale, ma non stona rispetto alle descrizioni o alla storia in sé, proprio in virtù di quanto detto in precedenza.
Passa il tempo, ma Jack non riesce a dimenticarsi di quello sguardo. Negli anni vede la regina e il suo regno crescere, modificarsi e maturare, eppure, quando finalmente aveva potuto portare l'inverno dopo il Solstizio, si voltò e la vide. Ne fu colpito al punto da decidere di ignorare le regole.
La scena finale con lui che parla quasi arrogante forte del fatto che non viene visto o sentito - cosa sbagliata, dato che vederlo e sentirlo è esattamente ciò che accade -, mi è piaciuta molto. Al posto suo, oltre alla gioia, probabilmente mi sarei anche alquanto sorpresa ahah
Giunta al termine, dunque, mi sento di dirti che le premesse di questo racconto mi piacciono molto. E ripeto: Jack è un personaggio che mi è entrato così tanto nel cuore che leggo sempre molto volentieri di lui!
Quindi niente, ripasserò volentieri in futuro!
A presto,
Bongi! |